Questa mattina di fine estate, estate che per altro non è mai voluta arrivare, estate che si nasconde, si fa vedere e poi fugge, estate che come tante belle donne si fa desiderare e poi
poi passa il tempo e non cè più tempo
per lestate, lautunno bussa prepotentemente alle porte e laria è già viperina e fredda anche nelle belle giornate di sole.
In questa mattina di fine estate, in questa mattina di inizio autunno, voglio provare a raccontarvi di una bella uscita in compagnia, di una bella mattina di fine primavera che sembrava già estate e faceva sperare bene.
Era un sabato mattina maggengo (come il parmigiano buono) con laria già calda e il sole limpido praticamente da spiaggia, quando la solita compagnia arricchita del buon Paolino (quello del sentiero: Turni a case Ratti ) si incamminava con il ritmo tipicamente estivo. Quella pedalata inzialmente un po indolente che ti assale nelle giornate che minacciano di essere troppo calde ma che poi assume la cadenza decisa che la mtb richiede nei momenti topici.
Lidea era quella di fare un giro lungo, unendo tracciati già collaudati durante linverno. Va specificato, prima di procedere con il racconto, che, anche se in quella mattina latmosfera era tipicamente da spiaggia, nei giorni precedenti erano necessari la giacca e lombrello.
Conoscendo i nostri terreni abbiamo scelto il giro così congegnato proprio per andare a pescare quei sentieri o carraie ben esposte al sole, e facili ad asciugare rapidamente.
Fine delle barbose premesse pedaliamo
Dopo il solito ritrovo, attraversiamo il centro di Salsomaggiore e dopo qualche chilometro di riscaldamento sulla strada che va verso il passo di S.Antonio iniziamo a salire lungo la strada che mena a case Tintori
. Per salire in quota questa è la via più dolce, anche se poi lultimo strappo è davvero velenoso ma è lultimo (per quel tratto di strada).
Intanto siamo fuori dal traffico e ci possiamo permettere qualche chiacchiera burlona.
Dopo un po mi ritrovo fanalino di coda e chiacchiero da solo .
Al pubblico adduco le solite scuse sono indietro per via delle riprese .e alla domanda: ma come mai gli altri sono così avanti?....rispondo sicuro e falso che è leffetto del grandangolo della camera che falsa le distanze .e mi cresce il naso!
Intanto, affrontiamo soffrendo lo strappo che porta a Pietra Spaccata
e rifiatiamo sulla breve discesa che ci riporta sulla strada del Mille Pini .
Un paio di tornanti e ad un bivio la squadra si divide .chi va per strada asfaltata e chi, come i soliti cinghiali, affronta lincognita riservetta..
Questanno, vuoi per le abbondanti piogge, vuoi per il passaggio frequente delle moto, questa via si presenta spesso molto ostica, costellata di buche la cui profondità è di difficile calcolo, con molte pietre smosse lungo le salite, e profondi solchi entro cui è difficile pedalare
Intanto facciamo allenamento!
Affronto con timore un paio di buche dallacqua color caffèlatte e un paio di volte in salita devo appoggiare il piede per non cadere ma alla fine è sempre divertente.
Alla fine ci ritroviamo tutti sulla lunga Strada della Costa
Quando iniziai a pedalare con le ruote grasse questa strada era una stupenda inghiaiata su cui misurare le residue energie dopo un giro tosto, oggi è una scorrevole strada asfalta dalle pendenze e dagli strappi taglia gambe, specie alla fine di un giro .e se fatta andando incontro al Kanate.
Nellaltro senso e ad inizio giro la strada corre via sotto le nostre ruote che è un piacere.
In un attimo siamo sotto Mariano e andiamo a vedere come è il sentiero .
Linizio non è dei migliori
Qui siamo a nord, nel bosco, con terreno argilloso .le piogge recenti e il passaggio dei trattori hanno ridotto a mal partito il primo tratto.
Facciamo qualche acrobazia da calcio saponato per stare in sella ma la cosa riesce anche divertente. Lunico che mugugna è il nostro campione che vede di malocchio lidea di sporcare la sua Scalpel .Man mano che il sentiero piega ad ovest ed il bosco si fa più rado, il sentiero migliora e diventa scorrevole e veloce .infatti resto indietro
Complice una telefonata non del tutto inaspettata, devo fare attendere i miei soci che si parcheggiano al sole a mo di lucertole
Usciti dal bosco affrontiamo un altro paio di carraie e un prato dall'erba alta
e siamo al bivio stradale che porta a Case Boscaini .
Scendiamo invece verso Montesalso e in velocità imbocchiamo la Marialonga. E sempre una bella via, la prima parte specialmente è ben percorribile. Il gruppetto si allunga parecchio, e come sempre sono lultimo della fila ma è colpa del navigatore a cui ho dovuto cambiare le pile
Prima dello strappo per Pietra Corva ci riuniamo per affrontare la discesa che ci porterà verso la salita di Monte Inverno.
Lanno scorso la discesa era in cattive condizioni questanno .se possibile, è notevolmente peggiorata
Pian piano la scendiamo. Nemmeno tanto piano alla fine. In un paio di tratti usiamo più circospezione, tutto qui. Un bellallenamento su una via che presenta pietre smosse, buche gradini e soprattutto solchi profondi da evitare e/o da scavalcare.
Sotto lo sguardo stranito di un personaggio che sostava lungo la via passiamo la piccola chiesetta di Visiano e iniziamo lavvicinamento a Monte Inverno. Dapprima abbandoniamo lasfalto per una strada bianca, poi abbandoniamo la strada bianca per una single track in salita. Lattacco a M.te Inverno è iniziato. La prima parte di salita è assolutamente divertente e ben pedalabile,
la successiva sequenza di strappi ci mette a dura prova e per un piccolo tratto devo scendere e spingere il mezzo.
Sono pochi metri ma
Sul crinaletto sommitale di M.te Inverno, ci concediamo un attimo di sosta per rifiatare e mangiare una barretta o similare Abbiamo già fatto parecchia strada ma ne dobbiamo fare ancora parecchia.
Adesso inizia la goduria
Dopo un piccolo tratto in falso piano, il single track si butta in discesa offrendo qualche curva parabolica davvero gustosa.
Si arriva poi su un ampio prato e di qui si continua a scendere per strada bianca in cui è moto facile prendere parecchia velocità.
Tra due fattorie imbocchiamo un sentiero appena accennato che scende veloce a valle. La in fondo, lo sappiamo, ci sono state frane e smottamenti e il sentiero è stato quasi cancellato, ma ce la caviamo seguendo il fiuto e la memoria di Luca che con un paio di by pass per prati si reimmette sul tracciato corretto.
E siamo già a valle .
La bella discesa è terminata, e ci aspetta una lunga risalita .
Per pochi metri prendiamo la strada che da Varano Marchesi sale verso Case Boscaini, e poi giriamo a destra per ampia strada sterrata. Meno male che è asciutta!!!
Questa carraia sale inesorabile sotto il sole che ora scalda sul serio, il fondo abbastanza friabile, frena irrimediabilmente le nostre ruote. Sbuffo e risbuffo salendo assieme al buon Mario appena davanti a me. Gli altri sono sfrecciati avanti e ci aspettano al prossimo bivio.
Mario e d io, non più giovanissimi, usiamo lesperienza e il buon senso risparmiando energie per il poi .(la buttiamo di li e così sia).
Pedalata dopo pedalata arriviamo in un gran prato, lo attraversiamo e, riunendoci al gruppo affrontiamo un sentiero inerbato prima, ben segnato poi,
che ci porta sopra labitato di Case Mezzadri.
La successiva fermata allosteria (per fare scorta dacqua) è dobbligo. Dalla cucina della trattoria escono profumi tentatori che, data lora, insidiano notevolmente la nostra volontà pedalatoria. Abbiamo ancora parecchia strada da fare .
Forza e coraggio e spingere sui pedali.
Questoggi pedalare sulla costa di Scansano è davvero divertente, il terreno non è perfetto ma si lascia aggredire dalle nostre artigliate coperture. Cè fango, ma in modo accettabile. Diciamo pure che lalternanza fra asciutto e bagnato rende molto interessante il percorso.
Ad un certo punto Mario deve fermarsi per una telefonata, continuo a salire tranquillo, troppo tranquillo, in una buca assassina (ho valutato male la sua profondità) la mia ruota anteriore si pianta letteralmente e a nulla valgono gli sforzi per uscire dignitosamente dallimpasse. Devo scendere (cercando di non mettere lo scarpino nel posto sbagliato) e tirare su di brutto la ruota impantanata. Sembra sia sprofondata in una gettata di cemento. Così, mentre Mario mi raggiunge arriviamo al bivio tra Scansano e Varano Marchesi. Ora ci aspetta uno strappo in salita non indifferente. Fortunatamente siamo su strada bianca e non abbiamo le ruote piene di terra come questinverno
. Saliamo e giriamo in direzione del riservino .
Un bel tratto off road in saliscendi molto scorrevole che ci fa arrivare sulla strada del Gabbiano. Questa via è stata uno dei miei primi percorsi di allenamento con la bds.
Con mio fratello si partiva da Fontanellato , si arrivava fin quassù via Lago Tana/Bombodolo e si rientrava scendendo a pieve di Cusignano, Santa Margherita ecc
Bei tempi andati, quando riuscivo a spingere tranquillamente il 53/42 davanti e l11/23 dietro.
Fa niente pensiamo al domani!
Percorriamo poche centinaia di metri sullasfalto e giriamo dimprovviso a destra per un sentiero fra due case .se non lo si conosce bene è davvero difficile da imboccare!
Con veloce discesa su terreno erboso
arriviamo fin sotto il Cerreto e da qui scendiamo per i veloci tornanti fino a Pieve di Cusignano.
Poco più in la ricominciamo a salire la strada del Santuario di Mariano (di benedizioni ne abbiam sempre bisogno non fanno mai male). La stanchezza comincia ad insinuarsi nelle gambe e nel morale e questi due chilometri gridano vendetta nei miei muscoli.
Fatico sempre di più a stare in gruppo, ma soprattutto ad ogni salita fatico sempre di più.
In ogni modo arrivo su e per rientrare percorriamo la bella costa di Monte Manulo. Passiamo sotto il monte Ghinardo (mandando un pensiero al Sentiero Feroce)
e attacchiamo la ripida ma breve rampa che porta sopra la casa del pastore.
In discesa come sempre ci accolgono alcuni cagnetti abbaianti che abitano in questa casa mezza bruciacchiata,
con ruderi buttati li, che non capisco mai se ci abita realmente qualcuno o solo animali lasciati li .Questi cagnini, non mi sembrano molto grassi mah!
Ancora un strappo in salita,
pochi metri straccia gambe e ancora una discesa tra buche e solchi da moto .
Con la stanchezza accumulata bisogna prestare attenzione mettere una ruota in fallo è un attimo
Dopo un tratto in falso piano (ma davvero falso)
entriamo nel bosco che ci conduce a Fornacchia.
Lultimo strappo serio della giornata svuota definitivamente il serbatoio dell energia.
Avanza solamente il carburante per arrivare a casa.
Luca e i Paoli, veramente in forma vorrebbero inserire anche la discesa verso Casa Pietra e il rientro da Tabiano.
Io non ne ho più, lora è tarda e dico agli amici che rientro per strada da S.Vittore
Rientriamo tutti insieme .
E il bello della nostra compagnia si segue sempre il più debole (cioè io) e non si lascia solo chi è in difficoltà .o ha finito tempo o energia .
W la compagnia!
In questa mattina di fine estate, in questa mattina di inizio autunno, voglio provare a raccontarvi di una bella uscita in compagnia, di una bella mattina di fine primavera che sembrava già estate e faceva sperare bene.
Era un sabato mattina maggengo (come il parmigiano buono) con laria già calda e il sole limpido praticamente da spiaggia, quando la solita compagnia arricchita del buon Paolino (quello del sentiero: Turni a case Ratti ) si incamminava con il ritmo tipicamente estivo. Quella pedalata inzialmente un po indolente che ti assale nelle giornate che minacciano di essere troppo calde ma che poi assume la cadenza decisa che la mtb richiede nei momenti topici.
Lidea era quella di fare un giro lungo, unendo tracciati già collaudati durante linverno. Va specificato, prima di procedere con il racconto, che, anche se in quella mattina latmosfera era tipicamente da spiaggia, nei giorni precedenti erano necessari la giacca e lombrello.
Conoscendo i nostri terreni abbiamo scelto il giro così congegnato proprio per andare a pescare quei sentieri o carraie ben esposte al sole, e facili ad asciugare rapidamente.
Fine delle barbose premesse pedaliamo
Dopo il solito ritrovo, attraversiamo il centro di Salsomaggiore e dopo qualche chilometro di riscaldamento sulla strada che va verso il passo di S.Antonio iniziamo a salire lungo la strada che mena a case Tintori
. Per salire in quota questa è la via più dolce, anche se poi lultimo strappo è davvero velenoso ma è lultimo (per quel tratto di strada).
Intanto siamo fuori dal traffico e ci possiamo permettere qualche chiacchiera burlona.
Dopo un po mi ritrovo fanalino di coda e chiacchiero da solo .
Al pubblico adduco le solite scuse sono indietro per via delle riprese .e alla domanda: ma come mai gli altri sono così avanti?....rispondo sicuro e falso che è leffetto del grandangolo della camera che falsa le distanze .e mi cresce il naso!
Intanto, affrontiamo soffrendo lo strappo che porta a Pietra Spaccata
e rifiatiamo sulla breve discesa che ci riporta sulla strada del Mille Pini .
Un paio di tornanti e ad un bivio la squadra si divide .chi va per strada asfaltata e chi, come i soliti cinghiali, affronta lincognita riservetta..
Questanno, vuoi per le abbondanti piogge, vuoi per il passaggio frequente delle moto, questa via si presenta spesso molto ostica, costellata di buche la cui profondità è di difficile calcolo, con molte pietre smosse lungo le salite, e profondi solchi entro cui è difficile pedalare
Intanto facciamo allenamento!
Affronto con timore un paio di buche dallacqua color caffèlatte e un paio di volte in salita devo appoggiare il piede per non cadere ma alla fine è sempre divertente.
Alla fine ci ritroviamo tutti sulla lunga Strada della Costa
Quando iniziai a pedalare con le ruote grasse questa strada era una stupenda inghiaiata su cui misurare le residue energie dopo un giro tosto, oggi è una scorrevole strada asfalta dalle pendenze e dagli strappi taglia gambe, specie alla fine di un giro .e se fatta andando incontro al Kanate.
Nellaltro senso e ad inizio giro la strada corre via sotto le nostre ruote che è un piacere.
In un attimo siamo sotto Mariano e andiamo a vedere come è il sentiero .
Linizio non è dei migliori
Qui siamo a nord, nel bosco, con terreno argilloso .le piogge recenti e il passaggio dei trattori hanno ridotto a mal partito il primo tratto.
Facciamo qualche acrobazia da calcio saponato per stare in sella ma la cosa riesce anche divertente. Lunico che mugugna è il nostro campione che vede di malocchio lidea di sporcare la sua Scalpel .Man mano che il sentiero piega ad ovest ed il bosco si fa più rado, il sentiero migliora e diventa scorrevole e veloce .infatti resto indietro
Complice una telefonata non del tutto inaspettata, devo fare attendere i miei soci che si parcheggiano al sole a mo di lucertole
Usciti dal bosco affrontiamo un altro paio di carraie e un prato dall'erba alta
e siamo al bivio stradale che porta a Case Boscaini .
Scendiamo invece verso Montesalso e in velocità imbocchiamo la Marialonga. E sempre una bella via, la prima parte specialmente è ben percorribile. Il gruppetto si allunga parecchio, e come sempre sono lultimo della fila ma è colpa del navigatore a cui ho dovuto cambiare le pile
Prima dello strappo per Pietra Corva ci riuniamo per affrontare la discesa che ci porterà verso la salita di Monte Inverno.
Lanno scorso la discesa era in cattive condizioni questanno .se possibile, è notevolmente peggiorata
Pian piano la scendiamo. Nemmeno tanto piano alla fine. In un paio di tratti usiamo più circospezione, tutto qui. Un bellallenamento su una via che presenta pietre smosse, buche gradini e soprattutto solchi profondi da evitare e/o da scavalcare.
Sotto lo sguardo stranito di un personaggio che sostava lungo la via passiamo la piccola chiesetta di Visiano e iniziamo lavvicinamento a Monte Inverno. Dapprima abbandoniamo lasfalto per una strada bianca, poi abbandoniamo la strada bianca per una single track in salita. Lattacco a M.te Inverno è iniziato. La prima parte di salita è assolutamente divertente e ben pedalabile,
la successiva sequenza di strappi ci mette a dura prova e per un piccolo tratto devo scendere e spingere il mezzo.
Sono pochi metri ma
Sul crinaletto sommitale di M.te Inverno, ci concediamo un attimo di sosta per rifiatare e mangiare una barretta o similare Abbiamo già fatto parecchia strada ma ne dobbiamo fare ancora parecchia.
Adesso inizia la goduria
Dopo un piccolo tratto in falso piano, il single track si butta in discesa offrendo qualche curva parabolica davvero gustosa.
Si arriva poi su un ampio prato e di qui si continua a scendere per strada bianca in cui è moto facile prendere parecchia velocità.
Tra due fattorie imbocchiamo un sentiero appena accennato che scende veloce a valle. La in fondo, lo sappiamo, ci sono state frane e smottamenti e il sentiero è stato quasi cancellato, ma ce la caviamo seguendo il fiuto e la memoria di Luca che con un paio di by pass per prati si reimmette sul tracciato corretto.
E siamo già a valle .
La bella discesa è terminata, e ci aspetta una lunga risalita .
Per pochi metri prendiamo la strada che da Varano Marchesi sale verso Case Boscaini, e poi giriamo a destra per ampia strada sterrata. Meno male che è asciutta!!!
Questa carraia sale inesorabile sotto il sole che ora scalda sul serio, il fondo abbastanza friabile, frena irrimediabilmente le nostre ruote. Sbuffo e risbuffo salendo assieme al buon Mario appena davanti a me. Gli altri sono sfrecciati avanti e ci aspettano al prossimo bivio.
Mario e d io, non più giovanissimi, usiamo lesperienza e il buon senso risparmiando energie per il poi .(la buttiamo di li e così sia).
Pedalata dopo pedalata arriviamo in un gran prato, lo attraversiamo e, riunendoci al gruppo affrontiamo un sentiero inerbato prima, ben segnato poi,
che ci porta sopra labitato di Case Mezzadri.
La successiva fermata allosteria (per fare scorta dacqua) è dobbligo. Dalla cucina della trattoria escono profumi tentatori che, data lora, insidiano notevolmente la nostra volontà pedalatoria. Abbiamo ancora parecchia strada da fare .
Forza e coraggio e spingere sui pedali.
Questoggi pedalare sulla costa di Scansano è davvero divertente, il terreno non è perfetto ma si lascia aggredire dalle nostre artigliate coperture. Cè fango, ma in modo accettabile. Diciamo pure che lalternanza fra asciutto e bagnato rende molto interessante il percorso.
Ad un certo punto Mario deve fermarsi per una telefonata, continuo a salire tranquillo, troppo tranquillo, in una buca assassina (ho valutato male la sua profondità) la mia ruota anteriore si pianta letteralmente e a nulla valgono gli sforzi per uscire dignitosamente dallimpasse. Devo scendere (cercando di non mettere lo scarpino nel posto sbagliato) e tirare su di brutto la ruota impantanata. Sembra sia sprofondata in una gettata di cemento. Così, mentre Mario mi raggiunge arriviamo al bivio tra Scansano e Varano Marchesi. Ora ci aspetta uno strappo in salita non indifferente. Fortunatamente siamo su strada bianca e non abbiamo le ruote piene di terra come questinverno
. Saliamo e giriamo in direzione del riservino .
Un bel tratto off road in saliscendi molto scorrevole che ci fa arrivare sulla strada del Gabbiano. Questa via è stata uno dei miei primi percorsi di allenamento con la bds.
Con mio fratello si partiva da Fontanellato , si arrivava fin quassù via Lago Tana/Bombodolo e si rientrava scendendo a pieve di Cusignano, Santa Margherita ecc
Bei tempi andati, quando riuscivo a spingere tranquillamente il 53/42 davanti e l11/23 dietro.
Fa niente pensiamo al domani!
Percorriamo poche centinaia di metri sullasfalto e giriamo dimprovviso a destra per un sentiero fra due case .se non lo si conosce bene è davvero difficile da imboccare!
Con veloce discesa su terreno erboso
arriviamo fin sotto il Cerreto e da qui scendiamo per i veloci tornanti fino a Pieve di Cusignano.
Poco più in la ricominciamo a salire la strada del Santuario di Mariano (di benedizioni ne abbiam sempre bisogno non fanno mai male). La stanchezza comincia ad insinuarsi nelle gambe e nel morale e questi due chilometri gridano vendetta nei miei muscoli.
Fatico sempre di più a stare in gruppo, ma soprattutto ad ogni salita fatico sempre di più.
In ogni modo arrivo su e per rientrare percorriamo la bella costa di Monte Manulo. Passiamo sotto il monte Ghinardo (mandando un pensiero al Sentiero Feroce)
e attacchiamo la ripida ma breve rampa che porta sopra la casa del pastore.
In discesa come sempre ci accolgono alcuni cagnetti abbaianti che abitano in questa casa mezza bruciacchiata,
con ruderi buttati li, che non capisco mai se ci abita realmente qualcuno o solo animali lasciati li .Questi cagnini, non mi sembrano molto grassi mah!
Ancora un strappo in salita,
pochi metri straccia gambe e ancora una discesa tra buche e solchi da moto .
Con la stanchezza accumulata bisogna prestare attenzione mettere una ruota in fallo è un attimo
Dopo un tratto in falso piano (ma davvero falso)
entriamo nel bosco che ci conduce a Fornacchia.
Lultimo strappo serio della giornata svuota definitivamente il serbatoio dell energia.
Avanza solamente il carburante per arrivare a casa.
Luca e i Paoli, veramente in forma vorrebbero inserire anche la discesa verso Casa Pietra e il rientro da Tabiano.
Io non ne ho più, lora è tarda e dico agli amici che rientro per strada da S.Vittore
Rientriamo tutti insieme .
E il bello della nostra compagnia si segue sempre il più debole (cioè io) e non si lascia solo chi è in difficoltà .o ha finito tempo o energia .
W la compagnia!