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maltempo e mtb

stefano alinovi

Biker serius
4/10/08
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salsomaggiore terme (pr)
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Bike
Cannondale Habit
[FONT=&quot]Questo maltempo continuo ed ossessionante, questo continuo susseguirsi di perturbazioni ad ondate sta veramente massacrando il morale di noi bikers del WE. Il freddo, ma soprattutto l’umida umidità che penetra nelle nostre povere ossa mette a dura prova il nostro pur temprato fisico. Oltre al cattivo tempo ci è messa anche una incredibile e potente epidemia influenzale. Ma si esce ugualmente. Caparbiamente, testardamente al primo spiraglio buono (ma anche senza spiraglio) si esce a pedalare. [/FONT]
[FONT=&quot]La collina ancora coperta dalla neve sprizza acqua da ogni poro. Ogni anfratto, ogni crepa fa uscire rivoli d’acqua . La terra ubriaca di pioggia barcolla, molla gli ancoraggi e si muove verso valle. Gli alberi non ce la fanno più a tenerla ferma. Ora come ora è improponibile tentare avventure cinghialeggianti per sentieri e carraie. A volte si può entrare in qualche grasso prato in discesa, a patto di gestire l’acquaplanning nel migliore dei modi. Nelle piane si formano ampi laghetti la cui profondità e reale estensione diventano di difficile valutazione.[/FONT]
[FONT=&quot]Si possono percorrere sentieri seguendo il rivolo d’acqua che dilava i sassi e pulisce la traccia, ma guai ad uscire sulla terra!![/FONT]
[FONT=&quot]Che fare? Dove andare?[/FONT]
[FONT=&quot]Fortunatamente attorno alla nostra magica Salsomaggiore abbiamo tutta una serie di strade bianche che ci permettono di poter pedalare in libertà senza dover riempire la nostra mtb di fango, letale per la meccanica.[/FONT]
[FONT=&quot]Anche le strade asfaltate che serpeggiano lungo i crinali collinari si stanno sgretolando sotto i colpi sferzanti di acqua e gelo. Neve, ghiaccio, sale e acqua si sono confermati grandi distruttori di asfalti già di per se precari. Ampie buche si sono formate sul manto grigio/nero rendendo i percorsi impossibili alle bici stradali e adattissime per le nostre ruote grasse e tassellate. [/FONT]
[FONT=&quot]Quando, qualche tempo fa pubblicai il post “nevante” pensavo ad una fortunata possibilità, ad un caso abbastanza solitario ed unico nel suo genere. Certamente non immaginavo che da li a li avrei percorso (senza filmarlo) un bel “nevante 2” e anche “nevante 3” recentissimo per altro. [/FONT]
[FONT=&quot]Se col primo “nevante” mi sono divertito un mondo, la seconda esibizione è stata fatica pura. Purtroppo ho scelto la direzione sbagliata e mi sono avventurato sul sentiero con una bella “gamba” di neve. Se avessi portato ciaspole o sci sicuramente avrei sofferto di meno. L’avventura è proseguita in ugual modo sul successivo tratto di sentiero, che speravo più clemente visto che avrebbe dovuto essere protetto dalle amiche fronde del bosco. [/FONT]
[FONT=&quot]Alla fine mi sono ritrovato stanco e bagnato (sotto e sopra) ed infreddolito senza aver fatto strada e quota. Altre volte preso dalla voglia assoluta di pedalare, ho fatto finta di non sentire la fredda pioggia. Mi sono avventurato sulle strade piene di pozze e con la ghiaia morbida ed avvolgente incurante della gelida acqua che scendeva dal cielo. Dopo un paio d’ore di falsa noncuranza, e dopo aver sostituito giubbotto e guanti ormai zuppi, sono dovuto rientrare e per di più ho dovuto lavare la bici ormai grigia di tanto sporco.[/FONT]
[FONT=&quot]Altre volte abbiamo avuto fortuna e ci siamo divertiti. [/FONT]
[FONT=&quot]Quelli che il sabato continuano a ritrovarsi ostinatamente tutti i sabati mattina. Purtroppo non sempre sono della partita, impegni di lavoro o viaggi familiari mi hanno fatto saltare parecchi appuntamenti. Il nostro capo, la mente che propone a getto continuo escursioni sempre belle e sempre impegnative si è messo in testa di arrivare fin sul monte Carameto (sopra il passo del Pellizone) partendo da Salsomaggiore. Il giro occhiometricamente vale 80/90 km e merita grossomodo un 8/9 ore di pedale. Attualmente non si può nemmeno pensare di provarlo (per condizioni di terreno e per gamba dei pedalatori) ma il nostro amico ci incita all’allenamento e in varie prove e riprove, dopo attente osservazioni su carta e in loco, stiamo mettendo insieme l’avvicinamento alla salita al monte. Fin sotto il monte S.Cristina ci possiamo arrivare tranquillamente percorrendo strade bianche e asfaltate con poco traffico, quindi si va, si pedala, si discute, si osserva. Poi in base ai rilievi fatti in loco, con l’aiuto di pc satelliti e amici che suggeriscono cerchiamo di “vedere” o meglio “immaginare” come sarà la via al Carameto. La discesa dal monte e il ritorno a casa l’ho già percorso questa estate…quindi no problem (bisognerà sentire il parere delle gambe) .[/FONT]
[FONT=&quot]Un sabato mattina mite e di gran luce ci siamo avventurati sul Kanate. C’era neve vecchia e sopra si era appena depositata una 20ina di cm di candida e fresca neve novella. La via di salita era al sole e pulita. I manutentori delle antenne la tengono sempre sgombra e percorribile. Arriviamo dalle terribili antenne e ci troviamo di fronte ad una comoda “gamba” di neve (una gamba no…ma il ginocchio c’era tutto…almeno il mio). Stiamo discutendo su che via percorrere una volta riscesi, quando il rombo di una moto da cross ci scuote. E’ un amico…anche ottimo mtbiker. Ci sconsiglia vivamente di scendere i sentieri del Kanate, sostiene che farà fatica lui con la moto. Parte a tutto gas, con la ruota posteriore che sbanda e fatica a dare potenza sprofondando nella neve molle. Non facciamo in tempo s adire bau, che Paolo si lancia sulla scia della moto, novello Don Chischotte, incitandoci a seguirlo. Al grido: “noi siamo quelli che il sabato mattina” pedala a più non posso nella neve alta cercando di sfruttare la scia della moto. Qua e la siamo anche riusciti a progredire in maniera dignitosa, ma il più delle volte abbiamo arrancato spingendo come matti le nostre mtb nella neve alta. Ho sbuffato come un mantice, ho faticato da matti. Bagnati fino al ginocchio, ma ci siamo divertiti come i bambini piccoli. E poi…e poi abbiamo anche pulito le bici…[/FONT]
[FONT=&quot]Poi in un WE di tempo accettabile, mia moglie ha deciso di ricominciare ad allenarsi con la bici. [/FONT]
[FONT=&quot]E ci siamo dati alle ciclabili. Abbiamo plagiato una sua amica (già plagiata in precedenza sulle virtù e la beneficità dell’andare in bici) caricato tre bici in macchina e, partendo da Colorno abbiamo percorso due stupendi anelli della “bassa”. Il sabato mattina siamo andati in direzione Parma, passando per l’argine del Po, poi quello del Taro, ed infine su quello della Parma. Un bel giro fra Tre fiumi…A Parma le donzelle, dal sedere ormai dolente, hanno preso il trenino per Colorno, mentre io sono rientrato via argine erboso della Parma. Onestamente pensavo fosse più corto, ma le ampie anse del torrente hanno allungato notevolmente il tragitto. Alla fine della giornata ho assommato un tranquillo 65 km. La domenica, assai mite, l’abbiamo adoperata per portarci da Colorno fino a Brescello e poi da li rientrare per la ciclabile sulla sponda sinistra del Po. Quasi tutto il percorso su ciclabile o strade a bassa velocità e bassa percorrenza.[/FONT]
[FONT=&quot]Questo maltempo non ci vuole abbandonare, qua e la lascia intravvedere sprazzi di sole, le viole e le margherite si illudono, sbocciano, ma subito si devono ritirare sotto le mazzate di nevicate tardive e dannose. Ma non ci possiamo far nulla…pedaliamo quando possiamo…come possiamo…dove possiamo…. [/FONT]
 

Classifica giornaliera dislivello positivo

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