Roma:Bikers Poliziotti

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Riporto, dalla repubblica di oggi:

Sul Tevere ecco i poliziotti a pedali

È nato il nuovo servizio di vigilanza con gli agenti in bicicletta
di Massimo Lugli
Poliziotti a pedali. Agenti in mountain bike che pattugliano le banchine del Tevere, sorvegliano le piste ciclabili, frusciano accanto agli stand dell´Estate Romana durante gli appuntamenti in riva al fiume, fanno qualche incursione al parco di Tor di Quinto, il delizioso giardinetto con lago che è anche il luogo d´azione preferito di vandali e topi d´auto. E´ stato inaugurato pochi giorni fa il nuovo servizio a due ruote della polizia fluviale, una delle specialità che dipendono dall´ufficio generale prevenzione e soccorso pubblico di San Vitale, diretto da Raffaele Clemente. Dodici agenti che sono scesi da gommoni o moto d´acqua e hanno inforcato le biciclette fornite, gratuitamente, da alcune ditte private. Operazione a costo zero. I ciclisti in divisa lavorano a coppie, quattro poliziotti per turno che, anche in questi giorni di caldo asfissiante, macinano fino a quaranta chilometri al giorno.

Caschetto coi colori della polizia di stato, pantaloni corti (o lunghi, ma più scomodi), polo blu, fondina e walkie talkie alla cintura, gli agenti in bici sono già diventati una presenza fissa e molto apprezzata soprattutto sulle ciclabili dove, purtroppo, la possibilità di fare qualche brutto incontro è tutt´altro che remota. L´episodio più drammatico è quello del 17 agosto scorso quando Luigi Moriccioli fu aggredito e ferito a morte da rapinatori romeni sulla via Ostiense, all´altezza di Tor Di Valle. Ma molestie, insulti, rapine e aggressioni di cani inselvatichiti, soprattutto nei tratti dell´estrema periferia, sono un rischio da non sottovalutare.

In Usa e Canada i "cops" sul sellino fanno parte dell´arredo urbano con le loro cinture strabordanti di pistola, manette, manganello, spray urticante, torcia elettrica e ammennicoli vari e una squadra di ciclopoliziotti patinati è stata protagonista di un fortunato serial tivù dal titolo "Pacific Blue" dove, tra inseguimenti mozzafiato, capitomboli e sparatorie c´è sempre il tempo per un flirt. La realtà nostrana è meno romantica e più rassicurante. «Gli agenti non hanno in dotazione il manganello perché vogliamo puntare soprattutto sull´aspetto di polizia "di prossimità" - spiega il vicequestore Filiberto Mastrapasqua, dirigente della sezione specialità della questura (un ufficio che dirige artificieri, cavalieri, tiratori scelti, cinofili e fluviale) - il contatto con la gente, la prevenzione è la cosa più importante. Il servizio è ancora in fase sperimentale e durerà fino a settembre ma se i risultati saranno buoni, come sembra fin d´ora, pensiamo di prolungarlo ed estenderlo oltre le rive del fiume».



Ed eccoli in azione i ciclisti calibro 9. Fisico tirato (non potrebbe essere altrimenti), aria entusiasta nonostante abbiano almeno vent´anni di servizio alle spalle, non fanno una piega sotto il sole a martello e pedalano di lena sui sampietrini della banchina del fiume da Porta Portese a Castel Sant´Angelo e ritorno. Una sola bici, prodotta artigianalmente, sfoggia i colori d´istituto, le altre (donate dalla B Bike di Roma) hanno solo un adesivo fosforescente con la scritta "Polizia". La sera, in compenso, accendono le luci intermittenti bianco e celeste azionate da una batteria visto che la dinamo sarebbe decisamente troppo.
«Siamo tutti volontari ma il servizio ci piace anche se è faticoso - spiega Carlo, 44 anni che, come tutti i colleghi, va in bicicletta anche quando si toglie la divisa, pur senza essere un agonista - In questi primi giorni abbiamo già sventato un suicidio e partecipato a un controllo in un campo nomadi dove i colleghi non riuscivano ad arrivare in auto». L´aspirante suicida era una ragazza in bilico sulla banchina di Ponte Sant´Angelo: i poliziotti ciclisti l´hanno raggiunta e dopo un lungo dialogo a distanza, l´hanno convinta a scendere. Dopo aver rinunciato al tuffo mortale, la donna li ha abbracciati in lacrime.

«Per le tecniche operative stiamo prendendo contatti con le polizie americane e canadesi - spiega l´ispettore Biagio Rutigliano, vicedirigente della fluviale - per ora, in caso di inseguimento, arriviamo più vicino possibile al fuggitivo e lasciamo la bici ma potremmo imparare anche a tagliare la strada o tuffarci direttamente dalla bici: è un campo tutto da esplorare...». «Li vedo passare tutte le sere e sono veramente rassicuranti - spiega Alessandro Buzzi, gestore di "El Ritual", uno degli stand della "Notte sul Fiume" - oramai li considero degli amici. Vede, quando c´è molta gente anche le moto della polizia, a passo d´uomo, sono ingombranti. Le bici fanno più simpatia». Ecco tre ragazze californiane che scendono le scaline portando in spalla le loro accessoriatissime bici da turismo. Prima di inforcarle, scambiano qualche parola coi poliziotti a pedali ma non mostrano il minimo stupore. Ci sono abituate, loro. Forse anche i romani si abitueranno, tra qualche mese.
(04 luglio 2008)

http://roma.repubblica.it/dettaglio/Sul-Tevere-ecco-i-poliziotti-a-pedali/1483393

http://img380.imageshack.us/my.php?image=rep2lq4.jpg
 

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