Lunghe scalinate e problemi di tecnica

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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SteMag

Biker novus
30/5/16
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Ciao a tutti!

Ho da poco ricominciato a fare sport, acquistando una Mongoose Teocali Expert da 26" usata, 150/150 di escursione ad aria, con cui mi trovo bene.
In passato ho fatto enduro in moto ed un po' di cross, ho avuto una front da poche centinaia di euro della Decathlon con cui avevo iniziato ad andare con molto impegno.. il mezzo però era totalmente inadeguato, la Teocali che ho preso ora è un'altro mondo.

Riesco a pedalare decentemente bene in salita e a far discese attivamente, ho fatto parecchie uscite (quasi sempre da solo purtroppo) e sono andato in bike park a Monte Alpet, chiudendo molti salti e drop.

E' già un paio di volte che mi sono inventato un giro di allenamento interessante e divertente: 8 km di asfalto in salita "forte" (se c'è qualche genovese l'Aurelia, da Recco a Ruta e Portofino Kulm, per arrivare ai sentieri del Monte di Portofino), un km di sentiero in salita/falsopiano (da Kulm a Gaixelle) e poi giù, da 420 sul livello del mare a zero ( da Gaixelle a Camogli, passando dalla chiesa di San Rocco).
In linea d'aria la discesa è di 2.2km, calcolata su Google Maps (non so come altro calcolarla).. in pratica sarà di più, ed è praticamente tutta fatta di scalini (prima parte vecchi in pietra irregolari, seconda in cemento), credo che ben meno del 10% sia di sentiero/mulattiera.

Ho cercato un po’ sul forum ma non sono riuscito a trovare topic utili sull’argomento, quasi tutti si riferiscono a scalinate corte e (spesso) il problema dei partecipanti alla discussione era la paura di affrontare le stesse e il consiglio principale è quello di “mollare i freni e lasciare andare”.. che per carità, giustissimo in alcuni casi, ma qui non parlo di timori o paure, e le rampe da affrontare sono a volte di decine di metri.

Ora, posto che riesco a fare tutta la discesa attivamente, in sicurezza e abbastanza in velocità (e soprattutto divertendomi come uno scemo:smile:), saltando anche le rampe più brevi ove possibile, penso di utilizzare una tecnica di guida sbagliata o comunque non ottimale.
Quello che spesso faccio è star rilassato con le braccia cercando di tenere le mani morbide (e mi viene difficile, di istinto starei più rigido), porto il peso fuori sella e lascio scorrere la bici, pettinando il freno posteriore a bisogno.
In pratica è come fossi in equilibrio sui pedali con le gambe piegate, in questo modo mi accorgo che la bici scorre davvero benissimo, faccio le rampe in velocità e scioltezza.. MA l'anteriore diventa esageratamente leggero.
Forse pericolosamente leggero, in pratica è quasi come se galleggiasse e perdo tutto: sensibilità, direzionalità e capacità frenante.

Quando invece arretro meno carico il peso sulle braccia, arretrando solo in frenata e così facendo ho molto più controllo sul mezzo, però stando col peso caricato sulle braccia devo per forza irrigidirle, e li mi distruggo.
Non riesco più a copiare bene le scale, la forcella “scalcia” molto, finisco la scalinata che son tritato, addirittura mi balla la testa dai contraccolpi (per favore non ridete, sono un principiante :specc: ), avambracci distrutti e palmi delle mani doloranti.. senza contare che mi sembra di rallentare molto e di non fare le cose bene.


Qual’è il modo migliore di affrontare questo tipo di scalinate?
Se può aiutare ho su dei Magic Mary, tengo il mono a 30%sag e la forca a circa 20/23%sag con la compressione non frenata e il ritorno medio (peso circa 57kg x 1.65), se ammorbidisco ulteriormente (sag 30/35%) vado immediatamente a pacco e l’anteriore tende pesantemente a chiudere in ingresso curva.. provato prendendo patte a terra in bike park per una intera mattinata.

Scusate se mi sono dilungato, ma ci tenevo a descrivere bene la situazione, non avendo qualcuno che mi aiuti durante le uscite!

Ste
 

valentino67

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...belin ho scritto la Divina Commedia...
Prova ad abbassarti verso il telaio arretrando poco, il giusto che basta per non volare in avanti. Gira i polsi come se volessi accelerare una moto, schiaccia il busto verso il basso e ruota la testa in avanti. Togli il freno al ritorno della forca che deve esse quanto più aperto possibile per evitare che il susseguirsi degli scalini ti mangi la corsa disponibile.
Se proprio devi pinzare i freni, fallo subito, nei primi metri, quando ancora non hai velocità eccessiva. Poi lasciali, e concentrati a non andare troppo indietro, ti serve peso avanti per direzionare la bike.
Questo è quanto ho capito in merito alle scale (artificiali specialmente, che sono prevedibili. Quelle naturali in roccia o irregolari di legno sono più insidiose, devi "ascoltare" la frequenza dei gradini, perché se le ruote passano insieme l'angolo dei gradini, sono dolori)
Procedi per gradi di difficoltà crescenti. Usa sempre le stesse rampe. Quando sei su una rampa sconosciuta, massima prudenza.

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SteMag

Biker novus
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Prova ad abbassarti verso il telaio arretrando poco, il giusto che basta per non volare in avanti. Gira i polsi come se volessi accelerare una moto, schiaccia il busto verso il basso e ruota la testa in avanti. Togli il freno al ritorno della forca che deve esse quanto più aperto possibile per evitare che il susseguirsi degli scalini ti mangi la corsa disponibile.
Se proprio devi pinzare i freni, fallo subito, nei primi metri, quando ancora non hai velocità eccessiva. Poi lasciali, e concentrati a non andare troppo indietro, ti serve peso avanti per direzionare la bike.
Questo è quanto ho capito in merito alle scale (artificiali specialmente, che sono prevedibili. Quelle naturali in roccia o irregolari di legno sono più insidiose, devi "ascoltare" la frequenza dei gradini, perché se le ruote passano insieme l'angolo dei gradini, sono dolori)
Procedi per gradi di difficoltà crescenti. Usa sempre le stesse rampe. Quando sei su una rampa sconosciuta, massima prudenza.

Huawei P8

Grazie per la risposta Valentino, ho però un paio di dubbi:

Se tolgo il freno in estensione (ovvero giro il manettino verso il simbolo della lepre) l'anteriore non tende a scalciare e saltare di più, diventando più pesante da guidare e perdendo più spesso contatto col terreno, con tutto quello che ne consegue?

Ok, abbassarmi e arretrare poco, ottimo. Non capisco però come devo usare le braccia per "fare le cose bene": devo "spingere" sul manubrio?
Il peso deve stare su avambracci e spalle?
Insomma.. cosa ci faccio con 'ste braccia? Lascio a casa?! :smile:

Ste
 

pollo94

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CUBE Stereo 160 HA SL 27.5
Se non è molto ripida sta basso e in posizione centrale. ...capisci che la posizione è centrale quando in discesa se provi a tenere le mani appena appena appoggiate al manubrio (quasi non toccandolo) non ti senti cadere in avanti o indietro.
così carichi un modo bilanciato le due ruote
 

valentino67

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Grazie per la risposta Valentino, ho però un paio di dubbi:

Se tolgo il freno in estensione (ovvero giro il manettino verso il simbolo della lepre) l'anteriore non tende a scalciare e saltare di più, diventando più pesante da guidare e perdendo più spesso contatto col terreno, con tutto quello che ne consegue?

Ok, abbassarmi e arretrare poco, ottimo. Non capisco però come devo usare le braccia per "fare le cose bene": devo "spingere" sul manubrio?
Il peso deve stare su avambracci e spalle?
Insomma.. cosa ci faccio con 'ste braccia? Lascio a casa?! [emoji2]

Ste
Hai ragione, ho tentato di spiegarmi, ma ahimè come un libro stracciato...
Il ritorno della forcella deve essere tarato in base alle esigenze di guida, a chi piace frenata, a chi veloce.. diciamo che come per le discese di ghiaia smossa, il ritorno deve essere piuttosto veloce, ma..... ad ognuno il suo tuning!
Certo è che se hai il ritorno molto chiuso, cioè lento, risulta difficile per la forcella recuperare l'affondo dei gradini, quindi nelle prove delle scale assicurati di questo aspetto.
Siccome questa cosa varia anche in base alle temperature, sia meteo che di funzionamento della forca, io provo periodicamente e faccio così:
Mi assicuro di avere impostato la forca con il giusto preset (non prima di aver fatto già qualche pezzo scassato così ho l'olio bello fluido), cioè con la posizione da discesa/tutta aperta per capirci, poi affondo con decisione tutto il mio peso e rilascio, la ruota non mi deve perdere contatto con il terreno quando la forcella si riestende. Se succede, freno il ritorno, fino a quando rilasciando la forca è bella ferma.
Chiaramente tutto varia se poi cambi il SAG. Quindi ad ogni variazione di pressione aria che fai ricontrolli.
Poi, facendo un pezzo che conosci bene, verifichi il risultato, e aggiusti il ritorno per le tue esigenze.
Quando hai un buon set up ti segni i clic che hai dato ;-) . E ci siamo quasi, perché le gomme hanno un ruolo fondamentale, la pressione deve essere quella giusta, la gomma si deve deformare sui bordi dei gradini ma non cedere di spalla in curva....
Ti starai dicendo: questo è pazzo!
Adesso che la forca ha il rebound giusto o almeno si avvicina, quando fai le scale, ti schiacci sul telaio, giri i polsi, guardi il punto dove dovrai frenare, le braccia si piegheranno automaticamente con il necessario angolo, le mani salde sulle manopole, ginocchia e gomiti devono smorzare i colpi che la bici ti trasmette. Sei obbligato ad assumere il giusto compromesso, altrimenti ti trema tutto... Se sei rigido ti batteranno i denti, te ne accorgi di sbagliare.
Ti verranno bene le scale quando la velocità di percorrenza è controllata e gestibile. Piano cadi, veloce perdi il controllo.
Aiuta mettere una go pro sul casco e sforzarsi di fare inquadrature ferme, costringe a filtrare gli scalini con braccia e gambe.....
E tu avevi scritto cosa? Io ho fatto 2 papiri egiziani! Con il cellulare poi... [emoji3]


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McGrath

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Io ho una DH con un angolo di sterzo molto aperto (62°/63°), quindi le cose potrebbero essere un po' diverse, però io non tengo i polsi piegati, anzi... belli dritti, braccia piegate e gomiti alti (posizione tipo motocross), come se stessi per andare a sbattere contro un muro.
Posizione tipo "fuorisella", molto accucciato. La cosa che mi aiuta tantissimo è la posizione dei piedi sui pedali, col piede posizionato bene le caviglie aiutono ad assorbire gli urti, ma soprattutto sono fondamentali per mantenere il peso centrale, caricare in maniera costante e non venir "scalciati" dai pedali.
Però quello che secondo me è fondamentale è, come è già stato detto, la regolazione del ritorno delle sospensioni (soprattutto della forcella, in questo caso). Bisogna che la forcella abbia il tempo di estendersi prima dell'impatto successivo, altrimenti dopo un paio di scalini ti ritrovi ad usare solo pochi cm di escursione.
Una cosa interessante (che prima o poi voglio fare) è quella di montare una gopro sul telaio, che inquadra la forcella (o l'ammortizzatore) e vedere come lavora!
 

valentino67

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Io ho una DH con un angolo di sterzo molto aperto (62°/63°), quindi le cose potrebbero essere un po' diverse, però io non tengo i polsi piegati, anzi... belli dritti, braccia piegate e gomiti alti (posizione tipo motocross), come se stessi per andare a sbattere contro un muro.
Posizione tipo "fuorisella", molto accucciato. La cosa che mi aiuta tantissimo è la posizione dei piedi sui pedali, col piede posizionato bene le caviglie aiutono ad assorbire gli urti, ma soprattutto sono fondamentali per mantenere il peso centrale, caricare in maniera costante e non venir "scalciati" dai pedali.
Però quello che secondo me è fondamentale è, come è già stato detto, la regolazione del ritorno delle sospensioni (soprattutto della forcella, in questo caso). Bisogna che la forcella abbia il tempo di estendersi prima dell'impatto successivo, altrimenti dopo un paio di scalini ti ritrovi ad usare solo pochi cm di escursione.
Una cosa interessante (che prima o poi voglio fare) è quella di montare una gopro sul telaio, che inquadra la forcella (o l'ammortizzatore) e vedere come lavora!
La rotazione dei polsi a me è servita per affinare la tecnica, semplicemente abbassi subito il baricentro e favorisce un appiattimento simmetrico. Serve non solo per le scalinate, ma in generale ogni volta che l'assetto è precario e non ci si può permettere di perdere la ruota anteriore.
Solo fuorisella nei ripidoni contropendenti equivale a voler sterzare sul ghiaccio accellerando...

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