Ultimo giorno di settembre e, viste le previsioni, ultimo giorno caldo dell'anno: maglio non farsi scappare la possibilità di un ultimo bel giro in alta montagna in maniche e pantaloni corti . Fuga veloce dall'ufficio, mi cambio e parto verso la funivia di Lana, che mi porta da 300 a 1500m. di altitudine del monte S. Vigilio. Da qui ancora 400 m. di dislivello, in parte ripidi ma pedalabili, fino alla malga Naturno, in un ambiente montano incantevole. http://img353.imageshack.us/img353/1465/30ainizio1at.jpg La malga di Naturno ha tanti pregi, paesaggio mozzafiato sulla val Venosta, panchine per prendere il sole, cibo e birra per ristorarsi, ma specialmente è il punto di partenza di 5, e sottolineo 5, sentieri per freeride e downhill classificabili fra i più lunghi, ripidi e belli dell'Alto Adige, tutti con circa 1400 m. di dislivello.
Il n° 29 fino a Tel, il 27 e il 28 fino a Rablà, il 30 fino a Naturno e il 30a fino a Plaus. Di quest'ultimo ne ho solo sentito parlare per via della sua durezza e decido di provarlo. Indosso le protezioni, abbasso la sella, scatto un paio di foto e via. Si comincia lungo un ripido prato pieno di grandi sassi, http://img307.imageshack.us/img307/7408/30amia8qo.jpgdopodichè il sentiero si tuffa nel buio del bosco e la pendenza sembra non mollare mai, con lunghi tratti sempre sopra al 25%, le ruote sembrano andare per conto loro scivolando sul tappeto infinito di aghi di abete, i dischi sono già bollenti, farli riposare per più di qualche secondo pare impossibile. Finalmente una curva, anzi un tornantino stretto, seguito da altri in rapida successione, qui il bosco è molto ripido e sembra quasi di fare uno slalom sulla neve, ma bisogna stare concentrati, non ci sono paletti pieghevoli ma grossi (e duri) abeti. Ad un certo punto il bosco si apre e si incrocia una strada, prima sterrata e poi asfaltata e la si passa per 5, 6 volte, superando salti naturali formati da radici e sassi. Siamo ormai quasi mille metri più in basso, si passa attraverso un maso, fra mucche e galline poi il sentiero, sempre bene segnalato, http://img353.imageshack.us/img353/5357/plaus30a8cl.jpg attraversa un prato ripido e umido, la bici sembra andare dove vuole e riesco a fermarla mettendomi di traverso al limitare del bosco. http://img353.imageshack.us/img353/7381/30abosco7tc.jpg Qui il paesaggio cambia ancora, siamo in mezzo ai pini e sul fondo secco e sassoso le ruote, tanto per cambiare, fanno fatica a fare presa, altri 300 m. di dislivello in scivolata, datemi un uovo che lo faccio al tegamino sui dischi roventi! Si entra adesso in un bosco di latifoglie, i polpacci cominciano a farmi male, non sono abituato a rimanere per tanto tempo in quella posizione, ancora tornantini stretti, saltini, sassi, la discesa sembra non finire più. Improvvisamente però il bosco si apre e il sentiero finisce in prossimità di un cancello. Ancora qualche centinaio di metri di sterrata e sono in paese, da qui la comoda ciclabile della val Venosta fino a Merano. Alle 15 sono in ufficio e scarico i dati dal Polar. Il sentiero misura 6.6 km. per una pendenza media del 21% e un dislivello di 1400 m. Un sogno o un incubo8-) , dipende con che preparazione e quale tipo di bike lo si affronti!
Il n° 29 fino a Tel, il 27 e il 28 fino a Rablà, il 30 fino a Naturno e il 30a fino a Plaus. Di quest'ultimo ne ho solo sentito parlare per via della sua durezza e decido di provarlo. Indosso le protezioni, abbasso la sella, scatto un paio di foto e via. Si comincia lungo un ripido prato pieno di grandi sassi, http://img307.imageshack.us/img307/7408/30amia8qo.jpgdopodichè il sentiero si tuffa nel buio del bosco e la pendenza sembra non mollare mai, con lunghi tratti sempre sopra al 25%, le ruote sembrano andare per conto loro scivolando sul tappeto infinito di aghi di abete, i dischi sono già bollenti, farli riposare per più di qualche secondo pare impossibile. Finalmente una curva, anzi un tornantino stretto, seguito da altri in rapida successione, qui il bosco è molto ripido e sembra quasi di fare uno slalom sulla neve, ma bisogna stare concentrati, non ci sono paletti pieghevoli ma grossi (e duri) abeti. Ad un certo punto il bosco si apre e si incrocia una strada, prima sterrata e poi asfaltata e la si passa per 5, 6 volte, superando salti naturali formati da radici e sassi. Siamo ormai quasi mille metri più in basso, si passa attraverso un maso, fra mucche e galline poi il sentiero, sempre bene segnalato, http://img353.imageshack.us/img353/5357/plaus30a8cl.jpg attraversa un prato ripido e umido, la bici sembra andare dove vuole e riesco a fermarla mettendomi di traverso al limitare del bosco. http://img353.imageshack.us/img353/7381/30abosco7tc.jpg Qui il paesaggio cambia ancora, siamo in mezzo ai pini e sul fondo secco e sassoso le ruote, tanto per cambiare, fanno fatica a fare presa, altri 300 m. di dislivello in scivolata, datemi un uovo che lo faccio al tegamino sui dischi roventi! Si entra adesso in un bosco di latifoglie, i polpacci cominciano a farmi male, non sono abituato a rimanere per tanto tempo in quella posizione, ancora tornantini stretti, saltini, sassi, la discesa sembra non finire più. Improvvisamente però il bosco si apre e il sentiero finisce in prossimità di un cancello. Ancora qualche centinaio di metri di sterrata e sono in paese, da qui la comoda ciclabile della val Venosta fino a Merano. Alle 15 sono in ufficio e scarico i dati dal Polar. Il sentiero misura 6.6 km. per una pendenza media del 21% e un dislivello di 1400 m. Un sogno o un incubo8-) , dipende con che preparazione e quale tipo di bike lo si affronti!