Come al solito, come nel 90% dei topic, mi trovo a scrivere "dipende".
Allora io sono lunghetto (190), ma soprattutto ho braccia un pò da scimmia, particolarmente lunghe... e poi faccio percorsi piuttosto tecnici, con discese assai ripide e spesso fuori traccia, necessito di massimo controllo/manovrabilità. Monto un 680 Truvativ con rise di 25mm. Su una bici sostanzialmente da XC taroccata per sostenere uscite AM ed esplorative alla "sperindio".
Specialmente su una bici del genere, teoricamente non tagliata per evoluzioni trialistiche, passare da un flat 50 e-spiccioli a un 680 con rise fa impressione, sembra di cambiare bici. Però frequentando tanti bikers mi capita spesso di incontrare chi si trova meglio a manovrare con manubri più stretti.
Credo che la prima impressione, allargando e rialzando, sia per tutti quella di un guadagno in maneggevolezza, ma poi passa e non è detto che sia per forza la cosa migliore.
Il mio consiglio è di fare qualche test prendendo un manubrio di costo basso (per 20 euro ne trovi di tutti i tipi), testarlo per un mesetto e poi, con le idee più chiare in materia, fare l'acquisto definitivo.
Concordo con chi diffida del carbonio. In determinate situazioni (singletrack particolarmente esposti, etc) se mi si spaccasse il manubrio sarebbe veramente una questione di rischiare la pelle. Penso che le probabilità che un carbonio si spacchi siano abbastanza remote, ma basta una volta sola, nel momento sbagliato, non so se mi spiego.
Ritengo molto utile ed istruttivo prendersi la briga di fare esperimenti con il "ponte di comando", provando a variare sia la tipologia di manubrio che anche l'attacco (lo stem), allungando e accorciando a seconda dei casi. Io ho sfruttato Decathlon per sperimentare, poi una volta chiarite le mie preferenze/necessità sono andato a comprare oggetti più costosi, sui quali non ho avuto dubbi/ripensamenti.
La mia bici, pur non essendo specificamente progettata per AM, inizialmente poco incline al tecnico in discesa, dopo un annetto di esperimenti ora mi calza come un guanto, spesso mi ci trovo meglio che con certe bici (test-bikes) sulla carta infinitamente più adatte a quello che faccio.
Ora che sto per cambiare infatti ne sono ben falice, ma so anche che ci sarà da lavorare e studiare e provare un sacco prima di ritrovare la simbiosi totale di cui ho bisogno per affrontare certe imprese. Del resto non vedo l'ora, perchè la personalizzazione del mezzo è per me una grossa parte dello sballo della mtb.
Buone prove a tutti,
M.