Sabato 04/06, mio fratello e io, abbiamo fatto questo itinerario e devo dire che l'abbiamo trovato molto bello. Trascrivo una breve descrizione della gita, alla quale seguiranno poi le foto.
Siamo partiti dal piazzale del Bar Sella Chianzutàn, da 955 mt s.l.m. alle 9:30 circa (il ritardo è stato causato dai preparativi per la cronoscalata che si sarebbe svolta di lì a poco lungo gli ultimi 6 km del percorso che sale dalla direzione di Cavazzo Carnico o Tolmezzo, a seconda dalla parte da cui lo si prende, verso il piazzale ove si trova il bar), con il sole che illuminava discretamente il punto dal quale siamo partiti, nonostante una certa variabilità dell'aspetto del cielo il quale, soprattutto verso l'alto (cioè dove ci saremmo poi diretti), mostrava inequivocabili e malauguranti segni di addensamento da parte di nubi grigiastre per nulla rassicuranti, che però non ci hanno certo dissuaso dal proposito di fare questo agognato giro. Dopo aver montato le bici abbiamo disceso per circa 300 mt lineari la strada che porta verso la Val d'Arzino e, subito a destra, ci siamo inerpicati su un ripido ma breve fondo cementato parzialmente ricoperto di foglie secche e ombreggiato dagli alberi. Subito la visuale si è aperta sui prati imminentemente soprastanti e noi abbiamo proseguito la salita per un breve tratto su asfalto, fino ad una svolta a destra che ci ha condotti, per un tratto discendendo, dentro la faggeta che ci avrebbe accompagnato per gran parte della salita. Terminato questo tratto la strada, ad un bivio, comincia a salire, ma su fondo buono, ben compattato e pulito, senza essere eccessivamente ripida. Il silenzio del bosco puro di faggio è indescrivibilmente suggestivo, spezzato solo dal rumore prodotto dal rotolamento delle nostre
ruote grasse, così cominciamo a scattare le prime foto. Proseguiamo la salita e, in corrispondenza di alcuni tornanti la vista comincia ad aprirsi verso nord est, mostrando la vallata di tolmezzo ed il letto del Tagliamento parzialmente velati da una foschia diffusa. Dopo aver risalito questo versante siamo arrivati in corrispondenza di una splendida casera ottimamente mantenuta (Casera Presoldon), della quale abbiamo approfittato per fare una breve sosta e scattare altre foto; poi siamo risaliti in sella e abbiamo percorso il tratto più impegnativo, complice l'altitudine (si respirava con lieve difficoltà) e il mutare delle condizioni della mulattiera, ora più ripida e dal fondo piuttosto smosso. La vista offerta, in compenso, leniva ogni remora, anche se alcuni soffi di vento freddo cominciavano a farsi sentire con una certa insistenza. Finalmente, dopo aver compiuto un'altra svolta che ci ha ricondotti sul versante nord, non visibile dal piazzale del bar, abbiamo scorto la famosa galleria che avremmo a breve attraversato. Due grossi cumuli di neve giacevano superstiti alla nostra sinistra (in ombra), mentre dall'altro lato si spalancava un ripido versante della vallata che va restringendosi man mano che ci si approssima alla meta. Attraversata la galleria abbiamo proseguito fino all'imbocco del sentiero terminale che conduce alla cava abbandonata, il quale era però sbarrato e, credo a causa di alcune frane, ben ad imposta più alta che non su quanto riportato dalle immagini del libro degli itinerari in nostro possesso. Da qui inizia la discesa su single track, che abbiamo iniziato subito perchè faceva un freddo cane ed eravamo poco coperti Il tratto segue un sentiero CAI (806 se non erro) che dapprima si dipana quasi orizzontalmente tra fiori di rododendro e altri esempi di vegetazione d'alta quota, presentando un fondo scorrevole su traccia esile a vedersi, poi comincia a farsi man mano più pietroso e sciolto, fino al punto in cui gira sul versante sud, ove diviene pèiuttosto esposto e, in alcuni tratti, non ottimamente ciclabile (almento per noi), ma nel giro di poco si immette nella faggeta, dopo aver offerto scorci di panorama splendidi, e qui inizia a farsi davvero bello: il fondo di terra battuta è dapprima ricoperto dalla lettiera di foglie dei faggi e presente qualche roccia diradata che contribuisce a felicitarci di avere due full poi si fa sempre più scorrevole e divertente! Purtroppo finisce abbastanza presto e, in men che non si dica (dopo aver scattato una discreta quantità di foto), ci siamo ritrovati al piazzale a smontare le bici e, ahinoi, ad avviarci verso la calura infame che ci avrebbe accolto in pianura.
Comunque merita, ci siamo davvero divertiti! Le foto sono imminenti... %$))