Guardate un po'... si parla di bici... :shock: :shock: :shock:
Tratto da "la Repubblica" del 4 Aprile 2004.
Articolo di CECILIA GENTILE.
ROMA - Ciclisti urbani alla riscossa. Se fino a pochi anni fa l'uso della bicicletta era considerato segno di povertà, triste necessità di chi non poteva permettersi un mezzo a motore, adesso, nelle nostre metropoli malate di traffico e di smog, spostarsi in bici è la scelta sempre più diffusa di chi non vuole rimanere incolonnato tra le automobili o perdere tempo e denaro per il parcheggio. I dati dell'Aicc, l'Associazione italiana città ciclabili, dicono che gli spostamenti in bicicletta a Milano nel 2003 hanno rappresentato l'8% della mobilità complessiva, rispetto al 2% di dieci anni fa. Stessa crescita, per esempio, a Livorno e a Pisa: dal 2.5 % al 15 per cento in dieci anni. Effettuando monitoraggi per le strade, la Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta ha calcolato che a Milano girano ogni giorno 25.000 ciclisti su un totale ai 1.300.000 abitanti. Insomma, accanto agli appassionati di escursioni fuori città e viaggi sulle due ruote, si è ormai consolidata una nuova categoria di ciclisti, quella degli utenti della strada, che, al pari degli automobilisti, dei motoclisti e dei pedoni, rivendicano il loro legittimo spazio nel traffico urbano. «Noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico», dicono provocatoriamente quelli di Critical mass, la massa critica dei ciclisti urbani che in varie città d'Italia si ritrova una sera al mese per rendere visibile la sua esistenza. Una pratica importata due anni fa dall'America, dove il fenomeno si è sviluppato a partire dall'esempio di San Francisco nel 1992. Nel settembre di quell'anno un gruppo di ciclisti decise di passare ugualmente su un ponte sopra la baia che esibiva il divieto di transito per le biciclette. «Da quei ciclisti che reclamavano il diritto di stare per strada, traffico nel traffico, è nata Critical mass», scrivono gli autori del libro "Manuale di sopravvivenza ciclica urbana", appena uscito per Terre di mezzo. È la prima pubblicazione che parla di Critical mass in Italia, scritta dai suoi stessi protagonisti, riuniti nel nome collettivo "Elsinki". «Lo abbiamo scelto - spiegano - perché era il nome di battaglia di Elsa Oliva, partigiana dell'Ossola, una delle prime a capire l'utilità della bicicletta nella Resistenza». Perché per quelli di Critical mass, e per molti ciclisti quotidiani, la bici è anche una forma di resistenza: alle insidie della città e alle insidie della vita. «La bicicletta è molto più di un mezzo di trasporto - si legge nel manuale - è un leggero telaio capace di veicolare significati, solidarietà, lotta, poesia». Ancora: «La bicicletta declina il motto: pensa globalmente, agisci localmente». In due anni il fenomeno è andato crescendo e adesso cerca un respiro nazionale. È questo il senso del primo raduno organizzato a Roma per il prossimo 29 maggio, quando da tutta Italia arriveranno le Critical mass locali per rivendicare insieme il loro diritto ad esistere. Un diritto che i ciclisti urbani pagano caro, come dimostrano i dati Aci - Istat: nel 2002 i ciclisti hanno avuto 11.280 incidenti, che hanno prodotto 10.482 feriti e 320 morti. Una delle ultime vittime è stata Elena Abate, vent'anni, travolta a Milano da una betoniera lo scorso 24 giugno 2003, mentre in bicicletta percorreva piazzale Maciachini. Per lei quelli di Milano hanno organizzato una massa critica ciclonudista: 1000 ciclisti senza vestiti per ricordare che chi sta in sella è vulnerabile, ha solo il proprio corpo contro la violenza dell'automobile. Azioni dimostrative, ma non solo. Su un altro fronte, ma per lo stesso obiettivo, lavora la Fiab. La strategia: individuare e tracciare percorsi per le biciclette, fare pressing sulle amministrazioni e sul governo per ottenere piste ciclabili e provvedimenti di moderazione del traffico come incroci rialzati, zone a 30 all'ora, rotatorie al posto degli incroci. Ancora: laboratori nelle scuole e attività di sensibilizzazione per diffondere la cultura della bicicletta. Anche le vendite provano che ormai non si tratta più di una moda, ma di una cultura. L'Ancma, l'Associazione nazionale cicli e motocicli, fa sapere che le percentuali delle vendite si sono completamente rovesciate. Prima era la mountain bike a monopolizzare il mercato. Adesso è la bici da città, con una percentuale del 40% rispetto alle Mtb che sono scese al 30%, mentre il resto sono bici da corsa o da bambino.
Tipi su due ruote:
IL FESTIVO. Secondo "Eta Meta Research", che ha disegnato i tipi, pedala solo la domenica, ma è come se fosse il tour.
IL BOHÉMIENNE. Non si cura del modello di bici. I vestiti sono segno di protesta: giacconi over size e jeans strappati.
LO STAKANOVISTA. La bicicletta è uno stile di vita, una compagna che non tradisce, è il mezzo ideale, dentro e fuori della città.
LA FAMIGLIA. La macchina serve solo per portare fuori città le biciclette di tutta la famiglia per pedalare insieme.
IL RADICAL CHIC. La bici è griffata, oppure ha un tocco di classe perché deve riflettere l'eleganza di chi ci pedala.
IL RAMBO. Ha mountain bike come carri armati: ammortizzatori, gomme scolpite, telaio rinforzato.
I numeri: 32.000.000 di biciclette in Italia. 1.500.000 biciclette vendute nel 2003. 1.400.000 nel 2002. 40% Bici da città; 30% Mtb; 30% Bici da corsa e da bambino. 300 - 500 Euro il costo di una buona bici da città. 11.280 Incidenti ai ciclisti nel 2002. 10.482 Ciclisti feriti. 320 Ciclisti morti.
Le iniziative: Critical mass nazionale "Ciemmona" 29 Maggio ore 17 a Roma al Colosseo. Bicintreno. Lunedì 12 Aprile, Pasquetta, giornata nazionale Bici + Treno, promossa da Trenitalia e Fiab: le biciclette viaggiano gratis sui treni regionali abilitati, il programma delle gite organizzate sul sito della Fiab. Bimbinbici. 9 Maggio, corteo di bambini in bicicletta in 100 città d'Italia per chiedere spazi sicuri, notizie sul sito Fiab. Albergabici. 400 tra alberghi, campeggi e bed&breakfast amici dei ciclisti. L'elenco sul sito della Fiab. Bicitalia. Rete ciclabile nazionale di 15.000 Km dentro e fuori le città, disegnata dalla Fiab, in corso di realizzazione. Cicloraduno. Dal 24 al 27 Giugno ciclisti e associazioni Fiab si ritrovano a pedalare a Venezia e dintorni. Su internet: www.fiab-onlus.it Nel sito della federazione dei ciclisti urbani e dei cicloescursionisti, gli aggiornamenti su escursioni weekend e viaggi in bici, sulle iniziative in tutte le città d'Italia e sui link amici della bicicletta. www.criticalmass.org/ Il sito di critical mass nel mondo, tutto sulla storia e la filosofia del movimento. www.inventati.org/criticalmass/ Il sito italiano del movimento. Pillole di Ciclosofia: La bici: restituisce al tempo tutta la sua continuità; fa riscoprire il valore dell'essenziale; riattiva il corpo e lo rende capace di percepire il fluire delle stagioni; tempra lo spirito; mette in movimento i pensieri migliori; riconcilia l'uomo con la natura e con se stesso.
Il decalogo del ciclista urbano:
1) Munirsi di kit per la sicurezza (casco, luci, catarifrangenti, indumenti fosforescenti per la sera).
2) Escludere le arterie principali e le strade più trafficate.
3) Costruire itinerari combinando insieme percorsi ciclabili, parchi, aree verdi, isole pedonali e strade secondarie.
4) Rispettare il codice della strada. [?!? be' questa...]
5) Nelle stagioni piovose portarsi dietro un k-way.
6) D'estate coprirsi il capo e munirsi di borraccia d'acqua.
7) Non ascoltare musica con gli auricolari.
8) Ripararsi gli occhi con occhiali da sole e antivento di materiale infrangibile.
9) Sfruttare le marce per pedalare in agilità nelle salite, per evitare di inalare troppo smog sotto uno sforzo eccessivo.
10) Portarsi una catena per legare la bicicletta quando la si lascia.
Tratto da "la Repubblica" del 4 Aprile 2004.
Articolo di CECILIA GENTILE.
ROMA - Ciclisti urbani alla riscossa. Se fino a pochi anni fa l'uso della bicicletta era considerato segno di povertà, triste necessità di chi non poteva permettersi un mezzo a motore, adesso, nelle nostre metropoli malate di traffico e di smog, spostarsi in bici è la scelta sempre più diffusa di chi non vuole rimanere incolonnato tra le automobili o perdere tempo e denaro per il parcheggio. I dati dell'Aicc, l'Associazione italiana città ciclabili, dicono che gli spostamenti in bicicletta a Milano nel 2003 hanno rappresentato l'8% della mobilità complessiva, rispetto al 2% di dieci anni fa. Stessa crescita, per esempio, a Livorno e a Pisa: dal 2.5 % al 15 per cento in dieci anni. Effettuando monitoraggi per le strade, la Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta ha calcolato che a Milano girano ogni giorno 25.000 ciclisti su un totale ai 1.300.000 abitanti. Insomma, accanto agli appassionati di escursioni fuori città e viaggi sulle due ruote, si è ormai consolidata una nuova categoria di ciclisti, quella degli utenti della strada, che, al pari degli automobilisti, dei motoclisti e dei pedoni, rivendicano il loro legittimo spazio nel traffico urbano. «Noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico», dicono provocatoriamente quelli di Critical mass, la massa critica dei ciclisti urbani che in varie città d'Italia si ritrova una sera al mese per rendere visibile la sua esistenza. Una pratica importata due anni fa dall'America, dove il fenomeno si è sviluppato a partire dall'esempio di San Francisco nel 1992. Nel settembre di quell'anno un gruppo di ciclisti decise di passare ugualmente su un ponte sopra la baia che esibiva il divieto di transito per le biciclette. «Da quei ciclisti che reclamavano il diritto di stare per strada, traffico nel traffico, è nata Critical mass», scrivono gli autori del libro "Manuale di sopravvivenza ciclica urbana", appena uscito per Terre di mezzo. È la prima pubblicazione che parla di Critical mass in Italia, scritta dai suoi stessi protagonisti, riuniti nel nome collettivo "Elsinki". «Lo abbiamo scelto - spiegano - perché era il nome di battaglia di Elsa Oliva, partigiana dell'Ossola, una delle prime a capire l'utilità della bicicletta nella Resistenza». Perché per quelli di Critical mass, e per molti ciclisti quotidiani, la bici è anche una forma di resistenza: alle insidie della città e alle insidie della vita. «La bicicletta è molto più di un mezzo di trasporto - si legge nel manuale - è un leggero telaio capace di veicolare significati, solidarietà, lotta, poesia». Ancora: «La bicicletta declina il motto: pensa globalmente, agisci localmente». In due anni il fenomeno è andato crescendo e adesso cerca un respiro nazionale. È questo il senso del primo raduno organizzato a Roma per il prossimo 29 maggio, quando da tutta Italia arriveranno le Critical mass locali per rivendicare insieme il loro diritto ad esistere. Un diritto che i ciclisti urbani pagano caro, come dimostrano i dati Aci - Istat: nel 2002 i ciclisti hanno avuto 11.280 incidenti, che hanno prodotto 10.482 feriti e 320 morti. Una delle ultime vittime è stata Elena Abate, vent'anni, travolta a Milano da una betoniera lo scorso 24 giugno 2003, mentre in bicicletta percorreva piazzale Maciachini. Per lei quelli di Milano hanno organizzato una massa critica ciclonudista: 1000 ciclisti senza vestiti per ricordare che chi sta in sella è vulnerabile, ha solo il proprio corpo contro la violenza dell'automobile. Azioni dimostrative, ma non solo. Su un altro fronte, ma per lo stesso obiettivo, lavora la Fiab. La strategia: individuare e tracciare percorsi per le biciclette, fare pressing sulle amministrazioni e sul governo per ottenere piste ciclabili e provvedimenti di moderazione del traffico come incroci rialzati, zone a 30 all'ora, rotatorie al posto degli incroci. Ancora: laboratori nelle scuole e attività di sensibilizzazione per diffondere la cultura della bicicletta. Anche le vendite provano che ormai non si tratta più di una moda, ma di una cultura. L'Ancma, l'Associazione nazionale cicli e motocicli, fa sapere che le percentuali delle vendite si sono completamente rovesciate. Prima era la mountain bike a monopolizzare il mercato. Adesso è la bici da città, con una percentuale del 40% rispetto alle Mtb che sono scese al 30%, mentre il resto sono bici da corsa o da bambino.
Tipi su due ruote:
IL FESTIVO. Secondo "Eta Meta Research", che ha disegnato i tipi, pedala solo la domenica, ma è come se fosse il tour.
IL BOHÉMIENNE. Non si cura del modello di bici. I vestiti sono segno di protesta: giacconi over size e jeans strappati.
LO STAKANOVISTA. La bicicletta è uno stile di vita, una compagna che non tradisce, è il mezzo ideale, dentro e fuori della città.
LA FAMIGLIA. La macchina serve solo per portare fuori città le biciclette di tutta la famiglia per pedalare insieme.
IL RADICAL CHIC. La bici è griffata, oppure ha un tocco di classe perché deve riflettere l'eleganza di chi ci pedala.
IL RAMBO. Ha mountain bike come carri armati: ammortizzatori, gomme scolpite, telaio rinforzato.
I numeri: 32.000.000 di biciclette in Italia. 1.500.000 biciclette vendute nel 2003. 1.400.000 nel 2002. 40% Bici da città; 30% Mtb; 30% Bici da corsa e da bambino. 300 - 500 Euro il costo di una buona bici da città. 11.280 Incidenti ai ciclisti nel 2002. 10.482 Ciclisti feriti. 320 Ciclisti morti.
Le iniziative: Critical mass nazionale "Ciemmona" 29 Maggio ore 17 a Roma al Colosseo. Bicintreno. Lunedì 12 Aprile, Pasquetta, giornata nazionale Bici + Treno, promossa da Trenitalia e Fiab: le biciclette viaggiano gratis sui treni regionali abilitati, il programma delle gite organizzate sul sito della Fiab. Bimbinbici. 9 Maggio, corteo di bambini in bicicletta in 100 città d'Italia per chiedere spazi sicuri, notizie sul sito Fiab. Albergabici. 400 tra alberghi, campeggi e bed&breakfast amici dei ciclisti. L'elenco sul sito della Fiab. Bicitalia. Rete ciclabile nazionale di 15.000 Km dentro e fuori le città, disegnata dalla Fiab, in corso di realizzazione. Cicloraduno. Dal 24 al 27 Giugno ciclisti e associazioni Fiab si ritrovano a pedalare a Venezia e dintorni. Su internet: www.fiab-onlus.it Nel sito della federazione dei ciclisti urbani e dei cicloescursionisti, gli aggiornamenti su escursioni weekend e viaggi in bici, sulle iniziative in tutte le città d'Italia e sui link amici della bicicletta. www.criticalmass.org/ Il sito di critical mass nel mondo, tutto sulla storia e la filosofia del movimento. www.inventati.org/criticalmass/ Il sito italiano del movimento. Pillole di Ciclosofia: La bici: restituisce al tempo tutta la sua continuità; fa riscoprire il valore dell'essenziale; riattiva il corpo e lo rende capace di percepire il fluire delle stagioni; tempra lo spirito; mette in movimento i pensieri migliori; riconcilia l'uomo con la natura e con se stesso.
Il decalogo del ciclista urbano:
1) Munirsi di kit per la sicurezza (casco, luci, catarifrangenti, indumenti fosforescenti per la sera).
2) Escludere le arterie principali e le strade più trafficate.
3) Costruire itinerari combinando insieme percorsi ciclabili, parchi, aree verdi, isole pedonali e strade secondarie.
4) Rispettare il codice della strada. [?!? be' questa...]
5) Nelle stagioni piovose portarsi dietro un k-way.
6) D'estate coprirsi il capo e munirsi di borraccia d'acqua.
7) Non ascoltare musica con gli auricolari.
8) Ripararsi gli occhi con occhiali da sole e antivento di materiale infrangibile.
9) Sfruttare le marce per pedalare in agilità nelle salite, per evitare di inalare troppo smog sotto uno sforzo eccessivo.
10) Portarsi una catena per legare la bicicletta quando la si lascia.