Andare in mountain bike per me vuol dire scoprire e vedere posti nuovi, quindi vivere un'avventura. Oggi avevo bisogno di un'avventura. Lo sento dalla mancanza di tranquillità del mio corpo e soprattutto della mia mente. Tento di concentrarmi su qualcosa ed ecco che mi trovo a sognare di quel sentiero che ieri sera avevo visto su una cartina e studiato attraverso Google Earth, per vedere se fosse fattibile. Non trovando nessuna descrizione su internet, se non di qualche raro escursionista a piedi, ho preparato una traccia sulla cartina digitale e l'ho trasferita sul mio GPS. 1000 metri di dislivello per 19 chilometri. Un'impresa fattibile in mezza giornata.
È necessario saper camminare su terreni esposti. Ahhh la capacità di sintesi della lingua tedesca!
Questa mattina verso le 10 il sole fa capolino fra le nuvole, accompagnato da un forte vento da ovest. Le nuvole si aprono sempre di più, la luce è tersa come da settimane non lo è più stata. Pronti-partenza-via. La Rotwild E1 Cross, da testare, è in macchina ed io con lei in direzione Karwendel, Austria, a circa 50 minuti da casa.
Sono da solo. È dura trovare qualche altro biker mercoledì alle 11 che abbia tempo per andarsi a fare un giro. Lo so, da soli non si dovrebbe andare mai in montagna, eppure la cosa mi piace, soprattutto quando vado in posti nuovi dove non so cosa mi aspetta. Mi si apre il cervello, i miei sensi lavorano a pieno ritmo per saper riconoscere i segnali di pericolo, come il meteo. Nuvolone nere coprono le vette del Karwendel, qui il sole non è ancora arrivato.
Vista in direzione dei maestosi Laliderer Wände, le pareti di calcare più alte delle Alpi orientali (1000 metri di dislivello).
Per il mio morale durante un giro del genere il sole gioca un ruolo importante. Se non c'è mi sento quasi minacciato. Soprattutto se penso al lungo passaggio in cresta che mi attende in cima alla salita. Un temporale lì e sono nei guai. Ho imparato a riconoscere i segnali del meteo in questa parte del mondo, con gli anni. "Un vento del genere come quello di adesso porta il bello, non i temporali". Me lo dico e me lo ripeto a non finire durante la ripida salita verso la Grasbergalm. La carrareccia è in cattive condizioni dopo i diluvi delle scorse settimane e non sembra che ci sia tanta gente che la percorre. Più salgo più il panorama diventa maestoso.
Vista in direzione valle da cui sono partito
Incontro il proprietario della malga. "Servus!" Ci salutiamo con il tipico saluto bavarese/tirolese. Mi dice che sono veloce, poi che sono un "Wahnsinniger", un pazzo, ad andare su di lì. Ci rido su dicendogli che la strada fin'ora è bella e continuo a salire.
Oltre alle mucche e me non c'è in giro nessuno
Il sentiero svanisce in un prato per poi ricomparire più in alto, troppo ripido per essere pedalato. Comincia il primo di 100 minuti in cui spingerò la bici. Tengo un buon passo per levarmi il più presto possibile dalla parte in cresta del percorso. Il cielo verso nord è abbastanza blu, dall'altra parte invece no.
Il mio sguardo non riesce a distogliersi dalle nuvole nere
Devo spingere su 300 metri di dislivello per arrivare in cima, distribuiti su diversi chilometri. Non si tratta di un sentiero ripido, quindi, ma vedere in lontananza i ripidi pendii che questi taglia fa venire le gambe molli. Inotre incontro la seconda anima viva della giornata, un turista che arriva dalla Tölzer Hütte e che mi chiede dove voglia andare. "Su di lì e poi giù" gli rispondo. "Ah, ok, non alla Tölzer Hütte allora" risponde. "Per andare lì c'è un pezzo da fare in arrampicata". Hm. Non so se ci dovrò passare o meno. Continuo a spingere. Passo il cartello "Trittsicherheit erfordelich". I dubbi crescono. Dove ***** sto andando?
Ed eccomi qui sopra con una bici da portare a spalla
Vedo da lontano che il sentiero va a ficcarsi in una parete di roccia da superare in discesa. Deposito la bici e mi avvicino per vedere se riesco a passare. Per fortuna c'è una corda fissa, il tratto è breve. Ridiscendo, prendo la bici e risalgo all'imbocco del punto cruciale. Una mano sulla corda e una sulla bici, tengo l'equilibrio posando la bella gomma aderente delle mie 5.10 sul calcare asciutto. Fatta.
Se volete ben capire dove sono andato a ficcarmi guardate questa foto, scattata dopo aver passato il muro di roccia (in lontananza si vede tutto il sentiero):
Arrivo ad una bocchetta al di sotto della quale, circa 300 metri più in valle, vedo una malga che potrei raggiungere sui prati se arrivasse un temporale, anche se non c'è sentiero che vi porta. Nel frattempo benedico la leggerezza della Rotwild (sui 13 kg con pedali)
Classica foto della bici
E poi spingo. Il meteo migliora a vista d'occhio, mi fermo spesso ad ammirare il panorama e a tentare qualche foto alla Carb in cui immortalarmi mentre... spingo, ovviamente!
Carb docet
Il sentiero si fa più pianeggiante, pedalo stando attento a non cadere giù dalla parte sbagliata. Secondo la cartina del GPS dovrei essere quasi arrivato all'inizio della discesa.
Sorriso da pre-discesa
E finalmente eccolo! La parte di sentiero che riesco a vedere è poco ripida, con fondo quasi liscio. Sembra una libidine. Mi metto le ginocchiere della 661 che ho appena comprato dopo il volo disastroso di domenica scorsa, in cui presumo di essermi rotto una costola a giudicare dal dolore dopo questa lunga parte a spinta (e di notte quando mi giro nel letto), e parto.
Sono 1000 metri di dislivello fino in valle. La faccio breve: un trail perfetto. Mai ripido, con qualche serpentina fattibile con o senza nose wheelie. 6 chilometri di goduria guadagnati con tanta fatica, ma forse è per questo che la soddisfazione è così grande.
Altro Carb-esperimento-fotografico
Scorci del sentiero
Il sogno di una notte di mezza estate, quella di ieri, si è avverato e io mi sento appagato. Probabilmente sono il primo che passa in bici per di qua, cosa che mi rende ancora più felice, per una sorta di pionierismo da quattro soldi che però rende l'avventura di oggi perfetta.
È necessario saper camminare su terreni esposti. Ahhh la capacità di sintesi della lingua tedesca!
Questa mattina verso le 10 il sole fa capolino fra le nuvole, accompagnato da un forte vento da ovest. Le nuvole si aprono sempre di più, la luce è tersa come da settimane non lo è più stata. Pronti-partenza-via. La Rotwild E1 Cross, da testare, è in macchina ed io con lei in direzione Karwendel, Austria, a circa 50 minuti da casa.
Sono da solo. È dura trovare qualche altro biker mercoledì alle 11 che abbia tempo per andarsi a fare un giro. Lo so, da soli non si dovrebbe andare mai in montagna, eppure la cosa mi piace, soprattutto quando vado in posti nuovi dove non so cosa mi aspetta. Mi si apre il cervello, i miei sensi lavorano a pieno ritmo per saper riconoscere i segnali di pericolo, come il meteo. Nuvolone nere coprono le vette del Karwendel, qui il sole non è ancora arrivato.
Vista in direzione dei maestosi Laliderer Wände, le pareti di calcare più alte delle Alpi orientali (1000 metri di dislivello).
Per il mio morale durante un giro del genere il sole gioca un ruolo importante. Se non c'è mi sento quasi minacciato. Soprattutto se penso al lungo passaggio in cresta che mi attende in cima alla salita. Un temporale lì e sono nei guai. Ho imparato a riconoscere i segnali del meteo in questa parte del mondo, con gli anni. "Un vento del genere come quello di adesso porta il bello, non i temporali". Me lo dico e me lo ripeto a non finire durante la ripida salita verso la Grasbergalm. La carrareccia è in cattive condizioni dopo i diluvi delle scorse settimane e non sembra che ci sia tanta gente che la percorre. Più salgo più il panorama diventa maestoso.
Vista in direzione valle da cui sono partito
Incontro il proprietario della malga. "Servus!" Ci salutiamo con il tipico saluto bavarese/tirolese. Mi dice che sono veloce, poi che sono un "Wahnsinniger", un pazzo, ad andare su di lì. Ci rido su dicendogli che la strada fin'ora è bella e continuo a salire.
Oltre alle mucche e me non c'è in giro nessuno
Il sentiero svanisce in un prato per poi ricomparire più in alto, troppo ripido per essere pedalato. Comincia il primo di 100 minuti in cui spingerò la bici. Tengo un buon passo per levarmi il più presto possibile dalla parte in cresta del percorso. Il cielo verso nord è abbastanza blu, dall'altra parte invece no.
Il mio sguardo non riesce a distogliersi dalle nuvole nere
Devo spingere su 300 metri di dislivello per arrivare in cima, distribuiti su diversi chilometri. Non si tratta di un sentiero ripido, quindi, ma vedere in lontananza i ripidi pendii che questi taglia fa venire le gambe molli. Inotre incontro la seconda anima viva della giornata, un turista che arriva dalla Tölzer Hütte e che mi chiede dove voglia andare. "Su di lì e poi giù" gli rispondo. "Ah, ok, non alla Tölzer Hütte allora" risponde. "Per andare lì c'è un pezzo da fare in arrampicata". Hm. Non so se ci dovrò passare o meno. Continuo a spingere. Passo il cartello "Trittsicherheit erfordelich". I dubbi crescono. Dove ***** sto andando?
Ed eccomi qui sopra con una bici da portare a spalla
Vedo da lontano che il sentiero va a ficcarsi in una parete di roccia da superare in discesa. Deposito la bici e mi avvicino per vedere se riesco a passare. Per fortuna c'è una corda fissa, il tratto è breve. Ridiscendo, prendo la bici e risalgo all'imbocco del punto cruciale. Una mano sulla corda e una sulla bici, tengo l'equilibrio posando la bella gomma aderente delle mie 5.10 sul calcare asciutto. Fatta.
Se volete ben capire dove sono andato a ficcarmi guardate questa foto, scattata dopo aver passato il muro di roccia (in lontananza si vede tutto il sentiero):
Arrivo ad una bocchetta al di sotto della quale, circa 300 metri più in valle, vedo una malga che potrei raggiungere sui prati se arrivasse un temporale, anche se non c'è sentiero che vi porta. Nel frattempo benedico la leggerezza della Rotwild (sui 13 kg con pedali)
Classica foto della bici
E poi spingo. Il meteo migliora a vista d'occhio, mi fermo spesso ad ammirare il panorama e a tentare qualche foto alla Carb in cui immortalarmi mentre... spingo, ovviamente!
Carb docet
Il sentiero si fa più pianeggiante, pedalo stando attento a non cadere giù dalla parte sbagliata. Secondo la cartina del GPS dovrei essere quasi arrivato all'inizio della discesa.
Sorriso da pre-discesa
E finalmente eccolo! La parte di sentiero che riesco a vedere è poco ripida, con fondo quasi liscio. Sembra una libidine. Mi metto le ginocchiere della 661 che ho appena comprato dopo il volo disastroso di domenica scorsa, in cui presumo di essermi rotto una costola a giudicare dal dolore dopo questa lunga parte a spinta (e di notte quando mi giro nel letto), e parto.
Sono 1000 metri di dislivello fino in valle. La faccio breve: un trail perfetto. Mai ripido, con qualche serpentina fattibile con o senza nose wheelie. 6 chilometri di goduria guadagnati con tanta fatica, ma forse è per questo che la soddisfazione è così grande.
Altro Carb-esperimento-fotografico
Scorci del sentiero
Il sogno di una notte di mezza estate, quella di ieri, si è avverato e io mi sento appagato. Probabilmente sono il primo che passa in bici per di qua, cosa che mi rende ancora più felice, per una sorta di pionierismo da quattro soldi che però rende l'avventura di oggi perfetta.