Parigi-Dakar

Teech

Biker ciceronis
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Zola Predosa (Bo)
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Newton ha scritto:
E' vero...può dispiacere quanto si vuole...però se le vanno veramente a cercare...magari questi piloti hanno pure famiglia e si vanno ad imbarare in ste Roulette russe...mah:omertà:
Non diciamo queste ipocrisie per favore!!!!
Dal momento che esci di casa ti imbarchi una serie di rischi numerosissimi... Ed anche in casa puoi incorrere in incidenti gravi se non mortali: non possiamo vivere sotto una campana di vetro!!!
 

uedro

Biker velocissimus
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dony ha scritto:
quando? com'è successo? sono un po' disinformato ultimamente...:cry:

Andy Caldecott, motociclista 41enne. E' morto lunedì mattina, lascia una moglie ed una figlia. E' caduto in moto, l'elicottero dei soccorsi è arrivato 20 minuti dopo e l'ha trovato già morto.
Dal 1979 è la 23esima vittima della dakar, non tutti erano piloti, alcuni meccanici e persone dell'assistenza, anche l' "inventore" della dakar, Thierry Sabine è morto, nel 1986, precipitando con l'ellicottero con cui stava seguendo la corsa.
 

IL GLANDIATORE

Biker immensus
1/1/05
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Balarm
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e' morta ,non ricordo quando, una bambina ke sfuggita dalle mani della madre e' stata investita da un'auto in corsa. Teech obiettivamente..non si tratta di un caso sporadico..sta storia avvviene quasi ogni anno
 

Dedek Milče

Biker forumensus
2/7/04
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Teech ha scritto:
Non diciamo queste ipocrisie per favore!!!!
Dal momento che esci di casa ti imbarchi una serie di rischi numerosissimi... Ed anche in casa puoi incorrere in incidenti gravi se non mortali: non possiamo vivere sotto una campana di vetro!!!
Ma dai....dove vivi a Baghdad?
Non dirmi che corri gli stessi rischi andando in autobus in ufficio in una città di provincia piuttosto che a farsi il deserto a 150km\h in moto con soccorsi lontani kilometri...
Impara a rispettare le opinioni altrui.
Io la penso così se non ti sta bene amen ma non darmi dell'ipocrita.
 

uedro

Biker velocissimus
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Newton ha scritto:
Ma dai....dove vivi a Baghdad?
Non dirmi che corri gli stessi rischi andando in autobus in ufficio in una città di provincia piuttosto che a farsi il deserto a 150km\h in moto con soccorsi lontani kilometri...
Impara a rispettare le opinioni altrui.
Io la penso così se non ti sta bene amen ma non darmi dell'ipocrita.

150 km/h è il limite che hanno imposto, non senza qualche mugugna da parte dei piloti, da qualche anno per cercare di arginare gli incidenti. Perchè prima arrivavano anche a 200 km/h. Non riesco neanche ad immaginare cosa significhi andare a 200 all'ora su uno sterrato, seppur compatto e liscio, con una moto da 200 e passa kg a pieno carico.
Sui giornali non specialistici finiscono solo i morti, ma di feriti, anche gravi ce ne sono parecchi ogni anno.
 

vuferosilver

Biker superis
24/5/05
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Arcore
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Ciao a tutti, io penso che obbiettivamente i rischi di una Dakar non sono paragonabili a quelli della vita quotidiana di una persona normale, ma penso che chi si imbarca in questa avventura ne sia conscio.
Da parte mia rispetto chi decide di accettare questa sfida con se stessi prima che con le dune e non do giudizi in merito.
Dopo tutto è più pericoloso farsi una discesa a palla in un bosco con la biga che starsene sul divano a guardare la tv ma tutti noi preferiamo la prima opzione.........................o no???
Ciao
 

Lebo

Biker urlandum
2/11/05
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Pavia
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uedro ha scritto:
Andy Caldecott, motociclista 41enne. E' morto lunedì mattina, lascia una moglie ed una figlia. E' caduto in moto, l'elicottero dei soccorsi è arrivato 20 minuti dopo e l'ha trovato già morto.
Dal 1979 è la 23esima vittima della dakar, non tutti erano piloti, alcuni meccanici e persone dell'assistenza, anche l' "inventore" della dakar, Thierry Sabine è morto, nel 1986, precipitando con l'ellicottero con cui stava seguendo la corsa.
Tra l'altro non sarebbe neanche dovuto partire, l'hanno chiamato all'ultimo momento. L'anno scorso ha vinto due tappe ed è arrivato sesto in classifica finale. Nel 2004 ha partecipato grazie ad una colletta del suo paese (prendete tutto col beneficio di inventario)

Quoto vuferosilver e rispondo sì alla domanda.
 

uedro

Biker velocissimus
18/11/05
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Lebo ha scritto:
Tra l'altro non sarebbe neanche dovuto partire, l'hanno chiamato all'ultimo momento. L'anno scorso ha vinto due tappe ed è arrivato sesto in classifica finale. Nel 2004 ha partecipato grazie ad una colletta del suo paese (prendete tutto col beneficio di inventario)

Quoto vuferosilver e rispondo sì alla domanda.

Già... neanche riesco ad immaginare la sua gioia quando gli hanno comunicato pochi giorni prima della partenza che lo avrebbero fatto partecipare come ufficiale ktm, un sogno per qualunque pilota di enduro credo.
Come se offrisso a ognuno di noi una sponsorizzazione, una partecipazione, un contratto, un viaggio o qualunque altra cosa nella sua disciplina mtb preferita.
 

Teech

Biker ciceronis
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Zola Predosa (Bo)
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Newton ha scritto:
Ma dai....dove vivi a Baghdad?
Non dirmi che corri gli stessi rischi andando in autobus in ufficio in una città di provincia piuttosto che a farsi il deserto a 150km\h in moto con soccorsi lontani kilometri...
Impara a rispettare le opinioni altrui.
Io la penso così se non ti sta bene amen ma non darmi dell'ipocrita.
Non ho detto che sei ipocrita, ma che, secondo me, quella scritta è una frase ipocrita... Rispetto il tuo punto di vista, ci mancherebbe.

In ogni caso io rispetto e approvo le scelte fatte da chi vuole partecipare alla Parigi-Dakar e queste persone hanno il mio pieno rispetto e la mia stima perchè hanno deciso (spero consciamente e indipendentemente) di vivere un'esperienza che in ogni momento ti permette di vivere emozioni che alcune persone non immaginano nemmeno per tutta la vita.
Per questo motivo li rispeto sia per la loro vita sia nella loro morte!!!

Per ciò che riguarda la pericolosità della "vita quotidiana" ti chiedo di controllare alcune statistiche riguardanti incidenti domestici o sinistri più in generale... Un esempio: il pullman che qualche settimana fa a Madeira che trasportava un gruppo di turisti italiani in vacanza o i passeggeri dei diversi treni che hanno avuto incidenti (quello nel Lazio di qualche settimana fa o quello di Crevalcore di un anno fa)... E non ultimo le migliaia di turisti che non facevano nulla di pericoloso ma sono stati travolti dallo tsunami...
 

mtbstefano

Biker tremendus
6/6/05
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Torino
mtbstefano.altervista.org
I morti in questo ultimo periodo sono tanti (un anno fa Sainct e Meoni, adesso Caldecott), le prevenzioni che si stanno prendendo in questo periodo (limite di velocità e "corridoio") sono secondo me un palliativo, perchè per evitare il rischi di morte dovrebbero cancellare del tutto la gara. Purtroppo quando agli albori della cosa le moto da enduro avevano 50 Cv a dir tanto era una cosa, adesso che la KTM sforna bestioni da 120 e passa Cv magari c'è anche da riflettere se l'aumento delle prestazioni sia compatibile con lo spirito della gara stessa, cioè quello di un'eroica traversata in mezzo ai deserti africani.
D'altronde molti piloti di moto titolati (Peterhansel e Roma, per esempio) sono passati alle auto, proprio per il motivo che le moto sono esageratamente veloci, e quindi pericolose.
Forse se Thierry Sabine, che iscriveva alla gara piloti su qualsiasi accrocchio motorizzato, anche in vespa, avesse visto l'evolversi delle cose, chissà... cmq la Dakar ha un fascino innegabile e lo avrà ancora per molto
 

Dedek Milče

Biker forumensus
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Beh mattiamola così allora:
Se avessi una famiglia non metterei a repentaglio la mia vita consciamente partecipando ad una attività che si sa essere nettamente più pericolosa di altre.
Quelli morti nell'autobus o con lo tsunami o fulminati con il minipimer non sapevano di rischiare la vita.
I piloti lo sanno, per questo non è che li stimi più di qualsiasi altra persona.
 

panzer division

Biker meravigliosus
28/7/03
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Venezia Giulia.
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Newton ha scritto:
Beh mattiamola così allora:
Se avessi una famiglia non metterei a repentaglio la mia vita consciamente partecipando ad una attività che si sa essere nettamente più pericolosa di altre.

sono scelte personali.
per lui questa era un'occasione di lavoro, il lavoro che aveva fortemente scelto in quanto prima di tutto sua passione.
non è possibile giudicare una scelta del genere. si può ammirare o non condividere sicuramente.
Shumaker ha una famiglia, dei figli, soldi non mancano, un futuro assicurato per lui ed i suoi figli. eppure corre ancora. ad hockeneim ha risciato la vita andando a 200 km/h contro le protezioni, un paio di anni fà. si è rotto una gamba ma poteva morire. non penso che lui sia disinteressato alla sua famiglia.
e cosi per tutti i piloti, moto o auto, che corrono ogni giorno ed ogni week end in giro per il mondo. non penso che nessuno di loro non ami la propria famiglia. correre è la loro passione ma anche il loro lavoro. ci mettono anima e corpo in quello che fanno e per questo rispettabili.
i rischi li corriamo tutti ogni giorno. quando esco in macchina so che corro un rischio. le strade sono una delle primarie cause di morte per incidenti. so che quando sono al volante sto correndo un rischio. e seguendo il tuo discorso, dico che me lo vado a cercare, perchè non mi obbliga il dottore a guidare. ma non per questo non amo la mia famiglia o la mia fidanzata.
il rischio lo vado a cercare anche mentre sto correndo una gara di downhill. pensi che non sia pericoloso? beh lo è, e molto. ma è passione. non sprecherò la mia vita in una campana di vetro.
sta ad ognuno sciegliersi i propri limiti. io però non voglio avere rimpianti quando sarò vecchio e circondato comunque dalla mia famiglia.
 

Dedek Milče

Biker forumensus
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panzer division ha scritto:
sono scelte personali.
per lui questa era un'occasione di lavoro, il lavoro che aveva fortemente scelto in quanto prima di tutto sua passione.
non è possibile giudicare una scelta del genere. si può ammirare o non condividere sicuramente.
Shumaker ha una famiglia, dei figli, soldi non mancano, un futuro assicurato per lui ed i suoi figli. eppure corre ancora. ad hockeneim ha risciato la vita andando a 200 km/h contro le protezioni, un paio di anni fà. si è rotto una gamba ma poteva morire. non penso che lui sia disinteressato alla sua famiglia.
e cosi per tutti i piloti, moto o auto, che corrono ogni giorno ed ogni week end in giro per il mondo. non penso che nessuno di loro non ami la propria famiglia. correre è la loro passione ma anche il loro lavoro. ci mettono anima e corpo in quello che fanno e per questo rispettabili.
i rischi li corriamo tutti ogni giorno. quando esco in macchina so che corro un rischio. le strade sono una delle primarie cause di morte per incidenti. so che quando sono al volante sto correndo un rischio. e seguendo il tuo discorso, dico che me lo vado a cercare, perchè non mi obbliga il dottore a guidare. ma non per questo non amo la mia famiglia o la mia fidanzata.
il rischio lo vado a cercare anche mentre sto correndo una gara di downhill. pensi che non sia pericoloso? beh lo è, e molto. ma è passione. non sprecherò la mia vita in una campana di vetro.
sta ad ognuno sciegliersi i propri limiti. io però non voglio avere rimpianti quando sarò vecchio e circondato comunque dalla mia famiglia.

Ma guarda che sono daccordo...infatti ho sottolineato il fatto che IO non farei quelle scelte.
Anch'io baso le mie scelte sul rischio calcolato...ed appunto perchè calcolo il rischio che mi astengo da attività che mi piacerebbe fare, ma che ritengo troppo pericolose.
 

Winterhawk

Biker grossissimus
L'anno dell'incidente di Michael Schumacher che gli costò le fratture alle gambe era il 1999, ed avvenne a Silverstone, non ad Hockenheim, durante un tentativo di sorpasso ai danni del compagno di squadra Irvine, tentato arditamente poco dopo la partenza (non ricordo a che giro) per raggiungere il prima possibile le fuggitive McLaren di Hakkinen e Coulthard. ;-)
 

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