Dopo lungo silenzio ritorno a farmi vivo. Sono mancato da questa sezione del Forum, non disaffezione, non per mancanza di "emozioni" , solo per un aumentato numero di impegni istituzionali (organizzazione eventi cicloescursionistici CAI) e per un grosso disguido con il gestore della rete internet a cui ero abbonato. Dopo un lungo contenzioso, pur avendo ragione e avendo anche dimostrato che le loro letture erano fasulle o quanto meno non veritiere, ho dovuto cedere....forse, alla fine, hanno perso loro. Ho cambiato gestore di linea internet di casa e anche quella dei telefoni cellulari. Ora, risolti i problemi di rete, in pausa con gli eventi CAI eccomi a proporvi qualche altra avventura cicloescursionistica.
Devo dire che, come in tante altre occasioni, la mente malata che organizza le trasferte, e organizza i giri, è quella di mia moglie Flora. Quando ci si mette riesce ad estrarre dal suo cilindro tutta una serie di giri davvero emozionanti. Nel caso l'itinerario sia poco stimolante, riesce a pensare a deviazioni davvero appaganti. Quello che descrivo è una di queste ultime occasioni.
Era il 29 settembre dell'anno scorso. Giornata tersa, limpida come poche, anche se un pò freddina. Nella mente girava la canzone di Battisti. Però, noi, seduti a quel caffè, non riusciamo a starci. Magari cantiamo lungo la via, ma a quel caffè proprio no. Cioè magari ci fermiamo a fine giro, per un gelato e una birretta. Magari anche un caffè.... pestando sui pedali delle ns mtb siamo partiti da Rovereto e dopo aver traversato Villa Lagarina siamo saliti verso la Val di Gresta. Ad un certo punto della salita avremmo dovuto tagliare la costa in direzione del paesino di Patone. La cosa non sconfinferava troppo a Flora che, decide di continuare la salita fino al passo Bordala. Poi, visto che siamo qui arriviamo fino li. Il "li" consisteva nel raggiungere Malga Somator, poco distante. Alla malga ci accolgono davvero bene e il panorama che si gode da quel sito è davvero superbo ed allegro allo stesso tempo. Molto allegri anche i gestori che ci servono un tagliere di salumi e formaggi davvero ottimi, conditi da una bella birra (che non guasta mai). Bene ora si tratta di rientrare verso Patone. Chiaramente non se ne parla nemmeno di rinculare per la stessa via. Consultiamo carte e avventori della malga, chiediamo lumi anche ai gestori del locale. Le risposte sono tutte diverse e non ci convincono a pieno. Così Flora ed io decidiamo di provare il sentiero 624. Sulla carta mi sembra troppo breve per essere una via di discesa "comoda e scorrevole", proviamo ugualmente. Mal che vada spingeremo i mezzi a pedali. L'inizio del sentiero è davvero bello ed agevole, ampio e scorrevole, poi ad un bivio la musica cambia di colpo. Il sentiero diventa davvero "un sentiero" con pendenze interessanti, sassi, gradini e tanto sporco lungo la via. dobbiamo impegnarci davvero. Qualche tratto un pò troppo ardito lo passiamo a piedi, ma solo pochissimi metri in tutto. Ogni tanto ci fermiamo a riposare mani e gambe sempre sotto pressione. Il sentiero poi diventa canale rubandoci le ultime energie rimaste. Finalmente il 624 termina con un passaggio quasi appenninico, fra ortiche e rovi ed erbacce in genere. Sbuchiamo in un bello slargo nei pressi di orti coltivati. In un attimo siamo a Patone e di qui per belle stradiole secondarie siamo in fondovalle sulla ciclabile dell'Adige in direzione Rovereto.
Bella avventura!!! Brava Flo!!
Per chi avesse la voglia e la pazienza di saperne di più su questa nostra avventura allego il link del mio piccolo blog. Si potrà leggere, guardare le foto e volendo anche vedere il filmato che ho realizzato nell'occasione.
Il link è il seguente:
http://stefanoalinovimtbperisentieriitaliani.blogspot.it/
Devo dire che, come in tante altre occasioni, la mente malata che organizza le trasferte, e organizza i giri, è quella di mia moglie Flora. Quando ci si mette riesce ad estrarre dal suo cilindro tutta una serie di giri davvero emozionanti. Nel caso l'itinerario sia poco stimolante, riesce a pensare a deviazioni davvero appaganti. Quello che descrivo è una di queste ultime occasioni.
Era il 29 settembre dell'anno scorso. Giornata tersa, limpida come poche, anche se un pò freddina. Nella mente girava la canzone di Battisti. Però, noi, seduti a quel caffè, non riusciamo a starci. Magari cantiamo lungo la via, ma a quel caffè proprio no. Cioè magari ci fermiamo a fine giro, per un gelato e una birretta. Magari anche un caffè.... pestando sui pedali delle ns mtb siamo partiti da Rovereto e dopo aver traversato Villa Lagarina siamo saliti verso la Val di Gresta. Ad un certo punto della salita avremmo dovuto tagliare la costa in direzione del paesino di Patone. La cosa non sconfinferava troppo a Flora che, decide di continuare la salita fino al passo Bordala. Poi, visto che siamo qui arriviamo fino li. Il "li" consisteva nel raggiungere Malga Somator, poco distante. Alla malga ci accolgono davvero bene e il panorama che si gode da quel sito è davvero superbo ed allegro allo stesso tempo. Molto allegri anche i gestori che ci servono un tagliere di salumi e formaggi davvero ottimi, conditi da una bella birra (che non guasta mai). Bene ora si tratta di rientrare verso Patone. Chiaramente non se ne parla nemmeno di rinculare per la stessa via. Consultiamo carte e avventori della malga, chiediamo lumi anche ai gestori del locale. Le risposte sono tutte diverse e non ci convincono a pieno. Così Flora ed io decidiamo di provare il sentiero 624. Sulla carta mi sembra troppo breve per essere una via di discesa "comoda e scorrevole", proviamo ugualmente. Mal che vada spingeremo i mezzi a pedali. L'inizio del sentiero è davvero bello ed agevole, ampio e scorrevole, poi ad un bivio la musica cambia di colpo. Il sentiero diventa davvero "un sentiero" con pendenze interessanti, sassi, gradini e tanto sporco lungo la via. dobbiamo impegnarci davvero. Qualche tratto un pò troppo ardito lo passiamo a piedi, ma solo pochissimi metri in tutto. Ogni tanto ci fermiamo a riposare mani e gambe sempre sotto pressione. Il sentiero poi diventa canale rubandoci le ultime energie rimaste. Finalmente il 624 termina con un passaggio quasi appenninico, fra ortiche e rovi ed erbacce in genere. Sbuchiamo in un bello slargo nei pressi di orti coltivati. In un attimo siamo a Patone e di qui per belle stradiole secondarie siamo in fondovalle sulla ciclabile dell'Adige in direzione Rovereto.
Bella avventura!!! Brava Flo!!
Per chi avesse la voglia e la pazienza di saperne di più su questa nostra avventura allego il link del mio piccolo blog. Si potrà leggere, guardare le foto e volendo anche vedere il filmato che ho realizzato nell'occasione.
Il link è il seguente:
http://stefanoalinovimtbperisentieriitaliani.blogspot.it/