Sabato 22-08-2009.
Una vera sfida si prospetta il giro che abbiamo in mente, una sfida con le paure del vuoto e la fatica della salita. Ma tanta è la voglia di concludere questo giro, che oggi mettiamo da parte le paure e tiriamo fuori gli artigli.
Si parte alla conquista delle creste del Monte Vettore o meglio del Cordone del Vettore, Parco naturale dei Monti Sibillini, località Castelluccio di Norcia.
Siamo io (Geppo960) e Mario (Vencemario). Era prevista anche la presenza di Stefano (Tottero) che doveva farci da guida, ma per un guasto all'auto è costretto a dare forfait proprio la mattina stessa dell'appuntamento (anche se poi ..clicca..).
Orfani della guida più pazza del centro Italia, ci affidiamo alle conoscenze della zona di Mario, e cartina del parco dei Sibillini alla mano, tracciamo la via che dovrà portarci sul Vettore. Si parte dalla piana di Castelluccio alle 9 circa, in direzione Capanna Ghezzi, quindi verso Forca Viola a 1936 mslm.
L'aria è fresca ma la calura inizia a farsi sentire, ci aiuta di sicuro il nuvolone sopra le nostre teste, il sentiero fino a Forca Viola è in gran parte pedalabile, anche se impegnativo per alcuni tratti molto pendende e a tratti esposto con fondo mosso.
A Forca Viola si sosta per riprendere le forze in attesa dell'ascesa che da qui si farà sempre più dura. La direzione ora è verso Quarto S. Lorenzo e poi Verso Cima Osservatorio intorno ai 2200 mt slm.
La Piana di Castelluccio ci fa da quadro e ci accompagna alla nostra destra per tutta l'ascesa, si intravedono all'orizzonte tutti i monti del versante Ovest dalla parte di Castelluccio che sembra un paesino del presepe tanto si vede piccolo e lontano.
Si arriva così al Pizzo del Diavolo, e qui le emozioni si fanno forti, a tratti provo le vertigini tanta è l'altitudine e gli spazi vuoti che si aprono intorno, si cammina in cresta facendo molta attenzione, a tratti si riesce a pedalare la bici, sembra di essere quei funaboli del circo che camminano sul filo, tanto si è esposti e tanto stretto appare ed è, il tratto da pedalare.
Mario è impazzito di piacere, con la sua fotocamera non fa altro che immortalarmi in quesi tratti di cresta incredibili che nemmeno le foto riescono a far immaginare la loro bellezza. Il panorama è unico, mai visto da me fino ad ora, ovunque ci si giri si vedono monti in lontanaza e spazi aperti all'infinito, mi viene da pensare a tutti quelli che son saliti sull'Everest in un giorno di cielo sereno, cosa possono aver visto da lassù e che soddisfazione abbiano provato ad arrivarci.
Procediamo verso la Cima del Redentore 2450 mslm, a tratti con la bici in spalla tanto è ripido il sentiero a malapena tratteggiato tra le pietre della montagna. Ancora creste, ancora panorami da urlo, i Laghi di Pilato che finalmente i nostri occhi vedono dal vivo. Un saluto dall'alto agli amici chirocefali (quelli veri Marchesoni) e ci avventuriamo per l'ultima parte della cresta , la più complicata, la discesa verso il ricovero Zilioli.
Qui la faccenda si complica molto, stare i equilibrio con la bici al seguito è molto difficile, a sinistra il baratro, a destra pure, in mezzo pietrame mosso e una labile traccia da seguire. La bici che fa da bastone a tratti ci aiuta nella discesa, molta attenzione a dove si mettono i piedi e un pizzico di buona sorte, fanno si che arriviamo allo Zilioli sani e salvi. Sosta rigeneratrice, stesi al sole come la ventina di trackers che ci saranno in giro. L'idea era quella di scalare poi il Monte Vettore (altri 300 mt di dura salita), ma vista la fatica fatta e la piena soddisfazione dello spirito per l'impresa fin qui compiuta, decidiamo che è meglio scendere.
E' ora quindi di divertirsi sul serio, ed imboccato il sentiero 101 che passa per il Vettoretto, tagliamo dritte le curve di livello in una discesa vertiginosa, emozionante quanto tecnica, veloce quanto complicata, fatta di scalini singoli e doppi in sequenza, dove in uno di questi mi gioco un jolly e riesco a non cadere; non so nemmeno io come abbia fatto, ho solo stretto il manubrio, mollato i freni e controllato il controllabile. Mario mi segue a ruota anche lui completamente rapito da una discesa che in meno di un quarto d'ora, credo ci bruciamo con grossa soddisfazione.
Arriviamo cosi a Forca di Presta, dove presso il rifugio preso d'assalto da Agostani in vacanza, ci rifocilliamo con una zuppa di farro, salsicce arrosto (buonissime) patate al forno ed insalata, nonchè due mega Birre una Sprite e una bottiglia di minerale.
Rifocillati a dovere ridiscendiamo per un simpatico sntierino che costeggia la strada verso la macchina.
Una giornata di quelle chirocefale da immortalare.
Grazie Mario e grazie soprattutto alla natura dei Sibillini, quei monti azzurri che non smettono mai di emozionare.
Click QUI per lo slideshow completo
Una vera sfida si prospetta il giro che abbiamo in mente, una sfida con le paure del vuoto e la fatica della salita. Ma tanta è la voglia di concludere questo giro, che oggi mettiamo da parte le paure e tiriamo fuori gli artigli.
Si parte alla conquista delle creste del Monte Vettore o meglio del Cordone del Vettore, Parco naturale dei Monti Sibillini, località Castelluccio di Norcia.
Siamo io (Geppo960) e Mario (Vencemario). Era prevista anche la presenza di Stefano (Tottero) che doveva farci da guida, ma per un guasto all'auto è costretto a dare forfait proprio la mattina stessa dell'appuntamento (anche se poi ..clicca..).
Orfani della guida più pazza del centro Italia, ci affidiamo alle conoscenze della zona di Mario, e cartina del parco dei Sibillini alla mano, tracciamo la via che dovrà portarci sul Vettore. Si parte dalla piana di Castelluccio alle 9 circa, in direzione Capanna Ghezzi, quindi verso Forca Viola a 1936 mslm.
L'aria è fresca ma la calura inizia a farsi sentire, ci aiuta di sicuro il nuvolone sopra le nostre teste, il sentiero fino a Forca Viola è in gran parte pedalabile, anche se impegnativo per alcuni tratti molto pendende e a tratti esposto con fondo mosso.
A Forca Viola si sosta per riprendere le forze in attesa dell'ascesa che da qui si farà sempre più dura. La direzione ora è verso Quarto S. Lorenzo e poi Verso Cima Osservatorio intorno ai 2200 mt slm.
La Piana di Castelluccio ci fa da quadro e ci accompagna alla nostra destra per tutta l'ascesa, si intravedono all'orizzonte tutti i monti del versante Ovest dalla parte di Castelluccio che sembra un paesino del presepe tanto si vede piccolo e lontano.
Si arriva così al Pizzo del Diavolo, e qui le emozioni si fanno forti, a tratti provo le vertigini tanta è l'altitudine e gli spazi vuoti che si aprono intorno, si cammina in cresta facendo molta attenzione, a tratti si riesce a pedalare la bici, sembra di essere quei funaboli del circo che camminano sul filo, tanto si è esposti e tanto stretto appare ed è, il tratto da pedalare.
Mario è impazzito di piacere, con la sua fotocamera non fa altro che immortalarmi in quesi tratti di cresta incredibili che nemmeno le foto riescono a far immaginare la loro bellezza. Il panorama è unico, mai visto da me fino ad ora, ovunque ci si giri si vedono monti in lontanaza e spazi aperti all'infinito, mi viene da pensare a tutti quelli che son saliti sull'Everest in un giorno di cielo sereno, cosa possono aver visto da lassù e che soddisfazione abbiano provato ad arrivarci.
Procediamo verso la Cima del Redentore 2450 mslm, a tratti con la bici in spalla tanto è ripido il sentiero a malapena tratteggiato tra le pietre della montagna. Ancora creste, ancora panorami da urlo, i Laghi di Pilato che finalmente i nostri occhi vedono dal vivo. Un saluto dall'alto agli amici chirocefali (quelli veri Marchesoni) e ci avventuriamo per l'ultima parte della cresta , la più complicata, la discesa verso il ricovero Zilioli.
Qui la faccenda si complica molto, stare i equilibrio con la bici al seguito è molto difficile, a sinistra il baratro, a destra pure, in mezzo pietrame mosso e una labile traccia da seguire. La bici che fa da bastone a tratti ci aiuta nella discesa, molta attenzione a dove si mettono i piedi e un pizzico di buona sorte, fanno si che arriviamo allo Zilioli sani e salvi. Sosta rigeneratrice, stesi al sole come la ventina di trackers che ci saranno in giro. L'idea era quella di scalare poi il Monte Vettore (altri 300 mt di dura salita), ma vista la fatica fatta e la piena soddisfazione dello spirito per l'impresa fin qui compiuta, decidiamo che è meglio scendere.
E' ora quindi di divertirsi sul serio, ed imboccato il sentiero 101 che passa per il Vettoretto, tagliamo dritte le curve di livello in una discesa vertiginosa, emozionante quanto tecnica, veloce quanto complicata, fatta di scalini singoli e doppi in sequenza, dove in uno di questi mi gioco un jolly e riesco a non cadere; non so nemmeno io come abbia fatto, ho solo stretto il manubrio, mollato i freni e controllato il controllabile. Mario mi segue a ruota anche lui completamente rapito da una discesa che in meno di un quarto d'ora, credo ci bruciamo con grossa soddisfazione.
Arriviamo cosi a Forca di Presta, dove presso il rifugio preso d'assalto da Agostani in vacanza, ci rifocilliamo con una zuppa di farro, salsicce arrosto (buonissime) patate al forno ed insalata, nonchè due mega Birre una Sprite e una bottiglia di minerale.
Rifocillati a dovere ridiscendiamo per un simpatico sntierino che costeggia la strada verso la macchina.
Una giornata di quelle chirocefale da immortalare.
Grazie Mario e grazie soprattutto alla natura dei Sibillini, quei monti azzurri che non smettono mai di emozionare.
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