Tutto si muove bene quando ci sono i (dovuti e necessari) ritorni economici. Questo concetto non è assolutamente presente nelle amministrazioni pubbliche e nella maggior parte delle associazioni che sono interessate a progetti simili. Proprio le associazioni, essendo non a fine di lucro, tendono a fornire dei servizi e delle consulenze che non sono ne professionali e nemmeno continue nel tempo, proprio perché composte da persone con tantissima voglia di fare, e fare anche del bene, ma che appunto perdono di vista l'obiettivo primario, ovvero tutto sta in piedi se qualcuno ci guadagna. La controprova sta nei tanti progetti di ciclabilità urbana e cicloturistica promossi per volere politico o solo per opportunità di disponibilità di fondi e poi totalmente disattesi nella gestione e manutenzione, se non nella realizzazione. Le associazioni che si occupano di ciclabilità a livello nazionale, le uniche che possano offrire supporti tecnici ed strutturali di tutto rispetto, non prendono in considerazione le opportunità date dagli ambianti sportivi amatoriali (diciamo quelli nostri), accecate dalla sola rivalsa contro le auto (per quanto riguarda la parte urbana hanno ragione) e dal solo soddisfacimento delle proprie necessità (cicloturismo nel senso stretto). Ritengono che chi va in bici da corsa o in mtb sia un esasperato e che non ci incastri niente con la "mobilità ciclabile". Si sbagliano, e alla grande, perché nella maggior parte dei casi chi noi non vorrebbe arrivare in bici in sicurezza nei luoghi dove si diverte con la bici, oltretutto chi meglio di noi, che si diverte e ha passione per questi sport (anche la possibilità e le capacità ovviamente), è motivato ad avviare imprese ed attività collegate, interessandosi alla gestione e allo sviluppo di percorsi cicloturistici e percorsi sportivi mettendo in moto gli €. La colpa anche nostra che riusciamo ad entrare nei meccanismi giusti solo se si tratta di trasmissioni.