Tutto è iniziato ieri. Chiamo un mio amico conosciuto proprio per sterrati a settembre dello scorso anno.
Dopo le solite domande e risposte di rito gli chiedo se è tornato a pedalare, la sua risposta è affermativa quindi scatta la domanda "ma come è messo il terreno sui colli, c'è fango?". "Nono, si va bene, se vuoi andare non ci sono problemi". Chiaccheriamo ancora un po poi ci salutiamo.
Era dal lontano novembre che la mia bici non vedeva più lo sterrato, cosi mi è balenato il testa di andare a rimontare le gommone (avevo messo delle gomme da strada
) per il giro che avrei fatto il girno dopo (oggi). Dopo mangiato vado in garages e mi metto al lavoro, accendo lo stereo inizio a smontare e rimontare.
Finito il lavoro osservo la bici e mi dico: "ma ho montato le gomme di un trattore?" faccio un giretto di prova sotto il portico e da rumore che fanno mi convinco sempredi più di aver montato gomme da trattore.
[.....]
Finalmente arriva oggi, sveglia alle 8.40, mangio, controllo le email poi mi vesto. Arrivo in garages e do gli ultimi ritocchi alla bici, sgonfio le ruote, monto un bomboletta gonfia e ripara eeeee...... mi metto finalmente in sella!
I primi 7-8 km sono tutti di strada, non ho voluto arrivare ai colli dallo sterrato perchè non sapevo le codizioni in cui era, quindi prendo la strada che mi ha insegnato il mio amico per fare anche prima.
Certo che con i gommoni gonfiati a 2 bar neanche per strada è dura, e quando prendi un po di velocità il rumore è notevole.
[....]
Ultima svolta a sinistra e gia vedo la salita. Il primo pezzo è in asfalto, salgo tranquillo e regolare e ammiro il paesaggio. La giornata fa invidia a una di mezza estate a parte per il fresco, ma in cielo nemmeno un nuvola. Si vedono benissimo le cime delle colline, quelle famose colline che vedevo tutti i giorni da lontano quando aspettavo il treno in stazione per andare a scuola. Mi domandavo spesso come fosse messa la strada, se era praticabile o c'era troppo fango. "Lo scoprirò presto", entro in sterrato con una deviazione che evita il primo pezzo di salita ripida su asfalto. Buche a più non posso, sassi ma del fango nemmeno traccia. Un falsopiano, molto falso, spacca le gambe ma viene interrotto da una piccola discesa con il fondo distrutto dal passaggio dei cavalli, stare in piedi è un impresa, per fortuna è ancora un po ghiacciato, così non c'è il rischio di sprofondare.
Terminata la deviazione si torna per 100-200 metri su strada in salita ripida.
A questo punto inizia il peggio, quello che mi ha sempre distrutto: il primo tratto di salita su ghiaia molto ripida. Volgio salire seduto, c'è la voglio fare questa volta, ma è troppo dura ancora, scendo in un punto in cui la salita spiana, aspetto che i battiti da 195 (!) scendano almeno a 175, poi risalgo e la salita torna subito a rizzarsi sotto i miei piedi. Ancora una volta devo scendere, stavolta spingo per un po, poi prima di ripartire bevo dell'acqua, mi apro la maglia e levo lo scalda collo, fa davvero caldo pedalare in salita!
Per fortuna è finito il tratto ripido, ora vado su regolare, ma adesso le difficoltà arrivano dal terreno, se prima c'era un po di ghiaia (molta se ne è andata a causa delle numerose piogge) adesso affiorano gessi di 10-20 cm per tutta la larghezza delle strada. E' uno slalom continuo, in alcuni passaggi bisogna stare molto attenti se non si vuole cadere.
I gessi pero non mi fermano, dopo il tratto ripido non scendo più di bici e guadagno la meta della salita abbastanza facilmente.
Prima di girare le bici e buttami in discesa mi disseto, mi rimetto lo scaldacollo e chiudo bene la maglia termica, andare in discesa tutti sudati senza coprairsi è da suicidio.
Boooooom! Parto a tutta, io che avevo paura della discesa la prima volte che l'ho fatta. Il fondo è bastardissimo, ghiaia più gessi fanno traballare la bici di continuo e rendono le curve assai difficili.
Sul pezzo finale asfaltato tocco i 50, il minimo errore puo costare caro, il rumore del vento nelle orecchie sommato a quelle delle gomme è assordante. Arrivo in fondo e non ho cotto i freni, avevo rimesso in disco da 160 e un po di paura l'avevo, perche le prime volte avevo portato al surriscaldamento dei freni.
[.....]
Ora si deve tornare a casa, stavolta torno per sterrati. Il fondo è buono, compatto e solo in alcuni punti c'è qualche pezzo con del fango, almeno nella prima parte.
Entrato in un boschetto dove il sole non passa tanto facilmente mi immaginavo ci fosse del fango, infatti è stato proprio cosi. Anche se solo in superfice ha messo a dura prova le mie gomme, quelle dietro nei rilanci slittava spesso, quella davanti in curva non mi dava sicurezza, come tralaltro anche quando è secco.
Che divertimento lo sterrato, finalmente si guida, si rilancia si fa fatica, per strada era noiosissimo, sempre dritto, rilanci quasi mai, tutto piatto, vento macchine camion.
[....]
Torno in paese, un po sporco e mi dirigo a casa per riposarmi un po, oggi pomeriggio voglio ripetere il giro a tutti i costi.
Per fortuna ho fatto quella chiamata!!!
Scusate per la lughezza, ma quando mi metto a scrivere non mi fermo più
Dopo le solite domande e risposte di rito gli chiedo se è tornato a pedalare, la sua risposta è affermativa quindi scatta la domanda "ma come è messo il terreno sui colli, c'è fango?". "Nono, si va bene, se vuoi andare non ci sono problemi". Chiaccheriamo ancora un po poi ci salutiamo.
Era dal lontano novembre che la mia bici non vedeva più lo sterrato, cosi mi è balenato il testa di andare a rimontare le gommone (avevo messo delle gomme da strada
Finito il lavoro osservo la bici e mi dico: "ma ho montato le gomme di un trattore?" faccio un giretto di prova sotto il portico e da rumore che fanno mi convinco sempredi più di aver montato gomme da trattore.
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Finalmente arriva oggi, sveglia alle 8.40, mangio, controllo le email poi mi vesto. Arrivo in garages e do gli ultimi ritocchi alla bici, sgonfio le ruote, monto un bomboletta gonfia e ripara eeeee...... mi metto finalmente in sella!
I primi 7-8 km sono tutti di strada, non ho voluto arrivare ai colli dallo sterrato perchè non sapevo le codizioni in cui era, quindi prendo la strada che mi ha insegnato il mio amico per fare anche prima.
Certo che con i gommoni gonfiati a 2 bar neanche per strada è dura, e quando prendi un po di velocità il rumore è notevole.
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Ultima svolta a sinistra e gia vedo la salita. Il primo pezzo è in asfalto, salgo tranquillo e regolare e ammiro il paesaggio. La giornata fa invidia a una di mezza estate a parte per il fresco, ma in cielo nemmeno un nuvola. Si vedono benissimo le cime delle colline, quelle famose colline che vedevo tutti i giorni da lontano quando aspettavo il treno in stazione per andare a scuola. Mi domandavo spesso come fosse messa la strada, se era praticabile o c'era troppo fango. "Lo scoprirò presto", entro in sterrato con una deviazione che evita il primo pezzo di salita ripida su asfalto. Buche a più non posso, sassi ma del fango nemmeno traccia. Un falsopiano, molto falso, spacca le gambe ma viene interrotto da una piccola discesa con il fondo distrutto dal passaggio dei cavalli, stare in piedi è un impresa, per fortuna è ancora un po ghiacciato, così non c'è il rischio di sprofondare.
Terminata la deviazione si torna per 100-200 metri su strada in salita ripida.
A questo punto inizia il peggio, quello che mi ha sempre distrutto: il primo tratto di salita su ghiaia molto ripida. Volgio salire seduto, c'è la voglio fare questa volta, ma è troppo dura ancora, scendo in un punto in cui la salita spiana, aspetto che i battiti da 195 (!) scendano almeno a 175, poi risalgo e la salita torna subito a rizzarsi sotto i miei piedi. Ancora una volta devo scendere, stavolta spingo per un po, poi prima di ripartire bevo dell'acqua, mi apro la maglia e levo lo scalda collo, fa davvero caldo pedalare in salita!
Per fortuna è finito il tratto ripido, ora vado su regolare, ma adesso le difficoltà arrivano dal terreno, se prima c'era un po di ghiaia (molta se ne è andata a causa delle numerose piogge) adesso affiorano gessi di 10-20 cm per tutta la larghezza delle strada. E' uno slalom continuo, in alcuni passaggi bisogna stare molto attenti se non si vuole cadere.
I gessi pero non mi fermano, dopo il tratto ripido non scendo più di bici e guadagno la meta della salita abbastanza facilmente.
Prima di girare le bici e buttami in discesa mi disseto, mi rimetto lo scaldacollo e chiudo bene la maglia termica, andare in discesa tutti sudati senza coprairsi è da suicidio.
Boooooom! Parto a tutta, io che avevo paura della discesa la prima volte che l'ho fatta. Il fondo è bastardissimo, ghiaia più gessi fanno traballare la bici di continuo e rendono le curve assai difficili.
Sul pezzo finale asfaltato tocco i 50, il minimo errore puo costare caro, il rumore del vento nelle orecchie sommato a quelle delle gomme è assordante. Arrivo in fondo e non ho cotto i freni, avevo rimesso in disco da 160 e un po di paura l'avevo, perche le prime volte avevo portato al surriscaldamento dei freni.
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Ora si deve tornare a casa, stavolta torno per sterrati. Il fondo è buono, compatto e solo in alcuni punti c'è qualche pezzo con del fango, almeno nella prima parte.
Entrato in un boschetto dove il sole non passa tanto facilmente mi immaginavo ci fosse del fango, infatti è stato proprio cosi. Anche se solo in superfice ha messo a dura prova le mie gomme, quelle dietro nei rilanci slittava spesso, quella davanti in curva non mi dava sicurezza, come tralaltro anche quando è secco.
Che divertimento lo sterrato, finalmente si guida, si rilancia si fa fatica, per strada era noiosissimo, sempre dritto, rilanci quasi mai, tutto piatto, vento macchine camion.
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Torno in paese, un po sporco e mi dirigo a casa per riposarmi un po, oggi pomeriggio voglio ripetere il giro a tutti i costi.
Per fortuna ho fatto quella chiamata!!!
Scusate per la lughezza, ma quando mi metto a scrivere non mi fermo più