Si tratta di una Poesia da me scritta in data 17 Aprile 2002, colto da improvviso Raptus Poetico.
Costituita da un doppio ottosillabo rimato, molto semplice nella sua formazione letterale, vuole esprimere le emozioni percepite nel corso di una gara MTB Marathon.
Non è mai stata pubblicata prima d'ora, forse la includerò nel momento in cui scriverò un Libro...
ODE alla GranFondo
Beh son qui di nuovo in sella aspettando di partire,
questa Marathon è bella, dura, tosta da morire;
allo start li trovo tutti, dico appassionati veri,
un raduno multicolor, coi caschetti gialli, neri,
rossi, verdi, bianchi e blu, cè davvero tanta gente
due-tremila o forse più.
Cè lEsteta un po fighetto,
il Turista e il suo zainetto,
lUligano con lelmetto,
il Downhiller sfegatato,
il Freerider tatuato,
lAgonista esaltato,
il buon padre di famiglia, con la moglie, figlio e figlia.
Cè anche il vecio pensionato che rimembra il suo passato
ma il pedale non depone, dentro è ancora un Re Leone.
E leffluvio delle creme per scaldar meglio i garroni
mi fa star davvero bene, mi solletica i polmoni.
Ai megafoni gracchianti una voce un po assonnata
urla forte a tutti quanti che la Marathon è iniziata
e rammenta ad ogni biker che i km. son tanti,
mentre i più gagliardi scattano e si portano davanti
io non parto troppo forte, comunque vada Gloria o Morte !!.
Il percorso è molto vario, sterratoni e mulattiere,
poco asfalto, erte vere da affrontar col padellino
sembra desser sul Calvario quantomeno lì vicino.
La salita trooooppo dura, la discesa da paura,
sottobosco con radici, troppo impervio, non si sale,
tocca scender dalla bici rischierei di farmi male
E lapplauso della gente, assiepata sul tracciato,
che ti urla forte Vai !!!,
anche se la gamba è stanca, ricomincia lo sterrato
e di forza non ne hai
Ma chi me lha fatto fare desser qui a pedalare,
faticando sotto al sole (ma se piove è pure peggio),
anziché andare al mare oppure altrove, che so a passeggio
E il Ristoro? Maledetto dove è posto non lo so,
giuro che se poi ci arrivo mi ritiro o forse no
forse ho ancora un po di gamba per raggiungere la meta,
sono stanco ma felice, ecco la mia arma segreta,
la felicità è un istante lungo quanto una Granfondo,
ti sostiene e ti dà forza tanto da spaccare il Mondo.
Come va? Non cè problema !!
Mal di gambe e mal di schiena non li sento neanche un po,
il Traguardo è ormai vicino son sicuro vincerò.
Perché la Granfondo è questa, quando passi lo striscione
tutti quanti fanno festa, per la scheggia e il lumacone
il compenso è terminare questennesima fatica
fra il tripudio della folla che dei bikers è sempre amica
conferendo onore, lustro, gloria e celebrità
anche allultimo arrivato, con sua gran felicità.
Costituita da un doppio ottosillabo rimato, molto semplice nella sua formazione letterale, vuole esprimere le emozioni percepite nel corso di una gara MTB Marathon.
Non è mai stata pubblicata prima d'ora, forse la includerò nel momento in cui scriverò un Libro...
ODE alla GranFondo
Beh son qui di nuovo in sella aspettando di partire,
questa Marathon è bella, dura, tosta da morire;
allo start li trovo tutti, dico appassionati veri,
un raduno multicolor, coi caschetti gialli, neri,
rossi, verdi, bianchi e blu, cè davvero tanta gente
due-tremila o forse più.
Cè lEsteta un po fighetto,
il Turista e il suo zainetto,
lUligano con lelmetto,
il Downhiller sfegatato,
il Freerider tatuato,
lAgonista esaltato,
il buon padre di famiglia, con la moglie, figlio e figlia.
Cè anche il vecio pensionato che rimembra il suo passato
ma il pedale non depone, dentro è ancora un Re Leone.
E leffluvio delle creme per scaldar meglio i garroni
mi fa star davvero bene, mi solletica i polmoni.
Ai megafoni gracchianti una voce un po assonnata
urla forte a tutti quanti che la Marathon è iniziata
e rammenta ad ogni biker che i km. son tanti,
mentre i più gagliardi scattano e si portano davanti
io non parto troppo forte, comunque vada Gloria o Morte !!.
Il percorso è molto vario, sterratoni e mulattiere,
poco asfalto, erte vere da affrontar col padellino
sembra desser sul Calvario quantomeno lì vicino.
La salita trooooppo dura, la discesa da paura,
sottobosco con radici, troppo impervio, non si sale,
tocca scender dalla bici rischierei di farmi male
E lapplauso della gente, assiepata sul tracciato,
che ti urla forte Vai !!!,
anche se la gamba è stanca, ricomincia lo sterrato
e di forza non ne hai
Ma chi me lha fatto fare desser qui a pedalare,
faticando sotto al sole (ma se piove è pure peggio),
anziché andare al mare oppure altrove, che so a passeggio
E il Ristoro? Maledetto dove è posto non lo so,
giuro che se poi ci arrivo mi ritiro o forse no
forse ho ancora un po di gamba per raggiungere la meta,
sono stanco ma felice, ecco la mia arma segreta,
la felicità è un istante lungo quanto una Granfondo,
ti sostiene e ti dà forza tanto da spaccare il Mondo.
Come va? Non cè problema !!
Mal di gambe e mal di schiena non li sento neanche un po,
il Traguardo è ormai vicino son sicuro vincerò.
Perché la Granfondo è questa, quando passi lo striscione
tutti quanti fanno festa, per la scheggia e il lumacone
il compenso è terminare questennesima fatica
fra il tripudio della folla che dei bikers è sempre amica
conferendo onore, lustro, gloria e celebrità
anche allultimo arrivato, con sua gran felicità.