Il tutto inizia con una telefonata dell'amico Barolli: "sai che ho preso la guida del Corno alle scale con tutti i percorsi ciclabili segnati e classificati?" ed io: "ah bene così non la devo prendere io". 2 Settimane dopo esco dalla libreria accursio (a Bologna ndr) con la suddetta guida in tasca.
Da allora studio le cartine e le road-maps della guida e l'occhio si ferma sempre su di un percorso con una discesa che avevo già sentito nominare: il sentiero CAI 151. Discesa davvero tosta.
Oggi è Mercoledì 1 Giugno, domani ho un intera giornata libera per festività ma mentre sono al lavoro vedo scendere l'acqua a secchi. Tornato a casa ri-guardo le previsioni: bologna:pioggia e schiarite, corno alle scale:pioggia e schiarite. Vado a letto sconsolato convinto di passare una giornata chiuso in casa e senza mtb.
La mattina mi sveglio alle 7:30 e vedo un raggio di sole: decido che faccio la pazzia e mi preparo per la partenza.
Arrivo a Pianaccio alle 9:45, sistemo la bici e parto alle 10:00 in punto.
3.5Km di asfalto dolce mi portano al rifugio segavecchia dove incontro 2 trekkers che saluto gentilmente e lascio con la frase "speriamo che non piova". Uno dei due mi risponde "mi sa che la prendiamo l'acqua oggi...". Dunque facendo finta di aggiustarmi i pantaloncini ne approfitto per fare i debiti scongiuri .
Imbocco il sentiero 123, mi aspettano 14 tornanti su forestale. Li conto uno ad uno, è bello, bellissimo ma è molto duro e il fondo irregolare non aiuta. Al tornante numero 7 decido di riposare e faccio qlc foto con l'autoscatto.
Riparto contento delle foto (la mia prima con l'autoscatto), finiscono i tornanti e inizia un sali-scendi nel bosco con un bel po' di fango. Sbaglio pure strada e son costretto a tornare sui miei passi (il gps geonaute da 4 soldi non è il massimo, prima o poi bisogna che passi al garmin). Arrivo al rifugio dei Bagnadori: che posto magico, non c'è anima viva (capirari col tempo così nuvoloso) e nel fitto del bosco è molto buio.
Mangio un panino e dopo un altro autoscatto (eh si, ci sto prendendo gusto, finirò col diventare narcisista ?) , riparto sempre più felice.
Salite e discese di alternano fino alla sboccata dei Bagnadori dove faccio un'altra pausa-panino e cerco di studiare il percorso sulla cartina (è un incrocio con almento 5 strade...).
Seguo il sentiero 129 ma dopo 300mt ecco un altro bivio dove mi tocca ri-studiare la cartina.
Continuo adesso sul sentiero 129a in salita non dura ma bagnata e scivolosa fino all'ennesimo bivio. Dopo aver ri-ri-studiato la cartina imbocco il sentiero 127a e poi il 127, bellissimo seppur breve single-track in discesa immerso nel fitto bosco (è praticamente notte, non si vede una mazza ma la fortuna mi assiste e riesco a non sbagliare strada, non nego che me la sono fatta sotto) e che mi porta ai prati di Budiara e all'omonimo ristorante.
Prima della discesa non ho realizzatoo di essere arrivato a quota 1400mt slm: la mia attuale "cima coppi" (lo so ai più la quota farà ridere ).
Il percorso adesso è di nuovo in salita verso Monte Pizzo dove ad aspettarmi c'è un bellissimo panorama su Lizzano.
Ultimo panino, scatti ed auto-scatto e via verso il quadrivio di bocca delle tese dove mi aspetta l'obiettivo della giornata: il sentiero 151.
Indosso le protezioni, abbasso la sella e mi butto in discesa. Il single-track non è mai più largo di 30cm, ci sono sassi smossi, pietroni, piccoli drop, tornantini a non finire e slalom stretti fra alberi il tutto con una pendenza media del 15%!. Vale veramente tutta la fatica per arrivarci e anche di più. Diciamo anche che la discesa era purtroppo molto umida e in 2 passaggi su roccia l'anteriore è partito e mi sono steso (le relative ammaccature si son sentite il giorno dopo!).
Arrivo a Fiammineda (un casolare abbandonato) dove, mentre sto per prendere la macchina fotografica, inizia a piovere. Indosso la giacca impermeabile-traspirante (nuova di zecca, al suo battesimo e comprata al deca a metà prezzo) e riparto in tutta fretta su un bellissimo sentiero lastricato, attraverso un ponte in legno e poi 200-300mt di risalita, tecnica sempre su lastricato, mi riportano a Pianaccio. Nel frattempo ha pure smesso di piovere.
Beh è stata una giornata avventurosa e da incorniciare; anche se ai più sembrerà un'uscita "normale", per me era la prima volta su una montagna vera con paesaggi che finora avevo visto solo nelle foto e nei video di nonnocarb & Co.
L'unico rammarico è di esserci andato da solo (purtroppo il fido compagno Barolli era impegnato con la famiglia venuta a trovarlo).
Da allora studio le cartine e le road-maps della guida e l'occhio si ferma sempre su di un percorso con una discesa che avevo già sentito nominare: il sentiero CAI 151. Discesa davvero tosta.
Oggi è Mercoledì 1 Giugno, domani ho un intera giornata libera per festività ma mentre sono al lavoro vedo scendere l'acqua a secchi. Tornato a casa ri-guardo le previsioni: bologna:pioggia e schiarite, corno alle scale:pioggia e schiarite. Vado a letto sconsolato convinto di passare una giornata chiuso in casa e senza mtb.
La mattina mi sveglio alle 7:30 e vedo un raggio di sole: decido che faccio la pazzia e mi preparo per la partenza.
Arrivo a Pianaccio alle 9:45, sistemo la bici e parto alle 10:00 in punto.
3.5Km di asfalto dolce mi portano al rifugio segavecchia dove incontro 2 trekkers che saluto gentilmente e lascio con la frase "speriamo che non piova". Uno dei due mi risponde "mi sa che la prendiamo l'acqua oggi...". Dunque facendo finta di aggiustarmi i pantaloncini ne approfitto per fare i debiti scongiuri .
Imbocco il sentiero 123, mi aspettano 14 tornanti su forestale. Li conto uno ad uno, è bello, bellissimo ma è molto duro e il fondo irregolare non aiuta. Al tornante numero 7 decido di riposare e faccio qlc foto con l'autoscatto.
Riparto contento delle foto (la mia prima con l'autoscatto), finiscono i tornanti e inizia un sali-scendi nel bosco con un bel po' di fango. Sbaglio pure strada e son costretto a tornare sui miei passi (il gps geonaute da 4 soldi non è il massimo, prima o poi bisogna che passi al garmin). Arrivo al rifugio dei Bagnadori: che posto magico, non c'è anima viva (capirari col tempo così nuvoloso) e nel fitto del bosco è molto buio.
Mangio un panino e dopo un altro autoscatto (eh si, ci sto prendendo gusto, finirò col diventare narcisista ?) , riparto sempre più felice.
Salite e discese di alternano fino alla sboccata dei Bagnadori dove faccio un'altra pausa-panino e cerco di studiare il percorso sulla cartina (è un incrocio con almento 5 strade...).
Seguo il sentiero 129 ma dopo 300mt ecco un altro bivio dove mi tocca ri-studiare la cartina.
Continuo adesso sul sentiero 129a in salita non dura ma bagnata e scivolosa fino all'ennesimo bivio. Dopo aver ri-ri-studiato la cartina imbocco il sentiero 127a e poi il 127, bellissimo seppur breve single-track in discesa immerso nel fitto bosco (è praticamente notte, non si vede una mazza ma la fortuna mi assiste e riesco a non sbagliare strada, non nego che me la sono fatta sotto) e che mi porta ai prati di Budiara e all'omonimo ristorante.
Prima della discesa non ho realizzatoo di essere arrivato a quota 1400mt slm: la mia attuale "cima coppi" (lo so ai più la quota farà ridere ).
Il percorso adesso è di nuovo in salita verso Monte Pizzo dove ad aspettarmi c'è un bellissimo panorama su Lizzano.
Ultimo panino, scatti ed auto-scatto e via verso il quadrivio di bocca delle tese dove mi aspetta l'obiettivo della giornata: il sentiero 151.
Indosso le protezioni, abbasso la sella e mi butto in discesa. Il single-track non è mai più largo di 30cm, ci sono sassi smossi, pietroni, piccoli drop, tornantini a non finire e slalom stretti fra alberi il tutto con una pendenza media del 15%!. Vale veramente tutta la fatica per arrivarci e anche di più. Diciamo anche che la discesa era purtroppo molto umida e in 2 passaggi su roccia l'anteriore è partito e mi sono steso (le relative ammaccature si son sentite il giorno dopo!).
Arrivo a Fiammineda (un casolare abbandonato) dove, mentre sto per prendere la macchina fotografica, inizia a piovere. Indosso la giacca impermeabile-traspirante (nuova di zecca, al suo battesimo e comprata al deca a metà prezzo) e riparto in tutta fretta su un bellissimo sentiero lastricato, attraverso un ponte in legno e poi 200-300mt di risalita, tecnica sempre su lastricato, mi riportano a Pianaccio. Nel frattempo ha pure smesso di piovere.
Beh è stata una giornata avventurosa e da incorniciare; anche se ai più sembrerà un'uscita "normale", per me era la prima volta su una montagna vera con paesaggi che finora avevo visto solo nelle foto e nei video di nonnocarb & Co.
L'unico rammarico è di esserci andato da solo (purtroppo il fido compagno Barolli era impegnato con la famiglia venuta a trovarlo).