Ho fatto il "lungo" di Prato: 91 km per 2415 metri di dislivello. Il tempo impiegato (6h40) non passerà alla storia della manifestazione ma che importa: ce l'ho fatta! :-x
Consapevole dei miei limiti avevo la forte sensazione che stavo facendo una kazzata a cimentarmi con un percorso del genere. Sensazione diventata certezza stamattina quando mi sono pesato: 76 kg, il mio massimo storico! Tiro un moccolo e mi do' di grandissimo cojon per aver preparato la gara abbuffandomi di salsicce e rosticciana il giorno prima. Ma ormai non posso tirarmi indietro .
Partiti. Dopo 8 km di asfalto fino a Montemurlo, inizia la salita che porta alle Cavallaie, che conosco bene perché fa parte del percorso corto che ho già fatto due volte. Risparmio le forze, sto bene ma fondamentalmente non vado una sega. Arrivato al bivio lungo-corto giro a sinistra, verso l'ignoto .. Il primo tratto dopo il bivio è una fighissima discesa nel bosco, poi si risale fino alle Barbe e si riscende fin all'asfalto. Per tutto il tempo sono solo, ma è una bella sensazione, soprattutto nel bosco. Siamo intorno al 40° km, più o meno a Vernio. Mi ricordo del consiglio di Andrea: arrivato nel falsopiano su asfalto non strafare, vedi se riesci a metterti a ruota di qualche gruppetto. Mmm, di gruppetti in giro non ce ne sono, però 200 metri più avanti c'è un altro biker. Lo raggiungo, ci diamo un po' il cambio e lui purtroppo comincia a ragionare: lo sai che adesso inizia la salita all'alpe di cavarzano? non l'hai mai fatta? segnati perché ti sfonda, sokkazzi amari, etc..
Dopo questa iniezione di fiducia, per fortuna lui si ferma ed io continuo da solo.
La prima parte della salita all'alpe è una pettata assurda su single track, smonto dalla bici e me la faccio a piedi. Finalmente il single track lascia il posto all'asfalto, penso "per una volta evviva il bitume". La salita però spacca veramente, sono circa 850 metri di dislivello in 8-9 chilometri. Non finisce mai ed io sono sempre più stanco, al punto di meditare l'abbandono . Scaccio l'idea dalla testa anche perchè finora i crampi mi hanno lasciato in pace.. d'altra parte sto bevendo sali come un cammello, ad ogni ristoro faccio il pieno. Arrivato al GPM un omino mi dice di stare attento alla discesa. La parola discesa a me sembra una liberazione e mi ci fiondo, però l'omino ha ragione: ci sono tratti tecnici, bisogna stare attenti e lasciare scorrere la bici. Scopro con una certa soddisfazione di essere meno impedito di tanti che scendono al primo scalino.
I restanti 30 km sono duri: continui saliscendi, non si fa in tempo a mettere un rapporto più duro che subito si deve scalare. La catena si lamenta, non ne può più: e se si rompe?? Mi dico che devo avere solo pensieri positivi.
Al 75° km i crampi mordicchiano i quadricipiti: ad alta voce mi rivolgo ai crampi: "troppo tardi bastard.i, non mi fregate più ormai". Un tipo dell'organizzazione mi sente e mi guarda con gli occhi sbarrati. Rido come uno scemo.
All'ultimo ristoro espongono il cartello "ultimi 5 km". Chiedo: "Non è che siete bugiardi?". Mi rispondono "solo un pochino". Alla fine infatti i km da fare saranno 10.
Asfalto. Giù a destra si vede Prato: ce l'ho fatta. Prima però devo passare indenne dalla discesa sassosa finale, ripida e lunga. Sento un dolore bestia alle mani, non riesco neanche più a pinzare i freni. Mi fanno male gambe, braccia, kulo, schiena
Arrivo sulla pista ciclabile e l'adrenalina mi porta a spingere; discesina tecnica sull'argine ok, guado del fiume molto meno ok: praticamente ci affondo dentro ed il fotografo pensa bene di immortalarmi (tanto non te la compro quella foto, brodo!), ma ormai ci siamo ..
Lo so che è stupido ma all'arrivo mi viene un groppo in gola.
Mi vengono incontro moglie e bimba, avevo detto di presentarsi dopo 6 ore e mezza e sono stato puntuale. "Babbo, ma non te la danno la coppa?" Beata innocenza. "La prossima volta, tesoro".
Chiudo ringraziando Andrea per i consigli e gli incoraggiamenti
Consapevole dei miei limiti avevo la forte sensazione che stavo facendo una kazzata a cimentarmi con un percorso del genere. Sensazione diventata certezza stamattina quando mi sono pesato: 76 kg, il mio massimo storico! Tiro un moccolo e mi do' di grandissimo cojon per aver preparato la gara abbuffandomi di salsicce e rosticciana il giorno prima. Ma ormai non posso tirarmi indietro .
Partiti. Dopo 8 km di asfalto fino a Montemurlo, inizia la salita che porta alle Cavallaie, che conosco bene perché fa parte del percorso corto che ho già fatto due volte. Risparmio le forze, sto bene ma fondamentalmente non vado una sega. Arrivato al bivio lungo-corto giro a sinistra, verso l'ignoto .. Il primo tratto dopo il bivio è una fighissima discesa nel bosco, poi si risale fino alle Barbe e si riscende fin all'asfalto. Per tutto il tempo sono solo, ma è una bella sensazione, soprattutto nel bosco. Siamo intorno al 40° km, più o meno a Vernio. Mi ricordo del consiglio di Andrea: arrivato nel falsopiano su asfalto non strafare, vedi se riesci a metterti a ruota di qualche gruppetto. Mmm, di gruppetti in giro non ce ne sono, però 200 metri più avanti c'è un altro biker. Lo raggiungo, ci diamo un po' il cambio e lui purtroppo comincia a ragionare: lo sai che adesso inizia la salita all'alpe di cavarzano? non l'hai mai fatta? segnati perché ti sfonda, sokkazzi amari, etc..
Dopo questa iniezione di fiducia, per fortuna lui si ferma ed io continuo da solo.
La prima parte della salita all'alpe è una pettata assurda su single track, smonto dalla bici e me la faccio a piedi. Finalmente il single track lascia il posto all'asfalto, penso "per una volta evviva il bitume". La salita però spacca veramente, sono circa 850 metri di dislivello in 8-9 chilometri. Non finisce mai ed io sono sempre più stanco, al punto di meditare l'abbandono . Scaccio l'idea dalla testa anche perchè finora i crampi mi hanno lasciato in pace.. d'altra parte sto bevendo sali come un cammello, ad ogni ristoro faccio il pieno. Arrivato al GPM un omino mi dice di stare attento alla discesa. La parola discesa a me sembra una liberazione e mi ci fiondo, però l'omino ha ragione: ci sono tratti tecnici, bisogna stare attenti e lasciare scorrere la bici. Scopro con una certa soddisfazione di essere meno impedito di tanti che scendono al primo scalino.
I restanti 30 km sono duri: continui saliscendi, non si fa in tempo a mettere un rapporto più duro che subito si deve scalare. La catena si lamenta, non ne può più: e se si rompe?? Mi dico che devo avere solo pensieri positivi.
Al 75° km i crampi mordicchiano i quadricipiti: ad alta voce mi rivolgo ai crampi: "troppo tardi bastard.i, non mi fregate più ormai". Un tipo dell'organizzazione mi sente e mi guarda con gli occhi sbarrati. Rido come uno scemo.
All'ultimo ristoro espongono il cartello "ultimi 5 km". Chiedo: "Non è che siete bugiardi?". Mi rispondono "solo un pochino". Alla fine infatti i km da fare saranno 10.
Asfalto. Giù a destra si vede Prato: ce l'ho fatta. Prima però devo passare indenne dalla discesa sassosa finale, ripida e lunga. Sento un dolore bestia alle mani, non riesco neanche più a pinzare i freni. Mi fanno male gambe, braccia, kulo, schiena
Arrivo sulla pista ciclabile e l'adrenalina mi porta a spingere; discesina tecnica sull'argine ok, guado del fiume molto meno ok: praticamente ci affondo dentro ed il fotografo pensa bene di immortalarmi (tanto non te la compro quella foto, brodo!), ma ormai ci siamo ..
Lo so che è stupido ma all'arrivo mi viene un groppo in gola.
Mi vengono incontro moglie e bimba, avevo detto di presentarsi dopo 6 ore e mezza e sono stato puntuale. "Babbo, ma non te la danno la coppa?" Beata innocenza. "La prossima volta, tesoro".
Chiudo ringraziando Andrea per i consigli e gli incoraggiamenti