Qualche giorno fa sul Forum ho letto un topic del Direttore che ci invitava a raccontare le nostre escursioni in montagna.
Ciò che voleva caratterizzare il topic nelle intenzioni dellautore era limportanza da dare alla parola montagna, ed il punto di vista era quello che la montagna vera è il terreno naturale e fisiologico della mtb ed è lì che se ne coglie completamente il senso.
Lo stimolo mi ha interessato, le posizioni estreme rendono spesso interessanti le discussioni e le prime immediate reazioni che ho avuto sono state quella di invidiare chi ha la montagna a due passi, e di risentirmi un po per questo spartiacque che è stato tracciato, risentimento che ho provato anche se bene o male vivo nella città dei sette colli e in mtb da casa arrivo a rilievi di 1.000 e rotti metri.
Però non ho risposto perché, per uno strano scherzo del destino, il giorno dopo sarei partito per la mia prima vacanza in montagna, con la bici al seguito, ed avrei forse vissuto quelle esperienze che mi si dicevano così diverse.
Ora sono tornato, e come una settimana di vacanza non basta, così non bastava una sola risposta in quel topic.
Va premesso che oltre ad avere la bici sul tetto, avevo anche la moglie sul sedile a fianco, e ho quindi limitato le uscite alternandole a fantastiche gite e sentieri e piedi, o allo shopping nei bellissimi paesi a valle (naturalmente ho comprato una borraccia, ne avrò trecento).
Ciò che sono riuscito a fare con la bici sono stati un paio di spettacolari giri che ho dovuto limitare alla mezza giornata: ho quindi diviso in due il percorso breve della Dolomiti Superbike e in dettaglio sono salito a Prato Piazza un giorno, girato per la Valle Casies un altro.
Poi brevi pedalate a pomeriggio inoltrato sulla ciclabile tra Brunico e San Candido con puntate alle malghe e ai paesini su sentieri che si inerpicano sulle montagne e la Dobbiaco-Lienz con quellangelo di mia moglie che è rimasta sorprendentemente felice, è che è un angelo perché era felice per me quando tornavo da unescursione dopo averla parcheggiata in piscina.
Lesperienza che ne ho tratto è stata di profonda soddisfazione quando sono arrivato ai 2.000 mt. di Prato Piazza (un traguardo per me impensabile fino a pochissimi anni fa), di puro divertimento scendendo da quei singletrack che spuntano allimprovviso ma che ti dicono di avere 200 anni, di gioia per gli occhi per quei paesaggi, panorami, dettagli, colori che rendono la fatica meno faticosa, e di profondo senso di gratitudine per la gentilezza e per il senso civico di quella gente.
Ora, se mi si chiede se sia la montagna lhumus naturale della MTB rispondo di sì, a malincuore perché per me la montagna vera può essere solo in vacanza.
Provo a consolarmi pensando al clima, e al fatto che dove è un po più caldo è un po più facile andare in bici, così come provo a trarre consolazione dal fatto che la bellezza di una cosa rinviene anche dal fatto che non ce lhai sotto gli occhi tutti i giorni.
Sono magre consolazioni, lo so, ma la mia non è invidia.
Ho scoperto luoghi fantastici dove ritornerò, ho trovato luoghi a misura duomo che è un bene che esistano indipendentemente da chi se li gode, e tutto questo me lo porto appresso anche adesso nei miei soliti giri.
Quindi, oltre a rispondere sì se è la montagna il vero e unico luogo di elezione della MTB rispondo anche no se è solo in montagna che ci si può gratificare.
Esperienze come quella della settimana scorsa, così come mille altre esperienze che ognuno di noi fa, servono per arricchirci dentro, anche se non le possiamo avere tutti i giorni.
La ricchezza te la dà lesperienza, il vivere, il vedere, lessere nelle cose, e non il possederle.
E se sei ricco di esperienze vivi meglio anche le piccole cose, perché la tua ricchezza le investe di significati nuovi e interessanti.
In poche parole non so che giro farò sabato.
So però che nel giro che farò sabato ci saranno comunque le montagne.
Grazie dellattenzione.
Claudio
Ciò che voleva caratterizzare il topic nelle intenzioni dellautore era limportanza da dare alla parola montagna, ed il punto di vista era quello che la montagna vera è il terreno naturale e fisiologico della mtb ed è lì che se ne coglie completamente il senso.
Lo stimolo mi ha interessato, le posizioni estreme rendono spesso interessanti le discussioni e le prime immediate reazioni che ho avuto sono state quella di invidiare chi ha la montagna a due passi, e di risentirmi un po per questo spartiacque che è stato tracciato, risentimento che ho provato anche se bene o male vivo nella città dei sette colli e in mtb da casa arrivo a rilievi di 1.000 e rotti metri.
Però non ho risposto perché, per uno strano scherzo del destino, il giorno dopo sarei partito per la mia prima vacanza in montagna, con la bici al seguito, ed avrei forse vissuto quelle esperienze che mi si dicevano così diverse.
Ora sono tornato, e come una settimana di vacanza non basta, così non bastava una sola risposta in quel topic.
Va premesso che oltre ad avere la bici sul tetto, avevo anche la moglie sul sedile a fianco, e ho quindi limitato le uscite alternandole a fantastiche gite e sentieri e piedi, o allo shopping nei bellissimi paesi a valle (naturalmente ho comprato una borraccia, ne avrò trecento).
Ciò che sono riuscito a fare con la bici sono stati un paio di spettacolari giri che ho dovuto limitare alla mezza giornata: ho quindi diviso in due il percorso breve della Dolomiti Superbike e in dettaglio sono salito a Prato Piazza un giorno, girato per la Valle Casies un altro.
Poi brevi pedalate a pomeriggio inoltrato sulla ciclabile tra Brunico e San Candido con puntate alle malghe e ai paesini su sentieri che si inerpicano sulle montagne e la Dobbiaco-Lienz con quellangelo di mia moglie che è rimasta sorprendentemente felice, è che è un angelo perché era felice per me quando tornavo da unescursione dopo averla parcheggiata in piscina.
Lesperienza che ne ho tratto è stata di profonda soddisfazione quando sono arrivato ai 2.000 mt. di Prato Piazza (un traguardo per me impensabile fino a pochissimi anni fa), di puro divertimento scendendo da quei singletrack che spuntano allimprovviso ma che ti dicono di avere 200 anni, di gioia per gli occhi per quei paesaggi, panorami, dettagli, colori che rendono la fatica meno faticosa, e di profondo senso di gratitudine per la gentilezza e per il senso civico di quella gente.
Ora, se mi si chiede se sia la montagna lhumus naturale della MTB rispondo di sì, a malincuore perché per me la montagna vera può essere solo in vacanza.
Provo a consolarmi pensando al clima, e al fatto che dove è un po più caldo è un po più facile andare in bici, così come provo a trarre consolazione dal fatto che la bellezza di una cosa rinviene anche dal fatto che non ce lhai sotto gli occhi tutti i giorni.
Sono magre consolazioni, lo so, ma la mia non è invidia.
Ho scoperto luoghi fantastici dove ritornerò, ho trovato luoghi a misura duomo che è un bene che esistano indipendentemente da chi se li gode, e tutto questo me lo porto appresso anche adesso nei miei soliti giri.
Quindi, oltre a rispondere sì se è la montagna il vero e unico luogo di elezione della MTB rispondo anche no se è solo in montagna che ci si può gratificare.
Esperienze come quella della settimana scorsa, così come mille altre esperienze che ognuno di noi fa, servono per arricchirci dentro, anche se non le possiamo avere tutti i giorni.
La ricchezza te la dà lesperienza, il vivere, il vedere, lessere nelle cose, e non il possederle.
E se sei ricco di esperienze vivi meglio anche le piccole cose, perché la tua ricchezza le investe di significati nuovi e interessanti.
In poche parole non so che giro farò sabato.
So però che nel giro che farò sabato ci saranno comunque le montagne.
Grazie dellattenzione.
Claudio