Resoconto di una giornata con lo sfuggitivo

superugos

Biker serius
22/9/11
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Foligno
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Ero seduto vicino al camino con quel poco che rimaneva della brace, facevo bolle con la bocca mentre guardavo due televisori sullo stesso canale….
I carboni sembravano farmi l’occhiolino mentre li fissavo poi ad un tratto una domanda…
Ma io ho 2 televisori in sala?? Forse è meglio che vado a dormire…

Ma andiamo dall’inizio..
La giornata era già nata male del suo, ho aperto gli occhi al 4° richiamo della sveglia dopo aver dormito poco e male, fuori freddo e tempo incerto..
Ho sollevato le ossa dal letto con rabbia nonostante tutto il corpo mi opponeva una forte resistenza e mentre il mio omino del cervello accendeva pian piano tutto il macchinario io ero già al lavoro..
Erano le 10.30, dopo 2 caffè ancora a tratti sbadigliavo, poi all’improvviso uno spiraglio di sole e subito mi si è accesa un’idea in testa come una lampadina… mmmmmmmm Oggi pomeriggio non lavoro. Una toccatina ai muscoli delle cosce, una stiracchiata al collo giusto per capire se la cosa è fattibile, già che ci sono una grattatina e una scorreggia (fiere alleate della saggia decisione) e poi è fatta… Oggi bici.

Cerco alleati, prendo subito il telefono e chiamo Lo Sfuggitivo… Il soprannome non sta li a caso, logicamente lui non risponde..
Richiamo con cieca speranza e dopo 10 squilli risponde ancora la signorina della Telecom che gentilmente mi avverte che l’utente non risponde… Ma grazie… Minchia, se non me lo dicevi avrei parlato ore al telefono da solo…
Alle 12.45 ho perso ogni speranza, ho telefonato così tanto che questa sera vado al cinema con la centralinista della Telecom, ho inviato messaggi, email, ho parlato con il suo vicino di casa ed anche il vigile urbano se lo vede a passare lo ferma e mi chiama ma de Lo Sfuggitivo nessuna traccia..
Poi alle 13.00 una telefonata… E’ lui… “ho sentito l’esseoesse sul baracchino, che mi hai cercato?” nooo…
Salto dal racconto volontariamente i primi 2 minuti di conversazione, (conversazione monodirezionale piena di consigli su dove infilare il telefonino con riferimenti al suo orientamento sessuale e confronti specifici tra lui e i vegetali che spesso prevalgono nel paragone) poi un domanda… “Scappamo oggi?”..

Attimo di silenzio, è panico, il suo cervello cerca velocemente una scappatoia o una scusa da utilizzare, capisco la situazione e lo incalzo.. “Hooo te sei incantato?” con voce incerta risponde “Vabbè…. solita ora solito posto” poi aggiunge “capisco che alle 14.30 è tardi ma prima non je la fò. Sarò puntuale..”
Il problema è che Lo sfuggitivo non è mai puntuale, i buoni propositi mal si sposano con la sua personalità…

Chiudo il telefono ed è già tardi, chiamo a casa per dire che a pranzo mangio poco perché vado in bici e la risposta di mia moglie è secca e perentoria, quel genere di risposte che non lasciano aperte molte vie di fuga “ho fatto gli gnocchi col sugo, è da stamattina che stò a commatte in cucina, adesso li ho già messi giù e non me ne frega se vai in bici, ammò li mangi”.
Li gnocchi li ho mangiati e se devo essere sincero ho fatto pure la scarpetta… e se devo essere ancora più sincero lungo i 1200 mt di dislivello forse li ho mangiati più di una volta…
Alle 14.45 , in ritardo come al solito si presenta Lo Sfuggitivo al luogo di ritrovo. E’ inutile che lo insulto, neanche per sprecare il tempo, poi gli gnocchi… ma lasciamo perdere…

Ciò che comunque mi impressiona è come si è presentato mio cugino.. Intorno tira l’aria ed è un freddo della madonna, lui mi viene incontro allegramente con un sorriso tipo il bimbo alla prima comunione. L’unico abbigliamento tecnico è una salopette lunga da ciclista strappata all’altezza dell’ano ed il caschetto, per il resto sembra vestito a caso in un armadio non suo..

Porta una maglia intima di cotone mezze maniche 2 taglie più grandi, una felpa invernale della nike con il cappuccio e senza apertura avanti, un paio di scarpe da ginnastica estive. E sorride… Cazzo sorridi…
Senza perdere altro tempo giriamo le bici ed inizia la salita. Visto che siamo in ritardo saliamo per l’asfalto per far prima, 13 chilometri con 1000 mt e passa di dislivello in un sol colpo… Praticamente una salita da cagasse addosso. Un’ora e passa e mai una gioia.
Vado avanti io perché non è il caso di mandare avanti Lo Sfuggitivo, sono anni che esce con i pantaloncini con un ampio spacco dietro il sedere e per giunta li indossa sempre sopra a mutande marroni. Non è un bello spettacolo.
Inizialmente si parla del più e del meno, dopo un chilometro si parla meno poi non si parla più per niente.

A metà strada Lo Sfuggitivo tenta uno scatto, si alza in piedi sui pedali e sbuffa.. Io gli grido una frase di incitamento di quelle potenti “vai che in cima e pieno di figa” ma non serve a molto e si siede, “oggi non va”… Da qui in avanti si è soli in silenzio con i cardio che suonano, qualche rutto e scorreggia ci tengono compagnia fino alla cima…
Arrivati alla meta ci fermiamo un attimo a prender fiato, come al solito Lo fuggitivo non ha preso nulla da mangiare e ti guarda affamato con gli occhi tristi.. Non ti chiede niente ma scodinzola con la faccia rossa cobalto, tutto imbottito di sudore racchiuso in quel suo felpone senza apertura anteriore.
La discesa per il bosco è impegnativa ma dobbiamo sbrigarci il sole sta calando ed ora fa più freddo.
Arrivati a metà strada dopo un sentiero di raccordo in salita mi fermo un attimo e illustro la situazione su varie deviazioni che abbiamo incrociato. Lui ti guarda con l’espressione curiosa del criceto in gabbia, non je ne frega un cazzo delle deviazioni ma finge di essere interessato per guadagnare qualche minuto in più e riprendere fiato.
Ancora non è caduto e questo non è normale perché lui cade sempre ma comunque più avanti c’è un tratto difficile e veloce, recupererà dopo…
In discesa con materiale sciolto la mia bici non vuole andare dove dico io ma trovo un compromesso e vado avanti , mi vengono in mente le parole dei miei avi.. “molla i freni e galleggia sui sassi”..

Anche Lo Sfuggitivo usa la stessa tecnica, molla i freni e galleggia, prima sui sassi poi a bordo del sentiero, poi nel bosco e infine dopo uno schianto sordo non galleggia più..
Lo recupero, ha la testa incastrata in un albero multiradica, fatico ad estrarlo, lo tiro per la felpa sudata, non viene…
Sto pensando di lasciarlo lì, mi guardo intorno, poi si alza, si dà una sgrullatina, controlla la bici e rimonta in sella.
Non dice molto ma la pianta ha la corteccia rovinata, come il suo volto.

Ritornati in città ormai è notte, per finire il giro e uscire dal bosco prima del buio abbiamo tirato, lo saluto e distrutto dalla fatica e con la gocciola sul naso risponde “alla prossima” ma sinceramente non è stato molto convincente..





 

heidi70

Biker serius
21/4/11
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ti farei tutti i complimenti di rito ma sto continuando a fregarmi gli occhi per non piangere, dal ridere!

scrivi ancora!!!!! e facci sapere dove!
 

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