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Non c'è più tempo

Alexius

Biker tremendus
6/9/08
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Ricordi
Era un caldo pomeriggio della tarda estate 2008 e tre ragazzi stavano seduti all'aperto sotto i gazebo del solito Pub sorseggiando pigramente i loro cocktails e “gustandosi” l'ultima calura della giornata, parlando del più e del meno e delle vacanze prossime a venire o già passate.
<<Che bella! Anch'io ne vorrei una anche se non proprio così!>> esclamò improvvisamente quello più alto del trio. Gli altri due alzarono lo sguardo incuriositi da cosa potesse aver attirato l'attenzione dell'amico.
Una volta resasi conto a cosa facesse riferimento, l'unica ragazza dei tre fece un palesemente disinteressato cenno di assenso col capo accompagnandolo con una leggera scrollata di spalle. Poi, senza dire nulla, tornò a concentrarsi nuovamente sul suo Sanbittèr&Martini.
Il terzo ragazzo rimase a fissare l'oggetto in silenzio, senza lasciar trasparire alcuna emozione. Ma se qualcuno avesse potuto penetrare le lenti scure che nascondevano il suo sguardo forse avrebbe visto riflesso nei suoi occhi ciò che gli passava per la mente in quel momento: ricordi di quando era più giovane, di pomeriggi assolati (ma non afosi come quello di quel giorno) passati all'aria aperta, del sapore della polvere in bocca....Ma soprattutto la consapevolezza di aver tenuto per davvero troppo tempo chiuso in un cassetto della memoria e della vita ciò che egli veramente amava fare.
<<Sì, lo è. E ne voglio una anch'io.>> disse, provocando così un'alzata di sopracciglia e uno sguardo incuriosito che animarono il volto della ragazza. <<Che ne dici?>> chiese rivolto a lei.
<<Se credi ti piaccia veramente allora fallo.>> rispose sincera.
Si, lo credeva veramente. Finalmente.

Il giorno prima....Diciotto mesi dopo
È nervoso e guarda continuamente l'orologio. Deve fare una telefonata per prendere degli accordi ma la rimanda di minuto in minuto quasi a voler credere che ciò che lo aspetta di li a circa 16 ore così facendo non accadrà. E pensare che l'ha fortemente voluto. Mesi passati a scambiarsi sguardi in cagnesco con la porta di un garage, terrorizzando un incolpevole gatto e facendo persino versare qualche lacrima ad una povera vecchietta ultra-ottuagenaria che non capiva cosa stesse succedendo ma se ne preoccupava assai.
Comunque non era il caso di indugiare oltre. Del resto non era cambiato nulla: lo credeva veramente. Allora come adesso. Prese in mano il telefono e compose il numero.

28 Marzo 2010 ore 09.30 circa
Solo, ma circondato da una moltitudine di sconosciuti vocianti, continua a stringere nervosamente il suo portafortuna, un corvo nero ma dall'aspetto simpatico, sicuro che ne avrà bisogno di li a poco. Da un lato è un po' infastidito da l'allegro brusio che lo circonda ma dall'altro lo rincuora sapere che dopotutto il nervosismo è solo una conseguenza della sua inesperienza e che tra qualche minuto svanirà certamente. Ogni tanto si volta a guardare indietro alla ricerca di volti amichevoli, ma la miriade di teste gli impedisce di vedere oltre poche fila di distanza.
<<C'è chi se la passa peggio di me dopotutto!>> pensa sorridendo mentre guarda una donna mandare sonoramente a quel paese colui che presume essere il marito mentre tentano entrambi di scavalcare una transenna per unirsi agli altri.
Un uomo gli rivolge persino la parola, accennando ad una battuta su ciò che li attende, ma la tensione gli impedisce di andare oltre un sorriso di circostanza e un <<Eh già....>> buttato li quasi controvoglia.
Un boato interrompe i pensieri di tutti, seguito da un breve attimo di assoluto silenzio che gli procura un brivido lungo la schiena. Poi come se un invisibile direttore d'orchestra avesse fatto scattare verso l'alto la bacchetta sente centinaia di secchi &#8220;CLAC!&#8221; far vibrare l'aria attorno a sé quasi simultaneamente come suoni emessi da strani strumenti musicali meccanici. Quel rumore gli è davvero famigliare ed è con una certa sorpresa mista a sollievo che abbassando lo sguardo si rende conto di aver contribuito alla sinfonia in maniera del tutto automatica.
Il tempo sembra comprimersi e gli sembra di avere ancora il rimbombo nelle orecchie quando vede le prime file del gruppo muoversi improvvisamente in avanti. Il serpentone si muove lentamente ma il trasferimento è davvero breve e meno di trenta metri dopo si ritrova nuovamente fermo, ora col battito del cuore scandito dalle parole pronunciate da uno speaker che urla nel microfono:
<<DIECI SECONDI!>>
Ed è allora che si rende davvero conto che non c'è più tempo....
&#8230;.per tornare indietro....
&#8230;.per aver paura....
&#8230;.per voler essere da qualche altra parte....
<<CINQUE SECONDI!>>
&#8230;.per avere tentennamenti....
&#8230;.per non avere ciò che si è voluto così fortemente....
&#8230;.per temere di non farcela.
C'è solo il tempo....
BOOM!!!
&#8230;.per agganciare l'altro pedale.



Questo è un tentativo di condividere con voi almeno alcune delle emozioni che ho provato partecipando alla mia prima gara di MTB in 34 anni di vita. Non sono bravo ad esternare le mie emozioni e i miei sentimenti sia in forma scritta che orale, ma spero di essere riuscito a far trapelare comunque qualcosa. Altrimenti...beh, fa nulla, c'ho provato comunque.
Alessio
 

embolo

Biker dantescus
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ci sei riuscito, bravo!
 

alfonsotra

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BRAVO
 

ciccione

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Il pezzo che ho preferito!

Complimenti
 

varro

Biker tremendus
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Canyon Spectral EX

tentativo perfettamente riuscito... non ho capito proprio tutto il racconto (ma sono limiti miei) ma l'emozione è passata, che è quello che conta. Complimenti.
 

Alexius

Biker tremendus
6/9/08
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Grazie a tutti per i vostri commenti. Mi fa piacere essere riuscito a far filtrare almeno qualcosa di quanto ho provato. Ma il merito è anche vostro: quali frequentatori di questo splendido luogo d'incontro, discussione e passione mi avete involontariamente spinto ad abbracciare questa splendida disciplina che tanto mi ha dato, mi sta dando e mi darà.
 

alfonsotra

Biker cesareus
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volevo scerzosamente correggerti questa è una malattia una spendita malattia
 

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