Ieri sera, complice un invito a cena, ho lasciato il lavoro, come al solito, alle 18. L'aria fredda in faccia mi faceva rapidamente passare quella fastidiosa forma di "intorpidimento da ufficio" e il mio bambino interiore si divertiva come un matto a pedalare per le strade semideserte. Nella testa una canzone: "tutta mia la cittàààààà!". Quindici goduriosi chilometri in una limpida serata invernale, con le stelle che baluginavano tra le nuvole, e manco sentivo il gelo!
"Bah!", pensai tra me e me, "hanno previsto neve... chissà!", e intanto le nubi si accalcavano, orgiastiche, nel cielo.
Arrivo a casa di amici e chiedo se posso portare dentro la mia fida dueruote, il Ronzinante per intenderci: "Non sporca, se ne sta buona in un angolino, tranquilla...". Risposta affermativa, anche lei è al caldo con noi!
Si gioca a carte aspettando di mangiare, sono arrivato con un po' di anticipo, si sa, miracoli della bicicletta! Girano le prime birre, un po' di frutta secca come aperitivo, spunta uno spritz: mangio tutto, e bevo pure tutto! Ceniamo, in compagnia, vino, polpette con l'aglio, radicchio di Treviso saltato in padella con la pancetta, formaggi e affettati vari, insomma cibo semplice e genuino, come piace a me! La serata passa veloce, tra risate e parole, in un lampo direi! Adesso è d'uopo una lunga pedalata notturna per far scomparire quella simpatica forma di "intorpidimento da vino". Esco fuori e... miracolo! nevica copiosamente: le strade stanno già coprendosi! "Se vuoi ti accompagno a casa e domani passi a prendere la bici..." mi dice un amico. "Ma sei matto? e domattina come vado al lavoro? e poi, non vedi che nevica?" rispondo di getto, con enfasi quasi alcolica. Mi guardano con sguardo stranito, forse pensano che ho esagerato con il vino ma solo io so che non è così. Non hanno mai tentato, mai in vita loro, a pedalare seriamente, gustandosi questo gesto semplice e sublime, come solo un sommelier della vita può fare. E poi, nevica ostrega! Il divertimento è raddoppiato, che dico, triplicato, aumenta esponenzialmente col passare dei minuti in sella, diventa esagerato, la realtà scèma, si offusca, i bordi delle cose diventano incerti e divento io stesso protagonista di uno shakesperiano "sogno di una notte di mezzo inverno".
Mi tiro sopra la testa il cappuccio della giacca impermeabile, la neve secca non si attacca al mio corpo, scivola leggìadra, danzando sotto la luce dei lampioni. Già si attacca per terra e le ruote scorrono silenziose sopra il sottile manto bianco. Rotonde, come il sole, la luna, la terra, simbolo di perfezione ed armonia. Infatti mi sento in armonia con il silenzio e l'oscurità che mi circondano in queste ore notturne. I miei sensi sono incredibilmente all'erta, attenti, anche se l'atmosfera è onirica, fiabesca. E c'è ancora chi non crede alla magia! Roba da matti!
Stanotte la neve non è scesa copiosa come mi aspettavo, ma stamattina il manto bianco in piazza è intonso, fatta eccezione per i solchi tracciati dalla mia bicicletta ieri notte... mi stropiccio gli occhi: allora non è stato un sogno!
"Bah!", pensai tra me e me, "hanno previsto neve... chissà!", e intanto le nubi si accalcavano, orgiastiche, nel cielo.
Arrivo a casa di amici e chiedo se posso portare dentro la mia fida dueruote, il Ronzinante per intenderci: "Non sporca, se ne sta buona in un angolino, tranquilla...". Risposta affermativa, anche lei è al caldo con noi!
Si gioca a carte aspettando di mangiare, sono arrivato con un po' di anticipo, si sa, miracoli della bicicletta! Girano le prime birre, un po' di frutta secca come aperitivo, spunta uno spritz: mangio tutto, e bevo pure tutto! Ceniamo, in compagnia, vino, polpette con l'aglio, radicchio di Treviso saltato in padella con la pancetta, formaggi e affettati vari, insomma cibo semplice e genuino, come piace a me! La serata passa veloce, tra risate e parole, in un lampo direi! Adesso è d'uopo una lunga pedalata notturna per far scomparire quella simpatica forma di "intorpidimento da vino". Esco fuori e... miracolo! nevica copiosamente: le strade stanno già coprendosi! "Se vuoi ti accompagno a casa e domani passi a prendere la bici..." mi dice un amico. "Ma sei matto? e domattina come vado al lavoro? e poi, non vedi che nevica?" rispondo di getto, con enfasi quasi alcolica. Mi guardano con sguardo stranito, forse pensano che ho esagerato con il vino ma solo io so che non è così. Non hanno mai tentato, mai in vita loro, a pedalare seriamente, gustandosi questo gesto semplice e sublime, come solo un sommelier della vita può fare. E poi, nevica ostrega! Il divertimento è raddoppiato, che dico, triplicato, aumenta esponenzialmente col passare dei minuti in sella, diventa esagerato, la realtà scèma, si offusca, i bordi delle cose diventano incerti e divento io stesso protagonista di uno shakesperiano "sogno di una notte di mezzo inverno".
Mi tiro sopra la testa il cappuccio della giacca impermeabile, la neve secca non si attacca al mio corpo, scivola leggìadra, danzando sotto la luce dei lampioni. Già si attacca per terra e le ruote scorrono silenziose sopra il sottile manto bianco. Rotonde, come il sole, la luna, la terra, simbolo di perfezione ed armonia. Infatti mi sento in armonia con il silenzio e l'oscurità che mi circondano in queste ore notturne. I miei sensi sono incredibilmente all'erta, attenti, anche se l'atmosfera è onirica, fiabesca. E c'è ancora chi non crede alla magia! Roba da matti!
Stanotte la neve non è scesa copiosa come mi aspettavo, ma stamattina il manto bianco in piazza è intonso, fatta eccezione per i solchi tracciati dalla mia bicicletta ieri notte... mi stropiccio gli occhi: allora non è stato un sogno!