La mia è una considerazione diversa.
Prima di acquistare il "pacchetto sicurezza"
( casco, pettorina, etc...) si andava negli stessi luoghi, quindi Variante 1 - 2 - Tronchetto - Tav- Tunnel - Vallone - Valletta - Villaggio abbandonato - Shet 1 - eccetera, senza un cavolo di niente addosso, perchè ci si arrivava venendo su da Colle Cazziglio ( spero si scriva così ) pedalando come degli schiavi.
La differenza era ed è esclusivamente legata alla velocità, (e quindi al maggior rischio ) di esecuzione di certi gesti tecnici. Passare oltre certi ostacoli durante un classico single track, ti consente di ragionare con più calma, valutare e prendere decisioni in qualche secondo, visto che la velocità di esecuzione del gesto è nettamente più lenta e che quindi la bici passerà oltre l'ostacolo probabilmente copiandolo. Affrontando lo stesso percorso a velocità superiori, ragionare diventa più difficile,diminuiscono in modo sostanziale i tempi di reazione,fisicamente si è più sotto pressione, ( e sciocco chi pensa che scendere sia meno faticoso ) l'adrenalina fà la sua parte spingendoti sempre più a "dare", gli ostacoli non li passi più copiandoli, ma sei obbilgato a "galleggiarci" sopra. Chiaro quindi, che qualsiasi esitazione ti mette a rischio cadute, e non essendoci appunto tempo per recuperare, si è per terra in un attimo. A questo punto ecco le
protezioni.
Nel mio caso, per rispondere a Max, la responsabilità di quanto mi è successo, è solo mia, non certo delle protezioni. Tieni presente che tutte le protezioni in commercio, a parte un modello da 700,00 euro, NON proteggono la parte colpita nella mia caduta che è quella dove lavora lo snodo, tra ginocchio e tibia, quindi, c'è anche un pò di sfiga. Poi la caduta è spiegabile anche tecnicamente, e lì si mette in risalto ancora di più l'errore commesso.
Ok, adesso non parlo più per un pò