Litinerario ci porterà alla scoperta di una delle vette più suggestive e sconosciute, delle Dolomiti: il Marchkinkele - Cornetto di Confine.
Partiamo da San Candido (BZ), e poco sopra la seggiovia dei Baranci seguiamo dal centro sportivo il segnavia 28A, raggiungendo con alcuni saliscendi nel bosco la periferia di Dobbiaco. Una volta giunti sullasfalto della S.S.51 teniamo la destra e attraversiamo Dobbiaco Nuova; continuando dritti arriviamo a Dobbiaco (km.6,5;1241m.).
Ci dirigiamo su asfalto verso nord seguendo il segnavia 1B per la Malga San Silvestro, superando labitato di Valle S.Silvestro e il ristorante Genziana; ad un bivio teniamo la destra ed affrontiamo lunico tratto ripido dellascesa, al termine del quale inizia lo sterrato (km.10,9;1509m.); risaliamo ora la suggestiva Valle S.Silvestro, costeggiando il rumoroso e spumeggiante torrente omonimo. Pochi sono i tratti impegnativi, e con facilità raggiungiamo la Malga S.Silvestro (km.15;1800m.), ultimo punto di ristoro e rifornimento idrico prima del ritorno al fondovalle.
Raggiungiamo il vicino Passo S.Silvestro e svoltiamo a sinistra sulla strada militare, iniziando lascesa al Marchkinkele; lorigine militare della strada è evidente: con pendenze costanti e numerosi tornanti (11), la strada sale dapprima nel bosco, poi lungo il ripido costone della montagna con fondo discreto ma pedalabile. Dopo lultimo tornante, la rampa finale ci porta sul Monte Chiesa Strickberg, poi la carrareccia scende leggermente fino alle pendici del Marchkinkele: un breve tratto in sentiero con la bici in spalla ci conduce a delle vecchie baracche (km.24,5;2526m.). In pochi minuti raggiungiamo a piedi la sommità del monte, posta a quota 2545m.: dove un tempo cera il cippo di confine, ora purtroppo ci sono solo un mucchio di pietre. Ma quello che colpisce è il panorama: fantastico, magnifico, con montagne a 360°; dalla vetta, la più alta della zona, possiamo ammirare verso sud i Baranci ed i Tre Scarperi, le Tre Cime di Lavaredo ed il Monte Elmo, fino alle vette Ampezzane delle Tofane e del Cristallo, mentre dal versante austriaco la vista spazia fino al Glossglockner.
Scendiamo nuovamente sulla carrareccia e ci dirigiamo verso est: in leggera discesa e a mezza costa giungiamo fino alle pendici della Pausa Alta Hochrast (km.27,2;2421m.); in breve raggiungiamo la sua sommità, posta sul confine di Stato. Qui la carrareccia termina e iniziamo la discesa per il sentiero 3A. Alternative sono la strada dellandata (ideale per i meno avvezzi alle discese), il sentiero 1H che parte dalle pendici del Marchkinkele presentando alcuni tratti impegnativi, oppure i sentieri 2 e 10 sul versante austriaco (ma non ne garantisco però la completa ciclabilità per i primi chilometri).
La discesa da me testata è quindi quella per il versante italiano: poco prima di salire alla Pausa Alta notiamo sulla destra alcuni ruderi militari, che raggiungiamo con cautela attraverso uno stretto sentiero. Da qui seguiamo il segnavia 3A, una stretta ed insidiosa mulattiera sassosa con parecchie buche; ignoriamo il segnavia 3 verso destra tenendo la sinistra (sentiero 3A-Prato alla Drava). La mulattiera diventa single track, e alcuni tratti esposti ci obbligano a procedere a piedi con prudenza; il sentiero, ora poco segnato, corre verso sinistra lungo il fianco della montagna; in questo tratto è molto facile sbagliare strada (come mi è capitato) e sbucare in corrispondenza di una recinzione elettrificata, dove il sentiero termina; nessun problema: con la bici in spalla seguiamo la recinzione verso destra fino ad un cancello in legno, presso cui ritroviamo il sentiero 3A. In discesa affrontiamo molti tratti tecnici fino allinizio del bosco, dove il sentiero diventa carrareccia sempre più battuta: raggiungiamo velocemente lasfalto e svoltiamo a destra fino al maso Reider (35,1km.;1460m.).
Seguiamo la carrareccia centrale e dopo una breve rampa scendiamo a sinistra sulla traccia erbosa; continuiamo sulla traccia principale fino a raggiungere nuovamente lasfalto. Svoltiamo a destra e perdiamo rapidamente quota affrontando alcuni tornanti fino a sbucare a Prato alla Drava (km.38,4;1130m.).
Per il ritorno al punto di partenza molti sarebbero gli sterrati da percorrere, ma dopo le fatiche accumulate lideale è seguire la facile e comoda pista ciclabile che in pochi chilometri ci riporta a San Candido.
In conclusione, il Marchkinkele è una vetta poco conosciuta e per questo poco frequentata anche in alta stagione: visto quindi lambiente piuttosto selvaggio e isolato, unito con la difficoltà e pericolosità della discesa, è consigliabile non affrontare lescursione da soli e in giornate di tempo incerto. E necessario inoltre dotarsi di una buona scorta dacqua vista lassenza di punti di ristoro nella parte centrale dellitinerario. Necessario inoltre dotarsi di carta topografica, soprattutto per la discesa.
Foto, mappa e altrimetria su www.tmb.135.it
(http://www.webalice.it/stefano.demarchi/page/itinerari/trentinoaa/itinmark/index.htm)
Partiamo da San Candido (BZ), e poco sopra la seggiovia dei Baranci seguiamo dal centro sportivo il segnavia 28A, raggiungendo con alcuni saliscendi nel bosco la periferia di Dobbiaco. Una volta giunti sullasfalto della S.S.51 teniamo la destra e attraversiamo Dobbiaco Nuova; continuando dritti arriviamo a Dobbiaco (km.6,5;1241m.).
Ci dirigiamo su asfalto verso nord seguendo il segnavia 1B per la Malga San Silvestro, superando labitato di Valle S.Silvestro e il ristorante Genziana; ad un bivio teniamo la destra ed affrontiamo lunico tratto ripido dellascesa, al termine del quale inizia lo sterrato (km.10,9;1509m.); risaliamo ora la suggestiva Valle S.Silvestro, costeggiando il rumoroso e spumeggiante torrente omonimo. Pochi sono i tratti impegnativi, e con facilità raggiungiamo la Malga S.Silvestro (km.15;1800m.), ultimo punto di ristoro e rifornimento idrico prima del ritorno al fondovalle.
Raggiungiamo il vicino Passo S.Silvestro e svoltiamo a sinistra sulla strada militare, iniziando lascesa al Marchkinkele; lorigine militare della strada è evidente: con pendenze costanti e numerosi tornanti (11), la strada sale dapprima nel bosco, poi lungo il ripido costone della montagna con fondo discreto ma pedalabile. Dopo lultimo tornante, la rampa finale ci porta sul Monte Chiesa Strickberg, poi la carrareccia scende leggermente fino alle pendici del Marchkinkele: un breve tratto in sentiero con la bici in spalla ci conduce a delle vecchie baracche (km.24,5;2526m.). In pochi minuti raggiungiamo a piedi la sommità del monte, posta a quota 2545m.: dove un tempo cera il cippo di confine, ora purtroppo ci sono solo un mucchio di pietre. Ma quello che colpisce è il panorama: fantastico, magnifico, con montagne a 360°; dalla vetta, la più alta della zona, possiamo ammirare verso sud i Baranci ed i Tre Scarperi, le Tre Cime di Lavaredo ed il Monte Elmo, fino alle vette Ampezzane delle Tofane e del Cristallo, mentre dal versante austriaco la vista spazia fino al Glossglockner.
Scendiamo nuovamente sulla carrareccia e ci dirigiamo verso est: in leggera discesa e a mezza costa giungiamo fino alle pendici della Pausa Alta Hochrast (km.27,2;2421m.); in breve raggiungiamo la sua sommità, posta sul confine di Stato. Qui la carrareccia termina e iniziamo la discesa per il sentiero 3A. Alternative sono la strada dellandata (ideale per i meno avvezzi alle discese), il sentiero 1H che parte dalle pendici del Marchkinkele presentando alcuni tratti impegnativi, oppure i sentieri 2 e 10 sul versante austriaco (ma non ne garantisco però la completa ciclabilità per i primi chilometri).
La discesa da me testata è quindi quella per il versante italiano: poco prima di salire alla Pausa Alta notiamo sulla destra alcuni ruderi militari, che raggiungiamo con cautela attraverso uno stretto sentiero. Da qui seguiamo il segnavia 3A, una stretta ed insidiosa mulattiera sassosa con parecchie buche; ignoriamo il segnavia 3 verso destra tenendo la sinistra (sentiero 3A-Prato alla Drava). La mulattiera diventa single track, e alcuni tratti esposti ci obbligano a procedere a piedi con prudenza; il sentiero, ora poco segnato, corre verso sinistra lungo il fianco della montagna; in questo tratto è molto facile sbagliare strada (come mi è capitato) e sbucare in corrispondenza di una recinzione elettrificata, dove il sentiero termina; nessun problema: con la bici in spalla seguiamo la recinzione verso destra fino ad un cancello in legno, presso cui ritroviamo il sentiero 3A. In discesa affrontiamo molti tratti tecnici fino allinizio del bosco, dove il sentiero diventa carrareccia sempre più battuta: raggiungiamo velocemente lasfalto e svoltiamo a destra fino al maso Reider (35,1km.;1460m.).
Seguiamo la carrareccia centrale e dopo una breve rampa scendiamo a sinistra sulla traccia erbosa; continuiamo sulla traccia principale fino a raggiungere nuovamente lasfalto. Svoltiamo a destra e perdiamo rapidamente quota affrontando alcuni tornanti fino a sbucare a Prato alla Drava (km.38,4;1130m.).
Per il ritorno al punto di partenza molti sarebbero gli sterrati da percorrere, ma dopo le fatiche accumulate lideale è seguire la facile e comoda pista ciclabile che in pochi chilometri ci riporta a San Candido.
In conclusione, il Marchkinkele è una vetta poco conosciuta e per questo poco frequentata anche in alta stagione: visto quindi lambiente piuttosto selvaggio e isolato, unito con la difficoltà e pericolosità della discesa, è consigliabile non affrontare lescursione da soli e in giornate di tempo incerto. E necessario inoltre dotarsi di una buona scorta dacqua vista lassenza di punti di ristoro nella parte centrale dellitinerario. Necessario inoltre dotarsi di carta topografica, soprattutto per la discesa.
Foto, mappa e altrimetria su www.tmb.135.it
(http://www.webalice.it/stefano.demarchi/page/itinerari/trentinoaa/itinmark/index.htm)