Senza parole... ho parcheggiato l'auto poco fuori Borgo, per riscaldarmi quei 6-7 km prima di iniziare la salita. Partenza ore 10.45, temperatura gradevole ai 400 mt di Borgo, sole alto nel cielo, traffico assente. In un attimo arrivo al bivio di Telve, dove iniziano le prime dure rampe del mostro. Pedalo sciolto, molto agile, incurante della velocità, godendomi un panorama stupendo. La neve inizia a fare capolino di fronte a me, sulle cime del Lagorai, mentre entrando nel bosco, la temperatura si fa decisamente più rigida e la strada scivolosa. Arrivo a quota 1000 senza faticare troppo, mentre gli ultimi 2 km prima del rifugio Calamento mi risultano come sempre indigesti, per cui, una volta al parcheggio, quota 1200, decido di fermarmi al sole, a mangiare e ristorarmi con calma e fare qualche foto. La salita ora si fa più severa, e la strada inizia a mostrare i segni della recente nevicata. La temperatura non supera i 4 gradi. Al bivio del rifugio Valtrighetta, quota 1550, la strada è sbarrata dal cartello pericolo valanghe... noncurante, procedo per il mio erto cammino, ma la neve inizia a farsi sempre più alta e la salita, già difficile in condizioni normali, con pendenze regolari intorno al 10%, sempre più ardua. Oramai è single track, cercando di seguire la scia di temerari fuoristradisti che sono saliti al passo dopo la nevicata, ma le difficoltà sono pesanti. A quota 1867, a due km dal passo, la decisione sofferta ma inevitabile: impossibile procedere. La neve sulla strada è alta più di 20 cm, sono sparite anche le scie dei fuoristrada, impensabile proseguire. Ridiscendo lungo la via, abbandonando con la morte nel cuore questo paradiso di silenzio e paesaggi incantati. La discesa è divertimento puro: la gomma anteriore affonda nella neve soffice dei tornanti, col potente freno posteriore correggo le traiettorie a piacimento, in un battibaleno mi ritrovo a Borgo. Arrivederci all'anno prossimo caro Manghen, sei sempre un avversario coi fiocchi.