Sui sentieri di Merano….col ghiaccio
Venerdi pomeriggio: “allora ci si vede domattina, solita ora solito posto?”
“Si, io ci sono, Mirco, forse no, più tardi lo sento”
“Ottimo, a proposito, chiodate niente vero, tanto con questa settimana calda avrà sciolto tutto!”
“No, no, niente chiodi, vai sicuro, tanto ho pensato ad un bel un programmino tutto al sole”
Sabato mattina, ore 8.30, i bambini sono stati “consegnati” a scuola e puntuali ci ritroviamo alla solita fontana. C’è anche Mirco, bene, il trio si ricompone dopo varie assenze o di uno o dell’altro. Siamo ben vestiti visto che la temperatura è esattamente di zero gradi. Robi ci espone subito il suo programma, Si sale fino ai 1500 m della malga Leitner e poi si fa il pericoloso ma assolato sentiero che conduce ai masi della Muta. Provo a dire che la forestale che sale alla malga potrebbe essere ghiacciata ma vengo subito zittito:” non c’è problema, andiamo, e poi proprio tu parli, che frequenti assiduamente l’uomo del Similaun, che a Dobbiaco sei uscito con meno 18, avanti, pedalare!” Io naturalmente non mi tiro indietro e si parte. Dopo i classici 10 min di riscaldamento (ma quale? Mirco sono due mesi che fa solo spinning, e abituato al ritmo della palestra è partito subito ai trenta all’ora), siamo alla base della montagna, la malga è lassù, 1200 m più in alto, è sorto il sole e ci fermiamo subito per spogliarci delle giacche pesanti, assetto da salita e via.
Alterniamo tratti in asfalto (pochi per fortuna) a ripidi sentieri lastricati e saliamo con il sole
Si sale con il solito ritmo, fra una battuta e l’altra e splendide formazioni rocciose
Anzi, loro due fanno le battute, visto che con le loro bici leggere hanno fiato da sprecare, mentre io con la mia bici da 15 kg sono costretto ad inseguire, ma non mollo di certo, ci sono abituato e poi sto già pensando alla vendetta in discesa….
Fra battute e ricordi ci beviamo i primi mille metri e arriviamo dove solitamente cominciamo a scendere.
Ma oggi no, si sale ancora e si prosegue per una bella sterrata nel bosco. Solo che bosco vuole dire ombra e fatti i debiti conti, cioè che la scorsa settimana ha fatto caldo e adesso fa di nuovo freddo, infatti stiamo salendo a meno tre gradi, è facile pensare che la neve si sia trasformata in ghiaccio. E infatti dietro una curva ecco che si profila il fantasma: una lastra unica di ghiaccio che ci costringe ad improbabili equilibrismi per continuare a pedalare
Il divertimento è allora fare a gara a chi riesce a stare di più in sella, cercando un po’ di grip sulla neve ghiacciata (che è sempre meglio del ghiaccio!)
Un po’ pedalando e un po’ spingendo arriviamo cosi alla fine del bosco, dove ci aspetta la malga Leitner a più di 1500 metri di quota
Naturalmente in questo periodo è chiusa, ma noi ne approfittiamo lo stesso per cambiarci le maglie sudate (il sole scalda, ma siamo pur sempre a meno 4 gradi!)
Mentre mangiamo la classica banana di fine salita, ammiriamo il panorama con in basso Merano e in fondo alla valle, 30 km più a sud, Bolzano circondata dalle Dolomiti.
Finiamo di vestirci e belli asciutti ripartiamo verso il sentiero che dovrebbe essere il top della giornata.
Subito una sorpresa, un doppio divieto di passaggio: il primo è per le bici e questo lo conosciamo perché è un sentiero molto esposto e specialmente molto frequentato da turisti, infatti in bici è praticabile solo da novembre a febbraio, sempre che non ci sia neve, mentre il secondo è un divieto per frane e slavine sul sentiero.
Ci guardiamo non più di un secondo e poi in sella, che sarà mai un sentiero stretto, esposto e con in più tratti franati e pericolo di slavine?
Via subito nel bosco
Questo primo tratto del sentiero è all’ombra e subito un tratto ghiacciato è in agguato
Poi un tratto al sole, ma lo stesso bisogna stare attenti
Ed ecco che il sentiero si svela in tutta la sua bellezza (ed esposizione, a destra c’è un salto quasi verticale di 500 m!
Ancora una curva e capiamo perché il sentiero è stato chiuso: una grande slavina è caduta dall’alto, portando con se sassi, terra e alberi. Ma noi non ci facciamo spaventare, una volta appurato che la neve è stabile passiamo cautamente
E ricominciamo a pedalare
Risalendo il sentiero dall’altra parte della valle.
Si continua cosi sul sentiero, senza guardare troppo a destra
Adesso il sentiero, per quanto mi ricordo, dovrebbe essere tutto al sole e perciò senza il rischio di ghiaccio. Non faccio neanche in tempo a finire il pensiero, che dietro la curva Mirco e Robi sono fermi davanti ad un’altra slavina, più piccola ma ghiacciata e che occupa tutto il sentiero
Una discreta cascata di ghiaccio si è formata nella piccola valletta
Il passaggio qui è piuttosto difficile, anche perché a destra c’è il solito salto verticale di 500 m
Decidiamo allora di passare uno alla volta facendo catena per le bici
Ripartiamo e il sentiero è sempre più spettacolare
Tratti tecnici si alternano a tratti più scorrevoli
Poi ancora una slavina ci obbliga a procedere con cautela
Ma ormai ci siamo abituati e ci si diverte anche in questi frangenti
Il sentiero è un continuo su e giù
Ma quasi sempre pedalabile.
Meglio sempre stare in guardia, perché dietro gli angoli si nascondono le insidie
Nonostante il sole, fa freddo e ogni tanto bisogna fare attenzione a qualche sorgente ghiacciata
Quando il sentiero è esposto a sud, invece, il terreno è completamente secco
E si affrontano con (quasi) tranquillità i passaggi tecnici
Il panorama quassù è sempre stupendo ma le catene sono significative...
Ancora qualche passaggio ghiacciato
E il sentiero arriva ai masi della Muta, la montagna che sovrasta Merano, questo posto è chiamato anche il balcone su Merano, e qui si capisce il perché
Guardiamo l’orologio, fra una cosa e l’altra si sono fatte le 11.30 e io alla 12 devo essere a casa! Solo che in mezzo ci sono 1200 metri di dislivello su sentiero molto divertente ma tecnico. Ce la faremo? Io con la fida canyon si, ma i miei soci, con i loro 100 mm sono solitamente un po’ più lenti in discesa!
Li richiamo all’ordine e impongo una prova di forza, ragazzi ce la possiamo fare, poche foto e via a manetta
Si scende allora verso Merano, il cielo è blu
Il sole comincia a scaldare
Il sentiero è ormai completamente secco
La vista è sempre fantastica
Si passa prima una lunga gradinata e poi il sentiero si stringe
Il tempo è troppo bello, non si riesce a resistere, ancora qualche foto al volo e ancora qualche tratto tecnico
Poi si entra nel bosco sul sentiero sconnesso
Gli adepti stanno imparando piuttosto bene la tecnica del nose press
Basta, non c’è più tempo per le foto, ultima tirata fino a Merano, il sentiero si snoda fra sentieri lastricati e campi di mele.
Arriviamo in città alle 12 esatte, Robi e Mirco si sono superati, scendere in mezz’ora da lassù era impensabile, ma ad ogni uscita si spostano i propri limiti.
Giusto il tempo di un saluto al volo, a sabato prossimo e i complimenti a Robi per avere “inventato” questo splendido giro, che sicuramente rimarrà a lungo nei nostri ricordi.
Alle 12.05 sono puntuale davanti alla scuola. Mentre mio figlio mi sta correndo incontro mi viene da pensare: e se avessi bucato in discesa? La prossima volta meno foto dieci minuti di anticipo!
Ma è inutile, alla fine i nostri giri sono sempre cosi, tirati fino all’ultimo, e poi con una giornata cosi è possibile non fare foto?
Foto di Robi e nonnocarb
Venerdi pomeriggio: “allora ci si vede domattina, solita ora solito posto?”
“Si, io ci sono, Mirco, forse no, più tardi lo sento”
“Ottimo, a proposito, chiodate niente vero, tanto con questa settimana calda avrà sciolto tutto!”
“No, no, niente chiodi, vai sicuro, tanto ho pensato ad un bel un programmino tutto al sole”
Sabato mattina, ore 8.30, i bambini sono stati “consegnati” a scuola e puntuali ci ritroviamo alla solita fontana. C’è anche Mirco, bene, il trio si ricompone dopo varie assenze o di uno o dell’altro. Siamo ben vestiti visto che la temperatura è esattamente di zero gradi. Robi ci espone subito il suo programma, Si sale fino ai 1500 m della malga Leitner e poi si fa il pericoloso ma assolato sentiero che conduce ai masi della Muta. Provo a dire che la forestale che sale alla malga potrebbe essere ghiacciata ma vengo subito zittito:” non c’è problema, andiamo, e poi proprio tu parli, che frequenti assiduamente l’uomo del Similaun, che a Dobbiaco sei uscito con meno 18, avanti, pedalare!” Io naturalmente non mi tiro indietro e si parte. Dopo i classici 10 min di riscaldamento (ma quale? Mirco sono due mesi che fa solo spinning, e abituato al ritmo della palestra è partito subito ai trenta all’ora), siamo alla base della montagna, la malga è lassù, 1200 m più in alto, è sorto il sole e ci fermiamo subito per spogliarci delle giacche pesanti, assetto da salita e via.
Alterniamo tratti in asfalto (pochi per fortuna) a ripidi sentieri lastricati e saliamo con il sole
Si sale con il solito ritmo, fra una battuta e l’altra e splendide formazioni rocciose
Anzi, loro due fanno le battute, visto che con le loro bici leggere hanno fiato da sprecare, mentre io con la mia bici da 15 kg sono costretto ad inseguire, ma non mollo di certo, ci sono abituato e poi sto già pensando alla vendetta in discesa….
Fra battute e ricordi ci beviamo i primi mille metri e arriviamo dove solitamente cominciamo a scendere.
Ma oggi no, si sale ancora e si prosegue per una bella sterrata nel bosco. Solo che bosco vuole dire ombra e fatti i debiti conti, cioè che la scorsa settimana ha fatto caldo e adesso fa di nuovo freddo, infatti stiamo salendo a meno tre gradi, è facile pensare che la neve si sia trasformata in ghiaccio. E infatti dietro una curva ecco che si profila il fantasma: una lastra unica di ghiaccio che ci costringe ad improbabili equilibrismi per continuare a pedalare
Il divertimento è allora fare a gara a chi riesce a stare di più in sella, cercando un po’ di grip sulla neve ghiacciata (che è sempre meglio del ghiaccio!)
Un po’ pedalando e un po’ spingendo arriviamo cosi alla fine del bosco, dove ci aspetta la malga Leitner a più di 1500 metri di quota
Naturalmente in questo periodo è chiusa, ma noi ne approfittiamo lo stesso per cambiarci le maglie sudate (il sole scalda, ma siamo pur sempre a meno 4 gradi!)
Mentre mangiamo la classica banana di fine salita, ammiriamo il panorama con in basso Merano e in fondo alla valle, 30 km più a sud, Bolzano circondata dalle Dolomiti.
Finiamo di vestirci e belli asciutti ripartiamo verso il sentiero che dovrebbe essere il top della giornata.
Subito una sorpresa, un doppio divieto di passaggio: il primo è per le bici e questo lo conosciamo perché è un sentiero molto esposto e specialmente molto frequentato da turisti, infatti in bici è praticabile solo da novembre a febbraio, sempre che non ci sia neve, mentre il secondo è un divieto per frane e slavine sul sentiero.
Ci guardiamo non più di un secondo e poi in sella, che sarà mai un sentiero stretto, esposto e con in più tratti franati e pericolo di slavine?
Via subito nel bosco
Questo primo tratto del sentiero è all’ombra e subito un tratto ghiacciato è in agguato
Poi un tratto al sole, ma lo stesso bisogna stare attenti
Ed ecco che il sentiero si svela in tutta la sua bellezza (ed esposizione, a destra c’è un salto quasi verticale di 500 m!
Ancora una curva e capiamo perché il sentiero è stato chiuso: una grande slavina è caduta dall’alto, portando con se sassi, terra e alberi. Ma noi non ci facciamo spaventare, una volta appurato che la neve è stabile passiamo cautamente
E ricominciamo a pedalare
Risalendo il sentiero dall’altra parte della valle.
Si continua cosi sul sentiero, senza guardare troppo a destra
Adesso il sentiero, per quanto mi ricordo, dovrebbe essere tutto al sole e perciò senza il rischio di ghiaccio. Non faccio neanche in tempo a finire il pensiero, che dietro la curva Mirco e Robi sono fermi davanti ad un’altra slavina, più piccola ma ghiacciata e che occupa tutto il sentiero
Una discreta cascata di ghiaccio si è formata nella piccola valletta
Il passaggio qui è piuttosto difficile, anche perché a destra c’è il solito salto verticale di 500 m
Decidiamo allora di passare uno alla volta facendo catena per le bici
Ripartiamo e il sentiero è sempre più spettacolare
Tratti tecnici si alternano a tratti più scorrevoli
Poi ancora una slavina ci obbliga a procedere con cautela
Ma ormai ci siamo abituati e ci si diverte anche in questi frangenti
Il sentiero è un continuo su e giù
Ma quasi sempre pedalabile.
Meglio sempre stare in guardia, perché dietro gli angoli si nascondono le insidie
Nonostante il sole, fa freddo e ogni tanto bisogna fare attenzione a qualche sorgente ghiacciata
Quando il sentiero è esposto a sud, invece, il terreno è completamente secco
E si affrontano con (quasi) tranquillità i passaggi tecnici
Il panorama quassù è sempre stupendo ma le catene sono significative...
Ancora qualche passaggio ghiacciato
E il sentiero arriva ai masi della Muta, la montagna che sovrasta Merano, questo posto è chiamato anche il balcone su Merano, e qui si capisce il perché
Guardiamo l’orologio, fra una cosa e l’altra si sono fatte le 11.30 e io alla 12 devo essere a casa! Solo che in mezzo ci sono 1200 metri di dislivello su sentiero molto divertente ma tecnico. Ce la faremo? Io con la fida canyon si, ma i miei soci, con i loro 100 mm sono solitamente un po’ più lenti in discesa!
Li richiamo all’ordine e impongo una prova di forza, ragazzi ce la possiamo fare, poche foto e via a manetta
Si scende allora verso Merano, il cielo è blu
Il sole comincia a scaldare
Il sentiero è ormai completamente secco
La vista è sempre fantastica
Si passa prima una lunga gradinata e poi il sentiero si stringe
Il tempo è troppo bello, non si riesce a resistere, ancora qualche foto al volo e ancora qualche tratto tecnico
Poi si entra nel bosco sul sentiero sconnesso
Gli adepti stanno imparando piuttosto bene la tecnica del nose press
Basta, non c’è più tempo per le foto, ultima tirata fino a Merano, il sentiero si snoda fra sentieri lastricati e campi di mele.
Arriviamo in città alle 12 esatte, Robi e Mirco si sono superati, scendere in mezz’ora da lassù era impensabile, ma ad ogni uscita si spostano i propri limiti.
Giusto il tempo di un saluto al volo, a sabato prossimo e i complimenti a Robi per avere “inventato” questo splendido giro, che sicuramente rimarrà a lungo nei nostri ricordi.
Alle 12.05 sono puntuale davanti alla scuola. Mentre mio figlio mi sta correndo incontro mi viene da pensare: e se avessi bucato in discesa? La prossima volta meno foto dieci minuti di anticipo!
Ma è inutile, alla fine i nostri giri sono sempre cosi, tirati fino all’ultimo, e poi con una giornata cosi è possibile non fare foto?
Foto di Robi e nonnocarb