posto questo sul forum dei principianti per cercare di dare una morale ad alcuni adepti su un argomento che credo importante, è da qualche anno che vado in mtb, frequento gruppi diversi, e ho notato alcune cosette : sono spesso l'ultimo nei vari gruppi che frequento (quello che arriva ultimo in cima alla salita, per intenderci), non me ne faccio un problema, sono quasi tutti più giovani di me e credo di dovermelo aspettare ; trovo invece difficoltà a coinvolgere altri amici che so andare un po' più piano , magari più giovani di me, intendiamoci, non perdo mai di vista chi è dietro (e questo argomento meriterebbe una discussione a sè), certo, l'agonismo è innato e arrivare dopo non riempie d'orgoglio, ma rifiutarsi di confrontarsi con gente più forte trovo sia sbagliato.
Il gruppo è una ricchezza per tutti, e non solo per gli scambi fra compagni, credo che il gruppo serio debba aspettare il più lento senza problema alcuno, e credo che il più lento di problemi non se ne debba fare, beninteso semprechè i distacchi non siano abissali e costanti.
Frequento oggi a 48 anni un gruppo che agli inizi mi dava distacchi da meditare di lasciar perdere, nessuno ha mai detto "muoviti" o fatto battute, semplicemente si ripartiva quando arrivavo, ora non son più sempre l'ultimo di questo gruppo, forse proprio perchè sono migliorato confrontandomi con loro.
In conclusione : pedalare può essere duro, ma per me il vero campione è quello che ha il coraggio di arrivare ultimo una due e più volte, consapevole di aver dato quanto poteva, anche in discesa.
POSTILLA : fra te e uno che va il 5 % in più o in meno c'è un abisso : se rincorri quello veloce, prima o poi ti tiri il collo e devi mollare, se aspetti o rallenti per stare col più lento hai lo spazio per recuperare e stare davanti ancora meglio, spazio che l'altro non ha.
Il gruppo è una ricchezza per tutti, e non solo per gli scambi fra compagni, credo che il gruppo serio debba aspettare il più lento senza problema alcuno, e credo che il più lento di problemi non se ne debba fare, beninteso semprechè i distacchi non siano abissali e costanti.
Frequento oggi a 48 anni un gruppo che agli inizi mi dava distacchi da meditare di lasciar perdere, nessuno ha mai detto "muoviti" o fatto battute, semplicemente si ripartiva quando arrivavo, ora non son più sempre l'ultimo di questo gruppo, forse proprio perchè sono migliorato confrontandomi con loro.
In conclusione : pedalare può essere duro, ma per me il vero campione è quello che ha il coraggio di arrivare ultimo una due e più volte, consapevole di aver dato quanto poteva, anche in discesa.
POSTILLA : fra te e uno che va il 5 % in più o in meno c'è un abisso : se rincorri quello veloce, prima o poi ti tiri il collo e devi mollare, se aspetti o rallenti per stare col più lento hai lo spazio per recuperare e stare davanti ancora meglio, spazio che l'altro non ha.