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Milano da bere [ urban marketing ]

tarantola

Biker velocissimus
La vita di una persona è fatta di certezze. Per me è una certezza la Franziskaner ghiacciata che mi aspetta in frigo, i LedZeppelin o i tortelloni di ricotta della mia mamma. Sicuramente non è mai una certezza la bici che pedalo. O almeno non lo è più dopo una fiera. Sono un feticista lo so, questa è triste realtà. Amo pedalare, adoro sfrecciare sui sentieri però provo anche un attrazione viscerale e lussureggiante per la bicicletta intesa come oggetto. Già da piccolo apparivano i primi sintomi, poi dopo aver frequentato Girandola ed altre persone malate del forum il mio disturbo è peggiorato in maniera irreversibile. Tutto ciò che è esclusivo, tutto ciò che porta un marchio storico, tutto ciò che è introvabile mi blocca la circolazione. La bici non solo deve essere funzionale e onesta, ma per la mia mente malata deve dare un'emozione. Tutte le sere rientrando a casa deve ipnotizzarmi e strapparmi qualche parola dolce in più. Io e lei dobbiamo intenderci.
E' quindi a causa di tutto questo che mi sono gettato in quel delirio che è la fiera milanese del sabato mattina. Io e Franz, il mio attuale compagno di merende, arriviamo venerdì in nottata con il suo motorhome supersatellitare e alcantara munito. A noi non interessa dove e come dormire, sono già due ore che viaggiamo sfogliando riviste. Proprio per questo passiamo la notte sotto un cavalcavia nei pressi della fiera tra una puttana polacca e uno spacciatore che mastica gomme e scaraccia a intervalli regolari. Niente può distrarci.
Entriamo puntualissimi all'apertura; la nostra selezione è spietata: uno stabilo boss giallo fluo ha già pensato a evidenziare sull'elenco degli espositori quelli che saranno deliziati dalla nostra visita. Niente mezzi marchi, niente bici senza spessore. Niente scherzi.
Alle 11emezza il tour è già terminato. Ora tocca alla controfiera. Una prestigiosa visita a uno dei più illustri spacciatori è d'obbligo. E' da tanto che ne sento parlare, ne seguo le gesta ma mai ho toccato con mano. Una macchina veloce ci aspetta già davanti alla fiera pronta per portarci nel magazzino dei balocchi. Lo incontriamo e, nella penombra, tra portoni blindati e telecomandati che si aprono, si staglia davanti a noi una collezione da paura, tutta rigorosamente stelle e strisce, che non può non solleticare i nostri deliri.
Anaffiamo la tachicardia d'acquisto con qualche birra, seguita da panini.
Risaliti sul motorhome alla volta di casa, iniziamo la vera fatica che ci terrà impegnati per i prossimi giorni: cosa pedalare il prossimo anno. La scelta deve essere sicura e veloce, perchè la matana già ci assale già da interbike e non vorremmo di certo che qualcuno ci rubi il privilegio di possedere qualcosa di importante e nuovo prima di noi. Il dibattito è caldo, abbiamo sbalzi di umore, passiamo dall'entusiasmo alla depressione da bomb più cosmica. Ed ecco che quando la cerchia delle candidate si è ristretta a tre modelli, qualcosa disturba la nostra concentrazione....
Il motorhome ha problemi, strattona, perde velocità, non capiamo e in un attimo siamo fermi sulla corsia di emergenza. Ma guarda te, ora anche la benzina ci si mette di mezzo in un momento così importante. Figurati se mentre si parla delle nostre future mosse di marketing, uno deve anche preoccuparsi del fatto di fare rifornimento di nafta. Che mondo spietato. Ora che quasi avevamo capito quale era la bici che faceva per noi, mi tocca lasciare Franz in corsia di emergenza, prendere la sua Slayer, saltare la recinzione e andare alla ricerca di una stazione di rifornimento. Spero solo di non trovare un esso e di non dover di nuovo aver davanti agli occhi quella bestemmia verde a due ruote.
 

muldox

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tarantola ha scritto:
...Spero solo di non trovare un esso e di non dover di nuovo aver davanti agli occhi quella bestemmia verde a due ruote.



Io però lo stand-rovinacontoinbanca l'ho trovato in fiera: Ventana!
E non ditemi che il vostro evidenziatore si è perso tal ben di Dio! :shock:
 

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