Ora l’alta pressione la fa da padrone su tutta l’Italia, sole sui colli, nebbia in pianura. Clima straordinario in quota, fredda caligine bianca a coprire la pianura padana. Ma fino a qualche tempo fa non è stato così. Il meteo aveva preso un brutto vizio: tempo discreto durante la settimana e brutto o bruttissimo durante il WE. Nonostante questo eravamo riusciti a completare le nostre uscite sabatine sfuggendo agli strali di Giove Pluvio sempre per il rotto della cuffia. Ma quel sabato sapevamo di non avere scampo. Da giorni i metereologi annunciavano tempo da lupi….
Per il sabato era prevista abbondante pioggia seguita da una spruzzatina di neve sotto sera.
All’ultimo momento una variazione positiva, sembrava si potesse avere un bel “buco temporale” di calma atmosferica.
Fiduciosi nella nostra buona sorte Luca ed io ci accordiamo per una telefonata all’ultimo momento.
Aprendo la finestra, la mattina, il cielo abbastanza chiaro ci convinceva ad uscire.
Temperatura mite, assenza di vento hanno fatto il resto. Colazione e vestizione hanno richiesto poco tempo. Al solito orario, al solito posto i cinghiali superstiti di “quelli che il sabato mattina” si sono ritrovati per una nuova avventura. Una vocina strana dentro mi ha consigliato di portare la fedele GOPRO.
Senza se e senza ma siamo partiti alla volta delle coste piacentine. Nessun programma preciso, come il solito avremmo improvvisato, ma sapevamo che, come sempre l’escursione sarebbe un successo di divertimento ed emozione.
Attraversiamo Salsomaggiore e ci dirigiamo verso Cangelasio pedalando lungo la via della Bellaria.
Il solito salitone in strada bianca impegna gambe e fiato. Notiamo però che era stato ben spianato e che le buche erano state riempite. Speriamo che non lo asfaltino come la parte finale(o iniziale) della Borotalco. Alla fine della salita, anziché scendere per Cangelasio andiamo verso gli Stirpi…pochi metri soltanto e al primo sentiero che scende ci tuffiamo…
Una bella discesa su carraia che ci porta al fondo di una piccola valletta. Dobbiamo scegliere bene le traiettorie, il terreno fangoso non ci da troppa tranquillità. Risaliamo su erba verso la grande fattoria che sta sulla costa opposta. La attraversiamo salutando cagnolini, contadini e giovani vitelli. Scendiamo nei pressi della Broncarda e per asfalto ci dirigiamo verso Vigoleno. Non passiamo per il centro del borgo, ma lo aggiriamo seguendo le solite carraie… La ripida salita ci vede sbuffare e scivolare sul terreno viscido. Alcune macchie bianche lungo i bordi del sentiero ci fanno pensare, ma…siamo troppo occupati a pedalare per notare strane cose bianche che svolazzando per l’aere scendono verso terra.
Alla fine della salita attraversiamo un piccolo nucleo abitativo dove un cagnetto nervoso ci accoglie abbaiando furiosamente (sente la stagione?) . Quando ci addentriamo nel bosco finalmente noto queste cosine bianche che sfarfallano fra i castagni. La nostra intenzione è di scendere la lunga carraia che ci porterà fino in fondovalle. Poi vedremo il da farsi.
Faccio notare a Luca il curioso scendere di roba bianca nel bosco. Luca mi ingiunge di non portare iella. Sbuffo mentre iniziamo la lunga discesa.
Fango e ghiaccio si alternano lungo il sentiero. Dobbiamo concentrarci per mantenere l’equilibrio, mentre i fiocchi bianchi si infittiscono. L’atmosfera diventa immediatamente magica. Che meraviglia!
Su questo versante la neve comincia ad attecchire. Gli alberi vestono ancora le foglie gialle autunnali. I colori che accompagnano la nostra discesa sono davvero straordinari. Il bianco della neve fornisce un miracoloso movimento alla natura apparentemente ferma nell’atmosfera incantata.
Qua è la prati ormai imbiancati si alternano a boschi giallorossi appena appena punteggiati di una patina bianca che sembra uscire da un quadretto natalizio.
Sembra di essere in un film.
Siamo felici come bambini piccoli, mentre le nostre ruote grasse lasciano inequivocabili strisce scure sull’erba ormai bianca.
Cerco inutilmente un paio di occhiali nello zaino mentre provvedo a mettere il necessario copri zaino.
Scendiamo ancora mentre la neve si infittisce e si trasforma in una vera e propria mini-bufera.
Arriviamo così in fondovalle. Siamo ben bagnati. Il nostro equipaggiamento sta reggendo bene…ma per quanto ancora?
Un veloce consulto e decidiamo di iniziare le operazioni di rientro. Le mani cominciano a denunciare un po’ di freddo….e anche i piedi…
Decidiamo di risalire verso Vigoleno per asfalto. Saliamo lungo la strada che comincia ad imbiancarsi in modo preoccupante. Poche auto scendono lentamente. Pedaliamo allegri, qua e la il ghiaccio del fondo fa slittare le nostre coperture. Quando ci alziamo sui pedali rischiamo di andar per terra…
La nevicata insiste insistentemente man mano che saliamo.
Raggiungiamo le antenne sopra il borgo medievale e ricominciamo a scendere nel fitto bosco sempre più incantato. Foglie e neve ci nascondono le insidie del sentiero. Ma la meraviglia e l’incanto del paesaggio ci fanno dimenticare le difficoltà. Il bosco ci avvolge amorevole con i suoi mille colori mentre le nostre mtb scendono lungo il sentiero viscido.
Ormai siamo ben bagnati e ci affrettiamo sui pedali. Ben presto siamo sulla carraia che ci condurrà verso la località Lame. Su questo versante la situazione è ben diversa. La neve scende meno copiosa e ben più bagnata. Scendendo verso lo Stirone la strada bagnata provvede a farci una discreta doccia fredda. Poco male, siamo a pochi chilometri da casa. Mentre scendono radi fiocchi di neve umida risaliamo verso la Bellaria sotto losguardo stranito degli automobilisti di passaggio. Incuranti del bagnato scendiamo lungo le scale di fronte al cimitero, e ben presto transitiamo per il deserto centro di Salsomaggiore mentre i pochi pedoni, armati di ampio ombrello ci mandano figgevoli sguardi tra il curioso e l’infreddolito. Qualche bambino ci osserva forse invidioso…soprattutto del fango che campeggia evidente sulle nostre mtb e sui nostri indumenti ormai zuppi d’acqua.
Siamo a casa….
su you tube ho pubblicato il filmato dell'escursione all'indirizzo:nevante a Vigoleno - YouTube
vi auguro una buona visione
Per il sabato era prevista abbondante pioggia seguita da una spruzzatina di neve sotto sera.
All’ultimo momento una variazione positiva, sembrava si potesse avere un bel “buco temporale” di calma atmosferica.
Fiduciosi nella nostra buona sorte Luca ed io ci accordiamo per una telefonata all’ultimo momento.
Aprendo la finestra, la mattina, il cielo abbastanza chiaro ci convinceva ad uscire.
Temperatura mite, assenza di vento hanno fatto il resto. Colazione e vestizione hanno richiesto poco tempo. Al solito orario, al solito posto i cinghiali superstiti di “quelli che il sabato mattina” si sono ritrovati per una nuova avventura. Una vocina strana dentro mi ha consigliato di portare la fedele GOPRO.
Senza se e senza ma siamo partiti alla volta delle coste piacentine. Nessun programma preciso, come il solito avremmo improvvisato, ma sapevamo che, come sempre l’escursione sarebbe un successo di divertimento ed emozione.
Attraversiamo Salsomaggiore e ci dirigiamo verso Cangelasio pedalando lungo la via della Bellaria.
Il solito salitone in strada bianca impegna gambe e fiato. Notiamo però che era stato ben spianato e che le buche erano state riempite. Speriamo che non lo asfaltino come la parte finale(o iniziale) della Borotalco. Alla fine della salita, anziché scendere per Cangelasio andiamo verso gli Stirpi…pochi metri soltanto e al primo sentiero che scende ci tuffiamo…
Una bella discesa su carraia che ci porta al fondo di una piccola valletta. Dobbiamo scegliere bene le traiettorie, il terreno fangoso non ci da troppa tranquillità. Risaliamo su erba verso la grande fattoria che sta sulla costa opposta. La attraversiamo salutando cagnolini, contadini e giovani vitelli. Scendiamo nei pressi della Broncarda e per asfalto ci dirigiamo verso Vigoleno. Non passiamo per il centro del borgo, ma lo aggiriamo seguendo le solite carraie… La ripida salita ci vede sbuffare e scivolare sul terreno viscido. Alcune macchie bianche lungo i bordi del sentiero ci fanno pensare, ma…siamo troppo occupati a pedalare per notare strane cose bianche che svolazzando per l’aere scendono verso terra.
Alla fine della salita attraversiamo un piccolo nucleo abitativo dove un cagnetto nervoso ci accoglie abbaiando furiosamente (sente la stagione?) . Quando ci addentriamo nel bosco finalmente noto queste cosine bianche che sfarfallano fra i castagni. La nostra intenzione è di scendere la lunga carraia che ci porterà fino in fondovalle. Poi vedremo il da farsi.
Faccio notare a Luca il curioso scendere di roba bianca nel bosco. Luca mi ingiunge di non portare iella. Sbuffo mentre iniziamo la lunga discesa.
Fango e ghiaccio si alternano lungo il sentiero. Dobbiamo concentrarci per mantenere l’equilibrio, mentre i fiocchi bianchi si infittiscono. L’atmosfera diventa immediatamente magica. Che meraviglia!
Su questo versante la neve comincia ad attecchire. Gli alberi vestono ancora le foglie gialle autunnali. I colori che accompagnano la nostra discesa sono davvero straordinari. Il bianco della neve fornisce un miracoloso movimento alla natura apparentemente ferma nell’atmosfera incantata.
Qua è la prati ormai imbiancati si alternano a boschi giallorossi appena appena punteggiati di una patina bianca che sembra uscire da un quadretto natalizio.
Sembra di essere in un film.
Siamo felici come bambini piccoli, mentre le nostre ruote grasse lasciano inequivocabili strisce scure sull’erba ormai bianca.
Cerco inutilmente un paio di occhiali nello zaino mentre provvedo a mettere il necessario copri zaino.
Scendiamo ancora mentre la neve si infittisce e si trasforma in una vera e propria mini-bufera.
Arriviamo così in fondovalle. Siamo ben bagnati. Il nostro equipaggiamento sta reggendo bene…ma per quanto ancora?
Un veloce consulto e decidiamo di iniziare le operazioni di rientro. Le mani cominciano a denunciare un po’ di freddo….e anche i piedi…
Decidiamo di risalire verso Vigoleno per asfalto. Saliamo lungo la strada che comincia ad imbiancarsi in modo preoccupante. Poche auto scendono lentamente. Pedaliamo allegri, qua e la il ghiaccio del fondo fa slittare le nostre coperture. Quando ci alziamo sui pedali rischiamo di andar per terra…
La nevicata insiste insistentemente man mano che saliamo.
Raggiungiamo le antenne sopra il borgo medievale e ricominciamo a scendere nel fitto bosco sempre più incantato. Foglie e neve ci nascondono le insidie del sentiero. Ma la meraviglia e l’incanto del paesaggio ci fanno dimenticare le difficoltà. Il bosco ci avvolge amorevole con i suoi mille colori mentre le nostre mtb scendono lungo il sentiero viscido.
Ormai siamo ben bagnati e ci affrettiamo sui pedali. Ben presto siamo sulla carraia che ci condurrà verso la località Lame. Su questo versante la situazione è ben diversa. La neve scende meno copiosa e ben più bagnata. Scendendo verso lo Stirone la strada bagnata provvede a farci una discreta doccia fredda. Poco male, siamo a pochi chilometri da casa. Mentre scendono radi fiocchi di neve umida risaliamo verso la Bellaria sotto losguardo stranito degli automobilisti di passaggio. Incuranti del bagnato scendiamo lungo le scale di fronte al cimitero, e ben presto transitiamo per il deserto centro di Salsomaggiore mentre i pochi pedoni, armati di ampio ombrello ci mandano figgevoli sguardi tra il curioso e l’infreddolito. Qualche bambino ci osserva forse invidioso…soprattutto del fango che campeggia evidente sulle nostre mtb e sui nostri indumenti ormai zuppi d’acqua.
Siamo a casa….
su you tube ho pubblicato il filmato dell'escursione all'indirizzo:nevante a Vigoleno - YouTube
vi auguro una buona visione