A tutti coloro i quali hanno provato quanto sia dolorosa la caduta in sterrato, vuoi per inesperienza o per troppa voglia di fare, desidero raccontare quanto è accaduto alla mia prima uscita ufficiale di agosto.
[/B]San Giacomo di Roburent (CN) [/B]
Da Maggio scorso mi preparavo per questa uscita, un sentiero che dallo sterrato che porta ai Vernagli si distacca per scendere fino a Corsaglia, un single track già testato lo scorso anno, tra boschi, sassi e piccoli rigagnoli.
Complice "l'ansia da prestazione" ma ancor più la presunzione di conoscere a fondo la mia nuova bike (acquistata appunto a Maggio), mi sono lanciato omettendo due fattori principali.
1) sovra gonfiaggio delle gomme a 4,2 bar pensando in un minor attrito in sterrato a fondo umido.
2) l'inconsapevolezza di gestire un impianto frenante a disco di tipo idraulico (ne vengo da uno di tipo meccanico).
In sostanza, già dalle prime curve veloci, la bici sobbalzava letteralmente dal terreno, rendendo incontrollabile l'anteriore. Incurante del fatto, dopo circa 4 km., percorrendo un'ampia curva che fiancheggia uno stagno, mi ritrovo rapidamente a dover cambiare traiettoria per evitare un grosso masso. Quando mi sono reso conto che la troppa velocità non mi consentiva di evitarlo, ho frenato immediatamente credendo che l'impianto fosse in grado di fermarmi in gradualmente per evitare il masso, ma invece ha prodotto l'effetto contrario.
Infatti, la bici si è impuntata sull'anteriore sbalzandomi violentemente proprio contro l'ostacolo, procurandomi così una ferita al mento (5 punti ma senza conseguenze per i denti), frattura del metacarpo e dolorose escoriazioni in varie parti del corpo. Inutile dire che passate le due settimane di "degenza", alle successive uscite mi sentivo paralizzato nell'affrontare qualunque pendenza ricoperta da sassi!
Da questa mia esperienza vorrei raccomandare a tutti di procedere sempre con cautela, siate voi principianti o professionisti, perchè talvolta l'ambizione di stare avanti a tutti i costi e la presunzione di conoscere sia il tracciato che le proprie potenzialità possono trarci in inganno.
[/B]San Giacomo di Roburent (CN) [/B]
Da Maggio scorso mi preparavo per questa uscita, un sentiero che dallo sterrato che porta ai Vernagli si distacca per scendere fino a Corsaglia, un single track già testato lo scorso anno, tra boschi, sassi e piccoli rigagnoli.
Complice "l'ansia da prestazione" ma ancor più la presunzione di conoscere a fondo la mia nuova bike (acquistata appunto a Maggio), mi sono lanciato omettendo due fattori principali.
1) sovra gonfiaggio delle gomme a 4,2 bar pensando in un minor attrito in sterrato a fondo umido.
2) l'inconsapevolezza di gestire un impianto frenante a disco di tipo idraulico (ne vengo da uno di tipo meccanico).
In sostanza, già dalle prime curve veloci, la bici sobbalzava letteralmente dal terreno, rendendo incontrollabile l'anteriore. Incurante del fatto, dopo circa 4 km., percorrendo un'ampia curva che fiancheggia uno stagno, mi ritrovo rapidamente a dover cambiare traiettoria per evitare un grosso masso. Quando mi sono reso conto che la troppa velocità non mi consentiva di evitarlo, ho frenato immediatamente credendo che l'impianto fosse in grado di fermarmi in gradualmente per evitare il masso, ma invece ha prodotto l'effetto contrario.
Infatti, la bici si è impuntata sull'anteriore sbalzandomi violentemente proprio contro l'ostacolo, procurandomi così una ferita al mento (5 punti ma senza conseguenze per i denti), frattura del metacarpo e dolorose escoriazioni in varie parti del corpo. Inutile dire che passate le due settimane di "degenza", alle successive uscite mi sentivo paralizzato nell'affrontare qualunque pendenza ricoperta da sassi!
Da questa mia esperienza vorrei raccomandare a tutti di procedere sempre con cautela, siate voi principianti o professionisti, perchè talvolta l'ambizione di stare avanti a tutti i costi e la presunzione di conoscere sia il tracciato che le proprie potenzialità possono trarci in inganno.