Alle volte, la vita ci riserva incontri e situazioni che mai avremmo potuto prevedere né immaginare.
Ieri è accaduto proprio questo.
Dopo una partenza non troppo convinta per un giro in zona triangolo lariano, ci troviamo presto a salire per lo Zoccolo; arrivati all'Alpe del Vicerè, quasi senza volerlo, svoltiamo a sinistra ben sapendo cosa ci aspetta. La strada che sale al Bollettone è lunga e faticosa ma dentro di noi qualcosa ci sprona a proseguire, quasi che in cima ci attenda qualcosa... o qualcuno.
Il tempo non è dei migliori e, giunti in prossimità della croce in vetta, la visibilità è parecchio ridotta.
Siamo solo noi con le nostre bici... la nebbia e un silenzio magico tutt'attorno.
All'improvviso, dalla nebbia, esce un vecchio.
Si avvicina e si siede accanto a noi.
Non riuscirei a descriverlo: una di quelle persone, vissute da sempre in montagna, alle quali non riesci ad attribuire un età certa, con la pelle cotta dal sole di innumerevoli scalate, con occhi piccoli ma profondi, quasi possano scrutare altrettanto bene i cieli e le anime...
Il vecchio parla, ci chiede chi siamo, da dove siamo saliti, quanto pesano le bici... sembra intendersene...
Poi ci fa una domanda: "Da dove scendete?"
Visto che c'è ancora abbastanza neve in zona, gli diciamo che probabilmente scenderemo dalla Gilasca.
Costui riflette un attimo e poi dice: "Avete mai provato il sentiero yumyum?"
Ci scappa un mezzo sorriso - costui è un pazzo o un ubriaco - pensiamo noi.
Lui si fa terribilmente serio ed assume un'aria solenne: "il sentiero yumyum lo conosco in pochissimi ed è una via di rara bellezza. Non so se meritate di percorrerlo, ma sicuramente nessuno vi è mai passato in bici: voi sareste i primi".
Queste parole risvegliano in noi una certa attenzione e cominciamo a dargli più retta: mano a mano che descrive yumyum, ci brillano gli occhi e capiamo che costui è nativo della zona e che ci sta parlando di un sentiero totale.
Alla fine riesce a convincerci.
Abbandoniamo l'idea della Gilasca e lo seguiamo fino all'imbocco di yumyum.
Avrebbe fatto impressione a chiunque vedere un vecchio striminzito davanti a piedi e, dietro di lui, una teoria di caproni in bicicletta in rispettoso silenzio, quasi a non voler interrompere questo momento così mistico...
Ci indica l'imbocco del sentiero, ci augura buon giro e voltandosi si incammina nella nebbia.
Sparito...
Bene, ormai ci siamo... nessuno vuole tornare indietro e non sappiamo esattamente cosa ci attende.
Partiamo, yumyum eccoci!
------
Io e i miei compagni di avventura abbiamo discusso molto a lungo se divulgare o meno l'esistenza di yumyum. Molti non erano d'accordo sul farlo, non certo per egoismo, ma perché il sentiero è talmente perfetto che ci sentivamo dei violentatori a percorrerlo con le nostre bici.
Probabilmente, come ha detto il vecchio, siamo stati i primi e gli unici a percorrerlo in bici.
Per quel che mi riguarda, saremo anche gli ultimi: è giusto che quel sentiero rimanga il capolavoro che madre natura nel corso degli anni ha così pazientemente realizzato.
------
Grazie vecchio, ieri abbiamo imparato molto.
Ciao.
Emanuele
Ieri è accaduto proprio questo.
Dopo una partenza non troppo convinta per un giro in zona triangolo lariano, ci troviamo presto a salire per lo Zoccolo; arrivati all'Alpe del Vicerè, quasi senza volerlo, svoltiamo a sinistra ben sapendo cosa ci aspetta. La strada che sale al Bollettone è lunga e faticosa ma dentro di noi qualcosa ci sprona a proseguire, quasi che in cima ci attenda qualcosa... o qualcuno.
Il tempo non è dei migliori e, giunti in prossimità della croce in vetta, la visibilità è parecchio ridotta.
Siamo solo noi con le nostre bici... la nebbia e un silenzio magico tutt'attorno.
All'improvviso, dalla nebbia, esce un vecchio.
Si avvicina e si siede accanto a noi.
Non riuscirei a descriverlo: una di quelle persone, vissute da sempre in montagna, alle quali non riesci ad attribuire un età certa, con la pelle cotta dal sole di innumerevoli scalate, con occhi piccoli ma profondi, quasi possano scrutare altrettanto bene i cieli e le anime...
Il vecchio parla, ci chiede chi siamo, da dove siamo saliti, quanto pesano le bici... sembra intendersene...
Poi ci fa una domanda: "Da dove scendete?"
Visto che c'è ancora abbastanza neve in zona, gli diciamo che probabilmente scenderemo dalla Gilasca.
Costui riflette un attimo e poi dice: "Avete mai provato il sentiero yumyum?"
Ci scappa un mezzo sorriso - costui è un pazzo o un ubriaco - pensiamo noi.
Lui si fa terribilmente serio ed assume un'aria solenne: "il sentiero yumyum lo conosco in pochissimi ed è una via di rara bellezza. Non so se meritate di percorrerlo, ma sicuramente nessuno vi è mai passato in bici: voi sareste i primi".
Queste parole risvegliano in noi una certa attenzione e cominciamo a dargli più retta: mano a mano che descrive yumyum, ci brillano gli occhi e capiamo che costui è nativo della zona e che ci sta parlando di un sentiero totale.
Alla fine riesce a convincerci.
Abbandoniamo l'idea della Gilasca e lo seguiamo fino all'imbocco di yumyum.
Avrebbe fatto impressione a chiunque vedere un vecchio striminzito davanti a piedi e, dietro di lui, una teoria di caproni in bicicletta in rispettoso silenzio, quasi a non voler interrompere questo momento così mistico...
Ci indica l'imbocco del sentiero, ci augura buon giro e voltandosi si incammina nella nebbia.
Sparito...
Bene, ormai ci siamo... nessuno vuole tornare indietro e non sappiamo esattamente cosa ci attende.
Partiamo, yumyum eccoci!
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Io e i miei compagni di avventura abbiamo discusso molto a lungo se divulgare o meno l'esistenza di yumyum. Molti non erano d'accordo sul farlo, non certo per egoismo, ma perché il sentiero è talmente perfetto che ci sentivamo dei violentatori a percorrerlo con le nostre bici.
Probabilmente, come ha detto il vecchio, siamo stati i primi e gli unici a percorrerlo in bici.
Per quel che mi riguarda, saremo anche gli ultimi: è giusto che quel sentiero rimanga il capolavoro che madre natura nel corso degli anni ha così pazientemente realizzato.
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Grazie vecchio, ieri abbiamo imparato molto.
Ciao.
Emanuele