«Le transenne anti-bikers? Una limitazione arbitraria»
Per Roberto Prandi le vere politiche ambientali si fanno nella piana disastrata
Reazioni all'articolo che trovate qui: http://www.bike-board.net/community/forum/viewtopic.php?t=9380
ARCO. Roberto Prandi, organizzatore di tour guidati al Bike Festival, commenta con sarcasmo ed ironia la notizia che la Giunta Comunale di Arco, su sollecitazione dell'assessore Fabrizio Miori e della SAT arcense, sta promuovendo una serie di iniziative volte alla tutela dell'ambiente e del territorio in cui viviamo.
«Non posso che compiacermene - scrive Roberto Prandi - visto che negli ultimi anni Arco ha subito profonde e radicali trasformazioni. Via Santa Caterina, il Linfano, le Grazie, la collina di Laghel. Capannoni e centri commerciali che crescono come funghi, condomini e casoni e villette a grappoli, sparpagliate nei campi. Il tutto affogato in strade sbilenche, tortuose e piene di buche. Una delle misure che la Giunta sta valutando di adottare, è quella di disporre il divieto per i ciclisti di transitare lungo i sentieri di montagna presenti sul territorio comunale. Nel disastro ambientale che si lascia consumare in valle, si potrebbe interpretare tale divieto come una particolare forma di espiazione. Ma davvero c'è qualcuno che crede che qualche rampichino nei nostri boschi possa porre inesorabilmente in pericolo l'equilibrio del nostro fragile ecosistema? Davvero qualcuno ritiene che transenne, steccati e ringhiere anti bikers (e anti cavalli) impiantate nel cuore delle nostre montagne possano fungere da ostacolo al degrado cui stiamo assistendo? Come cittadino orgoglioso del territorio in cui vivo e come sportivo da sempre rispettoso del patrimonio naturale della nostra zona dissento da una simile idea e penso che quanto si sta profilando sia inopportuno ed ecologicamente inaccettabile. Anche alla luce di quanto accaduto da poco al sentiero del Policromuro (quello che si inerpica lungo le cave abbandonate sopra Massone), chiuso arbitrariamente al transito delle biciclette mediante la collocazione in loco di transenne, steccati e ogni tipo di blindatura senza aver consultato, contrariamente a quanto scritto, nessuno dei soggetti interessati, temo che i programmati interventi saranno controproducenti e non otterranno alcun risultato se non quello di trasformare oasi naturalistiche in percorsi di guerra con check-point, dispiego di filo di ferro e confini blindati off limits. Ed è per questo che non riesco a comprendere il senso di una simile decisione. Sia perché la considero un'intollerabile violenza perpetrata ai danni del territorio, sia perché ritengo che proibire ai cittadini di vivere l'ambiente praticando sport nel totale rispetto del patrimonio naturale costituisca una inaccettabile e arbitraria limitazione alla loro insindacabile libertà».
Articolo preso da http://www.trentinocorrierealpi.quo...inocorrierealpi/arch_21/trento/riva/ag203.htm
Per Roberto Prandi le vere politiche ambientali si fanno nella piana disastrata
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ARCO. Roberto Prandi, organizzatore di tour guidati al Bike Festival, commenta con sarcasmo ed ironia la notizia che la Giunta Comunale di Arco, su sollecitazione dell'assessore Fabrizio Miori e della SAT arcense, sta promuovendo una serie di iniziative volte alla tutela dell'ambiente e del territorio in cui viviamo.
«Non posso che compiacermene - scrive Roberto Prandi - visto che negli ultimi anni Arco ha subito profonde e radicali trasformazioni. Via Santa Caterina, il Linfano, le Grazie, la collina di Laghel. Capannoni e centri commerciali che crescono come funghi, condomini e casoni e villette a grappoli, sparpagliate nei campi. Il tutto affogato in strade sbilenche, tortuose e piene di buche. Una delle misure che la Giunta sta valutando di adottare, è quella di disporre il divieto per i ciclisti di transitare lungo i sentieri di montagna presenti sul territorio comunale. Nel disastro ambientale che si lascia consumare in valle, si potrebbe interpretare tale divieto come una particolare forma di espiazione. Ma davvero c'è qualcuno che crede che qualche rampichino nei nostri boschi possa porre inesorabilmente in pericolo l'equilibrio del nostro fragile ecosistema? Davvero qualcuno ritiene che transenne, steccati e ringhiere anti bikers (e anti cavalli) impiantate nel cuore delle nostre montagne possano fungere da ostacolo al degrado cui stiamo assistendo? Come cittadino orgoglioso del territorio in cui vivo e come sportivo da sempre rispettoso del patrimonio naturale della nostra zona dissento da una simile idea e penso che quanto si sta profilando sia inopportuno ed ecologicamente inaccettabile. Anche alla luce di quanto accaduto da poco al sentiero del Policromuro (quello che si inerpica lungo le cave abbandonate sopra Massone), chiuso arbitrariamente al transito delle biciclette mediante la collocazione in loco di transenne, steccati e ogni tipo di blindatura senza aver consultato, contrariamente a quanto scritto, nessuno dei soggetti interessati, temo che i programmati interventi saranno controproducenti e non otterranno alcun risultato se non quello di trasformare oasi naturalistiche in percorsi di guerra con check-point, dispiego di filo di ferro e confini blindati off limits. Ed è per questo che non riesco a comprendere il senso di una simile decisione. Sia perché la considero un'intollerabile violenza perpetrata ai danni del territorio, sia perché ritengo che proibire ai cittadini di vivere l'ambiente praticando sport nel totale rispetto del patrimonio naturale costituisca una inaccettabile e arbitraria limitazione alla loro insindacabile libertà».
Articolo preso da http://www.trentinocorrierealpi.quo...inocorrierealpi/arch_21/trento/riva/ag203.htm