La salita delle Pianezze è, per i numerosi stradisti della zona, la classica metà dell’uscita domenicale. Per i biker, invece, i boschi che la circondano celano un fitto reticolo di mulattiere e sentieri: con questo itinerario affronteremo uno dei molteplici itinerari percorribili in zona.
Partendo dalla piazza di Valdobbiadene, la salita del Santuario di San Floriamo è utile per scaldare le gambe: imbocchiamo prima via Sant' Antonio, poi via San Martino, svoltando successivamente a destra in via San Floriano; qui la pendenza sale inesorabilmente, raggiungendo il culmine nel tratto cementato al 30% nei pressi del Santuario.
Dopo aver ripreso fiato ammirando la città dall’alto, scendiamo su asfalto fino al tornante, dopo il quale svoltiamo a sinistra giungendo in breve sulla Strada del Prosecco: iniziamo a percorrerla tra colline e vigneti salendo dolcemente verso San Pietro di Barbozza, scendendo poi fino alle porte di Santo Stefano, da cui saliamo a sinistra per via Cimitero.
La prima parte di salita non dà un attimo di tregua, incuneandosi ripida tra stretti vicoli e rinomati vigneti per la produzione del vino Prosecco; successivamente, dopo il cimitero, la strada si fa sterrata e più agevole. Da qui alla vetta è una continua salita a tornanti tra boschi di carpini e castagni, dal fondo a tratti cementato e pendenze mai elevate; lungo l’ascesa si incontrano alcuni bivi nei quali continuiamo su cemento, in salita e ignorando il segnavia 1014. Giunti al Pian di Farnè (km.10) teniamo la sinistra affrontando un tratto pianeggiante prima di tornare a salire fino al laghetto e al capitello della località La Posa. Dalla chiesetta continuiamo in ripida salita su fondo cementato per un centinaio di metri, deviando poi a sinistra su sterrato affrontando l’ultima parte dell’erta. La mulattiera è ora agevole e, tagliando i pendii erbosi del colle, risale dolcemente alternando asfalto e sterrato. Superare la prime case del paese, con un’ultima rampa siamo a un incrocio: giriamo a destra e arriviamo al grande piazzale dove troviamo il Tempio al Donatore di Sangue.
La salita continua a est verso la Malga Barbaria e il Monte Cesen presentando, dopo il primo tratto agevole, un infinito ripido rettilineo che taglia in due il fianco erboso della montagna. Arrivati alla malga, proprio sotto alle antenne, raggiungiamo la croce sommitale sulla destra, da cui si domina tutta la pianura fino a scorgere, nelle giornate più limpide, la laguna di Venezia lontana oltre settanta chilometri.
Dopo venti chilometri, di cui quindici di salita, è ora di scendere: dal crocifisso seguiamo la traccia verso sud, iniziando una vertiginosa picchiata al limite del ribaltamento, prestando attenzione al fondo smosso (è consigliabile scendere sull’erba) e affrontando l’ultimo pericoloso schuss con la dovuta prudenza. Raggiunto un pianoro proseguiamo sulla traccia erbosa verso destra che, dopo due tornanti, diventa insidiosa per via della ghiaia; una volta su asfalto, tagliamo il tornante e continuiamo sul single track di sinistra che conduce nuovamente al piazzale.
Dalla fontana scendiamo a sinistra su asfalto fino alla strada principale, che attraversiamo imboccando il sentiero che ci permette di tagliare alcuni tornanti. Ritornati su asfalto, scendiamo per poche centinaia di metri fino al primo tornante, continuando dritti per via della Colonia.
Seguiamo ora la strada principale finché questa non inizia a scendere: su di un fondo che varia in continuazione (sassi, terra, cemento) perdiamo rapidamente quota serpeggiando tra boschi e prati; lungo la discesa incontriamo alcune deviazioni nelle quali seguiamo sempre la mulattiera principale che scende. Dopo i vigneti di Cargador lo sterrato lascia il posto all’asfalto che, superato l’abitato di Ron, conduce a un quadrivio; svoltando a sinistra passiamo sotto un ponte tornando rapidamente al punto di partenza.
L'itinerario può essere affrontato durante tutto l'arco dell'anno. Nel periodo invernale, in particolare, è consigliabile salire direttamente da Valdobbiadene su asfalto per via della neve nella parte alta; per quanto riguarda la discesa, invece, essa è completamente percorribile anche con la neve (ovviamente con prudenza e non nei giorni immediatamente successivi a precipitazioni), dando la possibilità di realizzare escursioni altamente divertenti e caratteristiche.
Mappa, altimetria, foto, ecc....
http://www.webalice.it/stefano.demarchi/index.htm
(se non si apre copiate l'indirizzo e incollatelo direttamente sulla barra del brwser)
Partendo dalla piazza di Valdobbiadene, la salita del Santuario di San Floriamo è utile per scaldare le gambe: imbocchiamo prima via Sant' Antonio, poi via San Martino, svoltando successivamente a destra in via San Floriano; qui la pendenza sale inesorabilmente, raggiungendo il culmine nel tratto cementato al 30% nei pressi del Santuario.
Dopo aver ripreso fiato ammirando la città dall’alto, scendiamo su asfalto fino al tornante, dopo il quale svoltiamo a sinistra giungendo in breve sulla Strada del Prosecco: iniziamo a percorrerla tra colline e vigneti salendo dolcemente verso San Pietro di Barbozza, scendendo poi fino alle porte di Santo Stefano, da cui saliamo a sinistra per via Cimitero.
La prima parte di salita non dà un attimo di tregua, incuneandosi ripida tra stretti vicoli e rinomati vigneti per la produzione del vino Prosecco; successivamente, dopo il cimitero, la strada si fa sterrata e più agevole. Da qui alla vetta è una continua salita a tornanti tra boschi di carpini e castagni, dal fondo a tratti cementato e pendenze mai elevate; lungo l’ascesa si incontrano alcuni bivi nei quali continuiamo su cemento, in salita e ignorando il segnavia 1014. Giunti al Pian di Farnè (km.10) teniamo la sinistra affrontando un tratto pianeggiante prima di tornare a salire fino al laghetto e al capitello della località La Posa. Dalla chiesetta continuiamo in ripida salita su fondo cementato per un centinaio di metri, deviando poi a sinistra su sterrato affrontando l’ultima parte dell’erta. La mulattiera è ora agevole e, tagliando i pendii erbosi del colle, risale dolcemente alternando asfalto e sterrato. Superare la prime case del paese, con un’ultima rampa siamo a un incrocio: giriamo a destra e arriviamo al grande piazzale dove troviamo il Tempio al Donatore di Sangue.
La salita continua a est verso la Malga Barbaria e il Monte Cesen presentando, dopo il primo tratto agevole, un infinito ripido rettilineo che taglia in due il fianco erboso della montagna. Arrivati alla malga, proprio sotto alle antenne, raggiungiamo la croce sommitale sulla destra, da cui si domina tutta la pianura fino a scorgere, nelle giornate più limpide, la laguna di Venezia lontana oltre settanta chilometri.
Dopo venti chilometri, di cui quindici di salita, è ora di scendere: dal crocifisso seguiamo la traccia verso sud, iniziando una vertiginosa picchiata al limite del ribaltamento, prestando attenzione al fondo smosso (è consigliabile scendere sull’erba) e affrontando l’ultimo pericoloso schuss con la dovuta prudenza. Raggiunto un pianoro proseguiamo sulla traccia erbosa verso destra che, dopo due tornanti, diventa insidiosa per via della ghiaia; una volta su asfalto, tagliamo il tornante e continuiamo sul single track di sinistra che conduce nuovamente al piazzale.
Dalla fontana scendiamo a sinistra su asfalto fino alla strada principale, che attraversiamo imboccando il sentiero che ci permette di tagliare alcuni tornanti. Ritornati su asfalto, scendiamo per poche centinaia di metri fino al primo tornante, continuando dritti per via della Colonia.
Seguiamo ora la strada principale finché questa non inizia a scendere: su di un fondo che varia in continuazione (sassi, terra, cemento) perdiamo rapidamente quota serpeggiando tra boschi e prati; lungo la discesa incontriamo alcune deviazioni nelle quali seguiamo sempre la mulattiera principale che scende. Dopo i vigneti di Cargador lo sterrato lascia il posto all’asfalto che, superato l’abitato di Ron, conduce a un quadrivio; svoltando a sinistra passiamo sotto un ponte tornando rapidamente al punto di partenza.
L'itinerario può essere affrontato durante tutto l'arco dell'anno. Nel periodo invernale, in particolare, è consigliabile salire direttamente da Valdobbiadene su asfalto per via della neve nella parte alta; per quanto riguarda la discesa, invece, essa è completamente percorribile anche con la neve (ovviamente con prudenza e non nei giorni immediatamente successivi a precipitazioni), dando la possibilità di realizzare escursioni altamente divertenti e caratteristiche.
Mappa, altimetria, foto, ecc....
http://www.webalice.it/stefano.demarchi/index.htm
(se non si apre copiate l'indirizzo e incollatelo direttamente sulla barra del brwser)