Ho postato nel mio nuovo blog e riporto qui (scusate l'arroganza)
Estate 2007
a quasi 42 anni, per la prima volta, mi porto la bici in vacanza.
La meta è l'argentario scelto per portare al mare le due leonesse, di 3 anni e di 3 mesi, quasi un ritorno nei luoghi dove mi portavano trentacinque anni prima i miei genitori.
Quasi con timore, chiedo se posso fare qualche giro in bici al capofamiglia, una donna stupenda che da 24 anni mi supporta e mi sopporta.
Compatito per aver richiesto per l'ennesima volta l'autorizzazione, esco una mattina in un'aria fresca che a Roma ti sogni.
Primi chilometri in pianura e vedi quel golem alla tua destra che ti chiama e ti sfida, ma che temi di non poter affrontare per il sovrappeso, l'età e i pochi chilometri annui nelle gambe.
Ma ad un certo punto c'è una sterrata, la imbocco e su, su, su, su, verso l'alto.
La strada finisce in un casale e incrocio un'altro biker che come me si era lasciato tentare.
Strada chiusa, ma mi indica un'altra strada da provare.
OK andiamo insieme e comincia la mia prima salita al Monte Argentario.
La gioia immensa di pedalare sui sassi e in mezzo al bosco,
la salita leggera che a Riano non esiste.
le pietre sotto le ruote, quando io conosco solo fango e polvere.
é gioia
è voglia di soffrire
è voglia di raggiungere e oltrepassare i limiti
è la sconfitta non appena la strada si impenna, piedi a terra e ultimi 20 metri dello strappetto da fare a piedi.
Mi fermo al convento dei passionisti guardo quel panorama conosciuto e misterioso (come si può creare qualcosa di cos' bello!!) riprendo fiato e in discesa a casa.
La soddisfazione è enorme nonostante tutto e nei prossimi giorni so che tenterò di nuovo a salire sulla mia prima vera montagna
Estate 2007
a quasi 42 anni, per la prima volta, mi porto la bici in vacanza.
La meta è l'argentario scelto per portare al mare le due leonesse, di 3 anni e di 3 mesi, quasi un ritorno nei luoghi dove mi portavano trentacinque anni prima i miei genitori.
Quasi con timore, chiedo se posso fare qualche giro in bici al capofamiglia, una donna stupenda che da 24 anni mi supporta e mi sopporta.
Compatito per aver richiesto per l'ennesima volta l'autorizzazione, esco una mattina in un'aria fresca che a Roma ti sogni.
Primi chilometri in pianura e vedi quel golem alla tua destra che ti chiama e ti sfida, ma che temi di non poter affrontare per il sovrappeso, l'età e i pochi chilometri annui nelle gambe.
Ma ad un certo punto c'è una sterrata, la imbocco e su, su, su, su, verso l'alto.
La strada finisce in un casale e incrocio un'altro biker che come me si era lasciato tentare.
Strada chiusa, ma mi indica un'altra strada da provare.
OK andiamo insieme e comincia la mia prima salita al Monte Argentario.
La gioia immensa di pedalare sui sassi e in mezzo al bosco,
la salita leggera che a Riano non esiste.
le pietre sotto le ruote, quando io conosco solo fango e polvere.
é gioia
è voglia di soffrire
è voglia di raggiungere e oltrepassare i limiti
è la sconfitta non appena la strada si impenna, piedi a terra e ultimi 20 metri dello strappetto da fare a piedi.
Mi fermo al convento dei passionisti guardo quel panorama conosciuto e misterioso (come si può creare qualcosa di cos' bello!!) riprendo fiato e in discesa a casa.
La soddisfazione è enorme nonostante tutto e nei prossimi giorni so che tenterò di nuovo a salire sulla mia prima vera montagna
