Nanos... sempre lui

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ET

Biker velocissimus
19/8/04
2.577
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Trieste
www.itinerarifriuli.com
Ho tracciato un anello sul Nanos (vedasi allegato zippato).
Qualcuno sa se la forestale che parte da Strane e si congiunge alla strada asfaltata che arriva da Sanabor è pedalabile?
Questo anello è meglio farlo in senso orario o antiorario? Il giro, così sviluppato, merita o esistono alternative più belle? Eventualmente anche sentieri, ma non cose estreme...

Così, dovrebbero essere c.ca 55 km.

Grazie, ciao
ET
 

Allegati

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millhoud

Biker popularis
18/11/04
56
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trieste
Visita sito
secondo me se lo fai in senso orario ti conviene tagliare sul sentiero che da razdrto va sopra l'autostrada fino al secondo tornante della salita podnanos-nanos, è facile e divertente, ben visibile anche sulla tua mappa
 

ET

Biker velocissimus
19/8/04
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Trieste
www.itinerarifriuli.com
secondo me se lo fai in senso orario ti conviene tagliare sul sentiero che da razdrto va sopra l'autostrada fino al secondo tornante della salita podnanos-nanos, è facile e divertente, ben visibile anche sulla tua mappa

Grazie della dritta sia per il senso di marcia che per il sentiero o-o. Anche se quest'ultimo non abbiamo avuto modo di apprezzarlo più di tanto dato che era già buio e c'era solo la luna ad illuminarci un pò la traccia :capitani:. Ma lo rifaremo sicuramente in qualche altra escursione in zona. :i-want-t:
Comunque alla fine il giro è stato più impegnativo del previsto: 60 Km per 1800 m di dislivello.

Tra l'altro facendo in salita dei tratti che invece io avevo ipotizzato in discesa abbiamo avuto modo di guardare bene nel sottobosco e ai margini del percorso e a fine giro siamo ritornati su in macchina e abbiamo riempito una cassetta di prelibatezze per il palato... :magna:
 

Winterhawk

Biker grossissimus
Non sembrava di essere in una montagna, il Nanos pareva quasi un mondo a sè! Alla partenza si notava una nube posata comodamente sopra la vetta. La sua tenacia con il passare del tempo non mutava anzi, sembrava quasi volersi ostinare. La salita, molto panoramica, permetteva comunque di apprezzare piacevoli vedute sui rilievi prospicienti e sull'ampio fondovalle, punteggiato dai piccoli centri abitati. Dai rigogliosi e diversificati boschi delle quote più basse (con le loro sorprese) si passava gradualmente ad uno scenario sempre più roccioso, in cui le praterie andavano sovrapponendosi agli alberi, oramai più radi. I versanti, a seconda dell'esposizione, parevano come i colori del caleidoscopio: mutavano forme ed aspetto con naturalezza incredibile, per non parlare della moltitudine di sculture calcaree scolpite con pazienza indefessa dal tempo: candidi merletti, irti pinnacoli e guglie aguzze sembravano emergere in superficie come le vestigia di antiche città dimenticate. Si, il tempo: è proprio quest'ultimo che in luoghi del genere pare congelarsi, quasi a voler conservare in un'istantanea le immagini da lui stesso create. I sentieri sul Nanos si sprecano, cosi come i molti visitatori i quali, anche con meteo non sempre promettente, non rinunciano a trascorrere una piacevole giornata in montagna. Dopo aver attraversato spazi aperti, foreste dal tappeto rosso in cui gli affioramenti carsici contendono il primato solo alle molte doline, salite e discese, bivi in quantità infinita, oasi deserte che si alternano a luoghi brulicanti di vita, ecco ricomparire i paesi. I piccoli centri operosi dalle case in pietra e legno, in cui il passato sembra fare breccia da ogni angolo. La montagna mostra ora la sua lunga dorsale, ricordando quanto piccoli ed insignificanti siano gli esseri umani, mentre i tenui raggi del tramonto irrorano il dirupato versante meridionale, le cui geometrie mutevoli non tradiscono mai una nota stonata, neanche fossero un'orchestra perfetta, capace però di improvvisare e sorprendere. Un ultimo sforzo ed ecco apparire il sentierino: timido, esile, completamente immerso tra le possenti querce ed i carpini, ogni tanto prova ad affacciarsi in ambiente aperto, rivelando erbose schiarite tinte dalla pallida luce della luna, divenuta nel frattempo padrona indiscussa poichè così chiara da rendere l'ambiente spettrale. Le enormi fiumane detritiche posate sui ripidi fianchi, tra cui la vegetazione sembra cercare disperatamente di far breccia, paiono quasi dei giganti coricati, dei muti testimoni dei lenti cambiamenti che avvengono attorno a loro. Le pupille sorprendentemente si adattano alla nuova situazione, neanche fossero quelle di una lince che deve destreggiarsi felpata e silenziosa tra le ombre. La discesa dal Nanos infatti non si è rivelata così breve: alla notte non è parso vero di aver trovato compagnia, così ha deciso di intrattenere il più possibile; voleva giocare e si manifestava con forme indefinite, celate dal tappeto di stelle e lasciate quindi solo intuire. Ritrovare la strada in un mondo a sè equivale un pò a ritrovare se stessi, dopo che è stata concessa ospitalità nella dimora della notte a cui, piace pensare, si è carpito qualche segreto che resterà custodito per sempre nelle emozioni e nella memoria.
 

Winterhawk

Biker grossissimus
A proposito di Nanos, qualcuno conosce qualche sentiero da percorrere in discesa con bici da FR?

Grazie

Francamente non saprei dirti, ma fino ad ieri non mi ero neppure posto la questione; infatti, mi risultava dai racconti di altri bikers (tempo fa anche su questo forum), che alcuni sentieri del Nanos fossero stati resi "impraticabili" alle mtb, mediante posa di ostacoli lungo il percorso. Vista la grande presenza di escursionisti a piedi si può immaginarne la ragione.
Di sentieri sul posto ce ne sono però davvero tanti (imho meriterebbe compiere varie esplorazioni) e non è improbabile che alcuni di loro possano essere utilizzati: la presenza di alcuni bikers nella giornata di ieri (uno indossava l'integrale) sembrerebbe indicarlo.
 

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