Mi accingo a partire per la consueta escursione sabatina insieme agli amici di sempre con un po di preoccupazione. In settimana ho forzato un po troppo gli allenamenti e questa mattina mi sento un po giù. Daltronde in questo WE doveva venire da noi una nostra amica di Roma e quindi sabato e domenica dovevano essere di riposo (del tipo turistico). Quando Fulvia ci ha detto che era ammalata e che non sarebbe venuta
avevo le gambe ormai piene di acido lattico
ma la voglia di uscire con gli amici era tanta
.
Quando vedo sopraggiungere il gruppo, le mie preoccupazioni aumentano a dismisura
Cè gente che frulla sui pedali, mediamente sono sempre il più lento e mi devono aspettare, se poi accelerano sono finito
Beh! Di sicuro non mi perdo mal che vada li saluto e giro per mio conto pian piano.
Con queste idee bellicose mi accodo al gruppo che sta viaggiando abbastanza svelto, sullasfalto che ci porta a Contignaco.
Faccio qualche chiacchiera con Paolino (il giovane) ma ben presto mi ritrovo staccato ma non di poco. Siamo appena partiti e già la respirazione si fa affannosa.
Ora Paolino, ora Andrea si alternano ad aspettarmi sulla via dei Tintori e poi sulla ripida strada che sale a Pietraspaccata. Non riesco e non voglio provare a stare al passo di quelli la davanti. Arriverei a scoppiare prima di metà giro. Nicola ha più gamba e ci prova
Mugugnando (non poco) arrivo anchio a Pietraspaccata con Paolo che ci viene incontro. Gli dico che possono andare e che non ce la farò mai a tenere il loro passo .
Paolo se la ride e mi annuncia che Luca è andato a procurar battaglia
La battaglia inizia lungo la vecchia pista da sci dei Millepini. Arrivati sulla strada torniamo verso Salso per qualche metro ed entriamo nella vecchia pista (ora prato da fieno appena segato) e incominciamo a salire. Su questo ripido perdo un po meno, e riesco a salire dove altri spingono
Mi rinfranco un attimo
Gli ultimi metri prima di tornare in strada sono di puro portage
Dopo questa sfuriata molti animi si sono calmati e procediamo tutti insieme fino al Passo di S.Antonio e poi sulla strada della Costa.
Dovremmo aggirare, come la settimana scorsa, il monte S.Cristina, per quel nuovo (per noi) sentiero che abbiamo provato la scorsa settimana. Arrivati sotto Mariano giriamo come a prendere la Borotalco ma puntiamo più a destra. Scendiamo veloci lungo il crinalino
che guarda il paese di Pellegrino e a metà giriamo a sinistra per una nuova carrareccia.
Velocissima ci porta in fondo valle, superiamo una fattoria, passando fra stalla e polli e siamo sulla strada Pellegrino-Varano. Non facciamo altro che attraversarla e risaliamo la ripida sterrata
che con un paio di strappi cattivi ci fa arrivare fino a Careno.
Ci fermiamo a rifiatare e riempire le borracce, e intanto che il gruppo si riunisce facciamo due chiacchiere con un paio di signori dalle spalle piene di anni ma in forma smagliante. Se abitare qui fa così bene .mi trasferisco subito!!!
Questoggi, anziche salire alla Pieve Romanica, tagliamo subito a sinistra, appena fuori del gruppo di case, e arriviamo immediatamente alla casa del Ghiro .
Seguiamo la strada bianca, che poi diviene sterrata a sinistra. Per non smentirci mai, anche questa via sale con strappi cattivi che costringono qualcuno di noi ad appoggiare il piede. Prima dellultimo strappo su erba, abbandono i compagni e provo la via cementata a destra che passa accanto ad una vecchia fattoria abbandonata. A vederla così la via sembra più agevole , in realtà è un pochino più complicata La ripidità è uguale o forse superiore al prato, in più si è obbligati a stare sulle corsie di cemento fatte per la ruota del trattore. Uscendo dal duro si può cadere nel fossetto laterale o fra le due carreggiate in calcestruzzo, con conseguenze poco simpatiche. Devo puntare sui pedali per riuscire a salire, e, per un pelo di .ce la faccio. Poi la strada spiana anche se con un pessimo fondo. Mi incrocio con gli altri che arrivano dal prato, prima di attaccare lultimo strappetto.
Ci riuniamo per rifiatare e decidere il percorso.
Cè quella casa la in fondo con quella strada .che non riusciamo a capire come ci si arrivi
Per non perdere troppo tempo e andare a cercare rogne inutili decidiamo di copiare il percorso di sabato scorso
Saliamo lungo la carrareccia che gira attorno allErnicchio
(copiando il trail di Pellegrino)
fino alla casa.
Poi scenderemo per la nuova via provata la settimana passata.
Qui comincia lo show di Andrea.
Evidentemente il nostro amico inge è arrivato stanco, non è in formissima, e quando si è provati si commettono errori anche banali (io ne so un casino in merito). Fatto è che il nostro amico arriva veloce sula carrareccia malmessa, infila le ruote nel solco creato dal passaggio delle moto, perde il controllo del mezzo in frenata e si catapulta sulla legnaia a fianco della via.
Di per se fa ridere ma cè mancato un pelo che si facesse male sul serio.
Il nostro amico è tutto segnato, sanguinicchia qua e la per la perdita di qualche lembo di pelle ma niente di serio solo lorgoglio ne risente un po
Rabberciato lamico iniziamo la discesa verso la strada sottostante.
Dopo pochi metri su traccia erbosa ci fermiamo per il solito dubbio: scendiamo per la carraia grande o proviamo il single track a destra. Dopo un conciliabolo fatto di si, no, forse, vediamo unaltra volta .il gruppo si divide. Luca, Andrea e il sottoscritto provano il single track, gli altri scendono per la carraia. In teoria ci dovremmo trovare sulla strada che porta a Lusignani .noi dovremmo sbucare più alti di loro .
Il single track è davvero carino, forse un po troppo scavato dallacqua (o dalle moto o da tutti e due) . Siamo costretti a scendere lenti e circospetti e in un paio di occasioni dobbiamo fare qualche equilibrismo per passare senza appoggiare il piede. Il godimento è breve e presto siamo sulla strada che vedevamo prima da in alto .
Aspettiamo Andrea .che non arriva
Ci preoccupiamo e appoggiamo le bici per andare incontro al nostro amico. Facciamo pochi metri e lo vediamo arrivare molto guardingo .e con qualche segno in più.
Ci annuncia di aver compiuto unaltra piccola misurazione del terreno poca roba, una scivolatina
Non è proprio giornata per il nostro Inge di Rio Saliceto .
Scendiamo veloci per lampia strada bianca e in breve siamo sulla strada asfaltata, ben più in alto rispetto alla settimana scorsa.
Aspettiamo un attimo e sentiamo le voci degli altri che salgono chiacchierando.
Arrivano, ci raccontiamo le rispettive discese .e mi accorgo che manca Nicola
Paolino dice che era li dietro a lui .
Aspettiamo un po niente .
Luca scende preoccupato e recupera lamico fermo inchiodato dai crampi.
Dopo liniezione in vena di un gel a pronto effetto, Nicola incomincia a risalire a piedi, e poi piano con rapporti agili si rimette in sella. Andrea ed io gli facciamo volentieri compagnia (così prendiam fiato e recuperiamo). Risaliamo a Lusignani prima per asfalto
e poi per strada bianca. Una strada bianca antipatica che non finisce più .
Ai Lusignani altra sosta e divido con Nicola una barretta energetica.
Andrea, si fa una tortina .e raggiungiamo gli altri, sulla strada di Case Veronica.
Facciamo un rapido conto dellorario .fare il giro della settimana scorsa ci porterebbe a tornare dopo le 14 .vediamo di accorciare
Propongo la carraia dellEmigrante, e poi di scendere a destra verso Pellegrino, sulla strada che arriva al mulino di Egola.
Dopo qualche tornante di asfalto, in prossimità del vecchio ristorante (lEmigrante appunto) entriamo nel bosco per un single Track veloce e parecchio sporco . Ne usciamo ben infangati (tutti meno Paolo che non abbiamo mai capito come faccia a non sporcarsi) e ci dirigiamo verso quella fattoria, dopo la quale cè da piegare a destra per scendere
Qui Luca ha lidea Scendiamo direttamente al mulino di Egola .il sentiero labbiamo fatto diverse volte, è bello e veloce .
Niente di più vero!
Scendiamo per ripida traccia su carraia e poi su erba fino a prendere il sentiero la in fondo .
Figu ma dovè il sentiero?. E sempre stato li
In effetti cè ma si è chiuso in modo preoccupante. Dal prato soprastante guardo un po fra le frasche si potrebbe andare, passate le prime rase Vado avanti a fare la strada passati i primi rovi, pedaliamo pochi metri, poi dobbiamo farci strada fra altri rovi od erbacce .e così via Poca roba, saranno stati 150 metri, metti 200 quel tanto da metterci di malumore e farci uscire con qualche escoriazione in più poco male. Di qui il sentiero sembra bello e divertente .un po sporco. Iniziamo la discesa verso il rio Utanella. Veloci e divertiti facciamo correre le nostre mtb
Poi Luca inchioda .Lui e Paolo scendono dalla bici e si grattano il casco .
Davanti a loro una grossa frana ha cancellato il sentiero.
Il fronte franato è lungo un 20ina di metri. Una bella netta fetta di montagna se ne è scesa nel torrente portandosi dietro alberi, pietre ecc. ecc. è anche recente, in quanto la terra è ancora smossa e impregnata dacqua
Cosa facciamo? Qui cè da risalire .tornare indietro .
Aspetta un attimo .
Appoggio la bici e vado in esplorazione appena sopra di noi
Faccio pochi passi sulla frana e riesco a vedere chiaramente il sentiero originale appena al di la, sembra a posto. Richiamo i soci e con un po di alpinismo e portage, aiutandoci nel passare le bici sul gradone finale in discesa, siamo di nuovo sul sentiero. Andrea resta affascinato dalla mia tecnica di trasporto della mtb e ne vuole sapere di più. Gli prometto che a casa gli faccio vedere
Veloci scendiamo lungo la via per Egola
. Sporchissima anche questa, arriviamo al mulino conciati davvero male Nicola entra direttamente nella villa
Lo richiamiamo e lo riportiamo sulla retta via. Il piccolo guado ci ripulisce solo parzialmente.
Ora landatura è molto più tranquilla, anche se chiudo il gruppo, come il solito, riesco a rispondere al telefono a Flora che mi chiama per sapere per che ora è previsto il rientro
La dietro non sono più solo, Andrea e Nicola mi fanno compagnia, mentre i forti viaggiano appena avanti. Nicola è senzacqua.
Risaliamo la vecchia strada di Besozzola
e tagliamo su un pratone per togliere anche solo qualche metro di asfalto.
Allosteria di besozzola Nicola si ferma a fare rifornimento mentre noi avanziamo pian piano.
Lescursione è ormai finita (anche se mancano una decina di km a Salsomaggiore), facciamo una sosta colettiva alla fontana di Pietra Nera per una boccata dacqua fresca, e poi giù in volata fino a Grotta e da qui, attraversiamo il golf e scendiamo sulla strada dei Millepini
Mentre i ragazzi si tirano il collo per la volata finale, Andrea ed io ce la prendiamo comoda (si fa per dire).
A casa mostro al prode Inge la tecnica del portage e curiosi sono gli sguardi dei passanti che vedono due figure aggirarsi con le bici in spalla ..
P.s.: Le immagini sono di repertorio, visto che, colpevolmente ho lasciato a casa la GOPRO e non ho fatto foto (non ce n'era il tempo)
Quando vedo sopraggiungere il gruppo, le mie preoccupazioni aumentano a dismisura
Cè gente che frulla sui pedali, mediamente sono sempre il più lento e mi devono aspettare, se poi accelerano sono finito
Beh! Di sicuro non mi perdo mal che vada li saluto e giro per mio conto pian piano.
Con queste idee bellicose mi accodo al gruppo che sta viaggiando abbastanza svelto, sullasfalto che ci porta a Contignaco.
Faccio qualche chiacchiera con Paolino (il giovane) ma ben presto mi ritrovo staccato ma non di poco. Siamo appena partiti e già la respirazione si fa affannosa.
Ora Paolino, ora Andrea si alternano ad aspettarmi sulla via dei Tintori e poi sulla ripida strada che sale a Pietraspaccata. Non riesco e non voglio provare a stare al passo di quelli la davanti. Arriverei a scoppiare prima di metà giro. Nicola ha più gamba e ci prova
Mugugnando (non poco) arrivo anchio a Pietraspaccata con Paolo che ci viene incontro. Gli dico che possono andare e che non ce la farò mai a tenere il loro passo .
Paolo se la ride e mi annuncia che Luca è andato a procurar battaglia
La battaglia inizia lungo la vecchia pista da sci dei Millepini. Arrivati sulla strada torniamo verso Salso per qualche metro ed entriamo nella vecchia pista (ora prato da fieno appena segato) e incominciamo a salire. Su questo ripido perdo un po meno, e riesco a salire dove altri spingono
Mi rinfranco un attimo
Gli ultimi metri prima di tornare in strada sono di puro portage
Dopo questa sfuriata molti animi si sono calmati e procediamo tutti insieme fino al Passo di S.Antonio e poi sulla strada della Costa.
Dovremmo aggirare, come la settimana scorsa, il monte S.Cristina, per quel nuovo (per noi) sentiero che abbiamo provato la scorsa settimana. Arrivati sotto Mariano giriamo come a prendere la Borotalco ma puntiamo più a destra. Scendiamo veloci lungo il crinalino
che guarda il paese di Pellegrino e a metà giriamo a sinistra per una nuova carrareccia.
Velocissima ci porta in fondo valle, superiamo una fattoria, passando fra stalla e polli e siamo sulla strada Pellegrino-Varano. Non facciamo altro che attraversarla e risaliamo la ripida sterrata
che con un paio di strappi cattivi ci fa arrivare fino a Careno.
Ci fermiamo a rifiatare e riempire le borracce, e intanto che il gruppo si riunisce facciamo due chiacchiere con un paio di signori dalle spalle piene di anni ma in forma smagliante. Se abitare qui fa così bene .mi trasferisco subito!!!
Questoggi, anziche salire alla Pieve Romanica, tagliamo subito a sinistra, appena fuori del gruppo di case, e arriviamo immediatamente alla casa del Ghiro .
Seguiamo la strada bianca, che poi diviene sterrata a sinistra. Per non smentirci mai, anche questa via sale con strappi cattivi che costringono qualcuno di noi ad appoggiare il piede. Prima dellultimo strappo su erba, abbandono i compagni e provo la via cementata a destra che passa accanto ad una vecchia fattoria abbandonata. A vederla così la via sembra più agevole , in realtà è un pochino più complicata La ripidità è uguale o forse superiore al prato, in più si è obbligati a stare sulle corsie di cemento fatte per la ruota del trattore. Uscendo dal duro si può cadere nel fossetto laterale o fra le due carreggiate in calcestruzzo, con conseguenze poco simpatiche. Devo puntare sui pedali per riuscire a salire, e, per un pelo di .ce la faccio. Poi la strada spiana anche se con un pessimo fondo. Mi incrocio con gli altri che arrivano dal prato, prima di attaccare lultimo strappetto.
Ci riuniamo per rifiatare e decidere il percorso.
Cè quella casa la in fondo con quella strada .che non riusciamo a capire come ci si arrivi
Per non perdere troppo tempo e andare a cercare rogne inutili decidiamo di copiare il percorso di sabato scorso
Saliamo lungo la carrareccia che gira attorno allErnicchio
(copiando il trail di Pellegrino)
fino alla casa.
Poi scenderemo per la nuova via provata la settimana passata.
Qui comincia lo show di Andrea.
Evidentemente il nostro amico inge è arrivato stanco, non è in formissima, e quando si è provati si commettono errori anche banali (io ne so un casino in merito). Fatto è che il nostro amico arriva veloce sula carrareccia malmessa, infila le ruote nel solco creato dal passaggio delle moto, perde il controllo del mezzo in frenata e si catapulta sulla legnaia a fianco della via.
Di per se fa ridere ma cè mancato un pelo che si facesse male sul serio.
Il nostro amico è tutto segnato, sanguinicchia qua e la per la perdita di qualche lembo di pelle ma niente di serio solo lorgoglio ne risente un po
Rabberciato lamico iniziamo la discesa verso la strada sottostante.
Dopo pochi metri su traccia erbosa ci fermiamo per il solito dubbio: scendiamo per la carraia grande o proviamo il single track a destra. Dopo un conciliabolo fatto di si, no, forse, vediamo unaltra volta .il gruppo si divide. Luca, Andrea e il sottoscritto provano il single track, gli altri scendono per la carraia. In teoria ci dovremmo trovare sulla strada che porta a Lusignani .noi dovremmo sbucare più alti di loro .
Il single track è davvero carino, forse un po troppo scavato dallacqua (o dalle moto o da tutti e due) . Siamo costretti a scendere lenti e circospetti e in un paio di occasioni dobbiamo fare qualche equilibrismo per passare senza appoggiare il piede. Il godimento è breve e presto siamo sulla strada che vedevamo prima da in alto .
Aspettiamo Andrea .che non arriva
Ci preoccupiamo e appoggiamo le bici per andare incontro al nostro amico. Facciamo pochi metri e lo vediamo arrivare molto guardingo .e con qualche segno in più.
Ci annuncia di aver compiuto unaltra piccola misurazione del terreno poca roba, una scivolatina
Non è proprio giornata per il nostro Inge di Rio Saliceto .
Scendiamo veloci per lampia strada bianca e in breve siamo sulla strada asfaltata, ben più in alto rispetto alla settimana scorsa.
Aspettiamo un attimo e sentiamo le voci degli altri che salgono chiacchierando.
Arrivano, ci raccontiamo le rispettive discese .e mi accorgo che manca Nicola
Paolino dice che era li dietro a lui .
Aspettiamo un po niente .
Luca scende preoccupato e recupera lamico fermo inchiodato dai crampi.
Dopo liniezione in vena di un gel a pronto effetto, Nicola incomincia a risalire a piedi, e poi piano con rapporti agili si rimette in sella. Andrea ed io gli facciamo volentieri compagnia (così prendiam fiato e recuperiamo). Risaliamo a Lusignani prima per asfalto
e poi per strada bianca. Una strada bianca antipatica che non finisce più .
Ai Lusignani altra sosta e divido con Nicola una barretta energetica.
Andrea, si fa una tortina .e raggiungiamo gli altri, sulla strada di Case Veronica.
Facciamo un rapido conto dellorario .fare il giro della settimana scorsa ci porterebbe a tornare dopo le 14 .vediamo di accorciare
Propongo la carraia dellEmigrante, e poi di scendere a destra verso Pellegrino, sulla strada che arriva al mulino di Egola.
Dopo qualche tornante di asfalto, in prossimità del vecchio ristorante (lEmigrante appunto) entriamo nel bosco per un single Track veloce e parecchio sporco . Ne usciamo ben infangati (tutti meno Paolo che non abbiamo mai capito come faccia a non sporcarsi) e ci dirigiamo verso quella fattoria, dopo la quale cè da piegare a destra per scendere
Qui Luca ha lidea Scendiamo direttamente al mulino di Egola .il sentiero labbiamo fatto diverse volte, è bello e veloce .
Niente di più vero!
Scendiamo per ripida traccia su carraia e poi su erba fino a prendere il sentiero la in fondo .
Figu ma dovè il sentiero?. E sempre stato li
In effetti cè ma si è chiuso in modo preoccupante. Dal prato soprastante guardo un po fra le frasche si potrebbe andare, passate le prime rase Vado avanti a fare la strada passati i primi rovi, pedaliamo pochi metri, poi dobbiamo farci strada fra altri rovi od erbacce .e così via Poca roba, saranno stati 150 metri, metti 200 quel tanto da metterci di malumore e farci uscire con qualche escoriazione in più poco male. Di qui il sentiero sembra bello e divertente .un po sporco. Iniziamo la discesa verso il rio Utanella. Veloci e divertiti facciamo correre le nostre mtb
Poi Luca inchioda .Lui e Paolo scendono dalla bici e si grattano il casco .
Davanti a loro una grossa frana ha cancellato il sentiero.
Il fronte franato è lungo un 20ina di metri. Una bella netta fetta di montagna se ne è scesa nel torrente portandosi dietro alberi, pietre ecc. ecc. è anche recente, in quanto la terra è ancora smossa e impregnata dacqua
Cosa facciamo? Qui cè da risalire .tornare indietro .
Aspetta un attimo .
Appoggio la bici e vado in esplorazione appena sopra di noi
Faccio pochi passi sulla frana e riesco a vedere chiaramente il sentiero originale appena al di la, sembra a posto. Richiamo i soci e con un po di alpinismo e portage, aiutandoci nel passare le bici sul gradone finale in discesa, siamo di nuovo sul sentiero. Andrea resta affascinato dalla mia tecnica di trasporto della mtb e ne vuole sapere di più. Gli prometto che a casa gli faccio vedere
Veloci scendiamo lungo la via per Egola
. Sporchissima anche questa, arriviamo al mulino conciati davvero male Nicola entra direttamente nella villa
Lo richiamiamo e lo riportiamo sulla retta via. Il piccolo guado ci ripulisce solo parzialmente.
Ora landatura è molto più tranquilla, anche se chiudo il gruppo, come il solito, riesco a rispondere al telefono a Flora che mi chiama per sapere per che ora è previsto il rientro
La dietro non sono più solo, Andrea e Nicola mi fanno compagnia, mentre i forti viaggiano appena avanti. Nicola è senzacqua.
Risaliamo la vecchia strada di Besozzola
e tagliamo su un pratone per togliere anche solo qualche metro di asfalto.
Allosteria di besozzola Nicola si ferma a fare rifornimento mentre noi avanziamo pian piano.
Lescursione è ormai finita (anche se mancano una decina di km a Salsomaggiore), facciamo una sosta colettiva alla fontana di Pietra Nera per una boccata dacqua fresca, e poi giù in volata fino a Grotta e da qui, attraversiamo il golf e scendiamo sulla strada dei Millepini
Mentre i ragazzi si tirano il collo per la volata finale, Andrea ed io ce la prendiamo comoda (si fa per dire).
A casa mostro al prode Inge la tecnica del portage e curiosi sono gli sguardi dei passanti che vedono due figure aggirarsi con le bici in spalla ..
P.s.: Le immagini sono di repertorio, visto che, colpevolmente ho lasciato a casa la GOPRO e non ho fatto foto (non ce n'era il tempo)