Test Niner 29" alla C2C promosso da Alessandro Migliore.

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Penso che i 29 pollici in oggetto, non siano relativi al diametro delle ruote, bensi'...............................................

Pertanto la Niner in prova sara' la "Holmes replica".

Prima uscita con la Niner E.M.D. 9.

Stamattina Alessanro Migliore mi ha consegnato la Niner E.M.D. 9 da 29” per il Demo-test da effettuare durante la C2C 2010.
Si tratta di un modello che la Niner definisce “entry level”, ma che in realta’ mi sembra di fascia media. (http://italian.ninerbikes.com/fly.aspx?layout=bikes&taxid=99).
11 kg, per una L.
Quale migliore occasione per una prima prova in fuoristrada?
Casco, scarpini e via.
Il percorso scelto e’ quello che da Morreale porta su sino al Villaggio Montano, con chiusura ad anello sino a Palermo.
La prima impressione è di confort e familiarita’ su una bici alta quanto una BDC, ma con le geometrie e l’agilita’ di una MTB in virtu’ di un telaio molto “sloop”.
Durante la salita su asfalto verso il cimitero di Morreale, niente di particolare, tranne la sensazione di un manto stradale piu’ omogeneo del solito.
Finito questo tratto di trasferimento, punto decisamente verso la carrabile che porta alle valli di S. Martino, su per una serie di strappi brevi, ma pendenti, che si intervallano a salite di grado medio.
Questa parte del percorso esige un’attenta gestione delle forze, pena un rapido esaurimento delle risorse fisiche ed un poco onorevole "dietrofront".
Qui la prima sorpresa: inizio a salire in maniera costante, tenendo una velocita’ media sensibilmente superiore a quella che solitamente riesco a sopportare, senza cercare mai traiettorie meno sconnesse per evitare la perdita di grip. Mi sembra che il fondo sia meno sconnesso e considero istintivamente le asperita’ del sentiero poco rilevanti ai fini di una pedalata fluida ed efficace.
Pietre, sabbia, solchi, tutto mi sembra piu’ piano e non devio mai dalla mia traiettoria.
La bici non rilancia con entusiasmo, ma salgo in maniera costante e piu’ velocemente, come mi suggerisce il tachimetro.
La stessa sensazione mi accompagna su per le rampe che dall’“otto” portano al belvedere del Villaggio Montano. E’ un tratto che conosco a memoria, ma che scorre via senza asperita’ ed impuntamenti. Le ruote assorbono tutto senza suggerire traiettorie alternative. Taglio i tornanti come voglio, tanto ho sempre presa.
Scollino. Anche nei tratti di falsopiano che portano al cancello della forestale ho l’impressione di un rotolamento piu’ facile. Guardo il tachimetro e, contarariamente a quanto percepisco, sto “viaggiando”molto bene.
Decido di continuare dritto verso il sentiero che porta alla fangaia. Chi conosce la zona sa che questa parte dell’itinerario e’ la piu’ sconnessa, ma anche qui il passo e’ entusiasmante e non mi trovo mai in difficolta’, neanche negli strappi che in genere conviene affrontare spingendo, data la normale difficolta’ di avanzamento.
Imbocco l’ultima salitina con fondo da mulattiera ed arrivo agevolmente allo scollinamento.
Benissimo.
Inizia la discesa in contropendenza detta “fangaia”. Qui apprezzo meno la taratura “race” della forcella Reba, poiché l’avantreno tende a perdere tenuta, ma nei tratti che seguono mollo i freni e scendo con una confidenza che non ho mai avuto. Mi impressionano i passaggi tecnici, sembra di guidare una buona “all mountain”.
Superato il tratto scavato dalle piogge invernali, che hanno rimodellato 50 metri di trail rendendolo il letto di un torrente in secca, mi fiondo giu’ per la stesse rampe che ho fatto in salita.
Non sembra, non sembra proprio, ma il tachimetro mi dice che sto tenendo velocita’, per me , elevatissime. Dubito della corretta taratura dello strumento digitale, ma la curva che sto per affrontare mi conferma che sto scendendo troppo allegramente. Poco male, la bici non si scompone e dipingo una bellissima traiettoria come si fa con la BDC.
Torno sull’asfalto alla volta di Palermo, purtroppo troppo presto, e tolgo le mani dal manubrio, rendendomi conto che a causa dell’effetto giroscopico, l’avantreno sembra seguire una monorotaia.
Insomma, come prima uscita, niente male. Giusto il tempo di farmi un’idea su una macchina della quale si e’ detto molto su i forum, spesso anche da parte di chi non l’ha mai provata.
La passione………
Quello che mi sembra di avere capito è che si tratta di un mezzo che ha una personalita’ tutta propria e che, pertanto, va gestito in maniera diversa rispetto alle “26” a cui siamo abituati.
Un mezzo che, pero’, ha una resa totale piu’ vantaggiosa e puo’ far diminuire sensibilmente i propri tempi usuali.
Sembra l’ideale per un passista ed una "manna" per chi normalmente teme le discese.
Gli agonisti di alto livello che le usano, ne danno giudizi piu’ che positivi e questa gente si strapperebbe le unghie per guadagnare un decimo di secondo.
Adesso pero’, come e’ giusto che sia, sospendo nuovamente il giudizio, rimandandolo a tra 500 km almeno. Conoscendo bene le caratteristiche “extreme” della C2c, so gia’ che alla fine di questa ennesima entusiasmante avventura potro’ essere in grado di farmi un’idea più esaustiva sui pro ed i contro di questa bella due ruote.
Mi sembra abbastanza per liberarmi dall’entusiasmo iniziale e potere dire qualcosa di meno soggettivo, no?.


Caiomario.
 
Test Niner 29” alla C2c 2010


Circa trecento kilometri di strade sterrate e poco, pochissimo asfalto attraverso la Sicilia, in condizioni climatiche estreme, sotto l'implacabile sole di agosto.
Single tracks, salite interminabili, discese veloci e pendenze da downhill; un campionario completo di fondi stradali e pendenze.
Polvere, buche, rocce, sabbie e tutto il campionario geologico della Trinacria.
La mitica C2C dei fratelli Tedesco, questo il teatro della prova alla quale e' stata sottoposta la Niner E.M.D. 9 affidatami da Alessandro Migliore, titolare di Bici Shop Palermo.
Inizio l'avventura temendo di dovere soffrire i disturbi relativi alla postura su una bici che non e' la mia. Ma gia' alla fine della prima, durissima tappa, mi rendo conto di avere pedalato sulla bici piu' comoda che io abbia mai avuto. Neanche la lunghissima ascesa verso la Pigna D'oro, sita a 1000 metri di altezza, dopo circa 12 km di implacabile salita, mi causa dolore, ne' al “soprasella”, ne', tantomeno, alla schiena.
Magnifico. La Niner si arrampica su qualsiasi fondo senza mai perdere aderenza in trazione, neanche in quei passaggi dove, durante le passate edizioni, la mia “26” aveva mostrato i suoi limiti producendosi in fastidiose sbandate. La sensazione e' quella di guidare una bici poco reattiva, ma il tachimetro indica velocita' di tutto rispetto, mantenute da un'inerzia piu' marcata rispetto a quella di una mtb tradizionale.
E' un'ulteriore conferma delle impressioni che avevo ricavato dalla breve prova effettuata prima di iniziare la C2C; una bici con un passo inesorabile e continuo.
In pianura pedalata ed in discesa, la musica cambia decisamente. La maggiore sezione delle ruote e le masse inerziali “spianano” gli sterrati, permettendo velocita' sensibilmente superiori rispetto quelle usuali. Spesso mi ritrovo ad approcciare le curve con velocita' eccessive, ma, poco male, l'avantreno infatti mi consente di disegnare traiettorie che, istintivamente, mi ricordano quelle della bici da corsa. Il mezzo non perde mai aderenza e suggerisce, comunque, di osare un po' di piu'.
Durante le tappe successive, affrontando discese piu' proibitive, con fondo da Dh o Fr, apprezzo la superiore altezza della guarnitura e del cambio, rispetto alle asperita', e mi cimento in passaggi “puliti” senza mai toccare le sporgenze del terreno. Anche la ruota anteriore, con la sua sezione e la maggiore impronta, incoraggia ad azioni ardite, premiate da una confidenza ed una precisione degna di una buona “all mountain” biammortizzata. Un plauso speciale all'alluminio ed ai foderi del telaio, mai nervosi e sempre prevedibili, anche durante le sollecitazioni piu' “secche” ed improvvise.
Noto, alla fine della terza tappa, una discreta usura delle pastiglie del freno a disco anteriore, segno questo del fatto che, anche nelle decelerazioni piu' spinte, la fiducia nell'avantreno e' stata notevole.
Ovviamente la Niner e' stata provata anche da alcuni bikers miei compagni di avventura i quali sono rimasti sorpresi da alcune cose:
la bici gira su se stessa, mentre la sua geometria suggerirebbe un'agilita' inferiore;
le curve si avvicinano troppo velocemente;
in discesa, mollando i freni, la Niner ha un 20% di accelerazione in piu' rispetto alle altre (sull'asfalto il differenziale e' veramente notevole);
il grip delle gomme in salita e' superiore;
le “ruotone” spianano lo sterrato.
Insomma, alla fine di quattro giornate torride con parecchie migliaia di metri di dislivello positivo e negativo, mi devo separare, con riluttanza, da questa bella compagna di avventura, ideale in questa configurazione, per tappe lunghe e fisicamente impegnative.
Un mezzo con un gran passo.
Alla consegna Alessandro Migliore mi accoglie con un gran sorriso, sicuro del fatto suo, ed ha pienamente ragione. Sono soddisfatto del mezzo e la mia curiosita' su questo standard e' stata pienamente appagata.
Faccio appena in tempo a scambiare le prime impressioni, che Alessandro, sornione, mi dice che ci sono in arrivo delle nuove ruote, robuste e leggerissime, ed una nuova rapportatura da testare quanto prima; ma questo non prima di provare la su 29” da competizione.
“Mamma mia!”.

Caiomario.

http://italian.ninerbikes.com/fly.aspx?layout=bikes&taxid=99

http://www.facebook.com/home.php?sk=lf#!/album.php?aid=2077621&id=1246266932

http://www.coast2coast.it/

Nb. Per chi fosse interessato a provare la stessa Niner che ho usato durante la C2c, contattate:http://www.bicishopracing.it/. Dite che ve lo ha detto il “Caio”.
 

Classifica mensile dislivello positivo