Storia abbastanza complicata. A marzo mi nasce la seconda figlia. Sommerso di impegni, pannolini e ninna nanne, non ho manco il tempo di infilarmi le dita nel naso. Ogni 2 minuti il mio pensiero va alla Dean in titanio che giace in garage, inutilizzata.
Ma che *azz..., ma si può far marcire una roba da 7000 euro in garage? Preso da crisi isterica dovuta in parte al mio carattere e in parte dalla mia dipendenza da endorfine, metto la bici in vendita su 18 canali. Poco dopo mi va via, con mio schizofrenico disappunto. Vabè, la vendo dignitosamente, tanto la DBR in titanio mi va benissimo per le giratine, che intanto ho ricominciato a fare. E in effetti non va malaccio. Se non che, al termine di queste “giratine” che poi non sono tanto “ine”, ma sono più corte perché mi sposto in macchina ai sentieri invece di pedalare ½ ora su strada andata e ritorno per raggiungerli, al termine delle “giratine”, dicevo, iniziano ad insorgermi nuovi mal di schiena. Azz, sarà titanio, ma è duretta, 'sta 26.
Fatto sta che dopo un mese, mi pento. Che fare? Ricercare un titanio, ma più economico (non volevo andare sopra a quanto avevo preso)? Che so, un Lynskey? Beh, bel guadagno, avrei fatto.
“Difficile che ritornerò a correre – mi dico – perché non una full per star più comodi?”
Bella idea, se non che non c'è una singola full che mi aggradi, a parte la Funk La Ruta e la Dean softail, troppo costose. Ne ho avute diverse, di full, una Intense Spider xvp, una Santa Cruz Heckler, ed altre un po' troppo vecchie per essere portate ad esempio. Nessuna, però, mi ha mai convinto. Ora però, fisicamente, son ridotto davvero male. OK, mi decido. “Caxxo cerco? Allora...Deve essere di metallo, da 29, di un marchio che mi stimoli un minimo e con una escursione ridotta al minimo”. Trovo una bella Scott in alluminio, ma prima di tutto il marchio non mi fa impazzire, poi pesa un botto. Ne trovo un'altra, ma è in carbonio. Poi trovo una bella Cannondale, ma mi decido troppo tardi (e fra l'altro non vado matto neppure per Cannondale). Tengo a sottolineare che, nel frattempo, al mio amico Adriano crescono due cogli*ni come due palloni da Rugby, visto che lo chiamo 6 volte al giorno per consulenze. Poi trovo l'ideale: una Salsa Spearfish. Marchio che non ha più niente dei bei tempi di Schafer, ma tuttavia è lì a ricordarmi l'età d'oro della MTB. Poi ha belle rifiniture, e, soprattutto, poca escursione, tanta semplicità, e un disegno della sospensione che mi piace (una brutta copia della La Ruta). Non volevo spender molto, ma il telaio è un 2011, sempre attuale, e costa poco. Non sono uno che va dietro alle ultime novità, mi piacciono le milfone, per cui l'età non è un problema. Le recensioni, per quel che valgono, sono da sballo. Vabè, è marketing al 90%. Però il peso è buono. Purtroppo, la taglia disponibile è solo la L. Adri mi fa “beh, chiamali – era il negozio del distributore, Pedal Domain – e senti se hanno altro”. Mai contraddire Adri se si tratta di acquisti. Li chiamo, e, in effetti, Michele, gentilissimo, mi dice che hanno una M del 2012 a solo 100 euro in più, ma con Maxle posteriore. In due secondi l'affare è fatto.
Chiamo FROimport per farmi mandare una Kilo nuova e un asse posteriore da 12x142 per le mie ruote, e attendo.
Montare un telaio moderno è una odissea. Il PF 30 mi obbliga a degli adattatori, e soprattutto alla rinuncia alla mia adorata guarnitura White, la serie sterzo deve essere adattata al canotto da 1,1/8, poi il reggi necessita di uno shim. Ekke***zo!!! Ma lo vogliono capire che il 90% dei bikers non ha 700 watt e una guida da Ratboy????
Comunque, la monto. Chi mi conosce sa che mi piacciono i pezzi leggeri e esoterici, ma che rimangano nei limiti di sicurezza. Non prendo mozzi ultralight per poi doverli smontare ogni 15 giorni per pulire i cuscinetti. Non evito i sassi altrimenti pizzico le gomme. All'anteriore non rinuncio al Captain 2.2, e per le ruote, preferisco usare cerchi da AM, pur se in carbonio (provati quelli di Adri e andavano troppo bene!). I mozzi sono White, che altro? Il reggi in carbonio lo lascio a voi, e così la pipa KCNC, onnipresente tra i racer. La mia sella pesa 350 grammi.
Comunque, pare leggera. La peso. Il responso è APOCALITTICO! 11.74 Kili, l'equivalente XC di un autoarticolato carico di putrelle con un guidatore obeso che si porta dietro una moglie obesa anch'essa. -------.
Vabè, la proviamo....
Faccio il mio solito giro, ricco di sassi e di pendenze abbastanza pronunciate. Mi fermo subito ad indurire l'ammo, troppo scarico. Faccio la prima salita, piuttosto tecnica, la supero di volata. Non male. Aderenza veramente apprezzabile, scatto non so, perché sono fuori forma e nemmeno mi prendo la briga di bloccare la sospensione, ma tra i sassi si sale con fluidità, tutto diventa più facile. Si girano le pedivelle con rapporti agili e si “costruisce velocità”, vista l'assenza di impuntamenti.
La discesa che segue è una pietraia, veloce e pericolosa, per una bici da XC. La sicurezza che la bici infonde è notevole, l'assetto è perfetto, si scende a manetta (tutto è relativo) nel comfort più totale, senza giocarsi jolly di sorta. Soprattutto io che non ho una guida molto morbida. Sostanzialmente, una figata. Non proprio adatta all'agonismo su breve distanze, che mi piace tanto ma che non mi posso permettere più, ma una figata. Pur se obsoleta.
Un paio di settimane dopo mi sciroppo una uscita di 2 ore e mezza di solo sterro sotto la pioggia a Castiglione della Pescaia. La salita è molto scorrevole, pedalabile, poco pendente e lunga. Qui si soffre. Blocco l'ammo e va un po' meglio, se non che dopo un paio di Km mi accorgo di non riuscire a trovare il ritmo. È un blocco totale e la bici si impunta, provo a sbloccare e ad andare morbido, e la cosa migliora. Peraltro, è sensibile agli spostamenti di peso. Conviene avanzare e martellare sui pedali: se si sceglie la pedalata arretrata “di polpaccio”, l'ammo affonda maggiormente. Di fatto, mi pare di andare più veloce, in ogni caso, se ho preso 'sto cancello per stare comodo, perché mi devo massacrare la schiena bloccandolo??? Devo ricordare che le ruote sono pesantine (1690), ma hanno mozzi scorrevolissimi White e cerchi in carbonio da AM, e il pacchetto è notevolmente reattivo. Arrivo bene in cima, bevendomi l'ultimo tratto un po' tecnico, e mi butto in un bel single track in discesa.
A Castiglione e Punta Ala ci sono dei bei sentieri, realizzati dagli enduristi di Bagnoli Bike, quelli che hanno organizzato la gara di coppa del mondo Superenduro. Roba per tutti i palati, anche quelli più foderati di catrame, visto che pure la mitica A.C. Chausson ci si è perforata un polmone. Il single track nel quale mi immergo è un bellissimo zig zag nel bosco, con curve anche molto secche, non difficile, se non si prende velocità, ma che richiede costante concentrazione. Se si tira come iene si rischia di schiantarsi su un albero. Qui c'è il rovescio della medaglia. Nei repentini cambi di direzione, è difficoltosa, ha bisogno di un po' di finezza con gli spostamenti di peso, finezza che io non possiedo in nessun modo, senso, e misura. Il manubrio da 71, poi, picchia sovente nei rami, insomma, la discesa mi prova non poco. probabilmente la nuova Spearfish andrà meglio. Ma per la pippa che sono, beh, mi conviene, semplicemente, spender meno e andar più piano.
Nella salita successiva stupisco me stesso, visto che, fuori forma, riesco, sfruttando la notevole aderenza, a tirare a ritmi discreti nonostante la stanchezza.
Che vi devo dire, rimango della mia opinione che per una gara XC una front 29” in titanio rimane il mezzo migliore. Per un bi-padre con dolori alla schiena, beh, però, non sono convinto di averci completamente perso, con questo passaggio alla full... Certo che la mia fuoriserie custom mi manca....
Ma che *azz..., ma si può far marcire una roba da 7000 euro in garage? Preso da crisi isterica dovuta in parte al mio carattere e in parte dalla mia dipendenza da endorfine, metto la bici in vendita su 18 canali. Poco dopo mi va via, con mio schizofrenico disappunto. Vabè, la vendo dignitosamente, tanto la DBR in titanio mi va benissimo per le giratine, che intanto ho ricominciato a fare. E in effetti non va malaccio. Se non che, al termine di queste “giratine” che poi non sono tanto “ine”, ma sono più corte perché mi sposto in macchina ai sentieri invece di pedalare ½ ora su strada andata e ritorno per raggiungerli, al termine delle “giratine”, dicevo, iniziano ad insorgermi nuovi mal di schiena. Azz, sarà titanio, ma è duretta, 'sta 26.
Fatto sta che dopo un mese, mi pento. Che fare? Ricercare un titanio, ma più economico (non volevo andare sopra a quanto avevo preso)? Che so, un Lynskey? Beh, bel guadagno, avrei fatto.
“Difficile che ritornerò a correre – mi dico – perché non una full per star più comodi?”
Bella idea, se non che non c'è una singola full che mi aggradi, a parte la Funk La Ruta e la Dean softail, troppo costose. Ne ho avute diverse, di full, una Intense Spider xvp, una Santa Cruz Heckler, ed altre un po' troppo vecchie per essere portate ad esempio. Nessuna, però, mi ha mai convinto. Ora però, fisicamente, son ridotto davvero male. OK, mi decido. “Caxxo cerco? Allora...Deve essere di metallo, da 29, di un marchio che mi stimoli un minimo e con una escursione ridotta al minimo”. Trovo una bella Scott in alluminio, ma prima di tutto il marchio non mi fa impazzire, poi pesa un botto. Ne trovo un'altra, ma è in carbonio. Poi trovo una bella Cannondale, ma mi decido troppo tardi (e fra l'altro non vado matto neppure per Cannondale). Tengo a sottolineare che, nel frattempo, al mio amico Adriano crescono due cogli*ni come due palloni da Rugby, visto che lo chiamo 6 volte al giorno per consulenze. Poi trovo l'ideale: una Salsa Spearfish. Marchio che non ha più niente dei bei tempi di Schafer, ma tuttavia è lì a ricordarmi l'età d'oro della MTB. Poi ha belle rifiniture, e, soprattutto, poca escursione, tanta semplicità, e un disegno della sospensione che mi piace (una brutta copia della La Ruta). Non volevo spender molto, ma il telaio è un 2011, sempre attuale, e costa poco. Non sono uno che va dietro alle ultime novità, mi piacciono le milfone, per cui l'età non è un problema. Le recensioni, per quel che valgono, sono da sballo. Vabè, è marketing al 90%. Però il peso è buono. Purtroppo, la taglia disponibile è solo la L. Adri mi fa “beh, chiamali – era il negozio del distributore, Pedal Domain – e senti se hanno altro”. Mai contraddire Adri se si tratta di acquisti. Li chiamo, e, in effetti, Michele, gentilissimo, mi dice che hanno una M del 2012 a solo 100 euro in più, ma con Maxle posteriore. In due secondi l'affare è fatto.
Chiamo FROimport per farmi mandare una Kilo nuova e un asse posteriore da 12x142 per le mie ruote, e attendo.
Montare un telaio moderno è una odissea. Il PF 30 mi obbliga a degli adattatori, e soprattutto alla rinuncia alla mia adorata guarnitura White, la serie sterzo deve essere adattata al canotto da 1,1/8, poi il reggi necessita di uno shim. Ekke***zo!!! Ma lo vogliono capire che il 90% dei bikers non ha 700 watt e una guida da Ratboy????
Comunque, la monto. Chi mi conosce sa che mi piacciono i pezzi leggeri e esoterici, ma che rimangano nei limiti di sicurezza. Non prendo mozzi ultralight per poi doverli smontare ogni 15 giorni per pulire i cuscinetti. Non evito i sassi altrimenti pizzico le gomme. All'anteriore non rinuncio al Captain 2.2, e per le ruote, preferisco usare cerchi da AM, pur se in carbonio (provati quelli di Adri e andavano troppo bene!). I mozzi sono White, che altro? Il reggi in carbonio lo lascio a voi, e così la pipa KCNC, onnipresente tra i racer. La mia sella pesa 350 grammi.
Comunque, pare leggera. La peso. Il responso è APOCALITTICO! 11.74 Kili, l'equivalente XC di un autoarticolato carico di putrelle con un guidatore obeso che si porta dietro una moglie obesa anch'essa. -------.
Vabè, la proviamo....
Faccio il mio solito giro, ricco di sassi e di pendenze abbastanza pronunciate. Mi fermo subito ad indurire l'ammo, troppo scarico. Faccio la prima salita, piuttosto tecnica, la supero di volata. Non male. Aderenza veramente apprezzabile, scatto non so, perché sono fuori forma e nemmeno mi prendo la briga di bloccare la sospensione, ma tra i sassi si sale con fluidità, tutto diventa più facile. Si girano le pedivelle con rapporti agili e si “costruisce velocità”, vista l'assenza di impuntamenti.
La discesa che segue è una pietraia, veloce e pericolosa, per una bici da XC. La sicurezza che la bici infonde è notevole, l'assetto è perfetto, si scende a manetta (tutto è relativo) nel comfort più totale, senza giocarsi jolly di sorta. Soprattutto io che non ho una guida molto morbida. Sostanzialmente, una figata. Non proprio adatta all'agonismo su breve distanze, che mi piace tanto ma che non mi posso permettere più, ma una figata. Pur se obsoleta.
Un paio di settimane dopo mi sciroppo una uscita di 2 ore e mezza di solo sterro sotto la pioggia a Castiglione della Pescaia. La salita è molto scorrevole, pedalabile, poco pendente e lunga. Qui si soffre. Blocco l'ammo e va un po' meglio, se non che dopo un paio di Km mi accorgo di non riuscire a trovare il ritmo. È un blocco totale e la bici si impunta, provo a sbloccare e ad andare morbido, e la cosa migliora. Peraltro, è sensibile agli spostamenti di peso. Conviene avanzare e martellare sui pedali: se si sceglie la pedalata arretrata “di polpaccio”, l'ammo affonda maggiormente. Di fatto, mi pare di andare più veloce, in ogni caso, se ho preso 'sto cancello per stare comodo, perché mi devo massacrare la schiena bloccandolo??? Devo ricordare che le ruote sono pesantine (1690), ma hanno mozzi scorrevolissimi White e cerchi in carbonio da AM, e il pacchetto è notevolmente reattivo. Arrivo bene in cima, bevendomi l'ultimo tratto un po' tecnico, e mi butto in un bel single track in discesa.
A Castiglione e Punta Ala ci sono dei bei sentieri, realizzati dagli enduristi di Bagnoli Bike, quelli che hanno organizzato la gara di coppa del mondo Superenduro. Roba per tutti i palati, anche quelli più foderati di catrame, visto che pure la mitica A.C. Chausson ci si è perforata un polmone. Il single track nel quale mi immergo è un bellissimo zig zag nel bosco, con curve anche molto secche, non difficile, se non si prende velocità, ma che richiede costante concentrazione. Se si tira come iene si rischia di schiantarsi su un albero. Qui c'è il rovescio della medaglia. Nei repentini cambi di direzione, è difficoltosa, ha bisogno di un po' di finezza con gli spostamenti di peso, finezza che io non possiedo in nessun modo, senso, e misura. Il manubrio da 71, poi, picchia sovente nei rami, insomma, la discesa mi prova non poco. probabilmente la nuova Spearfish andrà meglio. Ma per la pippa che sono, beh, mi conviene, semplicemente, spender meno e andar più piano.
Nella salita successiva stupisco me stesso, visto che, fuori forma, riesco, sfruttando la notevole aderenza, a tirare a ritmi discreti nonostante la stanchezza.
Che vi devo dire, rimango della mia opinione che per una gara XC una front 29” in titanio rimane il mezzo migliore. Per un bi-padre con dolori alla schiena, beh, però, non sono convinto di averci completamente perso, con questo passaggio alla full... Certo che la mia fuoriserie custom mi manca....