ho usato termini specifici, perché solitamente chi sa far bene 'ste cose difficili conosce il lessico tipico... o-o
Guardate sulla bicipedia se ci sono spiegazioni...
ora ho entrambi i polsi e mani fasciate, sono un po' handicappato a scrivere. Quando sarò più "libero", spiegherò.
Mi son reso conto che nei wallride in cui si ha poca compressione sul muro (cioé non hai sufficiente forza centrifuga nella curva che ti consenta di star sù tranquillo), il movimento dell'hollata non è una cosa facile:
1° perché, già stai dando tanta importanza all'aderenza dei copertoni per non scivolare alla base del muro con la poca forza perpendicolare alla superficie di contatto che si ha... e se devi anche distenderti un po' per comprimerti successivamente... inzzommma... è un passaggio al limite, perché distendendosi si diminuisce la pressione sulla parete e conseguentemente in grip... rischiando di cominciare a comprimerti (per dopo uscir dal wallride in estensione) proprio mentre si sta perdendo aderenza e scivolando giù... un disastro...
2° perché si è parecchio inclinati.. non orizzontali, ma cmq tutti i sistemi di riferimento sono alterati...
3° perché o si sta in piega, rimanendo alti e ci si raddrizza in aria per atterrar dritti, staccando alti, oppure si cerca di cominciare a raddrizzarsi ancora quando si è sul muro e si può staccare più in basso, ma rischiando di scivolare giù o di non far in tempo a completare l'operazione di raddrizzamento e atterrare focchiutamente inclinati ed invece di perdere aderenza sul muro si perde aderenza in piega sul landing...
Certo, se il wallride è fatto bene non si hano tutti 'sti problemi... ma in tutti gli altri casi... non vorrei ricorrere sempre ai jolly o schiantarmi...
L'uscita dal wallride in aria, se non si riesce a pompar la biga come si deve, mi intimorisce sempre...