L'evoluzione della specie

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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akirosan

Biker superis
16/6/10
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Venezia
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Rockrider XC940LTD / Rockrider 8.2 LTD Team
Finalmente è arrivata la XC940LTD. La bici l’avevo ordinata a gennaio e alla fine, dopo ritardi continui causa pandemia, è stata consegnata a giugno, ma ora è qui, la 405esima di 800.
E’la mia seconda Rockrider, in garage ho anche una 8.2, da undici anni, ed è proprio grazie all’ottimo comportamento di questa che ho deciso di fidarmi ancora del marchio e prendere la seconda.
Una di fianco all’altra, malgrado siano la stessa taglia, la 940 sembra più grande, ma poi ti rendi conto che non è tanto il telaio (differente nella geometria) ma sono soprattutto le ruote da 29 contro le 26. A peso non c’è storia, grazie al carbonio del telaio e di molti componenti, la 940 uscita dalla scatola con ancora le camere e senza pedali è un pelo sotto i dieci chili, mentre la 8.2, pur beneficiando della cura dimagrante nel corso degli anni, viaggia appena sopra gli undici.
Le rifiniture sono migliorare negli anni, già buone con la 8.2 che ha ad esempio gommini di protezione ovunque un cavo può andare a interagire col telaio, sulla 940 c’è anche un mini scudo di plastica che protegge la parte inferiore più esposta del tubo obliquo, manubrio e stem sono fatti e rifiniti meglio e ci sarebbero tante altre cose da dire e osservare ma basta, monto i pedali e si parte, 8.2 vs 940 sullo stesso giro intorno a casa.
Primo tratto e prima speciale che dovrebbe essere favorevole alla 8.2, si tratta di scendere e poi risalire su un alto argine facendo lo slalom tra una fila di alberi distanziati tra loro neanche due metri. Mi aspettavo con le ruote da 29 di dover girare molto più tondo, più largo, e invece seguo praticamente la stessa traiettoria della 8.2 e in salita non ho neanche quella fastidiosa tendenza ad alzare sempre l’avantreno, posso pedalare in posizione più naturale, solo che col monocorona il 45 è troppo corto per la tassellatura degli skeleton che strappano sull’erba bagnata e non si muovono mentre il 50 obbliga a decidere se dare una bella frullata o venir su a passo d’uomo.
Poi c’è un lungo tratto in piano, fondo misto asfalto e poco sterrato, una leggera discesa da un cavalcavia. Tratto da velocità massima, con la 8.2 l’unico limite sono i RoRo da 2,35 di sezione. E infatti la 940 vola, anche se a una frequenza di pedalata ben più alta. Pensavo sarei scoppiato prima della fine, all’inizio i battiti schizzano oltre tutte le soglie, il cardio bippa in tutti i suoni conosciuti, ma poi ti assesti, trovi il tuo ritmo e lasci scorrere la bici. Le ruote da 29 però, malgrado il battistrada favorevole, sono davvero più lente a prendere giri, sullo scatto breve “vedo” il mio ghost sulla 8.2 partirmi via sparato, ma quando è più velocità che accelerazione la maggiore inerzia delle ruotone diventa vantaggiosa e si fatica meno, dove invece con la 26 basta un niente per venir rallentati e dover rilanciare.
Terzo tratto e speciale nel boschetto, sentiero che serpeggia tra gli alberi, strappetti in salita e una breve discesa un po’ scassata con una curva in appoggio. Ancora una volta l’agilità della 8.2 contro la precisione di guida della 940, che tra telaio e cerchi in carbonio è una lama tra le mani, dove la metti sta, mentre il carro corto e nervoso della 8.2 inizia a rimbalzare sullo scassato e la curva in appoggio va conquistata, lì dove stavolta il ghost sulla 940 è passato liscio e più veloce.
Infine, tornando a casa, un po’ di street. Prima quattro scalini da salire, bassi, che la 940 manco vede, poi due scalinate da 20 gradini circa, normali, la prima in discesa e quella dopo in salita e anche qui le ruote da 29 fanno tutta la differenza del mondo.
Come sull’ultima discesa dall’argine prima di arrivare a casa, un brevissimo ripido che finirebbe contro il muro di una casa se non giri giusto tra i mattoni e un grosso sasso, che però, a passarci sopra con la 29, tanto grosso più non è e via di nuova traiettoria dove la 8.2 preferisce andar di lato. Arrivato a casa non ho parlato dei freni, perché tra i level TL della 940 e gli elixir 9 della mia 8.2 non ci sono grandi differenze, se non che i secondi sono più rodati e consentono una confidenza che sui primi è ancora da trovare. Di certo sul disegno dei dischi SRAM ha fatto un bel passo avanti, perché quelli della 940 non hanno mai fischiato rispetto a quelli della 8.2 a cui basta strusciare sull’erba bagnata per diventare rumorosi.
In conclusione il cambio, detto del monocorona che costringe a una pedalata diversa rispetto alla tripla, tra X01 e X9 ho ritrovato la stessa precisione di cambiata, il nuovo fa ancora un po’ di rumore perché è nuovo e per fortuna ora si possono scalare tre rapporti alla volta senza dover girare tutto il manettino, perché il 12V dietro sembra infinito quando ti servono rapidamente le marce basse.

Eh sì, mi sa che la 8.2 non andrà più in giro così spesso….

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rugantino

Biker ciceronis
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tarquinia
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Finalmente è arrivata la XC940LTD. La bici l’avevo ordinata a gennaio e alla fine, dopo ritardi continui causa pandemia, è stata consegnata a giugno, ma ora è qui, la 405esima di 800.
E’la mia seconda Rockrider, in garage ho anche una 8.2, da undici anni, ed è proprio grazie all’ottimo comportamento di questa che ho deciso di fidarmi ancora del marchio e prendere la seconda.
Una di fianco all’altra, malgrado siano la stessa taglia, la 940 sembra più grande, ma poi ti rendi conto che non è tanto il telaio (differente nella geometria) ma sono soprattutto le ruote da 29 contro le 26. A peso non c’è storia, grazie al carbonio del telaio e di molti componenti, la 940 uscita dalla scatola con ancora le camere e senza pedali è un pelo sotto i dieci chili, mentre la 8.2, pur beneficiando della cura dimagrante nel corso degli anni, viaggia appena sopra gli undici.
Le rifiniture sono migliorare negli anni, già buone con la 8.2 che ha ad esempio gommini di protezione ovunque un cavo può andare a interagire col telaio, sulla 940 c’è anche un mini scudo di plastica che protegge la parte inferiore più esposta del tubo obliquo, manubrio e stem sono fatti e rifiniti meglio e ci sarebbero tante altre cose da dire e osservare ma basta, monto i pedali e si parte, 8.2 vs 940 sullo stesso giro intorno a casa.
Primo tratto e prima speciale che dovrebbe essere favorevole alla 8.2, si tratta di scendere e poi risalire su un alto argine facendo lo slalom tra una fila di alberi distanziati tra loro neanche due metri. Mi aspettavo con le ruote da 29 di dover girare molto più tondo, più largo, e invece seguo praticamente la stessa traiettoria della 8.2 e in salita non ho neanche quella fastidiosa tendenza ad alzare sempre l’avantreno, posso pedalare in posizione più naturale, solo che col monocorona il 45 è troppo corto per la tassellatura degli skeleton che strappano sull’erba bagnata e non si muovono mentre il 50 obbliga a decidere se dare una bella frullata o venir su a passo d’uomo.
Poi c’è un lungo tratto in piano, fondo misto asfalto e poco sterrato, una leggera discesa da un cavalcavia. Tratto da velocità massima, con la 8.2 l’unico limite sono i RoRo da 2,35 di sezione. E infatti la 940 vola, anche se a una frequenza di pedalata ben più alta. Pensavo sarei scoppiato prima della fine, all’inizio i battiti schizzano oltre tutte le soglie, il cardio bippa in tutti i suoni conosciuti, ma poi ti assesti, trovi il tuo ritmo e lasci scorrere la bici. Le ruote da 29 però, malgrado il battistrada favorevole, sono davvero più lente a prendere giri, sullo scatto breve “vedo” il mio ghost sulla 8.2 partirmi via sparato, ma quando è più velocità che accelerazione la maggiore inerzia delle ruotone diventa vantaggiosa e si fatica meno, dove invece con la 26 basta un niente per venir rallentati e dover rilanciare.
Terzo tratto e speciale nel boschetto, sentiero che serpeggia tra gli alberi, strappetti in salita e una breve discesa un po’ scassata con una curva in appoggio. Ancora una volta l’agilità della 8.2 contro la precisione di guida della 940, che tra telaio e cerchi in carbonio è una lama tra le mani, dove la metti sta, mentre il carro corto e nervoso della 8.2 inizia a rimbalzare sullo scassato e la curva in appoggio va conquistata, lì dove stavolta il ghost sulla 940 è passato liscio e più veloce.
Infine, tornando a casa, un po’ di street. Prima quattro scalini da salire, bassi, che la 940 manco vede, poi due scalinate da 20 gradini circa, normali, la prima in discesa e quella dopo in salita e anche qui le ruote da 29 fanno tutta la differenza del mondo.
Come sull’ultima discesa dall’argine prima di arrivare a casa, un brevissimo ripido che finirebbe contro il muro di una casa se non giri giusto tra i mattoni e un grosso sasso, che però, a passarci sopra con la 29, tanto grosso più non è e via di nuova traiettoria dove la 8.2 preferisce andar di lato. Arrivato a casa non ho parlato dei freni, perché tra i level TL della 940 e gli elixir 9 della mia 8.2 non ci sono grandi differenze, se non che i secondi sono più rodati e consentono una confidenza che sui primi è ancora da trovare. Di certo sul disegno dei dischi SRAM ha fatto un bel passo avanti, perché quelli della 940 non hanno mai fischiato rispetto a quelli della 8.2 a cui basta strusciare sull’erba bagnata per diventare rumorosi.
In conclusione il cambio, detto del monocorona che costringe a una pedalata diversa rispetto alla tripla, tra X01 e X9 ho ritrovato la stessa precisione di cambiata, il nuovo fa ancora un po’ di rumore perché è nuovo e per fortuna ora si possono scalare tre rapporti alla volta senza dover girare tutto il manettino, perché il 12V dietro sembra infinito quando ti servono rapidamente le marce basse.

Eh sì, mi sa che la 8.2 non andrà più in giro così spesso….

Vedi l'allegato 361181 Vedi l'allegato 361182

complimenti, proprio una bella bici.
miglior rapporto qualità/prezzo/equipaggiamento del mercato
 

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