Domenica 3 aprile
Seconda uscita ciclisti della domenica
Finalmente dopo due settimane di attesa ecco arrivare il giorno della seconda uscita in mountain bike. A 33 anni mi sento eccitato come quando ero piccolo e con i miei genitori si partiva per le vacanze estive. Mi ricordo che la sera prima nel mio lettino cercavo di concentrarmi per addormentarmi subito, dormendo la notte sarebbe passata in un lampo e mi sarei svegliato allalba, colazione e di corsa sul sedile dietro della Fiat500 di mio padre, stracarica di valige sul portapacchi.
Nonostante sia domenica alle 07.00 del mattino ho gia gli occhi spalancati, mentre la mia ragazza ancora e nel mondo dei sogni. Ormai sono sveglio, mi alzo, inizio a vagare per casa e gia penso al momento in cui usciro dal cancello con la mia nuova mtb. Oggi insieme me ed Elena, nome in codice pedalina, ci sara anche il papi in arte gps-man, che per loccasione e riuscito a far entrare la sua Bianchi Doss dentro ad una Smart, pazzesco cosa possa fare la volontà umana.
Il programma e semplice, pranzo a casa mia, MotoGP alle 14.00 e partenza ore 14.45.
Sorvolando sui primi due punti della scaletta e andiamo direttamente alla partenza che come vuole la regola purtroppo non e mai allora che ho deciso, cosi finalmente alle 15.00 siamo in sella.
Per testare le nostre capacità neo ciclistiche faccio partire unapplicazione del telefono per tracciare il percorso. Che bello dopo un giro riguardare dal satellite la nostra traccia che si perde allinterno di fitti boschi.
Lentusiasmo e alle stelle, il mio soprattutto, poche pedalate e siamo gia sullo sterrato. Il primo pezzo e una passeggiata in mezzo ai campi coltivati. E una bellissima giornata. Il termometro segna 24 gradi ed il sole inizia a farsi sentire caldo per la prima volta dopo linverno, non ce assolutamente afa ma cosa piu importante non ci sono mosche e zanzare a rompere le scatole. Praticamente sarebbe tutto perfetto se non mi fossi alzato al mattino con un terribile mal di collo, incredibile, la sfiga ha colpito ancora ma la mie pastiglie di Voltaren sono sicuro faranno il loro dovere.
Iniziamo ad avvicinarci ai dislivelli naturali in prossimità del fiume Ticino e tanto per saggiare le nostre doti di equilibrio ecco davanti a noi un sentiero sabbioso molto ripido che impone di essere affrontato con i freni tirati. Apro le danze e mi ci butto, la forcella della bici si comprime ad ogni buca che incontro ed assorbe i colpi, purtroppo pero non abbastanza da non farli avvertire al mio collo malandato. Passati oltre eccoci subito al fianco di un canale secondario del fiume, qui la vegetazione e piu fitta ed e uno spettacolo per gli occhi. Mentre osservo intorno a me, mi rendo conto che bastano poche pedalate per raggiungere questa oasi di natura. Ci sono cresciuto qui e non cambierei questi luoghi con nessun altra cosa al mondo.
Ci addentriamo nel primo boschetto, solcato da un divertente sentiero che aggira in modo irregolare gli alberi e la vegetazione. Qui mi faccio prendere dallentusiasmo e spingo un po di piu sui pedali. Entrare deciso nelle curve secche di questo single track e veramente divertente e la mia Jab risponde benissimo, sembra veramente inchiodata a terra. Purtroppo devo tornare subito alla realtà, e domenica ma soprattutto e la prima bella giornata della stagione e lidea di andare a fare un giro nel parco del Ticino non e venuta solo a me., Infatti, iniziamo subito ad incontrare plotoni di famiglie a spasso, sia in bici che a piedi, siamo quindi costretti molto frequentemente a bruschi rallentamenti e soste per riuscire a passare nel rispetto di tutti. Arrivati nei pressi di Motta Visconti i primi segnali che oggi forse e meglio andare piano si manifestano. Infatti, una bambina richiamata allattenzione della madre ha la bella idea di attraversare il sentiero proprio al mio passaggio. Per poco non le lascio limpronta del tassello sul polpaccio. La prontezza di riflessi per evitarla mi e costata unimpennata del posteriore alla 100% Brumotti ma almeno la bimba e salva! Buona parte del merito in realtà va allimpianto frenante della mia mtb. Solo un paio dore prima manifestavo al papi i miei dubbi sul fatto che fossero veramente efficaci questi freni a disco con impianto ad olio. Un sollievo rendermi conto di avere torto.
Facciamo altri 4 km pedalando molto tranquillamente ed eccoci al momento piu ostico per noi neofiti del pedalino. Una salita sterrata ed abbastanza sdrucciolevole di circa 300 metri. Un breve tratto a dire il vero, ma abbastanza ripido da farmi arrivare in cima con il fiatone. Bello ripensare che questa salita quando avevo 18 anni non sono mai stato in grado di farla tutta. Non che io ci abbia mai provato davvero ma soprattutto al tempo possedevo una bellissima quanto pesantissima Atala che credo avesse dei problemi con la forza di gravita. Come se contrariamente alle leggi della natura che governano lintero pianeta terra, su questa bici la forza di gravita fosse moltiplicata alla seconda.
Riprendiamo fiato e ci troviamo a Zelata, qui per me e terra inesplorata, non mi ero mai spinto tanto oltre in bici, fortunatamente pero il sentiero che abbiamo deciso di fare e ben indicato e quindi sbagliare e impossibile.
Dopo un breve tratto su unampia strada sterrata rientriamo nel bosco, ora questi sentieri ci porteranno verso la parte di parco sotto il comune di Bereguardo. I sentieri sono purtroppo abbastanza affollati e qui ecco che di nuovo una bambina impegnarsi per farmi cadere. Al mio passaggio, infatti, le scappa casualmente la palla dalle mani, che caso vuole risulta essere perfettamente in traiettoria con la mia ruota, fortunatamente, quando si incastra sotto di essa ormai ero gia fermo e perfettamente in equilibrio. Bene, secondo pericolo scampato, si prosegue.
Il paesaggio continua imperterrito ad appagare le nostre aspettative, non manca il tempo per osservare le sfumature di verde che ci circonda, cosi ne approfitto per fare qualche scatto con il telefonino, rimpiangendo di non essermi portato la macchina fotografica.
Completamente assorbiti da questo giro il tempo passa velocemente, purtroppo pero inizia a farsi sentire la fatica, che per noi beginner arriva troppo presto.
Arrivati al ponte delle barche di Bereguardo facciamo qualche metro di trasferimento su asfalto per dirigerci verso un sentiero che mi ha consigliato il mattino prima il mio ciclista di fiducia.
E domenica e in questo punto del Ticino, ben servito da chioschi e punti di ristoro, molti motociclisti e famiglie con auto lasciate in divieto di sosta, si ritrovano al tentativo di sfuggire dal caos cittadino. In realtà il caos come possiamo constatare con i nostri occhi li ha seguiti fin qui, infatti, dobbiamo stare piu che attenti e restare sul ciglio della strada per non essere stirati da qualche pilotino della domenica.
Finalmente arriviamo su questo sentiero che promette subito di essere divertente, infatti mi lancio in fuga per testare nuovamente il grip dei copertoni della mia Jab, le curve strette e leggermente in parabolica si alternano in modo regolare e alla volte sono costretto ad abbassarmi per evitare gli alberi che in questo frangente ricordano piu un percorso di super gigante che un sentiero boschivo. Dopo un paio di km passati schivando rami arriviamo quindi al terzo quasi cappottone della giornata. Questa volta il sentiero e deserto e nessuna bambina in vista che possa minare la mia sicurezza. Completamente ipnotizzato da questo tracciato mi lancio come un pazzo, curca dopo curva fino a quando, in entrata di una curva secca sulla destra mi trovo davanti una buca, seguita da una curva stretta sulla sinistra, e il panico. La strada e obbligata dal fatto che di fronte a me la terra finisce per lasciare posto, due metri piu sotto al fiume. Istintivamente pinzo lanteriore che come sempre si fa trovare pronto, fin troppo in questo caso e mi ritrovo nuovamente con il posteriore in aria, stavolta pero la bicicletta e pericolosamente inclinata verso destra, quello che succede dopo come in molti casi di questo genere, e difficile da descrivere. Fatto sta che non cado, appoggio la ruota dietro a terra, trovo il modo di controsterzare a sinistra e mi fermo. Con i piedi ben piantati a terra appoggio la testa al manubrio e rifletto. Ok, forse per oggi puo bastare cosi.
Appena mi raggiuono Elena e Luca racconto loro la scena. Il mio rimpianto e di non essere stato filmato in questa evoluzione, sicuramente avrei regalato qualche risata agli assenti.
Dopo altri 3 km di puro slalom fra gli alberi arriviamo quasi al nostro giro di boa, il sentiero si apre e ci troviamo sotto lautostrada MI-GE, non prima pero di provare lebbrezza di attraversare un ponticello in ferro visibilmente ruggine e consumato. Proseguiamo ancora un paio di km e decidiamo che per oggi puo bastare con lesplorazione. Le energie rimastre devono bastarci per tornare a casa.
Ritorniamo quindi ricalcando lo stesso percorso e ci concediamo qualche sosta per fare qualche altra foto di rito.
Ce chi del Ticino ha fatto la sua villa in campagna. Non e inusuale in queste zone trovare case galleggianti parcheggiate nei canali secondari. Erano molto tempo tuttavia che non ne vedevo una. Mentre pedalo, ormai abbastanza affaticato dai miei continui scatti fra i sentieri, non posso non rendermi conto che erano anni che non venivo da queste parti, il parco era la mia casa da ragazzino ma non capisco quando e perche ha smesso di esserlo. Alcune zone non le avevo mai viste, altre non le calcavo da almeno 15 anni. Inutile dire che con una natura come questa a due passi da casa, non viverla per tutto questo tempo mi ha fatto sentire un cretino. Ritrovare luoghi completamente inalterati nel tempo, rivivere emozioni assopite fa venire un pizzico di malinconia ma lentusiasmo e il piacere di riscoprire questi luoghi per fortuna e piu forte.
Mancano oramai pochi km a casa, il pomeriggio e stato bellissimo e molto divertente, gia sto pensando al prossimo giro e quale nuovo sentiero da esplorare. Stefan, il mio ciclista mi ha dato una cartina molto dettagliata dei sentieri ciclo-pedonali del Parco. Inutile dire che li vorrò fare tutti, vedremo se ne saro capace.
Ormai anche lacqua nelle borracce e finita, stringiamo i denti e anche le chiappe, purtroppo le mie ancora non abituate ad una sella cosi dura, e ci avviamo verso casa.
Controllando infine il gps mi rendo conto con stupore che abbiamo fatto la bellezza di 35,5 km in 3h15m. Cavolo non male, il bel giro ed il divertimento in compagnia ci aveva completamente rapito.
Non avrei che voluto arrivasse il momento di riappenderla. Ma sono sicuro che fra pochi giorni saro di nuovo in sella.