Quando Vince...nzo perse la memoria

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End of Time

Centro sospensioni Andreani, e-commerce
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Velino's mountain
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Bike
Ho un noleggio...
A Magliano se fa freddo si gela pure il gasolio!
…e qualcuno, se vuole scaldarsi, deve tirarlo fuori a secchi dalla cisterna per filtrarlo dalla paraffina con un lenzuolo vecchio… i vecchi dicono che qua fa "undici mesi l’anno friddo e uno frisco!"

Questa storia la tiriamo fuori proprio in quei giorni, quando dai vetri appannati del bar Velino guardiamo fuori le ultime foglie dell’autunno che svolazzano nell’aria gelida, quando non sai se fioccherà subito o alle prime luci dei lampioni…che a turno si accendono, con calma …e le carte unte del tresette scendono tra grasse risate e scandiscono il tempo nella fumosa stanzetta che da sulla montagna…
Domani s’esce? …sperèmo! Ma chi semo? I soliti!…e tra questi stretti dialoghi di gente asciutta, di montagna, esce fuori chi chiede:“…Bianco! …aò Bianchì…racconta mpò de quando Vincenzo perse la memoria…” e quindi prima una risata, grassa come le carte…e poi il bar s’azzitta…perché…perchè questa è una di quelle storie che se conosci i personaggi, la senti raccontà cinquanta volte, ridi sempre come la prima.

Entrate nel bar, che mò la racconto pure a voi.

Stavamo io e Vincenzo sopra alla via dell’acquedotto, non quella che tutti conoscete, ma quella sopra, dove sta il sentiero segnato dalla F.I.E., quello che Lillo dice che arriva fino alla Norvegia, ma che nessuno l’ha mai fatto…bravo, quello che attraversa la pineta ritto ritto fino al Ravone e alla via crucis…
Vincenzo s’era comprato la forcella, la prima forcella ammortizzata che se vedeva a Magliano…e non solo a Magliano…io ne avevo già vista una della Paioli, che pesava un botto e teneva nà cicca de sigaretta d’escursione, ma questa no, questa era nà Manitou! Bella solo lei! Te dava n’impressione de potenza, de sicurezza, che quando passava pè le vie de Magliano si giravano tutti i ragazzini che andavano al campetto, a giocare a pallone e dicevano “…guardète vagliò! Guardète che tiene quella bicicletta!”
Mò stà forcella però…era bella, ma bisognava pure prenderci confidenza, guidarla non era la stessa cosa di prima, peso indietro…e tante cose che magari non ci pensavi mentre scendevi a tutta velocità pei sentierini qua attorno…Fatto sta che il giro quel giorno era andato bene, la forcella non aveva ondeggiato tanto in salita e non era poi vero che il peso in più si facesse sentire troppo, perciò alla fine del giro Vincenzo ne era orgoglioso e diceva tra se ”…adesso sì che la provo davvero…alla discesa dell’acquedotto!”

Vai Vincè! Cominciamo a scendere come i pazzi alzando polvere sassi e aghi di pino nella discesa più ripida che potevamo trovare, si va come razzi, un solco nella pietraia, un’inchiodata sulla ghiaia e poi via, lo slalom tra i pini, la curva, la roccia, inchiodo!…finito il primo pezzo! “Vincè” chiamo.
Rumore di sassi… arriva pure Vincenzo che s’era tenuto distante per non dover inchiodare sul pezzo ripido…la curva, la roccia…porca trota!…gli si appunta la ruota sulla roccia, la forca non ne esce, si abbassa, Vincenzo decolla letteralmente a volo d’angelo e s’abbraccia il roccione, si sente un crock e un tonfo sordo…poi il silenzio.

Mi piscio sotto dal ridere, Vincè…Vincè…non rido più…questo s’è fatto male!
M’avvicino, “Vinc腔
risposta: avete presente un muggito tipo quello delle vacche che non le mungevano mai nel film di don Camillo?…Quello! Mani sulla faccia e Mooooow! “Vincè leva le mani, famme ved蔅porca trota n’altra volta, un macello de sangue, naso storto, bocca piena di terra e sangue, caschetto spaccato… mi domanda: ”che me sò fatto male?”
“Vincè…un po’ me sa che te sei fatto male, ma non me pare tanto!” …che bugia…se lo vedeva Mel Gibson il film non lo faceva più per l’impressione…poi partì questo dialogo:
V: Ma… che è successo?
B: Vincè, sei cascato, al Ravone!
V: Al Ravone?…e come ho fatto a cadere in salita?
B: Vincè… era in discesa!
V: E me sò fatto male?
B: Beh… non tanto…
V: Ma… che è successo?
B: Sei cascato al Ravone…
V: Al Ravone? E come ho fatto a cadere in salita?
B:“…opporca la Susanna…me l’hai chiesto già quattro volte!”
…M’ha fatto le stesse domande per tutto il rientro, a piedi, fino al paese e a malapena ricordava la strada che doveva fare per arrivare a casa…mi sentivo un verme, ero io che avevo deciso il percorso e adesso me lo dovevo tenere così forse per tutta la vita, menomato, sprogrammato, pareva un computer resettato con solo il prompt di ms-dos che lampeggiava laconico nella sua mente desolata!

Arrivati a casa la mamma lo vede…avete presente la pietà di Michelangelo? …Ho detto tutto!
Perlomeno la riconosce e tenta pure di spiegare qualcosa, ma il labbro ormai sembrava nà fiorentina bella al sangue e le parole che biascicava non erano poi così chiare…la povera Lidia chiama la figlia e lo portano al pronto soccorso.
Neanche mi cambio e li seguo in preda all’angoscia…arrivato al pronto soccorso, lo vedo tra i medici che lo curano, mi guarda e dice tutto contento “ ooooh! Guarda chi c’è…ma che ci fai qua vestito così?…chi sei venuto a trovare?” In seguito questa domanda me l’avrà fatta altre venti volte!
I medici gli chiedono:
M: Come ti chiami?
V: Boh!
M: Ma che ti è successo?
V: (senza spazientirsi e col labbro ormai penzoloni) …ma se non me ricordo come mi chiamo mi posso ricordare cos’è successo? Comunque è lui l’assassino!

E indicava me!

Altro medico…stesse domande…stesse risposte…a un certo punto, un medico e un poliziotto mi si avvicinano e mi dicono “Senta…se gli ha fatto qualcosa, questo è il momento di dircelo, non vede come l’ha ridotto?”
Spiego che ormai quello è un cretino, ma mi credono a malapena, intanto lui ride e ricomincia…”dai, raccontami che mi è successo…”
I medici mi vietano di avvicinarmi, la madre mi guarda male!

Lo portano in corsia dopo averlo medicato (45 punti tra interni e esterni) …ma non c’era posto in ortopedia…lo piazzano in urologia! Oddio quello che ha potuto chiedermi! Ha passato un’ora a controllarsi l’affare ogni due minuti, sotto la coperta, appena realizzava dove l’avevano portato.
Poi l’apocalisse!
I medici avevano lasciato in alto, sul letto, il nome del vecchietto che aveva occupato quel posto prima di lui, tale Sanzio Biasioli…lui naturalmente si convinse in un lampo che quello era il suo nome e che per avere 64 anni non se li portava poi tanto male!
Successivamente si macchiava delle seguenti nefandezze:

1 Apostrofava tutti i degenti con frasi irripetibili sulle condizioni dei loro genitali.
2 Requisita una sedia a rotelle e impossessatosi di un catetere mi inseguiva allo scopo di mettermelo!
3 Si convinceva che il suo nome era Vincenzo nel vedere la “V” del “reggiseno” che indossava (fascia del cardiofrequenzimetro marca Vetta!).
4 Non so perché ma era convinto di essere in un ospedale militare.
5 Pretendeva di baciare la fidanzata per rassicurarla…col rischio di lasciarle addosso qualcosa di sé…
6 Mi dava dell’assassino…

Il giorno dopo non ricordava più nulla di tutto questo, ma aveva riacquistato la memoria, lo vado a trovare, il sole filtra dalla finestra di ospedale, la fidanzata è seduta ai piedi del letto e sorride, lui è sveglio, mi saluta dicendo “…è lui l’assassino!”…si fa raccontare la storia per l’ultima volta.

Questo racconto è vero, nei minimi dettagli, e chi passa per Magliano e chiede “dove abita Sanzio?” gli rispondono ridendo, indicando la casa di Vincenzo…e ridono perché la storia finì bene e diventò una storia da ricordare al bar Velino nelle sere d’inverno, quando si accendono i lampioni, con calma…e ridiamo insieme tirando le carte…perché quel giorno Vincenzo una cosa se l’era ricordata…s’era messo il casco prima di partire!

End :eek:
 
V

vinx

Ospite
Pur essendo attore protagonista della storia, non posso ne confermare ne smentire!!! :smile: :smile: :smile: :smile:
 

Spin

Biker forumensus
13/6/03
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Valsesia
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No è troppo.... :smile: no nriesco a ridere perche mi fa male la mandibola, ma è troppo mitica!!! adesso è tutto chiaro...Vince non ti preoccupare non mi arrabbierò più quando mi chiamerai Crock
:eek: :eek: :smile: :smile:
da film...
ciauz
 
U

uzzislx

Ospite
:smile: :smile: :smile: .........non c'è la faccio più .......mai fatto sbudellà dalle risate .........grande.... :-? :-? :-?
 

AleXander

Biker paradisiacus
17/7/03
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Specialized Enduro expert
Azz... mò ho capito perchè ogni tanto lo chiamavi Sanzio... :smile: :smile: :smile:

Il pezzo della sedia a rotelle è micidiale... :smile: :smile: :smile:

Complimenti per come l'hai raccontata... sarebbe da pubblicare!!! :-? :-?
 

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