Sondaggio per gli agonisti

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cicco

Biker superis
14/2/09
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Sicilia - Enna
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Salve. Tutti sono convinti (probabilmente a ragione ) che l'allenamento programmato e personalizzato in maniera rigorosamente scientifica con tabelle, monitoraggi , test ecc. sia il modo più efficace per ottenere risultati in gara. Ora, vorrei porvi una domanda : c'è qualcuno tra voi agonisti che allenandosi in maniera semplicemente istintiva senza programmi o stressanti tabelle programmatiche riesce ad ottenere risultati in gara ? Cioè, è possibile ottenere risultati rispettando le variabili condizioni psico- fisiche della giornata ? Io, rispetto agli altri, mi sono sempre allenato così (non avrei mai la pazienza di fare altrimenti) e, confrontandomi con coloro che programmano pure i respiri, non ho notato tantissima differenza. Quindi, c'è qualcuno tra voi che riesce a vincere qualche gara allenandosi in maniera " disordinata " ? Mi ricordo che un certo " Bettini " sosteneva di allenarsi cosi .
 
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styx

Biker superioris
14/10/09
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Genova
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Ciao. Io sono uno che si allena con tabelle e ripetute e ho due amici che si allenano a sensazione: in gara a uno riesco a tenergli testa ma all'altro raramente sono riuscito ad arrivargli davanti. Penso che se hai delle qualità escano fuori anche senza tabelle di allenamento però sono convinto che con quelle miglioreresti sicuramente
 

simonexc

Biker poeticus
24/9/05
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Bike
epic expert wc
di solito ho sempre seguito le tabelle, che però mi hanno sempre annoiato e disturbato... allora ho iniziato ad allenarmi a sensazioni mischiando le tabelle, cioè alterno giorni di lavori specifici a sedute a sensazione, le sedute più specifiche le seguo nella parte centrale della settimana...ma cmq è un buon compromesso per non annoiarsi.
 

FRANCK-MELLOW

Biker cesareus
27/4/08
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CAGLIARI
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ti do la mia opinione,mi piace il topic perchè a mio avviso, è un ottimo spunto per riflettere sull argomento.
a mio parere non ci si deve far spaventare dalla programmazione.
capisco che tabelle,numeri,calcoli possano essere visti come qualcosa di "complicato", ma sono fondamentalmente dell idea che siano, qualora uno si prefigga di migliorarsi, la maniera migliore cioè quella che permette di ottenere risultati nel tempo piu breve.

fondamentalmente una programmazione seria ha come base lo studio e la conoscenza del corpo umano,di come questo si compone, di come questo funziona, se vogliamo metterla cosi possiamo dire che esprime, in maniera piu o meno diretta, l'evoluzione del sapere umano:
al giorno d'oggi si conosce talmente bene la "macchina" rappresentata dal nostro organismo che proprio grazie a questo "sapere" si puo riuscire a lavorare per arrivare alle mete prefissate.
ti faccio un esempio: se tu hai da costruirti una casa ti rivolgi a un architetto capace oppure la fai a sensazione?
io non escludo che facendola a sensazione la tua casa possa stare in piedi (questo è possibilissimo se tu hai questo tipo di capacità) ma se vuoi avere la certezza di un risultato per forza di cose devi rifarti a quelli che sono i canoni costruttivi che, chi è del ramo, conosce.
per me è la stessa cosa di un allenamento programmato.
un saluto
 

samuelgol

Bürgermeister des Waldes
17/7/07
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Bozen
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Bike
Methanol
Salve. Tutti sono convinti (probabilmente a ragione ) che l'allenamento programmato e personalizzato in maniera rigorosamente scientifica con tabelle, monitoraggi , test ecc. sia il modo più efficace per ottenere risultati in gara. Ora, vorrei porvi una domanda : c'è qualcuno tra voi agonisti che allenandosi in maniera semplicemente istintiva senza programmi o stressanti tabelle programmatiche riesce ad ottenere risultati in gara ? Cioè, è possibile ottenere risultati rispettando le variabili condizioni psico- fisiche della giornata ? Io, rispetto agli altri, mi sono sempre allenato così (non avrei mai la pazienza di fare altrimenti) e, confrontandomi con coloro che programmano pure i respiri, non ho notato tantissima differenza. Quindi, c'è qualcuno tra voi che riesce a vincere qualche gara allenandosi in maniera " disordinata " ? Mi ricordo che un certo " Bettin " sosteneva di allenarsi cosi .

Una risposta al 100% matematico la si potrebbe dare confrontando il risultato della stessa gara, conseguito dallo stesso atleta, nelle medesime condizioni psicofisiche, ma con un allenamento a sensazioni e uno pianificato. Tale paragone è impossibile, perchè un rendimento può variare anche da una settimana ad un'altra, basta essere o meno in giornata buona, figuriamoci da un anno all'altro con due preparazioni diverse e senza contare che un anno in più di esperienza e di pedalata (salvo il fattore invecchiamento anagrafico) dovrebbero a prescindere garantire un miglioramento, quindi una risposta al 100% è impossibile. Conseguentemente anche Bettini non può dare una risposta certa su quel che sarebbe stato se si fosse allenato diversamente. Peraltro i prò, specie se campioni del genere, li toglierei dal computo dei parametri di riferimento per molte molte ragioni a cominciare da quelle più ovvie: loro sono estremamente dotati di natura e hanno tutto il tempo per allenarsi oltre che un'esperienza pluriennale, che se applicata ad un essere intelligente che impara dagli errori commessi, diventa fondamentale nell'affinamento della metodologia di allenamento.
Detto questo, immagino che le conoscenze umane derivanti dagli studi del corpo umano e dalle esperienze di chi lavora nel campo, tralasciando le teorie dei molti ciarlatani presenti nell'ambiente, siano un buon indizio che porti a ritenere un allenamento pianificato ragionevolmente molto più efficace di uno a sensazioni. Credo che tale differenza si possa acuire per chi non è capace ad ascoltare le proprie sensazioni per inesperienza o incapacità cronica e per chi avendo poco tempo o comunque un tempo variabile per allenarsi, come immagino la maggior parte degli amatori che hanno un lavoro ed una famiglia, debba monetizzare al meglio il proprio tempo a disposizione senza disperdere energie in lunghi esperimenti o in allenamenti non qualitativamente produttivi, atteso che la quantità è forzatamente limitata. Per forza di cose una preparazione pianificata ha il limite che essendo pianificata a tavolino, per quanto incollata nella maniera migliore sulle caratteristiche e le esigenze del singolo atleta, vada implementata da una componente di sensazioni, nel senso che l'atleta deve imparare a capire come portare al limite il proprio fisico senza oltrepassare tale limite. Per capirci, i meccanici di una scuderia possono preparare al massimo una monoposto perchè questa renda al top e si adatti allo stile di guida del pilota e questo è fondamentale per una vittoria, però sarà poi il pilota che col piede e con la sensibilità nelle mani deve metterci quei decimi in più a giro portando la macchina al limite, ma senza oltrepassarlo, frenando un attimo dopo dell'avversario, dosando l'acceleratore nella maniera più proficua e impostando la traiettoria al meglio. E se ciò vale in un ambito ipertecnologico come il mondo dei motori ove si dice sempre che il mezzo fa la differenza (ed è così) figuriamoci in uno sport ove il motore è costituito da noi stessi.
Riassumendo: 90% allenamento pianificato, 10% sensazioni. Questo per me per rendere al meglio.
 

Fuocoz

Biker augustus
8/12/08
9.333
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provincia MI
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Di certo c'è che con un allenamento programmato puoi decidere quasi a tavolino il periodo dell'anno in cui essere al top della forma, in quello istintivo chiaramente no.

Perchè comunque il programma non sta solo nel "oggi faccio queste ripetute o tengo questo ritmo" ma anche e soprattutto nella programmazione dei cicli di allenamento...

Se tu vuoi essere al top per una o due gare all'anno che ti interessano particolarmente con un allenamento scientifico puoi, con l'altro è quasi impossibile
 

cicco

Biker superis
14/2/09
423
1
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Sicilia - Enna
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Una risposta al 100% matematico la si potrebbe dare confrontando il risultato della stessa gara, conseguito dallo stesso atleta, nelle medesime condizioni psicofisiche, ma con un allenamento a sensazioni e uno pianificato. Tale paragone è impossibile, perchè un rendimento può variare anche da una settimana ad un'altra, basta essere o meno in giornata buona, figuriamoci da un anno all'altro con due preparazioni diverse e senza contare che un anno in più di esperienza e di pedalata (salvo il fattore invecchiamento anagrafico) dovrebbero a prescindere garantire un miglioramento, quindi una risposta al 100% è impossibile. Conseguentemente anche Bettini non può dare una risposta certa su quel che sarebbe stato se si fosse allenato diversamente. Peraltro i prò, specie se campioni del genere, li toglierei dal computo dei parametri di riferimento per molte molte ragioni a cominciare da quelle più ovvie: loro sono estremamente dotati di natura e hanno tutto il tempo per allenarsi oltre che un'esperienza pluriennale, che se applicata ad un essere intelligente che impara dagli errori commessi, diventa fondamentale nell'affinamento della metodologia di allenamento.
Detto questo, immagino che le conoscenze umane derivanti dagli studi del corpo umano e dalle esperienze di chi lavora nel campo, tralasciando le teorie dei molti ciarlatani presenti nell'ambiente, siano un buon indizio che porti a ritenere un allenamento pianificato ragionevolmente molto più efficace di uno a sensazioni. Credo che tale differenza si possa acuire per chi non è capace ad ascoltare le proprie sensazioni per inesperienza o incapacità cronica e per chi avendo poco tempo o comunque un tempo variabile per allenarsi, come immagino la maggior parte degli amatori che hanno un lavoro ed una famiglia, debba monetizzare al meglio il proprio tempo a disposizione senza disperdere energie in lunghi esperimenti o in allenamenti non qualitativamente produttivi, atteso che la quantità è forzatamente limitata. Per forza di cose una preparazione pianificata ha il limite che essendo pianificata a tavolino, per quanto incollata nella maniera migliore sulle caratteristiche e le esigenze del singolo atleta, vada implementata da una componente di sensazioni, nel senso che l'atleta deve imparare a capire come portare al limite il proprio fisico senza oltrepassare tale limite. Per capirci, i meccanici di una scuderia possono preparare al massimo una monoposto perchè questa renda al top e si adatti allo stile di guida del pilota e questo è fondamentale per una vittoria, però sarà poi il pilota che col piede e con la sensibilità nelle mani deve metterci quei decimi in più a giro portando la macchina al limite, ma senza oltrepassarlo, frenando un attimo dopo dell'avversario, dosando l'acceleratore nella maniera più proficua e impostando la traiettoria al meglio. E se ciò vale in un ambito ipertecnologico come il mondo dei motori ove si dice sempre che il mezzo fa la differenza (ed è così) figuriamoci in uno sport ove il motore è costituito da noi stessi.
Riassumendo: 90% allenamento pianificato, 10% sensazioni. Questo per me per rendere al meglio.
In poche parole io penso che il nocciolo della questione sta sempre nella capacità, che ognuno di noi ha, nell'ascoltare le proprie sensazioni. L'esperienza e la capacita personale di programmazione in relazione alle sensazioni giornaliere ( energia o fiacchezza ) sono fondamentali ai fini del risultato. Programmi, tabelle e ripetute vanno bene sopratutto per gli immuni da stress che hanno tanta pazienza e costanza. Comunque, mi piacerebbe, fare un sondaggio tra coloro che fanno agonismo. Come si fa ?
 

samuelgol

Bürgermeister des Waldes
17/7/07
17.116
1.700
0
Bozen
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Bike
Methanol
In poche parole io penso che il nocciolo della questione sta sempre nella capacità, che ognuno di noi ha, nell'ascoltare le proprie sensazioni. L'esperienza e la capacita personale di programmazione in relazione alle sensazioni giornaliere ( energia o fiacchezza ) sono fondamentali ai fini del risultato. Programmi, tabelle e ripetute vanno bene sopratutto per gli immuni da stress che hanno tanta pazienza e costanza. Comunque, mi piacerebbe, fare un sondaggio tra coloro che fanno agonismo. Come si fa ?

La capacità di ascoltare le proprie sensazioni.....ci vuole tempo, tanto tempo per impararlo...e c'è chi non lo imparerà mai continuando a cuocersi come un uovo al tegamino.
Aggiungo che le sensazioni non son tutto. Se ti senti bene tiri se avverti sintomi negativi recuperi? Ok, ma se sei carente di forza e non sai come fare per colmare questa carenza, anche se ti sentorai bene, tirerai magari a tutta, ma magari lavorando in maniera da migliorare o oltre un certo limite al più mantenere, il "fiato", ma senza mai colamre la lacuna della forza.
 

antoss

Biker assatanatus
Anch'io finora mi sono sempre allenato a sentimento, inserendo qualche ripetuta, ma più che altro, almeno nell'XC, ripetendo più vv circuiti di gara, senza vere e proprie tabelle di carico/scarico.
Tuttavia, sono anch'io del parere che un allenamento programmato, ottimizzi le proprie risorse e il proprio tempo di allenamento, e i risultati si vedono tutti..
Faccio il campionato regionale sardo da diversi anni, e qs'anno si è visto un netto salto di qualità, atleticamente parlando, visto che la stragrande maggioranza dei partecipanti si sta facendo seguire da un preparatore atletico.
A sentimento credo sia più difficile ottimizzare le proprie risorse, forse richiede più tempo per osservare validi risultati, che invece, l'allenamento programmato, restituisce in tempi immediati.. Certo è pur vero però, che un allenamento del genere è più stressante, specie se periodicamente non si rompono gli schemi, uscendo in bici solo per il gusto di pedalare all'aria aperta..
Ho detto la mia..
Interessante leggere i diversi aspetti dell'argomento. Cicco perché non inserisci in testa al topic il sondaggio?
Saluti
 

sniffo

Biker superioris
29/8/10
859
87
0
Padova
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Sempre allenato "alla cazzo". Sinceramente non mi è mai piaciuto che qualcuno mi dica cosa fare e cosa non fare (già son costretto a lavoro...almeno in bici faccio quello che mi sento). Mi son preso le mie soddisfazioni comunque.
 
..appunti!
..è solo un topic che continua una discusiione partita qui..
..magari, era suffic inserire solo il sondaggio all'altro topic..
O chiedere ai moderatori l'unione dei due topic.
Comunque grazie ho letto, molto esauriente!:celopiùg:
Resto comunque dell'idea che, si, ascoltare le proprie sensazioni corporee sia importantissimo,alla fine sei tu che conosci i tuoi limiti e quanto puoi migliorare, ma ci voglia anche un aiuto con tabelle di marcia e una dieta specifica, se si voglia arrivare a risultati da gara. O magari all'inizio farsi dare dei consigli dagli esperti personal trainer e poi proseguire per conto proprio, mantenedo costanza ed impegno.
 

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