Cari principianti tutti, approfitto della mia immobilizzazione da collo rotto (ironia della sorte, caduta dalle scale, dopo un decennio immune in MTB ... della serie: E la MTB sarebbe pericolosa? ma vaff....!!!) per ofrfire il mio contributo ai principianti che, spesso, leggono interpretazioni "creative" della fisica della bicicletta, anche da pro molto evoluti.
Io sono uno che, documentandosi online sulle varie tecniche e senza ambire a diventare pro, é riuscito a levarsi la soddisfazione di passare da X-country a enduro, anche raggiungendo tempi da primi 50 in tratti medio-facili molto battuti, come la zona di Colazza, e alla veneranda età di 50+. Mai un corso MTB, anche e soprattutto perché non c'era tempo per appuntamenti fissi e ricorrenti, visto lavoro e famiglia. Ed ecco cosa ho imparato:
1. Salti. Teoria: arriva al kick, schiaccia il corpo, pompa l'anteriore, quando sei mezzo fuori, esplodi verso l'alto, poi ti prepari all'atterraggio... Pratica: pompo l'anteriore, l'"esplosione" la faccio che già sono in aria, stranamente il manubrio ruota in giù, le braccia si tendono in su per l'"esplosione", atterro forse pari grazie alla pendenza del landing e mi sento strappare le braccia. Cazzo... devo pompare prima! OK: focus totale sulla "pompata anteriore", spingi coi piedi e vola... quasi verticale. Atterri col posteriore cagato addosso, e accendi un cero che non ti sei schienato. E allora? Allora andiamo per gradi va, e applichiamo un po' di fisica: il kick é per le ruote come un ostacolo che spinge verso l'alto e verso dietro. Se lo prendi con l'anteriore leggero, la bici quasi non cambia assetto, perché il posteriore si oppone al ribaltamento verso dietro, quando poi l'anteriore é fuori, invece, più il posteriore sta viaggiando "orizzontale" e carico, più duramente il kick lo aggancerà, facendo' ruotare in avanti la bici che ha ormai l'anteriore senza appoggio (e quindi ti "tira le braccia in giù", come non avessi controllo). Se (quando...) sarai un pro, imparerai a dosare sempre meglio i tempi, facendo neutralizzare la rotazione indietro data dal sollevamento dell'anteriore con la spinta tempestiva in giù del posteriore, precisa, sul kick, quindi la bici salterà davvero verso l'alto, praticamente senza rotazione, e volerà più lontano. Ma fino ad allora? Fino ad allora "accontentati" di saltare pulito, anche se non altissimo, usando la fisica per evitare di agganciare il posteriore o di impennare troppo: Allenati ad ALLEGGERIRE PARI la bici, quindi sull'orizzontale e in sicurezza schiaccia centrato e salta appena appena, fino a che vedi che la bici si alza pari con entrambe le ruote (si chiama "ollata", ma ci frega il giusto). Poi, su salti "innocui", comincia a provare a farlo una frazione di secondo prima che l'anteriore sia al kick. Morbido, rilassato, assolutamente centrato (come lo facevi sull'orizzontale) fino a quando sei in aria. Risultato: la bici sta puntando in alto grazie alla rampa prima del kick (se il salto é "ben costruito"), la tua ollata alleggerisce l'anteriore (effetto trascurabile) ma soprattutto il posteriore, che non "aggancia" il kick. La bici vola, senza nè ruotare di muso nè di culo... miracolo! No: fisica applicata. Questo é il modo più rapido, intuitivo e indolore per iniziare a saltare, purché non ti infili nell'errore di "copiarlo" (cioé, invece di ollare, lasci la bici salire verso di te). Poi, piano piano, istintivamente, inizierai a "comandare" il salto, spostando i pesi e liberando le forze in modo via via più simile alla tecnica dei pro, descritta in tutti i tutorial che nel 99% dei casi sono inapplicabili da chi inizia.
2. Cambi di direzione in volo. Teoria: gira il manubrio a destra o sinistra, whippa, antanosupercazzola, e la bici gira nell'aria manco fosse sul terreno... Cazzate. La fisica impone a un sistema non soggetto a forze esterne di continuare nella direzione e nella rotazione in cui si trova. Ergo, il complesso bici-rider, una volta in aria, a meno che tu non sappia spingere sull'aria (siamo uccelli?) non cambia nè direzione COMPLESSIVA ne' VERSO della eventuale rotazione innescata. Se stai puntando verso un sasso, atterrerai a quel sasso, puoi cambiare il come, non il dove. Se stai ruotando in avanti, continuerai a ruotare in avanti: puoi cambiare la velocità con cui ruoti, e l'angolo della bici rispetto al suolo, ma non invertire la rotazione complessiva. Insomma: puoi cambiare solo l'inclinazione, la direzione e la velocità di rotazione della BICI, cioé una parte di quel sistema, usando le leggi della fisica e la massa molto maggiore del tuo corpo rispetto al mezzo. Esempi: a. Se giro il manubrio verso destra, la bici, se impennata, si inclinerà sul lato opposto. permettendomi, in atterraggio, di essere "impostato" su una curva dalla parte in cui ho girato il manubrio. Più a scatto lo giro, più la rotazione della bici sarà marcata. Ma attenzione: la direzione complessiva di moto del rider + bici che hai al decollo, non la cambi in aria: se ti aspetta un bell'albero, non lo scansi, puoi solo decidere in che posizione schiantartici. b. Sempre grazie all'effetto giroscopico, puoi rallentare o accelerare la rotazione della bici in aria, semplicemente spostando il corpo in modo da avvicinarlo o allontanarlo al baricentro complessivo del sistema bici+rider. E' l'effetto "ballerina". In pratica, se la bici é uscita imbardata (diciamo che whippa per sbaglio), e vuoi evitare di piantarla di traverso e guardare i funghi da vicino qualche metro più in la', l'unica speranza é "lanciare" il bacino di lato dalla parte dell'imbardata, "spingendo" contemporaneamente sul manubrio, perché così la bici si metterà più diritta (e tu più storto, ovviamente), ma soprattutto aumenterai il momento di inerzia rotazionale verticale del sistema bici-rider, il che farà rallentare la velocità di imbardata, riducendola (forse) entro valori di non-sfracellamento quando atterri. In pratica, anche qui, parti su orizzontale, inizia ollando a ruote pari puntando leggermente di lato, così ti abitui a far saltellare la bici di fianco con un saltello, poi trovi una cunettina e provi a fare delle sculate in scioltezza, cioé fai girare coi piedi il posteriore quando sei nel pieno dell'alleggerimento sulla cunetta.. "figo katz!" (ti gasi...), e intanto prendi confidenza con ambo le cose: il corpo che si disallinea dall'asse centrale della bici, e la bici che ruota rispetto al corpo sull'asse verticale. Quando sei pronto, provi, su salti "tranquilli" o la stessa cunetta di prima, a saltare uscendo appena girato e correggere la bici in aria. Difficile schiantarsi, ma sempre protezioni totali...
c. I drop. Teoria: spingi il manubrio in avanti come volessi far scivolare la bici sotto di te. Questo é l'unico caso in cui la teoria é abbastanza giusta... ma attenzione: solo sui drop "da manuale". Vale a dire: se esci orizzontale e abbastanza veloce, e se il landing é fatto bene, con ampio spettro di lunghezze di atterraggio, probabilmente dovrai solo lasciar correre la bici (e avere più entusiasmo che paura, per non irrigidirti). Ricordo un drop perfetto alla Montagnetta (che hanno poi sbarrato gli odiatori del quartiere), in cui più veloce arrivavi, più lungo volavi, atterrando sempre pari "in automatico". Lo facevo con la hard tail, droppavo anche 2 metri e mezzo, con 5-6 di volo. Poi però sui trail naturali i drop sono naturali.. e lì sono katz: quasi sempre sono massi, con denti e radici traverse che rendono irregolare il profilo nella direzione di uscita, il landing non é raccordato, quindi se agganci il posteriore spera di avere il dentista coperto dall'assicurazione. E allora diventa fondamentale riuscire ad alzare entrambe le ruote subito prima del drop, in modo che mai e poi mai possa succedere che la posteriore agganci una radice o un dente, facendoti cappottare dentro il vuoto. Di nuovo, allenarsi su drop piccolini da 30-40 cm, dove, se sbagli il tempo della ollata, alla peggio schiacci tutta la corsa della forcella, ma non ribalti, é la soluzione giusta.
Per ora mi fermo qui, ma se qualcuno trova utili questi consigli da "non pro", magari tornerò a scriverne (ci sono i tornanti senza nose-press, i ripidoni, etc), almeno fino a quando il collo non guarisce e potro' (spero) tornare sulla biga. Buoni trail invernali a tutti.
Io sono uno che, documentandosi online sulle varie tecniche e senza ambire a diventare pro, é riuscito a levarsi la soddisfazione di passare da X-country a enduro, anche raggiungendo tempi da primi 50 in tratti medio-facili molto battuti, come la zona di Colazza, e alla veneranda età di 50+. Mai un corso MTB, anche e soprattutto perché non c'era tempo per appuntamenti fissi e ricorrenti, visto lavoro e famiglia. Ed ecco cosa ho imparato:
1. Salti. Teoria: arriva al kick, schiaccia il corpo, pompa l'anteriore, quando sei mezzo fuori, esplodi verso l'alto, poi ti prepari all'atterraggio... Pratica: pompo l'anteriore, l'"esplosione" la faccio che già sono in aria, stranamente il manubrio ruota in giù, le braccia si tendono in su per l'"esplosione", atterro forse pari grazie alla pendenza del landing e mi sento strappare le braccia. Cazzo... devo pompare prima! OK: focus totale sulla "pompata anteriore", spingi coi piedi e vola... quasi verticale. Atterri col posteriore cagato addosso, e accendi un cero che non ti sei schienato. E allora? Allora andiamo per gradi va, e applichiamo un po' di fisica: il kick é per le ruote come un ostacolo che spinge verso l'alto e verso dietro. Se lo prendi con l'anteriore leggero, la bici quasi non cambia assetto, perché il posteriore si oppone al ribaltamento verso dietro, quando poi l'anteriore é fuori, invece, più il posteriore sta viaggiando "orizzontale" e carico, più duramente il kick lo aggancerà, facendo' ruotare in avanti la bici che ha ormai l'anteriore senza appoggio (e quindi ti "tira le braccia in giù", come non avessi controllo). Se (quando...) sarai un pro, imparerai a dosare sempre meglio i tempi, facendo neutralizzare la rotazione indietro data dal sollevamento dell'anteriore con la spinta tempestiva in giù del posteriore, precisa, sul kick, quindi la bici salterà davvero verso l'alto, praticamente senza rotazione, e volerà più lontano. Ma fino ad allora? Fino ad allora "accontentati" di saltare pulito, anche se non altissimo, usando la fisica per evitare di agganciare il posteriore o di impennare troppo: Allenati ad ALLEGGERIRE PARI la bici, quindi sull'orizzontale e in sicurezza schiaccia centrato e salta appena appena, fino a che vedi che la bici si alza pari con entrambe le ruote (si chiama "ollata", ma ci frega il giusto). Poi, su salti "innocui", comincia a provare a farlo una frazione di secondo prima che l'anteriore sia al kick. Morbido, rilassato, assolutamente centrato (come lo facevi sull'orizzontale) fino a quando sei in aria. Risultato: la bici sta puntando in alto grazie alla rampa prima del kick (se il salto é "ben costruito"), la tua ollata alleggerisce l'anteriore (effetto trascurabile) ma soprattutto il posteriore, che non "aggancia" il kick. La bici vola, senza nè ruotare di muso nè di culo... miracolo! No: fisica applicata. Questo é il modo più rapido, intuitivo e indolore per iniziare a saltare, purché non ti infili nell'errore di "copiarlo" (cioé, invece di ollare, lasci la bici salire verso di te). Poi, piano piano, istintivamente, inizierai a "comandare" il salto, spostando i pesi e liberando le forze in modo via via più simile alla tecnica dei pro, descritta in tutti i tutorial che nel 99% dei casi sono inapplicabili da chi inizia.
2. Cambi di direzione in volo. Teoria: gira il manubrio a destra o sinistra, whippa, antanosupercazzola, e la bici gira nell'aria manco fosse sul terreno... Cazzate. La fisica impone a un sistema non soggetto a forze esterne di continuare nella direzione e nella rotazione in cui si trova. Ergo, il complesso bici-rider, una volta in aria, a meno che tu non sappia spingere sull'aria (siamo uccelli?) non cambia nè direzione COMPLESSIVA ne' VERSO della eventuale rotazione innescata. Se stai puntando verso un sasso, atterrerai a quel sasso, puoi cambiare il come, non il dove. Se stai ruotando in avanti, continuerai a ruotare in avanti: puoi cambiare la velocità con cui ruoti, e l'angolo della bici rispetto al suolo, ma non invertire la rotazione complessiva. Insomma: puoi cambiare solo l'inclinazione, la direzione e la velocità di rotazione della BICI, cioé una parte di quel sistema, usando le leggi della fisica e la massa molto maggiore del tuo corpo rispetto al mezzo. Esempi: a. Se giro il manubrio verso destra, la bici, se impennata, si inclinerà sul lato opposto. permettendomi, in atterraggio, di essere "impostato" su una curva dalla parte in cui ho girato il manubrio. Più a scatto lo giro, più la rotazione della bici sarà marcata. Ma attenzione: la direzione complessiva di moto del rider + bici che hai al decollo, non la cambi in aria: se ti aspetta un bell'albero, non lo scansi, puoi solo decidere in che posizione schiantartici. b. Sempre grazie all'effetto giroscopico, puoi rallentare o accelerare la rotazione della bici in aria, semplicemente spostando il corpo in modo da avvicinarlo o allontanarlo al baricentro complessivo del sistema bici+rider. E' l'effetto "ballerina". In pratica, se la bici é uscita imbardata (diciamo che whippa per sbaglio), e vuoi evitare di piantarla di traverso e guardare i funghi da vicino qualche metro più in la', l'unica speranza é "lanciare" il bacino di lato dalla parte dell'imbardata, "spingendo" contemporaneamente sul manubrio, perché così la bici si metterà più diritta (e tu più storto, ovviamente), ma soprattutto aumenterai il momento di inerzia rotazionale verticale del sistema bici-rider, il che farà rallentare la velocità di imbardata, riducendola (forse) entro valori di non-sfracellamento quando atterri. In pratica, anche qui, parti su orizzontale, inizia ollando a ruote pari puntando leggermente di lato, così ti abitui a far saltellare la bici di fianco con un saltello, poi trovi una cunettina e provi a fare delle sculate in scioltezza, cioé fai girare coi piedi il posteriore quando sei nel pieno dell'alleggerimento sulla cunetta.. "figo katz!" (ti gasi...), e intanto prendi confidenza con ambo le cose: il corpo che si disallinea dall'asse centrale della bici, e la bici che ruota rispetto al corpo sull'asse verticale. Quando sei pronto, provi, su salti "tranquilli" o la stessa cunetta di prima, a saltare uscendo appena girato e correggere la bici in aria. Difficile schiantarsi, ma sempre protezioni totali...
c. I drop. Teoria: spingi il manubrio in avanti come volessi far scivolare la bici sotto di te. Questo é l'unico caso in cui la teoria é abbastanza giusta... ma attenzione: solo sui drop "da manuale". Vale a dire: se esci orizzontale e abbastanza veloce, e se il landing é fatto bene, con ampio spettro di lunghezze di atterraggio, probabilmente dovrai solo lasciar correre la bici (e avere più entusiasmo che paura, per non irrigidirti). Ricordo un drop perfetto alla Montagnetta (che hanno poi sbarrato gli odiatori del quartiere), in cui più veloce arrivavi, più lungo volavi, atterrando sempre pari "in automatico". Lo facevo con la hard tail, droppavo anche 2 metri e mezzo, con 5-6 di volo. Poi però sui trail naturali i drop sono naturali.. e lì sono katz: quasi sempre sono massi, con denti e radici traverse che rendono irregolare il profilo nella direzione di uscita, il landing non é raccordato, quindi se agganci il posteriore spera di avere il dentista coperto dall'assicurazione. E allora diventa fondamentale riuscire ad alzare entrambe le ruote subito prima del drop, in modo che mai e poi mai possa succedere che la posteriore agganci una radice o un dente, facendoti cappottare dentro il vuoto. Di nuovo, allenarsi su drop piccolini da 30-40 cm, dove, se sbagli il tempo della ollata, alla peggio schiacci tutta la corsa della forcella, ma non ribalti, é la soluzione giusta.
Per ora mi fermo qui, ma se qualcuno trova utili questi consigli da "non pro", magari tornerò a scriverne (ci sono i tornanti senza nose-press, i ripidoni, etc), almeno fino a quando il collo non guarisce e potro' (spero) tornare sulla biga. Buoni trail invernali a tutti.