E' così...
E' per questo che sembra tanto difficile capire di cosa sta parlando [MENTION=67051]bongi74[/MENTION]
Per chi è abituato ad usare i pedali da tempo è un movimento assolutamente naturale
Mi permetto di tentare di interpretare il pensiero/timore di bongi, che mi pare tutt'altro che anomalo..
Non è questione di movimento di sgancio in sé, quello è normale che venga istintivo dopo un po', ma di una serie di circostanze che possono sommarsi e creare problemi.
In generale, come m'insegni, l'operazione da fare non si limita allo sgancio, ma include anche lo scendere di sella per poter toccare il terreno, posto che la sella sia ad un'altezza "giusta" e non ci siano gradini/marciapiedi/massi che permettano di restare in sella e appoggiarsi.
Scendere di sella significa caricare il peso sul pedale opposto a quello sganciato. Già questo aumenta il tempo complessivo necessario per passare dal "oops, sono fermo!" al piede effettivamente a terra.
Non è quindi il mero tempo di sgancio, ma di tutta l'operazione, pur nella sua semplicità.
Se mi pianto inaspettatamente, sgancio il destro con la rapidità del giaguaro, ma una sconnessione/contropendenza/buca/cunetta del terreno (ma perché no, un mio sbilanciamento errato) mi porta a piegare la bici a sinistra, mi trovo con tutto il peso sulla pedivella sinistra ed il pedale sinistro agganciato. Salvo estemporanee mosse da ninjia acrobatico, cadrò a sinistra.
Non potrò mai risalire in sella, riagganciare il destro, spostare il peso sulla pedivella destra, sganciare il sinistro e scendere di sella in una frazione di secondo.
Se mi pianto nel fango in salita al 20%, mi fermo sì, ma di fatto per un certo tempo continuerò a pedalare come un criceto con la ruota posteriore che gira a vuoto e la bici che si sta già piegando da un lato. Non è affatto detto che nel mezzo secondo che intercorre tra bici verticale e bici per terra io mi trovi con la pedivella del lato in cui sto cadendo in posizione tale da facilitare lo sgancio immediato, abbia il tempo di portare la pedivella opposta al punto morto inferiore per caricarci il peso e scendere di sella per poter toccare col piede sganciato. È più che ragionevole ipotizzare una caduta.
Queste ed altre simili ed
inaspettate circostanze non sono causate in sé dai pedali SPD, ovviamente, e anche con i flat, con cui comunque bisogna prendersi il tempo (e la forza/freschezza, a volte..!) di scendere di sella, possono dare qualche grattacapo, però è indubbio che con i flat basti anche un colpo di reni per sollevare il peso dai pedali ed averli liberi di cercare il terreno, così come è scontato che riappoggiare fermamente la scarpa sul pedale flat sia operazione più rapida e che non necessiti particolare precisione. Con la punta, col tallone, con la pianta, è quasi uguale. Gli SPD, salvo poche eccezioni, se non sono agganciati sono delle saponette.
Tutto ciò per dire, banalmente, che ci sono circostanze in cui oggettivamente l'SPD è più complicato da gestire, a prescindere dagli automatismi istintivi di sgancio che dopo un po' di utilizzo vengono spontanei e rapidi.
A volte non c'è praticamente alternativa alla caduta.
E mi pare altrettanto normale che la cosa possa comportare dei problemi, effettivi o "psicologici", senza doverli tacciare come delle fisime da principiante che poi passano.
O meglio, in un certo qual modo passano, nel senso che l'esperienza aiuterà a prevenire le circostanze complicate, suggerendoti che "
su quello strappo con due dita di fango è inutile che provi a pedalare con le slick tanto ti pianti al 100%, meglio fermarsi prima e spingere 20mt a piedi", ma non a guizzare fuori dalla bici ormai impantanata con eleganza e nonchalance in due decimi di secondo senza neanche sporcarsi le
scarpe.
Solo un personale pensiero notturno, naturalmente, nessuna vis polemica. :)