La domanda, come da titolo, mi sorge spontanea dopo anni di gare Superenduro: che lunghezza IDEALE dovrebbero avere le pedivelle di una guarnitura su una mtb da enduro da gara?
Classicamente diffuse le misure 172,5 e 175, per via di un bilanciamento ottimale tra lunghezza (sufficientemente alta per generare un rapporto di leva utile a superare le asperità) e compattezza (altrimenti si cozzerebbe col fondo stradale irregolare e, dulcis in fundo, non vi sono rapportoni da spingere alla "crono"), potrebbe essere utile pensare ad un downsizing: com'è noto, nelle gare formato Superenduro i trasferimenti prendono la stragrande parte del tempo ed è lì che gli atleti dovrebbero utilizzare le fibre muscolari più idonee all'endurance, ovvero le fibre lente. Per farlo, sono indispensabili quindi cadenze alte che possono esser garantite solo dalla combinazione di: (ovviamente) buon allenamento + rapporti agili + pedivelle corte.
Ora, come visto prima gli standard nelle lunghezze seguono un compromesso che mal si concilia con la destinazione race: potrebbe quindi essere rilevante assecondare l'aspetto della compattezza, che favorisce un più alto numero di rpm grazie al minor spazio percorso dal piede in fase di rotazione, a scapito dell'effetto leva che rende sì la bici più agile sulle pedalate tecniche e a bassa velocità, ma poco presenti in gara o comunque poco rilevanti se si pensi al rapporto con il totale dei trasferimenti.
Cosa ne pensate? Dite la vostra!
Classicamente diffuse le misure 172,5 e 175, per via di un bilanciamento ottimale tra lunghezza (sufficientemente alta per generare un rapporto di leva utile a superare le asperità) e compattezza (altrimenti si cozzerebbe col fondo stradale irregolare e, dulcis in fundo, non vi sono rapportoni da spingere alla "crono"), potrebbe essere utile pensare ad un downsizing: com'è noto, nelle gare formato Superenduro i trasferimenti prendono la stragrande parte del tempo ed è lì che gli atleti dovrebbero utilizzare le fibre muscolari più idonee all'endurance, ovvero le fibre lente. Per farlo, sono indispensabili quindi cadenze alte che possono esser garantite solo dalla combinazione di: (ovviamente) buon allenamento + rapporti agili + pedivelle corte.
Ora, come visto prima gli standard nelle lunghezze seguono un compromesso che mal si concilia con la destinazione race: potrebbe quindi essere rilevante assecondare l'aspetto della compattezza, che favorisce un più alto numero di rpm grazie al minor spazio percorso dal piede in fase di rotazione, a scapito dell'effetto leva che rende sì la bici più agile sulle pedalate tecniche e a bassa velocità, ma poco presenti in gara o comunque poco rilevanti se si pensi al rapporto con il totale dei trasferimenti.
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