Conclusa nel migliore dei modi l’avventura dei due bikers della associazione bagherese Monte catalfano.
Partiti venerdì all’alba con un vento da sud che non prometteva niente di buono, i due escursionisti hanno raggiunto la località di termini imprese, da qui è iniziata la risalita verso l’interno salendo strade sterrate poco battute, mentre la temperatura raggiungeva i 40 gradi.
Bellissimo lo spettacolo che tornante dopo tornante si delineava alle loro spalle, con il golfo di Palermo e monte san Calogero sullo sfondo; mentre sull’altro fronte si avvicinavano le Madonne.
I biker hanno pedalato lungo una sterrata animata solo da qualche mucca e qualche cavallo, fino all’abitato di Collegano.
Qui d’obbligo una tappa ristoratrice mentre il sole non dava tregua.
Subito si è ripresa la strada e dopo qualche km ci si è ritrovati a pedalare lungo la provinciale che collega Scillato a Polizzi, mentre il vento bruciava la carne e la gola era un forno arido.
Intorno nessun albero a fare ombra, sicchè si è preferito riposare qualche minuto a bordo strada.
Ripreso a pedalare, si è proceduto con forza fino alle pendici di Polizzi dove, nelle vicinanze della fontana di Iside ci si è fermati a pernottare.
Inutilmente si è cercato di intercettare la carovana proveniente da san leone che portava 50 bikers verso Cefalù, e di cui i due bikers bagherese sono stati passati partecipanti.
All’alba di oggi (sabato), dopo una ricca colazione, abbiamo cominciato l’ascesa verso Piano Battaglia.
Anche stavolta il sole ha cominciato da subito a farsi sentire.
Superata Portella Colla si è voltato a destra continuando la risalita fino a trovare l’ingresso per il bosco.
Ci si è immersi quindi nella folta vegetazione, incontrando cervi dalle corna palmate e cinghiali a non finire: un paradiso se non fosse stato per i tafani che costringevano a pedalare pure in discesa.
Usciti dalla boscaglia il tempo di raggiungere una fontana, e poi ancora una salita sotto un sole ormai fortissimo per raggiungere il bosco di san Giorgio, una salita ripidissima da fare aggrappati al manubrio mentre borse e zaini ti tirano indietro, e le pulsazioni battono le tempie e ti pare di scoppiare, e tu continui fino alla fine della salita, laddove lo sguardo incontra di nuovo la costa tingendosi di blu.
Stanchi ci immettiamo nei sentieri dentro al bosco in una lunga discesa fino all’abbazia abbandonata di san Giorgio.
Da qui risaliamo verso Gratteri, pedalando in una parte pochissimo conosciuta delle Madonie.
Una sosta alla fontana del paese ci permette di riprendere fiato, e subito siamo di nuovo sulla strada con l’obiettivo di raggiungere il santuario di Gibilmanna.
Ora ci fa compagnia una altro bikers dell’asd monte Catalfano che ci ha raggiunti partendo da Termini.
Lasciamo il santuario dopo una visita veloce e riprendiamo a salire.
Seguiamo una traccia gps mai fatta prima addentrandoci dentro la macchia mediterranea.
Inutile dire che a meno di conoscere palmo a palmo quei posti, sarebbe stato impossibile percorrere quel tratto senza l’ausilio tecnologico offerto dai navigatori satellitari: di sicuro ci saremmo persi uscendo fuori rotta.
Una rotta difficilissima, tra rovetti e sentieri distrutti dalle piogge che ci hanno letteralmente tagliato braccia e gambe già arroventati dal sole.
Finalmente dopo circa 200km di strade, sentieri e single track, raggiungiamo Cefalù.
Siamo stanchi, distrutti, sporchi e tremendamente felici.
Passiamo per il centro sulle nostre fidate bici mentre un pensiero serpeggia nella mente di qualcuno: torniamo in bici?
Ma forse stavolta è meglio il treno.
Alla prossima avventura.
M.T.