E' novembre, qui fa freschino, ma freschino freschino. E' un giovedì mattina e c'è un pò di sole che scalda il lato retico delle alpi. Sono circa le 11.00 e decido di fare una pedalata tanto per gradire.
Roba corta, per carità. Pantaloni, maglia in polypropilene, giubbetto, passamontagna, copriscarpe...sembro uscito da un fumetto di Diabolik. Mio padre, di una sincerità e finezza tutte sue, senza mezzi termini mi dice "te me paret un picio". Grazie padre, son figlio tuo
Salgo per San Bello, mi porto sulla Statale che arriva a Dazio e poi prosegue.Una volta a Dazio decido di esplorare un poco la Colmen (Culmine di Dazio), una sorta di collinozzo a ridosso delle Alpi Retiche. mi infilo in un sentiero che costeggia il versante nord e si immerge nella boscaglia...fantastico! Il freddo è pungente, ma i guanti in qualche modo aiutano. Ad ogni modo lo spettacolo vale il freddo, con gli alberi completamente privi di foglie che permettono di guardare all'interno della vegetazione e l'allegra compagnia delle foglie che frusciano al passare delle mie Ritchey. Arrivo ad una chiesetta, ultimo baluardo di un probabile centro abitato di qualche decennio fà, ed inizio la discesa su una carrozzabile un pò sterrata, un pò in grisch e un pò in cemento.
Ad un certo punto mi fermo...ragazzi, il silenzio più assoluto! Anche solo cinque minuti di quel silenzio (che ogni MTBiker conosce bene) valgono un'uscita. Vedo per terra tracce piuttosto recenti di moto da trial. Decido di proseguire la discesa e vedere dove arriva questa strada montana e mi imbatto in un pezzo un poco più ripido. Il fondo di foglie è umido, perchè siamo nel bosco...la mia fifa mi consiglia di scendere dalla bici e fare quei venti metri a piedi. La mia fifa è una bastarda e io sono un pirla...
Mi alzo sui pedali per scendere....idiota....PAM! Bel looping che si consclude col mio disco posteriore pestato su una roccia e la mia mano destra, protesa verso il terreno per attutire la caduta, che poggia bella gnecca su un RICCIO DI CASTAGNO!
D'un tratto, il bestemmione.....
Tolgo il guanto in neoprene e cosa ti vedo? Ilpalmo dellamano sembra un pube bello irsuto. Non so se continuare con gli improperi, ridere o iniziare la pulizia...propendo per qualche accidente ancora, tanto per rendere noto al bosco il mio disappunto. Inizia quindi la sgrossatura (a denti) delle spine. Non sapevo di conoscere certe maledizioni....
Risalgo in bici...GNIK GNAK ZIN ZIN.....porcozio® il disco...scendi un'altra volta (senza cadere), guarda il disco...è un pò storto, ma non molto. Lo tiro un pò e sembra tornare a posto. Risalgo sulla sella e via. Ogni buca o asperità fa crescere in me una sensazione strana, che non è proprio di appagamaneto...è più la voglia di proseguire a bestemmioni, perchè il mio povero palmo viene aggredito sempre più in profondità dalle spine.
Dopo un poco sono a casa, mi armo di ago da cucito e inizio l'opera di pulizia, mentre mia madre mette in tavola.
Le subito: "Cos'hai fatto?"; "Sono caduto"; "Ma ti sei fatto male?"; "No, no, solo qualche spina..."
"Allora non sembri un picio, lo sei davvero".....grazie papà, sei sempre tanto buono
Roba corta, per carità. Pantaloni, maglia in polypropilene, giubbetto, passamontagna, copriscarpe...sembro uscito da un fumetto di Diabolik. Mio padre, di una sincerità e finezza tutte sue, senza mezzi termini mi dice "te me paret un picio". Grazie padre, son figlio tuo
Salgo per San Bello, mi porto sulla Statale che arriva a Dazio e poi prosegue.Una volta a Dazio decido di esplorare un poco la Colmen (Culmine di Dazio), una sorta di collinozzo a ridosso delle Alpi Retiche. mi infilo in un sentiero che costeggia il versante nord e si immerge nella boscaglia...fantastico! Il freddo è pungente, ma i guanti in qualche modo aiutano. Ad ogni modo lo spettacolo vale il freddo, con gli alberi completamente privi di foglie che permettono di guardare all'interno della vegetazione e l'allegra compagnia delle foglie che frusciano al passare delle mie Ritchey. Arrivo ad una chiesetta, ultimo baluardo di un probabile centro abitato di qualche decennio fà, ed inizio la discesa su una carrozzabile un pò sterrata, un pò in grisch e un pò in cemento.
Ad un certo punto mi fermo...ragazzi, il silenzio più assoluto! Anche solo cinque minuti di quel silenzio (che ogni MTBiker conosce bene) valgono un'uscita. Vedo per terra tracce piuttosto recenti di moto da trial. Decido di proseguire la discesa e vedere dove arriva questa strada montana e mi imbatto in un pezzo un poco più ripido. Il fondo di foglie è umido, perchè siamo nel bosco...la mia fifa mi consiglia di scendere dalla bici e fare quei venti metri a piedi. La mia fifa è una bastarda e io sono un pirla...
Mi alzo sui pedali per scendere....idiota....PAM! Bel looping che si consclude col mio disco posteriore pestato su una roccia e la mia mano destra, protesa verso il terreno per attutire la caduta, che poggia bella gnecca su un RICCIO DI CASTAGNO!
D'un tratto, il bestemmione.....
Tolgo il guanto in neoprene e cosa ti vedo? Ilpalmo dellamano sembra un pube bello irsuto. Non so se continuare con gli improperi, ridere o iniziare la pulizia...propendo per qualche accidente ancora, tanto per rendere noto al bosco il mio disappunto. Inizia quindi la sgrossatura (a denti) delle spine. Non sapevo di conoscere certe maledizioni....
Risalgo in bici...GNIK GNAK ZIN ZIN.....porcozio® il disco...scendi un'altra volta (senza cadere), guarda il disco...è un pò storto, ma non molto. Lo tiro un pò e sembra tornare a posto. Risalgo sulla sella e via. Ogni buca o asperità fa crescere in me una sensazione strana, che non è proprio di appagamaneto...è più la voglia di proseguire a bestemmioni, perchè il mio povero palmo viene aggredito sempre più in profondità dalle spine.
Dopo un poco sono a casa, mi armo di ago da cucito e inizio l'opera di pulizia, mentre mia madre mette in tavola.
Le subito: "Cos'hai fatto?"; "Sono caduto"; "Ma ti sei fatto male?"; "No, no, solo qualche spina..."
"Allora non sembri un picio, lo sei davvero".....grazie papà, sei sempre tanto buono