Dopo un po’, rieccomi con un resocontino, come sempre non badate all'italiano o alla grammatica che è scritto di getto.
Giorno Uno, Il Muro di Sormano
Ormai tutto era pronto.
A letto presto, pronto a svegliarmi presto il giorno dopo, vagamente conscio di cosa mi avrebbe riservato il week-end %&$%§ ; non poteva che essere una di quelle cose che non si dimenticano facilmente :-? .
Ritrovo sopra Canzo con partenza (tassativa) alle nove ma…..qualcuno manca all’appello, il Gatto ! Sì Sì, proprio lui che ha organizzato tutto e ha caldamente sottolineato di essere assolutamente puntuali per evitare ritardi.
Tutti presenti, tutti quasi pronti, controllo casualmente la pressione della gomma anteriore del boiler, pare a terra…..15 pompate ed è Ok , in realtà una volta sfilata la pompa anche il pistillo della valvola “corsa” ha deciso di andare a farsi un giro o-o ….morale, prima sostituzione di camera d’aria (ho montato una 2.1 su un copertone da 2.4……15.342 pompate :???: , e la gomma pareva ancora sgonfia).
Il gruppo, molto articolato tra scalatori, discesisti, Fr, XC, insomma, gente che aveva voglia di farsi un giro inizia a muoversi, prima scalinata in discesa, giusto per perdere un po’ di quota che avremmo poi dovuto recuperare in seguito.
La strada sale in modo blando regalando spettacolari scorci :8): sulle prealpi del centro nord tra cui il Cornizzolo, i Corni di Canzo, Grigna e Grignette varie. Subito iniziano le prime “bagarre”, sportellate in amicizia, bloccaggi di freni, inseguimenti, droppettini, pinne ecc. ecc. ecc, tanto per risparmiare un po’ di fiato. Improvvisamente perdiamo Pixel che decide di effettuare uno dei suoi tagli . La temperatura (penso solo corporea…….dopo la fase di frosting nell’unico punto del parcheggio all’ombra in attesa del Gatto) inizia a salire insieme ai nostri baldi biker. Pausa cipolla, via uno strato.
Poco a poco, sempre in modo blando affrontando temi di natura sociale quali l’effettiva utilità e ruolo dello stato per i cittadini del mondo ( un discorso tra me e SerP. o-o ), si giunge all’imbocco della strada sterrata che conduce al muro di Sormano. Salendo di quota si incontrano i primi sprazzi di neve che poco a poco si fanno sempre più estesi fino a ricoprire completamente il sentiero (abbastanza impegnativo in queste condizioni). Foto di rito quasi al muro, lo spettacolo è fantastico, lo scuro ed esile profilo di un biker che sale in sella al “suo” prototipo domina le montagne circostanti ricoperte di neve contornate da un cielo blu.
Ormai siamo al bar di Sormano, ci incontriamo con il signore dell’enel (Biffi) e ci gustiamo lo spuntino delle undici, qualcuno (Pixel) azzarda addirittura un pane e salame con vino , altri caffè, cioccolata, e via dicendo o-o .
Si riparte verso la vetta della giornata.
Ancora 400 m di dislivello ci separavano dall’inizio della discesa.
La strada sale tranquillamente verso l’Alpe di Terrabiota ma, poco a poco, la presenza di neve diventa sempre più consistente fino a costringerci a spingere. Paesaggi fantastic :8): i, sverginare prati immacolati ricoperti di un sottile strato bianco con le proprie impronte…..
Chi si barda, chi si svuota, chi parte subito in discesa, insomma, la salita è volta al termine. :-?
Un fantastico sentierino inizia a scendere costeggiando una recinzione di filo spinato, subito la situazione diviene gustosa , passaggio tra due alberi su un bel ripidino ….promette bene la situazione! Il gruppone scende con un leggero stridore assordante di dischi bagnati, curve corvette, qualche passaggino cui prestare attenzione e, d’improvviso ci si trova in un limonodromo d’autore, soprattutto se si riesce a portare una tipa fin qui ….Foto costruite per l’occasione con Tarantola che cerca disperatamente il suicidio con un monoruota sul nulla. %$))
Si riparte, decido che è ora di divertirsi, non voglio nessuno davanti, va bè, il maestro è tollerato, chissà a quale velocità stratosferica scende….In realtà sono rimasto un pochino deluso perché mi aspettavo di vedere un missile cavalcare un raggio di luce. Pazienza, gentilmente mi lascia passare e inizia la smanettata lungo questo fantastico sentiero pieno di continui cambi di traiettoria con appoggi vari e passaggi tecnici disseminati qua e là. Si ricombatta il gruppo. SerP. Non arriva…..é caduto ed ha distrutto il pompante del freno :? ……del resto, in plastica…. La prossima volta montiamo quello dei lego!
Il sentiero scende, sempre più tosto, sassi bagnati, passaggi stilosi, tornantini e, in men che non si dica, dopo una bella soddisfazione si arriva all’asfalto. Altro momento di attesa, ritorna SerP e cerchiamo invano di sistemargli il pompante per proseguire il giro. Primo ritiro.
Seguiamo la strada di nero bitume per un chilometrico abbondante fino a giungere alla madonna del Ghisallo, protettrice dei bitumari , si scruta il panorama e qualcuno entra a recitare il rosario del ciclista (anziché far scorrere le palline dei classici rosari cristiani, si fanno scorrere i nippli dei propri cerchi. Ognuno una preghiera. )
Pausa panino, giretto (personale) nella cavetta in fronte per tenersi caldi. Si riparte. Si sale. Si Sale e ancora si sale :???: . Secondo abbandono; Biffi ne ha le palle piene della salita, lo ritroveremo al furgone. Lungo un sentiero in sali scendi e sali sali giungiamo ad un tratto asfaltato, notevolmente pendente (non si sapeva se andavo più veloce io a piedi o gli altri che pedalavano). Giunti in cima, ancora una volta lo spettacolo con una bella panoramica sul lato lecchese del Lario :shock: . Si continua in bitume fino a giungere in un punto dove una decina d’anni addietro precipitò un aereo. Da qui un bel single-track ci ha rapidamente portato verso l’inizio della fine. Quei sentieri bastardi, da odio totale ciottolato rotondo incastonato nel terreno :???: ……Fino al paese, purtroppo. Una volta su asfalto il ritorno al punto di partenza con cappelle varie lungo il paese quali manual, salti da muretti, salti nelle rotonde e chi più ne ha più ne metta :-? .
Giro fantastico, peccato per la parte del pomeriggio che ha sminuito un po’ ciò che è stata la mattina. Rapidamente ci si saluta all’alba delle quattro, l’appuntamento è per le 18.30, tassative (circa ) alla funicolare per Brunate.
Vista la vicinanza di casa decido di abbandonare il gruppo e andare a farmi una doccia a casa con relativo spuntino.
La sera e la notturna
Parto con largo anticipo, sono le 17 del sabato, figurati il casino di fancazzisti in giro in macchina, ed in fatti c’è voluta circa mezz’ora per percorrere 3 km….Giunto a Como scarico tutto l’armamentario, faretti, protezioni (dal freddo dopo cena), pile, casco….Si parte. E’ presto, no problem, pseudo-streetata per Como, giusto per arrivare un po’pezzato al ritrovo. Ore 18.30, il Gatto c’è. Mancano tutti gli altri …….Nell’attesa si iniziano a fare i biglietti della funicolare, si assiste un po’ allo Spina Show :-? , si risponde ai clienti del bar incuriositi dalle bici ma soprattutto dalla voliera sul casco di Pixel e ci si gustoaun aperitivino. Si inizia a salire, trangugio gli ultimi stuzzichini ma…..non ci stiamo nella funicolare, potevo prendermela con comodo!
Seconda corsa, scendiamo dalla funicolare. Che odio i gradini per uscire dalla stazione! :???:
Nel buio partiamo in salita verso il rifugio. La fame, nonostante l’aperitivo inizia a farsi sentire . Magicamente, dopo una pedalata mistica nel buio, giungiamo al rifugio. Poco a poco arrivano tutti, vecchie e nuove conoscenze, mogli, amiche ed amanti ……Compattato il gruppo si inizia con aperitivi con affettati misti (e un lardo che si scioglieva solo a guardarlo) e vino :-P .
Parto a rilento, il mio vicino (SerP.) si meraviglia di quanto poco bevo e di quanto poco mangio…..non avevo ancora carburato. Un bicchiere tira l’altro, le portate si susseguono, riso, gnocchi polenta, brasato, stinco, Ser continua ad incitarmi al bere :-P (ed ovviamente non mi tiro indietro), intanto davanti sfrecciano molliche di pane, da una parte si parla di bici dall’altra si scherza un po’ con lo svizzero. E’ ora di partire, sparisce uno zaino e non si sa bene perché viene chiesta insistentemente a me la possibile fine di questo zaino. Mi faccio dunque paladino di me stesso per difendere la mia innocenza e…..ritrovo lo zaino smarrito. Tutti pronti. Luci montate.
Ser: ma sei sicuro di andare? (dopo tutto quello che mi aveva spronato a bere)
Io no problema…..:-? I'm a drink Rider baby!
Si parte e, tanto per cambiare, in salita anche se per poco. :???:
Poco dopo imbocchiamo il sentiero ricco di pietre smosse che, al nostro passaggio, pareva essere illuminato a giorno. Alcuni cadono, altri rischiano, si effetuano varie soste per ricompattare il gruppo e via….sempre più giù. Ad un certo punto Tarantola in fuga, decido di riprenderlo, ne nasce una fantastica discesa su un fantastico sentierino ricco di esili droppettini :-? .
Dal dietro vedo un tratto di sentiero illuminato con una figura luminosa che saltella qua e là circondata dall’ oscurità. Fantastico.
Si ricompatta il gruppo, si riparte, ancora tirata con staccate all’ultimo metro
Bitume.
Ci avventuriamo per le vie di Brunate fino a raggiungere una breve scalinata (circa 1000 gradini) che da lì ci avrebbe portato fino a Centro Como.
L’una era già abbondantemente passata. Nel parcheggio della funicolare, oltre a donne, morose, mogli varie, troviamo alcuni esponenti della East Coast. Ci si saluta, cerco la Monica (alias Sunnydaysm)che mi aveva offerto un posto letto, fortunatamente arriva, accompagnata da SerP.
Durante la cena ero riuscito, grazie alla sua ospitalità (ripagata poi con nozioni di discesa, per quante ne possa fornire), a rimediare un posto letto ad un quarto d’ora da Como evitando di mettere in forse (forse) la mia partecipazione alla giornata di Domenica.
Caricata la biga in macchina si parte.
Ci arrampichiamo per devastanti scalinate :???: fino a giungere a questa graziosa casetta arroccata sulla montagna in mezzo ad un paesino di quelli “rustici”. Scopro i gusti di questo personaggio ma……questa è un’altra storia, una di quelle storie strane dove ti trovi con una persona che è praticamente la prima volta che vedi ma che ti sembra di conoscere da sempre, dove casa sua, non sai perché, è anche casa tua.,,,,,ma ultimamente mi capita spesso, non mi dispiace, anzi! Cittadini del mondo...... :-?
Mi assopisco con una fantastica musichettina conciliante, sogni di tutti i tipi, bici moto, Spina che manualizza lungo discese innevate……sono ormai irrecuperabile.
The Day After, il Bisbino
Sveglia a non ricordo quale ora. Per riuscire ad essere al luogo di ritrovo alle 9.00, un po’ prima no visto che alla fine ce ne siamo andati a letto praticamente alle tre?
Va bè la giornata è iniziata senza la solita colazione a base di biscotti avvolti nella nutella, elemento essenziale per una buona partenza ma, dell’ospitalità non si discute. Pensando di essere tra i pochi ritardatari ci affrettiamo al parcheggio nonostante la convinzione di pedalare non fosse molta. Nel mentre in cui scarichiamo le bici vediamo poco a poco arrivare tutti i personaggi del gruppo, sembrava quasi che il luogo di ritrovo fosse il parcheggio. Scarico la bici e mi affretto a rimontarla, la mia gentile oste resta comunque indecisa sul fatto di fare tutta la salita cosicché sono costretto ad aiutarla a rimettere la biga in macchina quando……Il provvidenziale intervento di Pixel porta un alone di sano ottimismo che viene inculcato nell’indecisa pedalatrice (che in realtà se ne è poi andata in fuga lungo l’intera salita del Bissino…)
Tutti al bar del ritrovo, in pochi presenti, Mau, Rupa, ed altri ancora (…), alcuni già partiti consci del loro ritmo in salita altri non ancora arrivati (tra cui, il Gatto…….); ci si trangugia una bella colazione, personalmente sopperisco alla carenza di cioccolato mangiandomi una brioche al cioccolato puciata in una tazza di cioccolata bollente. Si parte. Ci sono tutti.
La salita è lunga ma a pendenza pressoché costante per circa sedici chilometri, ovvero circa due ore di salita. In men che non si dica (circa un ora e mezza) raggiungiamo il gruppo dei fuggitivi, ci si saluta e si scambiano quattro chiacchere, tra loro c’è anche quello sporco motocrossista di McVit…( )) )
La noia della salita ha la meglio ecco allora che iniziano le solite bagarre dove Taarantola esce provato con il disco storto, prontamente rimesso in linea a mano.
Si butta giù qualche spuntino, un po’ di uvetta secca e qualche strano postiglione per affrontare in allegria la pioggia che dolcemente inizia a cadere.
Improvvisamente, quando la pioggia diviene più intensa ci riuniamo al resto del gruppo di testa (che era ormai partito in fuga da più di un’ora) fermo a “metà salita” per ricompattare. Incuranti della volontà di alcuni di ricompattare completamente, alcuni (tra cui anche io) decidono di avviarsi a ritmo blando (ovvero quello normale) per evitare raffreddamenti e blocchi psico-fisici.
Ancora una volta si rimescolano i compagni di salita e si parla di nuove cose bici, cibo, posti dove fare la prossima sosta, la lunghezza della salita e via dicendo quando una simpatica vecchina si affaccia sull’uscio di casa
[mode masochismo=ON]
- Signora, cosa prepara di buono per pranzo ?
- Lasgne! Però siete troppi!
In realtà eravamo solo in quattro, figuriamoci se avesse visto il resto del gruppo……
Solo tre interminabili chilometri ci separavano dalla vetta.
Rupa sosteneva che la salita fosse tutta alla stessa pendenza nonostante la maggior parte della gente dicesse che gli ultimi pezzi tirano più degli altri. Ho capito il perché. A 2 km dalla vetta ho dovuto cedere al ricatto delle gambe:
- O smetti di pedalare o ti facciamo un male che non puoi nemmeno lontanamente immaginare
- Calma ragazze, moderiamo i termini…
Arreso al ricatto di due esili pulzelle non ho saputo dire di no……biga a spinta fin all’arrivo con scalinata/devasto finale a biga in spalla per poter arrivare al rifugio.
Poco alla volta abbiamo preso il dominio del rifugio, prontamente mi sfilo la mia maglietta appena intrisa di sudore (ho veramente sudato come un porco tutto il vino ingurgitato la sera precedente) e me la appoggio sulla sedia prescelta accanto alla stufa ma….commetto un grave errore. Vado in bagno lasciando a vedere l’operazione fatta. Al ritorno vengo razziato per l’infame atto-spargi essenza di Rò. Avrei profumato tutto il locale lasciando lì la maglietta ad asciugare. Rispondo che non vedo quale sia la differenza tra una maglietta che asciuga da sola sullo schienale di una sedia e una che asciuga addosso a una persona; l’aroma si diffonde comunque. E vengo accusato da un vecchio di essere un buffone o un arrogante o qualcosa del genere ( in realtà una vecchina comasca mi ha poi detto di mandarli tranquillamente a cagare…)
Come sempre si mangia e si beve per recuperare energia e per mettere su zavorra per la discesa. Al momento del conto facciamo i brillanti, il conto è di quattordici euro e cinquanta e noi per semplificare la vita facciamo quindici. Col cazzo! Proprio non mi è andata giù questa elargizione a questi bastardi dal divieto facile!
Una volta bardati (data l’escursione termica tra dentro e fuori di circa 30°C) usciamo pronti ad attaccare il sentiero fino a Chiasso ma…la “giovane” fanciulla non ne vuole sapere, ecco allora che interviene Pixel con la sua dialettica e…..il risultato è ovvio!
In debito per l’ospitalità , per l’offerta fatta, e per il piacere di insegnare a una pulzella a scendere da una montagna, me ne sto refilato nelle retrovie attraversando in punta di ruote tratti di sentiero innevato alternato a tratti in pineta a tratti su rocce bagnate. Una goduria.
Si spinge per recuperare una vetta, circa 100 mt. La neve rende difficoltoso pedalare su un tratto di sentiero esposto che conduce ad un crinale completamente imbiancato da cui scendere, a piacimento, dritti.
Senza parole, senza legami. Una distesa bianca, a destra il fondo valle, davanti, mille e più metri sotto la pianura, a sinistra non so. L’aria accarezza la faccia e gli spruzzi di neve riportano alla realtà, all’equilibrio precario, ai sassi che affiorano qua e là. Finita. Si guardano gli altri scendere. Si riparte. Per poco.
Dopo circa 100 mt di discesa e un leggero saltino un colpo, qualcosa è andato storto. Bestemmio. Non dovevo farlo.Butto la bici in terra, ho capito cosa è successo. Il cambio si è tranciato, la catena si è incastrata tra il mozzo e il pacco pignoni, un raggio si è rotto, una goduria…..
Paolo viene in mio aiuto ma, purtroppo non c’è nulla da fare. Mentre ci adoperiamo a sistemare la catena anche il Gatto torna a recuperarci. Ormai è a posto, senza catena.
Il bello è che scendevo piano….
Recuperiamo il gruppo e via, riprende la discesa lungo una jeeppabile che poco a poco diventa sentiero. Dopo una tirata per sfogare un po’ i nervi attendo l’allieva che era passata sotto le mani di Pixel. Il gruppo sfugge tirato da quei manici di Mao, Tarantola e via via i vari pazzi mentre io e parafango man svezziamo pian piano e con una infinita dose di pazienza la Sunnydaysm (se si scrive così, ovvero Monica).
Sentiero spettacolare, probabilmente non molto adatto ad un principiante ma che passaggi!
Curve su curve, droppettini all’infinito fino ad arrivare ad un tratto molto più scorrevole e rettilineo.(dopo un paio di foto da risate all’infinito). Asfalto, iniziano i canonici tagli dei tornanti, dal sentierino tecnico alla gradinata al tetto della casa…….ed in men che non si dica, tra manual, pinne, stampate di faccia sui gradini e cazzate varie giungiamo dai simpatici omini in grigio della frontiera che, nonostante la mia soffiata, non perquisiscono alcuni zaini carichi di Ganja (o marijuana che dir si voglia) .
Grazie alla bontà di un po’ tutto il gruppo (soprattutto Pixel,Gatto e Aleinich) riesco a ritornare in bici a Cernobbio senza fatica (soprattutto perché sono stato spinto/tirato).
Birra di rito al chioschetto di Cernobbio con fighetta di contorno, si scambiano le ultime battute, gli ultimi saluti e pezzi di ricambio vari. Ancora una volta due giorni volati sui monti in libertà nella natura. Ancora una volta circa 3000 mt di dislivello e chissà quanti chilometri. Ancora una volta un sacco di vino e birra. Ancora una volta un sacco di gente fuori di testa con cui passare bene le giornate. Ancora….
Giorno Uno, Il Muro di Sormano
Ormai tutto era pronto.
A letto presto, pronto a svegliarmi presto il giorno dopo, vagamente conscio di cosa mi avrebbe riservato il week-end %&$%§ ; non poteva che essere una di quelle cose che non si dimenticano facilmente :-? .
Ritrovo sopra Canzo con partenza (tassativa) alle nove ma…..qualcuno manca all’appello, il Gatto ! Sì Sì, proprio lui che ha organizzato tutto e ha caldamente sottolineato di essere assolutamente puntuali per evitare ritardi.
Tutti presenti, tutti quasi pronti, controllo casualmente la pressione della gomma anteriore del boiler, pare a terra…..15 pompate ed è Ok , in realtà una volta sfilata la pompa anche il pistillo della valvola “corsa” ha deciso di andare a farsi un giro o-o ….morale, prima sostituzione di camera d’aria (ho montato una 2.1 su un copertone da 2.4……15.342 pompate :???: , e la gomma pareva ancora sgonfia).
Il gruppo, molto articolato tra scalatori, discesisti, Fr, XC, insomma, gente che aveva voglia di farsi un giro inizia a muoversi, prima scalinata in discesa, giusto per perdere un po’ di quota che avremmo poi dovuto recuperare in seguito.
La strada sale in modo blando regalando spettacolari scorci :8): sulle prealpi del centro nord tra cui il Cornizzolo, i Corni di Canzo, Grigna e Grignette varie. Subito iniziano le prime “bagarre”, sportellate in amicizia, bloccaggi di freni, inseguimenti, droppettini, pinne ecc. ecc. ecc, tanto per risparmiare un po’ di fiato. Improvvisamente perdiamo Pixel che decide di effettuare uno dei suoi tagli . La temperatura (penso solo corporea…….dopo la fase di frosting nell’unico punto del parcheggio all’ombra in attesa del Gatto) inizia a salire insieme ai nostri baldi biker. Pausa cipolla, via uno strato.
Poco a poco, sempre in modo blando affrontando temi di natura sociale quali l’effettiva utilità e ruolo dello stato per i cittadini del mondo ( un discorso tra me e SerP. o-o ), si giunge all’imbocco della strada sterrata che conduce al muro di Sormano. Salendo di quota si incontrano i primi sprazzi di neve che poco a poco si fanno sempre più estesi fino a ricoprire completamente il sentiero (abbastanza impegnativo in queste condizioni). Foto di rito quasi al muro, lo spettacolo è fantastico, lo scuro ed esile profilo di un biker che sale in sella al “suo” prototipo domina le montagne circostanti ricoperte di neve contornate da un cielo blu.
Ormai siamo al bar di Sormano, ci incontriamo con il signore dell’enel (Biffi) e ci gustiamo lo spuntino delle undici, qualcuno (Pixel) azzarda addirittura un pane e salame con vino , altri caffè, cioccolata, e via dicendo o-o .
Si riparte verso la vetta della giornata.
Ancora 400 m di dislivello ci separavano dall’inizio della discesa.
La strada sale tranquillamente verso l’Alpe di Terrabiota ma, poco a poco, la presenza di neve diventa sempre più consistente fino a costringerci a spingere. Paesaggi fantastic :8): i, sverginare prati immacolati ricoperti di un sottile strato bianco con le proprie impronte…..
Chi si barda, chi si svuota, chi parte subito in discesa, insomma, la salita è volta al termine. :-?
Un fantastico sentierino inizia a scendere costeggiando una recinzione di filo spinato, subito la situazione diviene gustosa , passaggio tra due alberi su un bel ripidino ….promette bene la situazione! Il gruppone scende con un leggero stridore assordante di dischi bagnati, curve corvette, qualche passaggino cui prestare attenzione e, d’improvviso ci si trova in un limonodromo d’autore, soprattutto se si riesce a portare una tipa fin qui ….Foto costruite per l’occasione con Tarantola che cerca disperatamente il suicidio con un monoruota sul nulla. %$))
Si riparte, decido che è ora di divertirsi, non voglio nessuno davanti, va bè, il maestro è tollerato, chissà a quale velocità stratosferica scende….In realtà sono rimasto un pochino deluso perché mi aspettavo di vedere un missile cavalcare un raggio di luce. Pazienza, gentilmente mi lascia passare e inizia la smanettata lungo questo fantastico sentiero pieno di continui cambi di traiettoria con appoggi vari e passaggi tecnici disseminati qua e là. Si ricombatta il gruppo. SerP. Non arriva…..é caduto ed ha distrutto il pompante del freno :? ……del resto, in plastica…. La prossima volta montiamo quello dei lego!
Il sentiero scende, sempre più tosto, sassi bagnati, passaggi stilosi, tornantini e, in men che non si dica, dopo una bella soddisfazione si arriva all’asfalto. Altro momento di attesa, ritorna SerP e cerchiamo invano di sistemargli il pompante per proseguire il giro. Primo ritiro.
Seguiamo la strada di nero bitume per un chilometrico abbondante fino a giungere alla madonna del Ghisallo, protettrice dei bitumari , si scruta il panorama e qualcuno entra a recitare il rosario del ciclista (anziché far scorrere le palline dei classici rosari cristiani, si fanno scorrere i nippli dei propri cerchi. Ognuno una preghiera. )
Pausa panino, giretto (personale) nella cavetta in fronte per tenersi caldi. Si riparte. Si sale. Si Sale e ancora si sale :???: . Secondo abbandono; Biffi ne ha le palle piene della salita, lo ritroveremo al furgone. Lungo un sentiero in sali scendi e sali sali giungiamo ad un tratto asfaltato, notevolmente pendente (non si sapeva se andavo più veloce io a piedi o gli altri che pedalavano). Giunti in cima, ancora una volta lo spettacolo con una bella panoramica sul lato lecchese del Lario :shock: . Si continua in bitume fino a giungere in un punto dove una decina d’anni addietro precipitò un aereo. Da qui un bel single-track ci ha rapidamente portato verso l’inizio della fine. Quei sentieri bastardi, da odio totale ciottolato rotondo incastonato nel terreno :???: ……Fino al paese, purtroppo. Una volta su asfalto il ritorno al punto di partenza con cappelle varie lungo il paese quali manual, salti da muretti, salti nelle rotonde e chi più ne ha più ne metta :-? .
Giro fantastico, peccato per la parte del pomeriggio che ha sminuito un po’ ciò che è stata la mattina. Rapidamente ci si saluta all’alba delle quattro, l’appuntamento è per le 18.30, tassative (circa ) alla funicolare per Brunate.
Vista la vicinanza di casa decido di abbandonare il gruppo e andare a farmi una doccia a casa con relativo spuntino.
La sera e la notturna
Parto con largo anticipo, sono le 17 del sabato, figurati il casino di fancazzisti in giro in macchina, ed in fatti c’è voluta circa mezz’ora per percorrere 3 km….Giunto a Como scarico tutto l’armamentario, faretti, protezioni (dal freddo dopo cena), pile, casco….Si parte. E’ presto, no problem, pseudo-streetata per Como, giusto per arrivare un po’pezzato al ritrovo. Ore 18.30, il Gatto c’è. Mancano tutti gli altri …….Nell’attesa si iniziano a fare i biglietti della funicolare, si assiste un po’ allo Spina Show :-? , si risponde ai clienti del bar incuriositi dalle bici ma soprattutto dalla voliera sul casco di Pixel e ci si gustoaun aperitivino. Si inizia a salire, trangugio gli ultimi stuzzichini ma…..non ci stiamo nella funicolare, potevo prendermela con comodo!
Seconda corsa, scendiamo dalla funicolare. Che odio i gradini per uscire dalla stazione! :???:
Nel buio partiamo in salita verso il rifugio. La fame, nonostante l’aperitivo inizia a farsi sentire . Magicamente, dopo una pedalata mistica nel buio, giungiamo al rifugio. Poco a poco arrivano tutti, vecchie e nuove conoscenze, mogli, amiche ed amanti ……Compattato il gruppo si inizia con aperitivi con affettati misti (e un lardo che si scioglieva solo a guardarlo) e vino :-P .
Parto a rilento, il mio vicino (SerP.) si meraviglia di quanto poco bevo e di quanto poco mangio…..non avevo ancora carburato. Un bicchiere tira l’altro, le portate si susseguono, riso, gnocchi polenta, brasato, stinco, Ser continua ad incitarmi al bere :-P (ed ovviamente non mi tiro indietro), intanto davanti sfrecciano molliche di pane, da una parte si parla di bici dall’altra si scherza un po’ con lo svizzero. E’ ora di partire, sparisce uno zaino e non si sa bene perché viene chiesta insistentemente a me la possibile fine di questo zaino. Mi faccio dunque paladino di me stesso per difendere la mia innocenza e…..ritrovo lo zaino smarrito. Tutti pronti. Luci montate.
Ser: ma sei sicuro di andare? (dopo tutto quello che mi aveva spronato a bere)
Io no problema…..:-? I'm a drink Rider baby!
Si parte e, tanto per cambiare, in salita anche se per poco. :???:
Poco dopo imbocchiamo il sentiero ricco di pietre smosse che, al nostro passaggio, pareva essere illuminato a giorno. Alcuni cadono, altri rischiano, si effetuano varie soste per ricompattare il gruppo e via….sempre più giù. Ad un certo punto Tarantola in fuga, decido di riprenderlo, ne nasce una fantastica discesa su un fantastico sentierino ricco di esili droppettini :-? .
Dal dietro vedo un tratto di sentiero illuminato con una figura luminosa che saltella qua e là circondata dall’ oscurità. Fantastico.
Si ricompatta il gruppo, si riparte, ancora tirata con staccate all’ultimo metro
Bitume.
Ci avventuriamo per le vie di Brunate fino a raggiungere una breve scalinata (circa 1000 gradini) che da lì ci avrebbe portato fino a Centro Como.
L’una era già abbondantemente passata. Nel parcheggio della funicolare, oltre a donne, morose, mogli varie, troviamo alcuni esponenti della East Coast. Ci si saluta, cerco la Monica (alias Sunnydaysm)che mi aveva offerto un posto letto, fortunatamente arriva, accompagnata da SerP.
Durante la cena ero riuscito, grazie alla sua ospitalità (ripagata poi con nozioni di discesa, per quante ne possa fornire), a rimediare un posto letto ad un quarto d’ora da Como evitando di mettere in forse (forse) la mia partecipazione alla giornata di Domenica.
Caricata la biga in macchina si parte.
Ci arrampichiamo per devastanti scalinate :???: fino a giungere a questa graziosa casetta arroccata sulla montagna in mezzo ad un paesino di quelli “rustici”. Scopro i gusti di questo personaggio ma……questa è un’altra storia, una di quelle storie strane dove ti trovi con una persona che è praticamente la prima volta che vedi ma che ti sembra di conoscere da sempre, dove casa sua, non sai perché, è anche casa tua.,,,,,ma ultimamente mi capita spesso, non mi dispiace, anzi! Cittadini del mondo...... :-?
Mi assopisco con una fantastica musichettina conciliante, sogni di tutti i tipi, bici moto, Spina che manualizza lungo discese innevate……sono ormai irrecuperabile.
The Day After, il Bisbino
Sveglia a non ricordo quale ora. Per riuscire ad essere al luogo di ritrovo alle 9.00, un po’ prima no visto che alla fine ce ne siamo andati a letto praticamente alle tre?
Va bè la giornata è iniziata senza la solita colazione a base di biscotti avvolti nella nutella, elemento essenziale per una buona partenza ma, dell’ospitalità non si discute. Pensando di essere tra i pochi ritardatari ci affrettiamo al parcheggio nonostante la convinzione di pedalare non fosse molta. Nel mentre in cui scarichiamo le bici vediamo poco a poco arrivare tutti i personaggi del gruppo, sembrava quasi che il luogo di ritrovo fosse il parcheggio. Scarico la bici e mi affretto a rimontarla, la mia gentile oste resta comunque indecisa sul fatto di fare tutta la salita cosicché sono costretto ad aiutarla a rimettere la biga in macchina quando……Il provvidenziale intervento di Pixel porta un alone di sano ottimismo che viene inculcato nell’indecisa pedalatrice (che in realtà se ne è poi andata in fuga lungo l’intera salita del Bissino…)
Tutti al bar del ritrovo, in pochi presenti, Mau, Rupa, ed altri ancora (…), alcuni già partiti consci del loro ritmo in salita altri non ancora arrivati (tra cui, il Gatto…….); ci si trangugia una bella colazione, personalmente sopperisco alla carenza di cioccolato mangiandomi una brioche al cioccolato puciata in una tazza di cioccolata bollente. Si parte. Ci sono tutti.
La salita è lunga ma a pendenza pressoché costante per circa sedici chilometri, ovvero circa due ore di salita. In men che non si dica (circa un ora e mezza) raggiungiamo il gruppo dei fuggitivi, ci si saluta e si scambiano quattro chiacchere, tra loro c’è anche quello sporco motocrossista di McVit…( )) )
La noia della salita ha la meglio ecco allora che iniziano le solite bagarre dove Taarantola esce provato con il disco storto, prontamente rimesso in linea a mano.
Si butta giù qualche spuntino, un po’ di uvetta secca e qualche strano postiglione per affrontare in allegria la pioggia che dolcemente inizia a cadere.
Improvvisamente, quando la pioggia diviene più intensa ci riuniamo al resto del gruppo di testa (che era ormai partito in fuga da più di un’ora) fermo a “metà salita” per ricompattare. Incuranti della volontà di alcuni di ricompattare completamente, alcuni (tra cui anche io) decidono di avviarsi a ritmo blando (ovvero quello normale) per evitare raffreddamenti e blocchi psico-fisici.
Ancora una volta si rimescolano i compagni di salita e si parla di nuove cose bici, cibo, posti dove fare la prossima sosta, la lunghezza della salita e via dicendo quando una simpatica vecchina si affaccia sull’uscio di casa
[mode masochismo=ON]
- Signora, cosa prepara di buono per pranzo ?
- Lasgne! Però siete troppi!
In realtà eravamo solo in quattro, figuriamoci se avesse visto il resto del gruppo……
Solo tre interminabili chilometri ci separavano dalla vetta.
Rupa sosteneva che la salita fosse tutta alla stessa pendenza nonostante la maggior parte della gente dicesse che gli ultimi pezzi tirano più degli altri. Ho capito il perché. A 2 km dalla vetta ho dovuto cedere al ricatto delle gambe:
- O smetti di pedalare o ti facciamo un male che non puoi nemmeno lontanamente immaginare
- Calma ragazze, moderiamo i termini…
Arreso al ricatto di due esili pulzelle non ho saputo dire di no……biga a spinta fin all’arrivo con scalinata/devasto finale a biga in spalla per poter arrivare al rifugio.
Poco alla volta abbiamo preso il dominio del rifugio, prontamente mi sfilo la mia maglietta appena intrisa di sudore (ho veramente sudato come un porco tutto il vino ingurgitato la sera precedente) e me la appoggio sulla sedia prescelta accanto alla stufa ma….commetto un grave errore. Vado in bagno lasciando a vedere l’operazione fatta. Al ritorno vengo razziato per l’infame atto-spargi essenza di Rò. Avrei profumato tutto il locale lasciando lì la maglietta ad asciugare. Rispondo che non vedo quale sia la differenza tra una maglietta che asciuga da sola sullo schienale di una sedia e una che asciuga addosso a una persona; l’aroma si diffonde comunque. E vengo accusato da un vecchio di essere un buffone o un arrogante o qualcosa del genere ( in realtà una vecchina comasca mi ha poi detto di mandarli tranquillamente a cagare…)
Come sempre si mangia e si beve per recuperare energia e per mettere su zavorra per la discesa. Al momento del conto facciamo i brillanti, il conto è di quattordici euro e cinquanta e noi per semplificare la vita facciamo quindici. Col cazzo! Proprio non mi è andata giù questa elargizione a questi bastardi dal divieto facile!
Una volta bardati (data l’escursione termica tra dentro e fuori di circa 30°C) usciamo pronti ad attaccare il sentiero fino a Chiasso ma…la “giovane” fanciulla non ne vuole sapere, ecco allora che interviene Pixel con la sua dialettica e…..il risultato è ovvio!
In debito per l’ospitalità , per l’offerta fatta, e per il piacere di insegnare a una pulzella a scendere da una montagna, me ne sto refilato nelle retrovie attraversando in punta di ruote tratti di sentiero innevato alternato a tratti in pineta a tratti su rocce bagnate. Una goduria.
Si spinge per recuperare una vetta, circa 100 mt. La neve rende difficoltoso pedalare su un tratto di sentiero esposto che conduce ad un crinale completamente imbiancato da cui scendere, a piacimento, dritti.
Senza parole, senza legami. Una distesa bianca, a destra il fondo valle, davanti, mille e più metri sotto la pianura, a sinistra non so. L’aria accarezza la faccia e gli spruzzi di neve riportano alla realtà, all’equilibrio precario, ai sassi che affiorano qua e là. Finita. Si guardano gli altri scendere. Si riparte. Per poco.
Dopo circa 100 mt di discesa e un leggero saltino un colpo, qualcosa è andato storto. Bestemmio. Non dovevo farlo.Butto la bici in terra, ho capito cosa è successo. Il cambio si è tranciato, la catena si è incastrata tra il mozzo e il pacco pignoni, un raggio si è rotto, una goduria…..
Paolo viene in mio aiuto ma, purtroppo non c’è nulla da fare. Mentre ci adoperiamo a sistemare la catena anche il Gatto torna a recuperarci. Ormai è a posto, senza catena.
Il bello è che scendevo piano….
Recuperiamo il gruppo e via, riprende la discesa lungo una jeeppabile che poco a poco diventa sentiero. Dopo una tirata per sfogare un po’ i nervi attendo l’allieva che era passata sotto le mani di Pixel. Il gruppo sfugge tirato da quei manici di Mao, Tarantola e via via i vari pazzi mentre io e parafango man svezziamo pian piano e con una infinita dose di pazienza la Sunnydaysm (se si scrive così, ovvero Monica).
Sentiero spettacolare, probabilmente non molto adatto ad un principiante ma che passaggi!
Curve su curve, droppettini all’infinito fino ad arrivare ad un tratto molto più scorrevole e rettilineo.(dopo un paio di foto da risate all’infinito). Asfalto, iniziano i canonici tagli dei tornanti, dal sentierino tecnico alla gradinata al tetto della casa…….ed in men che non si dica, tra manual, pinne, stampate di faccia sui gradini e cazzate varie giungiamo dai simpatici omini in grigio della frontiera che, nonostante la mia soffiata, non perquisiscono alcuni zaini carichi di Ganja (o marijuana che dir si voglia) .
Grazie alla bontà di un po’ tutto il gruppo (soprattutto Pixel,Gatto e Aleinich) riesco a ritornare in bici a Cernobbio senza fatica (soprattutto perché sono stato spinto/tirato).
Birra di rito al chioschetto di Cernobbio con fighetta di contorno, si scambiano le ultime battute, gli ultimi saluti e pezzi di ricambio vari. Ancora una volta due giorni volati sui monti in libertà nella natura. Ancora una volta circa 3000 mt di dislivello e chissà quanti chilometri. Ancora una volta un sacco di vino e birra. Ancora una volta un sacco di gente fuori di testa con cui passare bene le giornate. Ancora….