RESOCONTO 30.09.03
---> tutte le foto su http://www.bikesardegna.it/escursioni/supramonte-300903/altre.htm
Sveglia alle 05.16, parto da Cagliari alle 05.50, zzz.
Alle 8.00 circa mi trovo con Sky e Maurizio ad Oliena, poco dopo ci incontriamo con i ragazzi austriaci.
PREMESSA: Tempo fa Anton, da Vienna, mi chiede informazioni su lattraversata Palau Villasimius, mi manda il profilo altimetrico e la descrizione (molto sommaria) del tour fatto da uno dei soliti pazzi teteski. Analizzo un po gli itinerari e scopro passaggi al limite del possibile, Donanigoro Scala Surtana, o peggio risalita gola di Gorropu. Gli ho mandato qualche carta e un po di indicazioni con la promessa di accompagnarli per la durissima tappa del Supramonte di Oliena e il vivissimo consiglio di non passare per Gorropu. Comunque un tipo esperto di mtb, orientering e, soprattutto cazzuto come la sua compagna di viaggio (mi ha ripetuto il nome 256 volte, ma non me lo ricordo!!!).
Oliena, ore 9.00, si parte da quota 400 per salire lungo una serie di tornanti in cemento sino alla località Monte Maccione, circa 700 metri, dove sorge un tipico ristorante nonché albergo. Proseguiamo su sterrato salendo verso le imponenti falesie dolomitiche del gruppo montuoso del Monte Corrasi (1463) che incombono sopra di noi, mentre alla nostra destra il panorama si apre immenso su un paesaggio che appare lontanissimo, manco fossimo su un aereo!
Ricominciano i tornanti sino al bivio segnalato (1000) dove a destra svoltiamo per Daddana. Il sentiero si restringe e si snoda in un sali scendi molto divertente, mentre davanti a noi la foresta si chiude trasformando il percorso in un single track spesso impervio e talvolta impedalabile, ma bello come pochi. Il fondo è sassoso e sconnesso, attraversiamo pietraie dalla pendenza trasversale scioccante, meglio non guardare giù!
Pochi kilometri e riprendiamo a pedalare su un tratturo dove teniamo sempre la sinistra scendendo sotto i 900 metri di quota sino ad imbeccare una carrareccia proveniente da Orgosolo, dal fondo leggermente migliore. Facciamo una breve sosta per bere e mangiare e Maurizio (come sempre) si lamenta perché ci fermiamo troppo spesso, hehehe! Risaliamo svoltando a sinistra su unaltra carrareccia proveniente da sud e saliamo verso Scala sArenargiu (1100) lungo una rampa dalla pendenza sempre maggiore e un fondo sempre peggiore.
Attraversiamo una porta di roccia e andiamo a piedi sino ad un tornante dove, pedalando in un ambiente dolomitico, giungiamo finalmente al valico.
Il panorama è fantastico, da sud il Monte Novo San Giovanni, poi le cime del Gennargentu e i centri abitati della Barbagia fanno da corona ad un paesaggio che ci ripaga della fatica fin qui patita.
Dopo la sosta (Maurizio non ha detto nulla) seguiamo un sentiero sulla destra e ci addentriamo in una primordiale foresta di lecci. E sicuramente il tratto più bello del giro. Immensi lecci secolari nascondono un meraviglioso sentiero che si snoda in un ambiente magico, incantato ed inquietante nel quale ti viene da parlare a voce bassa e fare il meno rumore possibile. Scorgiamo un piccolo branco di mufloni, pochi secondi e son già spariti, e un drappello di maialetti grugnanti scappa davanti a noi .. vista la taglia è facile immaginare i commenti sul loro futuro destino!!!
Sky ci guida con sicurezza lungo un single track che alterna sali scendi a discese mai ripide, ma ricche di ostacoli e passaggi molto tencnici dove dimostra di avere un gran manico passando a fuoco dove io preferisco scendere. Maurizio invece se la gherra e con la sua front fa miracoli di equilibrismo, mi sembra un gatto! Poi si ferma e dice:questi sono i sentieri che mi piacciono, pendenza non eccessiva e molti ostacoli.
Attraversiamo un canalone roccioso bici in spalla e ci fermiamo ad un bivio appena visibile. Chiedo agli amici autroungarici se il percorso è duro e selvaggio come si aspettavano. Mi rispondono:yes, great, but more and more wild and difficult (Siii, grande, ma molto, molto più selvaggio e duro). Hehe, penso che il tratto più duro deve ancora venire, Sky lo sa bene e ridiamo insieme. Ma questi autriaci sono incredibili, più soffrono e più sembrano contenti e felici. Che abbiano antiche origini sarde???
Lasciamo le bici e facciamo poche decine di metri per trovarci di fronte ad uno degli spettaccoli più incredibili della natura. SU SERCONI, una voragine immensa, 500 metri di diametro e 200 di profondità, una specie di cratere vulcanico, ma causato da una dolina, uno sprofondamento dellla superfice montuosa. Il risultato è scioccante e la maestosità della voragine supera la capacità di campo della nostra vista e delle nostre fotocamere. Siamo tutti a bocca aperta. Ne approfittiamo per mangiare un panino. Anche Maurizio è daccordo!!!
Lultimo tratto del single track diventa fatale per la gomma posteriore di Sky, ebbene si un bel pizzicone di 1 cm. e il pneumatico si affloscia allistante senza neanche fare pssssss!
Ancora pochi metri e sbuchiamo a Campu Donanigoro (850).
Nella zona più selvaggia e irragiungibile del Supramonte, circondata da falesie, gole e promontori rocciosi, si distende una insolita prateria, un piccolo altopiano di alcuni kmq nel quale pascolano tranquille le vacche e dove un tempo scorrevano le acque. Attraversiamo sorpresi tutta la lunghezza di questo pianoro sino alla parte opposta dove scendiamo bici in spalla su un tratto di pura e selvaggia roccia. Poco sotto recuperiamo il sentiero che con alcuni kilometri scoscesi e tormentati ci condurrà sul torrente Badde Dorone (350). Questo è il tratto più difficile del percorso, tratti di pendenza esagerata, con rocce e sassi dappertutto consigliano ai meno tecnici (me e gli austriaci) e talvolta anche a Maurizio, di proseguire a piedi. Sky fa un discorso a parte, protezioni, full suspended e pelo nello stomaco gli consentono di fare lunghi tratti in sella. E noi ad ammirarlo, Grande!!!
Anche i tratti pedalabili sono molto difficili ed insidiosi, complice anche la stanchezza che ora si fa sentire e annebbia la mente togliendo concentrazione e lucidità. Ma il panorama è fantastico, il cuore del Supramonte si distende ai nostri piedi, apre le nostre menti, riempie i nostri cuori e ci regala tutta lasprezza e lorgoglio di questo territorio, cosi selvaggio, ma cosi capace di regalare emozioni che vanno dritte nellanima e ci rimangono per sempre. E qui che sento fortissima la sensazione che stiamo facendo qualcosa di mitico, sicuramente folle, ma mitico. Un giro straordinario, che puoi fare anche una sola volta nella vita e ti basta. Pochi accettano di fare escursioni di questo tipo, troppi tratti a piedi, ma pochi provano sensazioni come queste. Invocate forumendoli, invocate.
Giungiamo sul Badde Dorone, ma non è finita, una erta di circa 150 m. di dislevello su un paio (paio alla sarda significa 7 8) di tornanti ci porta nei pressi di punta Dorone (517) il valico da cui vediamo ancora le bianche pareti del Monte Corrasi e dei promontori vicini. Andiamo avanti e scendiamo su un single track molto bello e divertente, solo in alcuni tratti impedalabile. La fatica della salita pare abbia spurgato le tossine cerebrali e scendiamo bene, concentrati e lucidi sino a Doloverre, la gola che si apre ai piedi del Monte Tiscali, dentro il quale sorge la sede della famosa società di Internet no scherzo!!! Dove, dentro una dolina, sorge lomonimo villaggio nuragico, uno degli ultimi baluardi dellindomito popolo sardo. Dopo unultima pausa con panino scendiamo lungo il torrente in secca, alternando tratti pedalati a tratti a piedi sino a sbucare nella bellissima Valle di Lanaitto che percorriamo per tutta la sua lunghezza per scendere alla sorgente di Su Golocone, dove ci aspetta la macchina. Dire contento sono poco!
Foto finale:
La stanchezza è tanta, ma la gioia lo è ancor di più. Ladrenalina poi è ancora in circolo e si sente, lo so questa notte dormirò poco, rivedrò più volte tutto il percorso fatto, punto per punto, emozione dopo emozione. Gran bel giro e, soprattutto, splendida compagnia.
Alla prossima!
---> tutte le foto su http://www.bikesardegna.it/escursioni/supramonte-300903/altre.htm
---> tutte le foto su http://www.bikesardegna.it/escursioni/supramonte-300903/altre.htm
Sveglia alle 05.16, parto da Cagliari alle 05.50, zzz.
Alle 8.00 circa mi trovo con Sky e Maurizio ad Oliena, poco dopo ci incontriamo con i ragazzi austriaci.
PREMESSA: Tempo fa Anton, da Vienna, mi chiede informazioni su lattraversata Palau Villasimius, mi manda il profilo altimetrico e la descrizione (molto sommaria) del tour fatto da uno dei soliti pazzi teteski. Analizzo un po gli itinerari e scopro passaggi al limite del possibile, Donanigoro Scala Surtana, o peggio risalita gola di Gorropu. Gli ho mandato qualche carta e un po di indicazioni con la promessa di accompagnarli per la durissima tappa del Supramonte di Oliena e il vivissimo consiglio di non passare per Gorropu. Comunque un tipo esperto di mtb, orientering e, soprattutto cazzuto come la sua compagna di viaggio (mi ha ripetuto il nome 256 volte, ma non me lo ricordo!!!).
Oliena, ore 9.00, si parte da quota 400 per salire lungo una serie di tornanti in cemento sino alla località Monte Maccione, circa 700 metri, dove sorge un tipico ristorante nonché albergo. Proseguiamo su sterrato salendo verso le imponenti falesie dolomitiche del gruppo montuoso del Monte Corrasi (1463) che incombono sopra di noi, mentre alla nostra destra il panorama si apre immenso su un paesaggio che appare lontanissimo, manco fossimo su un aereo!
Ricominciano i tornanti sino al bivio segnalato (1000) dove a destra svoltiamo per Daddana. Il sentiero si restringe e si snoda in un sali scendi molto divertente, mentre davanti a noi la foresta si chiude trasformando il percorso in un single track spesso impervio e talvolta impedalabile, ma bello come pochi. Il fondo è sassoso e sconnesso, attraversiamo pietraie dalla pendenza trasversale scioccante, meglio non guardare giù!
Pochi kilometri e riprendiamo a pedalare su un tratturo dove teniamo sempre la sinistra scendendo sotto i 900 metri di quota sino ad imbeccare una carrareccia proveniente da Orgosolo, dal fondo leggermente migliore. Facciamo una breve sosta per bere e mangiare e Maurizio (come sempre) si lamenta perché ci fermiamo troppo spesso, hehehe! Risaliamo svoltando a sinistra su unaltra carrareccia proveniente da sud e saliamo verso Scala sArenargiu (1100) lungo una rampa dalla pendenza sempre maggiore e un fondo sempre peggiore.
Attraversiamo una porta di roccia e andiamo a piedi sino ad un tornante dove, pedalando in un ambiente dolomitico, giungiamo finalmente al valico.
Il panorama è fantastico, da sud il Monte Novo San Giovanni, poi le cime del Gennargentu e i centri abitati della Barbagia fanno da corona ad un paesaggio che ci ripaga della fatica fin qui patita.
Dopo la sosta (Maurizio non ha detto nulla) seguiamo un sentiero sulla destra e ci addentriamo in una primordiale foresta di lecci. E sicuramente il tratto più bello del giro. Immensi lecci secolari nascondono un meraviglioso sentiero che si snoda in un ambiente magico, incantato ed inquietante nel quale ti viene da parlare a voce bassa e fare il meno rumore possibile. Scorgiamo un piccolo branco di mufloni, pochi secondi e son già spariti, e un drappello di maialetti grugnanti scappa davanti a noi .. vista la taglia è facile immaginare i commenti sul loro futuro destino!!!
Sky ci guida con sicurezza lungo un single track che alterna sali scendi a discese mai ripide, ma ricche di ostacoli e passaggi molto tencnici dove dimostra di avere un gran manico passando a fuoco dove io preferisco scendere. Maurizio invece se la gherra e con la sua front fa miracoli di equilibrismo, mi sembra un gatto! Poi si ferma e dice:questi sono i sentieri che mi piacciono, pendenza non eccessiva e molti ostacoli.
Attraversiamo un canalone roccioso bici in spalla e ci fermiamo ad un bivio appena visibile. Chiedo agli amici autroungarici se il percorso è duro e selvaggio come si aspettavano. Mi rispondono:yes, great, but more and more wild and difficult (Siii, grande, ma molto, molto più selvaggio e duro). Hehe, penso che il tratto più duro deve ancora venire, Sky lo sa bene e ridiamo insieme. Ma questi autriaci sono incredibili, più soffrono e più sembrano contenti e felici. Che abbiano antiche origini sarde???
Lasciamo le bici e facciamo poche decine di metri per trovarci di fronte ad uno degli spettaccoli più incredibili della natura. SU SERCONI, una voragine immensa, 500 metri di diametro e 200 di profondità, una specie di cratere vulcanico, ma causato da una dolina, uno sprofondamento dellla superfice montuosa. Il risultato è scioccante e la maestosità della voragine supera la capacità di campo della nostra vista e delle nostre fotocamere. Siamo tutti a bocca aperta. Ne approfittiamo per mangiare un panino. Anche Maurizio è daccordo!!!
Lultimo tratto del single track diventa fatale per la gomma posteriore di Sky, ebbene si un bel pizzicone di 1 cm. e il pneumatico si affloscia allistante senza neanche fare pssssss!
Ancora pochi metri e sbuchiamo a Campu Donanigoro (850).
Nella zona più selvaggia e irragiungibile del Supramonte, circondata da falesie, gole e promontori rocciosi, si distende una insolita prateria, un piccolo altopiano di alcuni kmq nel quale pascolano tranquille le vacche e dove un tempo scorrevano le acque. Attraversiamo sorpresi tutta la lunghezza di questo pianoro sino alla parte opposta dove scendiamo bici in spalla su un tratto di pura e selvaggia roccia. Poco sotto recuperiamo il sentiero che con alcuni kilometri scoscesi e tormentati ci condurrà sul torrente Badde Dorone (350). Questo è il tratto più difficile del percorso, tratti di pendenza esagerata, con rocce e sassi dappertutto consigliano ai meno tecnici (me e gli austriaci) e talvolta anche a Maurizio, di proseguire a piedi. Sky fa un discorso a parte, protezioni, full suspended e pelo nello stomaco gli consentono di fare lunghi tratti in sella. E noi ad ammirarlo, Grande!!!
Anche i tratti pedalabili sono molto difficili ed insidiosi, complice anche la stanchezza che ora si fa sentire e annebbia la mente togliendo concentrazione e lucidità. Ma il panorama è fantastico, il cuore del Supramonte si distende ai nostri piedi, apre le nostre menti, riempie i nostri cuori e ci regala tutta lasprezza e lorgoglio di questo territorio, cosi selvaggio, ma cosi capace di regalare emozioni che vanno dritte nellanima e ci rimangono per sempre. E qui che sento fortissima la sensazione che stiamo facendo qualcosa di mitico, sicuramente folle, ma mitico. Un giro straordinario, che puoi fare anche una sola volta nella vita e ti basta. Pochi accettano di fare escursioni di questo tipo, troppi tratti a piedi, ma pochi provano sensazioni come queste. Invocate forumendoli, invocate.
Giungiamo sul Badde Dorone, ma non è finita, una erta di circa 150 m. di dislevello su un paio (paio alla sarda significa 7 8) di tornanti ci porta nei pressi di punta Dorone (517) il valico da cui vediamo ancora le bianche pareti del Monte Corrasi e dei promontori vicini. Andiamo avanti e scendiamo su un single track molto bello e divertente, solo in alcuni tratti impedalabile. La fatica della salita pare abbia spurgato le tossine cerebrali e scendiamo bene, concentrati e lucidi sino a Doloverre, la gola che si apre ai piedi del Monte Tiscali, dentro il quale sorge la sede della famosa società di Internet no scherzo!!! Dove, dentro una dolina, sorge lomonimo villaggio nuragico, uno degli ultimi baluardi dellindomito popolo sardo. Dopo unultima pausa con panino scendiamo lungo il torrente in secca, alternando tratti pedalati a tratti a piedi sino a sbucare nella bellissima Valle di Lanaitto che percorriamo per tutta la sua lunghezza per scendere alla sorgente di Su Golocone, dove ci aspetta la macchina. Dire contento sono poco!
Foto finale:
La stanchezza è tanta, ma la gioia lo è ancor di più. Ladrenalina poi è ancora in circolo e si sente, lo so questa notte dormirò poco, rivedrò più volte tutto il percorso fatto, punto per punto, emozione dopo emozione. Gran bel giro e, soprattutto, splendida compagnia.
Alla prossima!
---> tutte le foto su http://www.bikesardegna.it/escursioni/supramonte-300903/altre.htm