sembola ha scritto:
Come ha spiegato Bummi, va chiarito se la strada/carrareccia/mulattiera è a uso pubblico o no. Se c'è l'uso pubblico bene, se no il passaggio è a rischio nel senso che il proprietario può impedirlo. La la mancanza di una corretta segnaletica di divieto non può produrre conseguenze (che so, una multa) ma non dà certo il diritto a passare: se ti dicono di tornare indietro lo devi fare... Se invece si tratta di un tracciato recente, per esempio una nuova pista di esbosco dipende dalla natura della proprietà (pubblica o privata).
In ogni caso non vedo come, di fronte ad una legittima richiesta, un comune possa rifiutare dovrebbe impedire l'accesso alle mappe catastali da parte di un cittadino.
Infatti, la consultazione delle mappe non viene impedita, è sufficiente farne richiesta, sia in Comune che in Catasto. A tale scopo, trattandosi di mappe catastali, ci sono anche gli uffici dell'Agenzia del Territorio (il catasto citato innanzi per intenderci), ove è possibile effettuare visure e fotocopie di porzioni di mappa, ovviamente a pagamento. Esistono due tipi di mappe catastali:
1 - La mappa del Catasto dei Terreni
2 - La mappa del Nuovo Catasto Edilizio Urbano
Entrambe possono essere in scala 1:1000 o 1:2000, dipende.
Le vecchie mappe cartacee non vengono più aggiornate da quando c'è la procedura wegis; queste ultime vengono ora vettorializzate e gestite tramite terminali: lo scopo è quello di costituire un archivio informatizzato, il quale sarà continuamente aggiornato al seguito di ogni denuncia fatta da tecnico competente abilitato (iscritto ad Albo, Ordine o Collegio per intenderci), per sostituire progressivamente l'obsoleto supporto cartaceo.
Non tutte le zone sono state vettorializzate, anche nel mio Comune di appartenenza ci sono fogli ancora consultabili solo come supporto cartaceo.
Inoltre, è bene ricordare che le mappe catastali presenti presso gli uffici tecnici dei Comuni sono una copia di quelle originariamente presenti in catasto, pertanto non sono soggette ad alcun tipo di aggiornamento: in parole povere, ciò che si consulta in comune può non essere sempre attendibile.